Cultura

In principio era il Nunusaka, il monte mitico, perso da qualche parte nelle foreste di west Seram. Posto al centro delle Confederazione dei tre fiumi, terra dei popoli Alune e Wamele. Dal Nunusaka, uscirono gli uomini che si sparsero per l'arcipelago attraverso le mille isole delle Molucche a popolare l'umanità. ‘Nusa Ina’, l’isola madre. Quando il mito s'intrecciò con la storia, allora arrivarono gli Europei a cercare le Spezie, ricchezza e maledizione, miraggio e follia. Per noi oggi l'isola di Seram, persa nell’estrema Indonesia orientale, è il luogo dove iniziare una nuova storia, una storia di acqua e roccia, inseguendo grandi fiumi sotterranei tra foreste e antiche carte della Compagnia delle Indie.

Non sono guide turistiche, non sono descrizioni di un luogo, non sono racconti di viaggio, non sono neanche semplicemente racconti. Sono una serie di libretti in cui uno scrittore parla del luogo in cui vive, o in cui è vissuto a lungo, o con cui ha un legame particolare, e lo fa nella modalità che meglio si confà non solo a lui ma al luogo stesso. Questi libretti sono una sorta di filone interno alla collana Contromano della storica e importante casa editrice Laterza.
Brizzi ha raccontato (non è come abbiamo accennato prima, il verbo più esatto, ma ce lo teniamo per comodità) La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco, Carofiglio invece una notte barese (e qui sì, ha veramente raccontato), Aldo Nove ha messo nella centrifuga Milano (in questo caso dire “ha raccontato Milano” sarebbe riduttivo e scorretto. Non foss'altro perché il libro di Nove si intitola Milano non è Milano e su questa idea di una città senza identità – o meglio, dalle mille identità perennemente mutevoli – gioca in continuazione, tanto che le prime pagine, fuorviato da una ricerca fatta in Google, Nove le dedica a Alyssa Milano, attrice certamente non da Oscar ma che si è ritagliata il suo spazio nel mondo della TV – e credo anche nelle fantasie di chi era adolescente 10 anni fa – grazie all'interpretazione di una delle sorelle di Streghe – ormai è chiaro, la più carina, né la pallosa sorella maggiore né la ex Brenda di Beverly Hills 90210, quell'altra. Ma questa, come nel libro di Nove, è appunto un'altra storia).

Un nuovo libro per l'estate made in Casola Valsenio. Un nuovo testo da sfogliare sotto gli ombrelloni. È infatti in uscita nelle librerie il nuovo libro di Cristiano Cavina dal titolo 'Romagna Mia!'. Dal 5 luglio prossimo il giovane scrittore di Casola Valsenio, balzato alle cronache letterarie nazionali con i suoi romanzi editi dalla casa editrice Marcos y Marcos, questa volta abbraccia una sfida nuova: quella del saggio. 'Romagna mia!' rientra infatti nella collana Contromano di Laterza e si caratterizza come pubblicazione saggistica in chiave pop ed ironica. Uno stile, quello della sana ironia, che da sempre caratterizza la scrittura di Cavina e che trova massima espressione proprio in questa rilettura 'seriosa' dell'essere e sentirsi personaggio di questa variegata terra chiamata, appunto, Romagna.

Viene confermato anche quest'anno l'incarico di prestigio per il professore casolano Renato Soglia. L'ormai famoso compositore di musica per banda e autore di testi didattici editi da Ricordi Milano e da Fabbri scuola RCS Milano, sarà ancora ospite a Giulianova per il tradizionale appuntamento con il Festival internazionale delle bande musicali. Ancora una volta Renato Soglia ricoprirà così il ruolo di consulente musicale. Il concorso internazionale marchigiano, arrivato alla sua XIIIma edizione, si terrà dal 31 maggio al 03 giugno.

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti, è puramente casuale.

Era il 13 Dicembre 1642, il navigatore olandese Abel Tasman, dopo aver scoperto la Tasmania, fu il primo europeo a raggiungere la Nuova Zelanda.

“Kia-ora…” (ciao, buongiorno, benvenuto) forse, l’accolsero proprio così.
Allo stesso modo in cui il popolo Maori, ha dato il benvenuto all’estrosissimo gruppo sbarcato in Nuova Zelanda più o meno il 26 Ottobre 2011. Una ventina di persone di faentina provenienza per la maggior parte, alcuni lughesi, un paio di casolani randagi, pare anche un evaso dal ghetto della bassa. Era il gruppo degli sbandieratori, dell’Antico Borgo Samorì.

Mentre ritiro alcuni dei presepi presenti all'esposizione natalizia nel chiostro di Valsenio mi rendo conto di che antico silenzio e di che fascino trasudi da ogni pietra del muro del chiostro... Se non fosse che ho il cellulare in tasca che ogni tanto, col suo beep, mi cementa al 2012, potrei anche credere di veder spuntare una bianca tonaca frusciante che parla in latinorum....

Solo a Casola può succedere che “Rose rosse” riceva più applausi di “Blowin' in the wind” e “Auschwitz” messe insieme. E solo noi casolani sappiamo veramente chi cantava “Rose rosse”. E lo sanno anche i bambini casolani, o quelli che erano bambini quando già “Rose rosse” era un classico della canzone italiana, che tutti conoscono e canticchiano. E, in teoria, tutti sanno chi la canta. Ma tanti si sbagliano, eccetto i casolani. Massimo Ranieri? Quello di “Perdere l'amore”? Macché.
“Rose rosse” la canta Rose Rosse.

“Nella regione di Bologna, in Italia, s'incontranno piccole strisce inglobate nella dura roccia, però presentano comunque le stesse caratteristiche della pietra speculare. In Spagna si estrae da gran profondità per mezzo di pozzi e anche si trova in strati prossimi alla superfice della terra, incorporata nella roccia, dalla quale si estrae, strappandola o tagliandola...”

Plinio H.N. XXXVI, 161

MEZZA PAGINA DEL NUOVO DIARIO PER LO SPEKKIETTO
Il Nuovo Diario Messaggero nel n. 46 del 10/12/2011 ha dedicato una mezza pagina a Lo Spekkietto/Specchio quale significativo esempio di stampa locale al servizio della comunità casolana oltre che del gruppo scout Casola Valsenio 1°.
Nell’articolo a pag. 28 (a firma di Nicola Montecalvo) vengono ricordate le tappe della lunga storia e dell’evoluzione del nostro giornale che si è saputo adeguare in tempi diversi a esigenze diverse, sempre mantenendo la freschezza, la serietà, la vivacità e l’attenzione alle vicende del paese e sempre ha saputo, grazie al gruppo scout ed agli amici collaboratori, impegnare i giovani nel non facile approccio alla gestione delle notizie e del loro commento.

Lo scrittore romano Lucio Columella, ci racconta nel suo famoso trattato De Re Rustica sull'agricoltura romana, come l'imperatore Tiberio fosse ghiotto di una particolare zucca proveniente dall'asia minore chiamata cucumis, forse il nostro attuale cocomero, e di come ne volesse mangiare in ogni stagione.

Niko presenta SILENZIO
https://vimeo.com/33186360
'Tutti abbiamo bisogno di silenzio, anche i musicisti.
Mi sono steso in mezzo al deserto a vedere le stelle, da quel momento ho sempre bisogno di silenzio.Natale non è regali, non sono le luci che ci accerchiano, quello che lo rende speciale ogni anno è un attesa silenziosa.
Prendetevi un po' di silenzio.
Urlate un po' di silenzio.
Cercate un po' di silenzio.

8 dicembre 2011
SILENZIO
Ex convento dei frati Cappuccini Casola Valsenio, ore 17,30

La mostra rimarrà aperta fino al 22 dicembre dalle ore 18,30
Il 24 settembre 2011, ha festeggiato i 20 anni. Gli stessi che ha ora quel bambino che nuotava nudo in piscina dietro ad un biglietto da 1 dollaro. Oggi quel bambino ha un lavoro, ma come per tanti, il suo sguardo sarà quello disperato su un futuro che fatica a dispiegarsi. Quello sguardo, reso incendiario dalle canzoni di questo disco, Nevermind.

Carissimo, questi sono anni particolari per i ricercatori di notizie storiche sul nostro paese. Prima il restauro della Chiesa di Valsenio, di cui ti parlerò in seguito, poi i lavori di restauro per la Chiesa di Sopra che tu mi chiedesti di seguire con attenzione perché avrebbero potuto portare a scoperte rilevanti. A tal riguardo ho interessato i due Sindaci di Casola che si sono succeduti da quando si è iniziato a parlare di lavori di restauro della Chiesa di Sopra ed ho fornito a loro i documenti in mio possesso, gli stessi che avevamo guardato insieme varie volte.

Cominciate in modo estemporaneo, le ricerche sul vetro gessoso e la grotta della Lucerna, mi hanno col tempo portato a domandarmi se potessero esserci altre grotte, in cui rintracciare tracce di lavorazione mineraria.

All’inizio non c’avevo pensato, vedendo quei due piccoli oggetti, era venuto il dubbio, a me e ai due archeologi, che si potesse trattare delle sepolture dei membri di una confraternita o qualcosa del genere. In fondo si trattava, anche se povere, di tombe singole e non di ossari comuni.