Attualita

 
Vorrei cercare di rispondere alla missiva di Gian Maria Dall’Osso inviata allo Spekkietto il 4 giugno scorso, con la quale lo scrivente sollevava una serie di allarmi inerenti l’attività della ditta VETRICERAMICI.

Convenzionata con il Comune di Casola Valsenio,
opera esclusivamente per l’impegno dedicato da volontari e con contributi di enti e cittadini.

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Caro Andrea, ho letto con interesse i tuoi ultimi articoli che ritengo stimolanti al confronto. [Provvedimenti per la difesa della razza italiana] [ILO International Labour Organization] [L'insostenibile leggerezza dei diritti umani]. Mi piacerebbe allora prendere spunto per alcune considerazioni alternative.
Parto da Ginevra…
… beh… pare che l’assemblea abbia trovato un suo culmine nel discorso del signor Ahmadinejad. Il presidente iraniano, si è presentato alla conferenza Onu di Ginevra solo per fare un comizio anti-ebraico e più in generale antioccidentale, ignorando l’apertura di Barack Obama che, come è evidente, propone politiche bel diverse da quelle del suo predecessore. I delegati di molti paesi si sono alzati ed hanno lasciato la sala, disgraziatamente… molti altri lo hanno applaudito. È stata la rappresentazione di come si coltiva il seme dell’odio violento: quello definitivo, che non ammette alternative.
Se non altro, la conferenza ha trovato una sua utilità nel confermare, ancora una volta, come sia assurdo separare l’idea di “diritti umani” dal contesto culturale che l’ha generata, un contesto in massima parte riconducibile a occidente e proprio di alcune culture asiatiche, ma assolutamente estraneo ai paesi che si riconoscono nella sharia islamica.
Ovviamente, per continuare a sperare e mantenere un atteggiamento costruttivo, non è bene ragionare nello specifico generalizzando. Ciononostante, generalizzare può servire per meglio definire il nocciolo del problema: in questo caso, il problema è la difficile realizzazione della convivenza multiculturale.
Serve allora considerare che, nelle sue molteplici forme, ogni società umana, trova comunque fondamenta nella condivisione di norme di coesistenza. Tali norme traggono origine e giustificazione da principi morali stabiliti e riconosciuti nel retaggio delle singole tradizioni.
Persone o gruppi sociali che hanno differenti norme di coesistenza, possono vivere insieme e dare vita ad una degna società multietnica e multiculturale?
Direi proprio di sì… e, probabilmente, si tratta del tipo di società più vario, interessante e stimolante che si possa formare. Nondimeno… questo compimento è possibile solo se il credo dei valori etici primari coincide, e il loro rispetto è realizzato da parte di tutti (perlomeno della grandissima maggioranza).
I valori etici primari, giusti o sbagliati che siano, sono da sempre il mattoname di costruzione di ogni istituzione sociale e sono qualificanti: non ci può essere degna società senza degni valori etici… proprio come non ci può essere buona panna senza buon latte.
Quando esiste incompatibilità tra valori etici primari, purtroppo, il conflitto diventa inconciliabile.
Per esempio, come ci si può impegnare in una discussione nella quale uno degli interlocutori non accetta la pari dignità umana? Quale tipo di compromesso è possibile col genitore che pretende l’infibulazione della figlia? Nel momento in si discrimina fra uomo e donna… che margine di mediazione può esserci?…

…da parte occidentale, ci sono ad esempio i tentativi dell’impavida giornalista canadese Naomi Klein, volenterosi ma inevitabilmente ridicoli, di stabilire una improvabile comprensione del tradizionale burqa associandolo ad una differente forma di libertà della donna. Peccato che poi, nella realtà, cosa i Mujahideen pakistani intendono per libertà della donna, lo spiegano essi stessi molto bene lapidando, in mondo visione, la poveretta trovata con l’amante… lapidato anche lui.

Giovanni XXIII, nella sua enciclica 'Pacem in terris', non si rivolge solo ai fedeli della Chiesa Cattolica Romana, ma, senza distinzioni, a “tutti gli uomini di buona volontà”.
- Pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà - dice il Papa.
Specifica in seguito che la pace, che poi significa convivenza, per essere autentica, deve edificare su quattro valori etici fondamentali: verità, amore, giustizia e libertà. Individua questi quatto valori etici come quelli capitali e imprescindibili. In essi si trova la condizione per essere “uomini di buona volontà”.
Giovanni XXIII procede, in questo riconoscimento, con una analisi meticolosa, equidistante e di inesorabile giustizia. Si evince di conseguenza che anche per la degna società multietnica, come del resto per qualsiasi altro tipo di degna società umana, questi fondamenti sono indispensabili.
La pace pertanto, la convivenza, non è per tutti gli uomini, ma viene riconosciuto, inequivocabilmente, un soggetto proprietario: “gli uomini di buona volontà”.
Una cosa è certa: a Ginevra, Ahmadinejad, paladino di troppi paesi seduti nella assemblea ONU, non ha di certo rappresentato il tentativo di “buona volontà”.
Appunto.

Pier Ugo Acerbi
UN TAVOLO DI COORDINAMENTO PER SUPERARE LE EMERGENZE DELLA CRISI ECONOMICA

La Caritas, i sindacati, così come altri enti e associazioni di volontariato che si dedicano all’assistenza sociale, segnalano sempre più frequentemente dati preoccupanti sull’emergenze derivanti dalla attuale crisi economica e sulla difficoltà di molte famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese e a far fronte ai propri impegni.
Sono segnali preoccupanti di un crescente disagio sociale che, se non trovasse ascolto e risposte adeguate potrebbe innescare reazioni irrazionali e destabilizzanti.

Già, recitava proprio così il titolo del DECRETO-LEGGE 17 novembre 1938-XVII, n.1728 che istituiva le famose leggi razziali. Anche allora si parlava della necessità di 'difendersi'. Stiamo pure tranquilli, non ci siamo ancora, ma certo non per bontà nostra. Forse solo perché non abbiamo oggi una comunità di cittadini già italiani a cui sottrarre diritti come la avevamo nel 1938. Forse solo perché quei diritti li neghiamo a priori, sia come sia, oggi di leggi razziali non ne abbiamo bisogno.

E’ cominciata la demolizione dei “capolavori” incompresi dell’arredo urbano modello anni ’86 e seguenti, prodotti dagli onnipotenti architetti Rava e Piersanti e approvati dalla allora Amministrazione Comunale, dopo l’esautorazione di fatto dell’apposita commissione istituita per dare pareri sull’argomento.
Che alcuni di quei “capolavori” fossero in realtà delle porcherie senza arte nè parte, nè collegamenti con il resto del paese, era evidente fin da allora, ma c’è voluto del bello e del buono per capirlo ed ammetterlo pubblicamente, se non altro come deduzione implicita e conseguente.

Vorrei dire la mia sul bruciatore a cippato, spero che le eventuali critiche al mio intervento siano scientifiche e non dettate solo dall'emozione o dalla fede politica. Mi piacerebbe che una scelta così invadente per il paese fosse discussa da tutti in modo corretto e non col solito qualunquismo, rifiutando il dialogo e parlando del demonio (o talebani che dir si voglia) come nel medioevo. Non esiste chi ha una verità rivelata e chi sostiene solo cretinate, come il continuo ed oramai stucchevole riferimento al “nimby” vuole far credere.

La lista “Uniti per Casola” che vede come candidato a sindaco nelle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno prossimi il giovane Nicola Iseppi, ha presentato il proprio simbolo ed il sito internet.
Un restyling grafico che reinterpreta e cerca di unire i simboli classici del territorio con la giusta freschezza d’immagine.

Su invito dell'Amministrazione comunale e della Consulta del Volontariato, nella mattinata dell'11 aprile si sono riuniti nel Municipio di Casola Valsenio i rappresentanti delle organizzazioni di categoria e sindacali, dei gruppi consiliari e delle forze politiche e, soprattutto, dei gruppi e delle associazioni di volontariato, per definire le attività di coordinamento e sostegno all'azione di soccorso verso le popolazioni dell'Abruzzo colpite dal devastante terremoto del 6 aprile.

Ovvero una segnalazione sullo stato di abbandono di uno dei più bei parchi della zona

Quando avevamo voglia di raccogliere le viole più belle decidevamo in quattro e quattr’otto di avventurarci nel posto dove, secondo noi, spuntavano le più grandi, le più profumate e le più scure. Salivamo sulle biciclette e pedalavamo veloci fino al pozzo sulla destra della statale, verso Valsenio, circa centocinquanta metri dopo il Cimitero. Lasciavamo le biciclette appoggiate al pozzo, per non lasciare tracce o indizi, qualcuno avrebbe potuto sospettare l’arrivo di intrusi se avessimo lasciato le bici troppo vicino al ponte del Cardello.

Caldaia centralizzata a cippato: il Comune chiede a “Senio Energia” di studiare una diversa collocazione

“Per la buona riuscita della missione che abbiamo affidato alla società Senio Energia – si legge nella lettera inviata dall’amministrazione comunale alla società di servizi energetici - è essenziale che questo primo, importante progetto (la realizzazione di una caldaia centralizzata a cippato per riscaldare 13 edifici pubblici – ndr) si realizzi in un clima di ampio consenso e condivisione.”

Caro Giorgio,
sono un lettore dello spekkietto e volevo fare anch’io alcune precisazioni sull’argomento “PARCO DELLA VENA DEI GESSI ROMAGNOLA” essendo residente abbastanza informato dell’argomento e anche molto insoddisfatto di come stanno evolvendosi le cose.

Giovedì 19 marzo si è tenuto presso la Sala Consiliare del Comune di Casola un incontro che aveva come argomento la caldaia a biomassa (nello specifico alimentata a legno cippato) che dovrebbe essere installata (entro il 2009 per entrare in funzione nel 2010) nel campetto adiacente la palestra comunale. Sul nostro sito e sul giornale cartaceo l’argomento è già stato discusso con molti interventi (la serata nasceva anche su stimolo dei dubbi e delle preoccupazioni espresse da alcuni nostri lettori) quindi diamo per scontata la conoscenza generale del tema, che potete comunque ricostruire consultando – prima di procedere nella lettura – gli articoli da noi già pubblicati [Senio Energia comincia a funzionare] e [Centrale termica a biomassa: quale convenienza?] (oltre a ciò che era stato precedentemente scritto sul periodico dell’Amministrazione Comunale, «Il Ponte»).

Nelle settimane scorse tutti i casolani sono stati testimoni, e in larga parte anche partecipi, di una iniziativa volta ad ottenere che a succedere all’Arci quale futuro parroco di Casola sia don Euterio Spoglianti, il giovane sacerdote che già ben conosciamo ed abbiamo cominciato ad apprezzare in quanto, da alcuni mesi, veniva (e continua a venire ancora) nei fine settimana a coadiuvare don Giancarlo nelle cure della parrocchia.

Ultimamente abbiamo parlato su “Lo Spekki(ett)o” di notizie di cronaca relative agli immigrati che vivono in Italia, in particolare soffermandoci su come se ne parla sui mezzi di informazione e su come l’uomo comune vive il rapporto con gli stranieri nella propria quotidianità. Focalizziamo ora l’attenzione su Casola grazie ad alcuni dati statistici (gentilmente fornitici dall’Ufficio Anagrafe comunale che ringraziamo sentitamente) che – se pure non ci raccontano né le storie che stanno dietro a ogni arrivo di immigrati stranieri nè i piccoli episodi che contraddistinguono la convivenza di ogni giorno – possiedono l’obiettiva precisione che solo i numeri possono dare.