Già, recitava proprio così il titolo del DECRETO-LEGGE 17 novembre 1938-XVII, n.1728 che istituiva le famose leggi razziali. Anche allora si parlava della necessità di 'difendersi'. Stiamo pure tranquilli, non ci siamo ancora, ma certo non per bontà nostra. Forse solo perché non abbiamo oggi una comunità di cittadini già italiani a cui sottrarre diritti come la avevamo nel 1938. Forse solo perché quei diritti li neghiamo a priori, sia come sia, oggi di leggi razziali non ne abbiamo bisogno.

Quello di oggi a 70anni di distanza, si chiama più sobriamente 'decreto sicurezza', un testo a dire il vero lungo e complesso, composta da ben 55 articoli che trattano molteplici argomenti, dalla mafia al decoro urbano dei graffiti. Difficile farne un bilancio sintetico, difficile capire cosa porterà in termini reali di sicurezza per i cittadini. Facile invece vedere il filo d'odio che lo percorre, odio per il diverso, lo straniero. La parola straniero-i è ripetuta 35 volte nel testo del decreto ed infatti gli articoli a riguardo non sono pochi. Reato di clandestinità, diritto-obbligo di denuncia dei clandestini da parte dei medici, ricongiungimenti famigliari resi difficili quando non impossibili, aumento delle tasse per i permessi di soggiorno, sono molti i punti che lasciano perplessi su quanto sia ricerca di sicurezza e quanto sia volontà di creare un capro espiatorio. Basterebbe notare come rendendo difficile il ricongiungimento famigliare si ottiene il solo risultato di avere gruppi di maschi soli, privi di legami, di ogni forma di controllo sociale, in preda ad un degrado emotivo che è in grado di trasformare in violenti e criminali persone ben diverse nella propria comunità. Per le immigrate donne non va meglio, costrette il più delle volte a vivere lontano dalla propria famiglia, sono costrette a perdere una parte del loro ruolo e della loro vita non potendo esercitare nessuna funzione educativa e sociale. Basterebbe riflettere sul dolore e sul disagio che viene a crearsi per capire che il modo migliore di integrare delle persone e proteggersi da ogni devianza, e imbrigliare quelle persone in relazioni umane, pubbliche e private, renderli partecipi della società, trasformarli da esseri umani a persone sociali e politiche. Il contrario crea solo individui liberi che si sentono liberi da ogni legge, lupi tra gli uomini. Ma facciamo pure finta che questo non ci interessi, che la storia della nostra emigrazione non ci abbia insegnato nulla, facciamo finta che l'economia ci obblighi a stringere le maglie del nostro 'buonismo' a mettere tra parentesi i diritti dell'uomo, ma senza cattiveria. Dobbiamo allora domandarci che bisogno abbiamo di istituire un registro per i senza fissa dimora, i clochard, i barboni, i vagabondi. Un registro istituito presso uil ministero dell'interno in cui tutti dovranno essere iscritti. Che forse esiste un pericolo sicurezza da parte dei barboni? Estremismo islamico tra cartoni e tavernello? Sono diventati un costo che non ci possiamo permettere? O forse farne una lista di prescrizione, un tabellario, aiuterà a difenderli? Si perchè la mancanza di sicurezza loro la subiscono. Ho capito, iscriverli nel registro servirà a riconoscerli, nel caso bruciassero completamente. Più che con la sicurezza una tale norma sembra guardare all'idea di 'decoro', una decenza che non vuole vedere il brutto, il povero, o il diverso. Un decoro che parla di ripulire i centri storici, quasi fossero musei di se stessi o non luoghi di comunità umane con i loro problemi. Un decoro che vorrebbe pulire con il crivello la società e setacciare lo sporco da espellere. Ma facciamo finta che anche questo non ci interessi, che non abbia strane assonanze con le pulizie etniche che ancora ci guardano dall'altra sponda dell'adriatico, facciamo finta di niente. Ci viene detto che questo è quello che chiede la gente, la Lega difende così il suo operato, 'la nostra gente lo vuole'. Il popolo è sovrano, sta scritto, ma se la gente chiedesse più omertà, più camorra, o semplicemente fosse contenta delle attività illegali, tipo evasione fiscale, anche allora si dovrebbe seguire il loro desiderio? In questo caso potremmo suggerire l'istituzione del partito della camorra italiana. Ma la lega non vuole nulla di illegale, anzi vuole far rispettare la legalità, si dice. E' per questo che l'art. 46 del decreto sicurezza 'Concorso delle associazioni volontarie al presidio del territorio' rende legittime le ronde di 'volontari' .Quasi che non avessimo già gli organi di esercito e polizia preposti allo scopo, quasi che tutta l'Italia fosse un'unico luogo senza legge. Per far rispettare la legalità, si dice, come sa bene l'onorevole Borghezio, condannato in terzo grado per gli incidenti accorsi proprio durante una di queste ronde, durante la quale mistreriosamente presero fuoco alcuni materassi su cui dormivano alcuni stranieri. Far rispettare la legge, ma quale legge? Quella del decoro che vale più della vita umana? La stessa che autorizza a tirare le molotov contro i campi nomadi? La stessa che in sfregio alla legge reputa che il reato di furto vada punito con la pena di morte? Alcuni giorni fa il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, in risposta alla spirale di razzismo e xenofobia che circola nel paese, ha sentito la necessità di lancire un accorato appello a tutti quelli che hanno responsabilità educative, culturali e di governo, perchè si adoperino per impedire la deriva di razzismo e violenza. E la Lega cosa fa? Con l'alibi della sicurezza la Lega semina odio nella società. Lo seminava al tempo di 'Roma ladrona' lo semina oggi che a Roma ci risiede. Con la lega è morto ogni progetto politico degno di questo nome, perchè è morta l'idea che si possa e si debba lavorare per un bene comune, che si debba anche educare una nazione all'idea del bene comune. Con la lega hanno vinto gli istinti più bassi dell'individualismo, gli interessi del mio piccolo gruppo sono sopra ogni idea ed ogni principio. La lega intercetta le istanze della sua base, è lo fa benissimo, lo dimostrano i voti. Ma se andiamo a cercare le sue idee ed i suoi valori scopriamo che non fa nient'altro che dare casa e legittimità ad ogni pregiudizio, ad ogni viscerale disprezzo, ad ogni ignoranza, ad ogni tentativo di cercare un facile bersaglio, una facile soluzione per i mali del mondo. E' istruttivo navigare tra i siti leghisti, sono una galassia immensa e variegata. Ma più che inorridirsi della xenofobia di cui sono intrisi i proclami ufficiali, già ben raccontati in documentari come 'Camice Verdi' è bello andare a cercare le voci della base. Di quella base che legittima l'operato. Basta cercare tra i commenti, le e-mail ai giornali on-line, nei blog, si troverà un mondo sfilacciato in cui viaggiano fianco a fianco le più aberranti delle sicurezze: c'è chi dà ragione ai vescovi negazionisti, c'è chi considera l'omosessualità una malattia, ragazzini che invocano un pò di 'pulizia razziale' ', c'è chi vorrebbe far scomparire ogni diversità, chi si scandalizza perchè il suo comune ha progetti di educazione alla pace e alla convivenza, c'è un mondo di pulsioni distruttive che poco o nulla hanno a che fare con i problemi della sicurezza. La lega non ne nega nessuna, ma incassa vantaggiosamente i loro voti. Andando avanti su questa strada sarà proprio la legge ed il diritto ad avvizzire, stressata nei suoi valori e nella sua solidità dall'umore e dalla pancia della 'gente'. Su questa strada la 'razza' italiana non sarà mai abbastanza 'difesa', avremo sempre qualcuno e qualcosa contro cui scagliarci per purificare il nostro 'decoro'.

Andrea Benassi
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