Cultura

Il 20 febbraio 2014 il Teatro Sonoro porterà ad Imola un vera perla «Io, Adriano: nessuno» interpretato da Enrico Vagnini.
Lo spettacolo condensa, in 12 quadri o stazioni, l'essenziale del grande affresco storico in cui Marguerite Yourcenar dà voce ad Adriano, romano imperatore del 2° secolo dell'era volgare. Su quell'epoca storica Gustave Flaubert si era così espresso:" Quando gli dei non c'erano più e Cristo non c'era ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, vi è stato un momento in cui è esistito l'uomo, solo." Nel romanzo di Marguerite Yourcenra l'imperatore, ormai prossimo alla conclusione della vita, immagina di scrivere una lettera al suo successore Marco Aurelio il filosofo, nello spettacolo invece Adriano si rivolge direttamente a noi, sui posteri di un 21 secolo in cui, forse più di allora, incombe la fine del mondo, rievocando la propria esistenza attraverso folgoranti riflessioni sul potere e la libertà, sull'azione e la conteplazione, sull'egoismo e sull'amore e in fondo sul senso stesso della vita.
Prossimamente gli artisti del progetto Roaring saranno a Formigine (MO) il 7 febbraio 2014 per una raccolta di fondi in favore delle famiglie colpite dall'alluvione.

VALZER RAGAZZI! Il grido d’attacco di Giuseppe Cenni il  “Franceso Baracca” Casolano

C’è una via che bordeggia la parte alta del paese, sopra la zona del parco Pertini, è intestata a Giuseppe Cenni, un pluridecorato e coraggioso pilota della Aeronautica Militare Italiana, di origini casolane, caduto in combattimento durante l’ultimo conflitto mondiale nel cielo della Sila calabrese.

Non so quanti Casolani sappiano chi sia esattamente Giuseppe Cenni; forse per sentito dire ma non credo siano molti quelli che conoscono le sue imprese. Recentemente a questo nostro illustre concittadino - le cui gesta (al di là ovviamente dei diversi periodi e contesti militari e politici)  sono degne di competere per temerarietà ed ardimento con quelle del ben più famoso e noto aviatore lughese Francesco Baracca - è stato dedicato, in occasione del 70° anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 4 Settembre 1943 un interessante articolo  rievocativo a firma di Carlo Migliavacca sul mensile “Aeronautica”, edito dall’Associazione Arma Aeronautica.

Questo titolo, così singolare, è un’espressione usata da Papa Giovanni Paolo II nel documento “Familiaris Consortio” uscito a seguito del Sinodo dei Vescovi circa la realtà del matrimonio e della famiglia cristianamente intesa. Inequivocabilmente questo titolo è un richiamo alla realtà dinamica e non statica della famiglia; dalla sua identità ne scaturisce anche la sua missione, i suoi compiti nella storia, il suo cammino, la sua vocazione.
Giovanni Paolo II ci ricorda che: “I compiti, che la famiglia è chiamata da Dio a svolgere nella storia, scaturiscono dal suo stesso essere e ne rappresentano lo sviluppo dinamico ed esistenziale. Ogni famiglia scopre e trova in se stessa l'appello insopprimibile, che definisce ad un tempo la sua dignità e la sua responsabilità: famiglia, «diventa» ciò che «sei»!” FC 17 (Familiaris Consortio). E ancora ci ricorda che: “l'essenza e i compiti della famiglia sono ultimamente definiti dall'amore. Per questo la famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e dell'amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa…e ogni compito particolare della famiglia è l'espressione e l'attuazione concreta di tale missione fondamentale.”

Quella di inventare titoli di libri è arte difficile e preziosa. In un mondo editoriale iperaffollato, azzeccare la giusta accoppiata titolo-copertina può essere il colpo decisivo che permette di attirare l'attenzione di lettori frettolosi e quindi di emergere dai traboccanti scaffali delle librerie. Niente di nuovo, nel 1929 Arnoldo Mondadori per questi stessi motivi studiò a tavolino la grafica della sua nuova collana, “I libri gialli”, e ci azzeccò visto che la sua scelta cromatica non solo sopravvive ancora oggi ma è divenuta indicazione di un genere letterario. Non c'è quindi da stupirsi che il titolo scelto da Cristiano Cavina per il suo nuovo libro, Inutile Tentare Istruire Scemi, sia stato cambiato pochi giorni prima della pubblicazione dall'editore Marcos y Marcos in Inutile Tentare Imprigionare Sogni, mantenendo l'acronimo I.T.I.S. ma rinunciando a un po' di “pepe” e a dichiarare fin da subito l'ambiente in cui la storia si svolge, quello della scuola.
Conoscendo questi risvolti, raccontati da Cristiano nell'incontro di presentazione del libro tenutosi a Imola il 12 settembre, ho provato a giocare anche io a giocare con la sigla dell'Istituto Tecnico per provare a dire qualcosa non tanto sul libro ma più in generale sul lavoro di Cristiano. Mi è uscito questo Impossibile Trascurare Identità Scrittore che ho usato come titolo dell'articolo, acronimo che non sarà molto elegante ma esprime il mio pensiero che provo qui a spiegare.

Si è conclusa l’ultimo venerdì di agosto la mostra-concorso dei soci del Circolo Fotografico Casolano.
Il titolo del contest di quest’anno era “Liberi tutti”, per la prima volta dava piena libertà al fotografo senza legarlo ad uno specifico argomento. Sempre per la prima volta dopo tanti anni, i soci non erano suddivisi in squadre, ma gareggiavano singolarmente.
Per la seconda volta invece, dopo lo scorso anno, a vincere la gara è stato il socio più giovane; dopo Acerbi Greta, quest’anno è stata la volta di Cantoni Filippo che con 56 preferenze e un distacco di ben oltre 20 voti dal secondo classificato, si è prepotentemente guadagnato il primo posto con la foto presente in questo articolo.
I voti utili sono stati in tutto 489, il C.F.C. può veramente considerarsi soddisfatto della partecipazione da parte del pubblico.
Ricordiamo che al secondo posto si è classificato Montefiori Michele con 33 preferenze, e al terzo posto Guernelli Federico con 30 preferenze.
Ringraziamo il Circolo Fotografico Casolano per averci fornito le suddette informazioni e rimaniamo in attesa dei numerosi eventi in programma per l’inverno!


Sara Acerbi

Qualche giorno dopo, sul giornale mi capitò di leggere queste righe: «Nel mondo ci sono due categorie di persone: chi ha visto Springsteen e chi deve ancora vederlo». E penso che sia vero, se vi piace la musica e fate parte della seconda categoria, dovreste far presto a coprire questa mancanza, perché un concerto del “Boss” è semplicemente un’esperienza che va vissuta.

Tenera è la notte che ci riaccompagnò a casa dopo quella sera. Springsteen a manetta sulla radio della macchina e carichi duri per questo concerto. Springsteen, rock che più rock non ce n'è. Musica da consumo diretto, senza filtri. Come un abbraccio, perchè il modo migliore per viverlo è consumarlo direttamente.

Due righe da rivista specializzata, per capire meglio il personaggio.

Il nonno materno di cognome faceva Zerilli ed era originario di Vico Equense. «Sono sorrentino e prima o poi vorrei vedere quei posti». Non c’è scaletta che tenga. Non rispetta nemmeno quella che consegna allo staff pochi minuti prima di salire sul palco. Springsteen capta l’umore che arriva dalla platea e decide al volo. «Chiamo le canzoni che mi passano per la mente o che la gente mi suggerisce, la band mi legge sulle labbra e via. Se fai uno show con luci e fuochi d’artificio sei costretto a legarti a una scaletta. Noi siamo una bar band, abbiamo iniziato a suonare nei bar dove non hai bisogno di presentarti più di tanto, ma devi saper essere molto flessibile. 

Abbiamo già avuto occasione di parlare sul nostro giornale dei lavori di restauro dell'Abbazia di Valsenio e delle sorprese “archeologiche” che questi hanno riservato. Succede spesso, quando si va a scavare in luoghi ricchi di storia, ma in questo caso sembra davvero che si sia andati oltre ogni aspettativa. Avremo ancora occasione di riparlarne, perché i lavori di scavo sono finiti, ma gli archeologi sono ora impegnati nell'operazione successiva, non meno importante e ardua, cioè dare un ordine, un “senso”, dipanare le trame che legano gli oggetti e gli ambienti rinvenuti. Attendiamo quindi i risultati di questi studi con la curiosità, profana ma intensa, di chi ha sempre avvertito il fascino di quel luogo e ora sa che presto parte di quel fascino verrà “spiegato” ma non diminuito dall'intervento della scienza. Attendiamo cioè non solo l'inaugurazione della “nuova” Abbazia, ma anche il convegno che sicuramente l'accompagnerà per presentare non solo ai cittadini, ma alla comunità scientifica tutta, i risultati di un lavoro che ha trasceso e superato di gran lunga il progetto iniziale. Fin da ora però i lavori svolti a Valsenio hanno ridestato l'interesse per la storia casolana in diversi modi e disparate occasioni.

Un nuovo apporto  alla memoria di cio' e  di chi eravamo.

E’ uscita già da più di qualche mese “La minestra matta” l’ultima pubblicazione di Luciana Baruzzi (per i Casolani “La Direttrice”) che ci ha ormai piacevolmente abituati,  con scadenza quasi annuale,  ai suoi racconti di personaggi e storie del passato della nostra vallata. . Alcuni problemi alla gestione del sito de Lo Spekkietto però hanno ritardato la pubblicazione della presente breve recensione. Speriamo ora di riuscire ad inserire questo pezzo, meglio tardi che mai e ci scusiamo per l’intempestività.

“Mostri di gesso” , “Il cammello nero del sonno”, “Carezze d’aglio”, “Il solista”, “La medaglia di pane”  sono le pubblicazioni uscite dalla penna  dalla “Direttrice” negli anni precedenti , tutte opere finalizzate al recupero della memoria, come sinteticamente viene ricordato in quarta di copertina di questa sua ultima fatica, presentata nella sala Biagi Nolasco,  giovedì 23 Maggio, alla presenza dei  numerosi ed interessati  intervenuti,  con la dotta e stimolante conduzione del  dr.  Andrea Ferri, direttore del settimanale diocesano “Il Nuovo Diario Messaggero”.

 

Quello che accade a Las Medulas è molto più del lavoro di giganti. Le montagne sono perforate da corridoi e gallerie create a lume di lampada (…) Ed il monte rotto cade per se stesso, con grande strepito che non si potrebbe immaginare con mente humana e con grandissimo soffiamento. Ed essi vincitori stanno a guardare la ruina della natura”

Wilco: una band americana, che non impedisce agli orizzonti di allargarsi. Sul biglietto, è disegnato un cuore. Un muscolo, che oggi pare un albero denudato dal freddo.

Questa sera è arrivata. Ogni tanto capita di inciampare in qualcosa e in qualcuno di giusto. Questa, è una serata che non sarà mai come pensiamo che sia.

Da circa un anno, presso il Centro policulturale “Le Medie”, è attiva una nuova sala prove attrezzata: la sala prove della “Lega del Suono Buono”. Sarà anche per questo che finalmente, da un po’ di tempo a questa parte, alle varie feste e manifestazioni di Casola e dintorni, si riassapora un po’ di buon “sound casolano”.Sono diversi i gruppi musicali che si ritrovano nella nuova sala prove i pomeriggi e le sere, e ci piacerebbe conoscerli tutti. Questa volta abbiamo deciso di intervistare Francesco Sagrini, chitarrista e cantante dei Ravius.

Il mistero va sempre messo tra virgolette, perchè molte volte la soluzione è semplice, a volte banale e nasconde solo l'ignoranza di chi non sa. Però questa volta proprio non ci viene in mente di cosa possa trattarsi.

Per fare scoperte, tracciare nuovi legami ed esplorare, bisogna andare un po’ oltre, magari anche rischiando d’andare fuori dal seminato. A tutti è nota la storia dell’imperatore romano nascosto nell’antro, storia dalle infinite varianti, come del tesoro che avrebbe custodito o del palazzo dove sarebbe vissuto.

Conosciuta anche come 'grotta dei banditi', la cavità, che si apre sulla cresta di Monte Mauro, è abbastanza nota a Casola, come dimostra anche un bell'articolo uscito proprio sullo Specchio oltre quarant'anni fa. Nell'articolo si legge infatti come l'uscita, organizzata dal gruppo Scout, coinvolse oltre quindici ragazzi, che non solo visitarono la grotta, ma realizzarono anche un bel rilievo della stessa 'per farla conoscere ai casolani'.

Nei giorni scorsi si sono svolti gli scrutini delle votazioni relative al concorso fotografico riservato ai soci del CFC con il titolo 'TRE'.
Gli scatti sono stati esposti presso la sala Nolasco Biagi tutti i venerdì sera di agosto in occasione dei Mercatini delle Erbe Officinali e delle serate “Casola Vintage”.
I voti validi complessivi sono stati 596 contro i 380 della precedente edizione 2011, il che dimostra un'enorme afflusso di visitatori.