Solo a Casola può succedere che “Rose rosse” riceva più applausi di “Blowin' in the wind” e “Auschwitz” messe insieme. E solo noi casolani sappiamo veramente chi cantava “Rose rosse”. E lo sanno anche i bambini casolani, o quelli che erano bambini quando già “Rose rosse” era un classico della canzone italiana, che tutti conoscono e canticchiano. E, in teoria, tutti sanno chi la canta. Ma tanti si sbagliano, eccetto i casolani. Massimo Ranieri? Quello di “Perdere l'amore”? Macché.
“Rose rosse” la canta Rose Rosse.
Magari non tutti poi conoscono il vero nome di Rose Rosse, al secolo Carlo Fabbri. Ma dopo la Serata '900 di martedì 27 dicembre la leggenda è destinata ad accrescersi e diffondersi fra nuove generazioni. E finalmente anche noi che non c'eravamo quarant'anni fa – quando Rose Rosse (la canzone e il cantante, ormai omonimi e indissolubili) spopolò al Sing Out – possiamo associare immagini vive, in movimento, ricordi a colori a questo mito casolano.
Perché Carlo è tornato sul palco e ha cantato di nuovo la canzone che gli ha appiccicato addosso un soprannome di quelli incancellabili, quelli che solo in un piccolo paese possono attecchire con tanta tenacia.
Ed è stato sicuramente il momento più importante della serata.
Non ce ne vogliano i tanti altri protagonisti che si sono prodigati e, come ogni anno, sono riusciti a divertire e commuovere il pubblico incredibilmente numeroso (una folla, mi hanno detto che tanti purtroppo sono rimasti fuori, qualcuno suggerisce di ripetere Serata '900 per due sere, non so quanto sia possibile, di sicuro si avrebbero due pienoni sicuri).
Ma nei 3 minuti in cui Carlo “Rose Rosse” Fabbri è stato sul palco si è davvero concretizzato nel modo più sublime lo spirito dell'iniziativa, quello che da ormai 13 anni la anima e la sostiene, il desiderio di saldare il presente con un passato che non è morto e superato, ma è nutrimento vitale per una piccola comunità come la nostra. Sia chiaro, nessun sterile culto del “si stava meglio quando si stava peggio”, nessun immobilismo, sguardo al futuro, come dice il suonatore di Lee Masters/De Andrè “ricordi tanti e nemmeno un rimpianto”. Ma riscoprire quello che siamo stati serve a drizzare il timone sulla giusta rotta per ciò che saremo. E scoprire che a 40 anni di distanza Rose Rosse può ancora “tenere il palco” alla grande, che lui è molto più moderno della canzone che canta, è stata una sorpresa di quelle che il giorno dopo ti fanno scendere dal letto con più fiducia in quello che deve ancora venire.
Un momento memorabile dunque, all'interno di una serata divertente e ricca, mi verrebbe da dire come sempre, ma non lo dico perché sarebbe uno sminuire il lavoro di tutti quelli (e non faccio nomi per paura di dimenticarne, ma credo che dicendo il CFC rendiamo il giusto merito) che la organizzano, che ci si impegnano, che mettono a disposizione i propri materiali iconografici. E dire “come sempre” farebbe passare in secondo piano quella che invece è una delle caratteristiche migliori di Serata '900, cioè il fatto di sapersi rinnovare, di aggiungere sempre qualcosa di nuovo su un impianto collaudato e di sicura riuscita (pregio che, non posso tacerlo, manca ad altre – alcune? molte? troppe? – iniziative del paese). Si iniziò con foto letture e racconti, poi sono arrivati i video dei tempi andati, poi le interviste, poi il consueto appuntamento con Cristiano, adesso la musica dal vivo.
Va detto che quest'anno il tema si prestava, ma il tema va trovato, io ogni anno mi dico: “Beh ormai si è detto tutto, mi sa che il prossimo anno o riciclano o si chiude”, ma ormai lo dico per scaramanzia, sapendo bene che di lì a 12 mesi verrò smentito da un'idea che sarà anche più feconda dell'ultima. Titolo della serata 2011: “Luci della ribalta”. Quindi lo spettacolo in tutte le sue forme, filodrammatica, teatro, canzone appunto, cinema. Quindi Lidia e Maria Piccola che quando compaiono sullo schermo il cinema non smette più di applaudire, Chiarazula Marazula che negli anni Novanta smuoveva metà del paese, Fiorenza Menni che in piazza Re Enzo onora il ricordo delle vittime della strage alla stazione di Bologna, il Sing Out che forse finalmente, davvero, dopo anni di tentativi a vuoto verrà riproposto?, “L'elmetto” con cui tutti abbiamo giocato alla guerra nell'illusione di poterla esorcizzare.
Ormai il Novecento è passato da più di 10 anni, non fa più ridere dire “nel secolo scorso”, ma è chiaro che non ci ha ancora detto tutto, che continua a parlarci. Forse è stato il secolo breve come dicono fior di storici, forse è davvero finito l'11 settembre 2001, ma magari questo vale per la grande storia, vale per chi dimentica e cancella convinto che questo sia il modo migliore di costruire un futuro. Casola sta imparando che non è così, lo abbiamo già detto. Che anche grazie alle tante Serate '900 potremo, fra qualche anno, mettere insieme altrettante Serate Duemila ugualmente ricche.
Michele Righini
P.S.: Non possiamo non ricordare il prologo alla serata. Due giovani neodiplomati casolani, Edoardo Visani e Mattia Giacometti, hanno ricevuto dal Comune di Casola una borsa di studio per gli ottimi risultati scolastici conseguiti. Complimenti a loro (e in bocca al lupo per il proseguimento), all'Amministrazione Comunale per l'iniziativa e un augurio che questa sia da sprone per tutti gli studenti del paese.