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- Scritto da Matteo Bellini
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Il 7 gennaio è nato il primo canale dedicato esclusivamente a Casola e si chiama Casola On Demand. Sarà il canale di riferimento per tutti i video che saranno realizzati e che sono stati realizzati e completamente visibili a tutti. L'obiettivo è quello di rendere disponibile alla cittadinanza e al web, le immagini del territorio di Casola, passate e future grazie anche al ricco catalogo personale del sottoscritto, e sarà aperto a chiunque voglia utilizzare il canale On Demand per video che si è auto-prodotto. Sarà infatti raccolta una selezione dei video più importanti di manifestazioni, cortometraggi e lungometraggi del cineoperatore Matteo Bellini e sarà anche aperto a chiunque voglia rilasciare progetti che ha auto-prodotto. Il canale è visibile su qualsiasi dispositivo (smartphone, tablet, PC, game console e Smart TV) grazie all'app You Tube. Nel complesso CASOLA ON DEMAND è il canale BASIC e potrai vedere: – una selezione della raccolta personale di Matteo Bellini; – i video auto-prodotti da chiunque voglia utilizzare il canale; – una selezione dei contenuti sarà in HD; – i contenuti saranno visualizzabili in un arco temporale tra i 7 e i 30 giorni a seconda del genere di video caricato sul canale; – verranno caricati 3 video ogni 2 settimane; – una selezione dei video della sezione Box Series disponibile prossimamente; – una selezione dei video della sezione Casola Originals disponibile prossimamente. A marzo 2019, verrà lanciato un secondo canale e sarà riservato agli iscritti al canale base. Ulteriori dettagli saranno disponibili prossimamente. Per chi fosse interessato a rilasciare progetti video auto-prodotti che siano stati realizzati a Casola, scriva un messaggio privato sulla pagina Facebook di Casola On Demand e per qualunque altro tipo di informazione, consulta le FAQ sulla pagina stessa. La premierè si terrà il 7 gennaio alle ore 20.30 sul canale di Casola On Demand e sarà svelato il 22 dicembre in anteprima sulla pagina Facebook i primi minuti del primo contenuto che inaugurerà il canale. In alcuni locali pubblici di Casola (Biblioteca Comunale e Cucina Centralizzata) sono disponibili le informazioni per cercare le pagine ufficiali del canale.
Matteo Bellini
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- Scritto da Nicola Rinaldi Ceroni
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Nell’ottobre 2017 è uscito il libro “ La notte delle favole”, dieci anni di racconti dimenticati di Casola Valsenio, a cura di Roberta Colombo, Sergio Diotti e Vincenza Capulli. E’ stato presentato durante “ La festa dei frutti dimenticati”2017. Copertina di Elisa Sangiorgi e presentazione del sindaco Nicola Iseppi e del giornalista Beppe Sangiorgi
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E’ sicuramente emozionante vedere pubblicare un libro, sembra che quelle pagine contengano una parte della storia della tua anima che parte per un viaggio , senza di te , ma con tanto di te…
Ma quando capita che la pubblicazione di un libro avvenga senza averla cercata, senza neanche averla supposta o ipotizzata, beh,… in questo caso l’orgoglio, la sorpresa e la soddisfazione si fondono producendo un effetto così gratificante che si stenta a crederci e quasi non si vorrebbe mai smettere di ripensare al lavoro, impegno, ricerca che ha preceduto il libro, a quei giorni di entusiasmi, emozioni, idee e progetti di cui quel libro è solo l’ultimo atto. Le STORIE RACCOLTE nel libro sono state cercate e riscritte , hanno riempito i pensieri e i cuori di chi le ha raccontate e di chi le ha ascoltate nel corso di dieci anni. Quando poi il libro raccoglie le ricerche e il lavoro di tante persone , è insomma stato, nel corso di dieci anni, un impegno corale, la gratificazione è ancora più gustosa perché condivisa.
E’ proprio quello che è successo al libro “ La notte delle favole”, che è stato pubblicato a fine estate 2017 dalla casa Editrice “ Il nuovo diario messaggero di Imola” .
E’ da dieci anni che dal fondo dei ricordi di famiglia e di paese, da vecchi libri, da foto ingiallite, da chiacchiere e sussurri , alcuni narratori dilettanti di Casola fanno emergere alcuni personaggi “ caratteristici”della vecchia Casola Valsenio e li raccontano . E ci si prepara all’arte di raccontare …..con l’aiuto di Roberta Colombo e Sergio Diotti ( l’una del teatro del Drago, l’altro esperto “ fulesta”…)
Così i narratori dilettanti restituiscono vita, attraverso il ricordo, a persone e luoghi e alle vecchie favole raccontate accanto al fuoco dai nostri bisnonni.
Il lavoro di scelta è attento, la preparazione per raccontare è accurata, si cercano modi e tecniche adeguate, si supera la timidezza e la paura di esporsi… ma poi nella notte delle favole avviene il miracolo……
Nei cortili interni della vecchia Casola i narratori propongono i loro racconti e in quella notte sono affiancati da esperti narratori professionisti che presentano a loro volta delle storie che non sono originarie di Casola, ma condividono con quelle di Casola alcuni elementi fondamentali come la magia, la paura, l’ingenuità, i cattivi, i buoni e la furbizia del mondo rurale, sono spesso narratori famosi a livello nazionale...
Come al solito , alla fine della rassegna “ La notte dei racconti dimenticati” i narratori dilettanti e professionisti si ritrovano sotto un bel leccio nel parco del Cardello.
E’ il momento in cui si valuta come è andata la rassegna, la partecipazione degli spettatori, non solo bambini, le emozioni dei narratori, non solo dei dilettanti, il gradimento delle storie, non solo gli applausi …
Bene , sono lì, all’ombra del leccio, dopo l’edizione 2017 e compare un signore che non è un narratore, ma fa parte di quella schiera di coraggiosi che pubblicano i libri e, senza tanti preamboli, si mostra molto interessato a pubblicare un resoconto delle narrazioni avvenute nei cortili di Casola negli ultimi dieci anni …………
E’ sogno o è realtà?
Chi lo ha mandato?
E’ uno scherzo?
Forse vuole essere pagato per questa impresa?
Il sogno rimane sospeso nell’aria appesantito dalla zavorra di tante domande e tanti dubbi…
Ma poi si dissolvono perché questo signore assicura che non è un sogno, ma una proposta concreta e non costerà una lira…. anzi un euro!
Si stava appunto parlando di favole!!!!!
Così inizia la ricerca e la raccolta di tutte le narrazioni effettuate nei cortili da dieci anni in qua.
Lavoro faticoso, perché nel corso di dieci anni i narratori dilettanti di Casola sono cambiati e cresciuti… ai primi si sono aggiunti i nuovi e poi ancora dei nuovi, a formare una schiera numerosa. Nelle prime pagine del libro sono elencati i nomi degli appassionati che si sono avvicendati nel raccontare le storie nei cortili di via Matteotti, nelle notti d’agosto …..e sono veramente tanti!
Ora per finire raccomando la lettura di questo libro perché è un prezioso documento di quanto è stato raccontato a Casola Valsenio nelle notti di agosto degli ultimi 10 anni! E poi vi troverete delle storie che avete sentito raccontare tante volte quando eravate piccoli, ma anche altre che non vi è capitato di ascoltare, altrettanto fresche e simpatiche, perché derivano tutte da una tradizione orale che sapeva apprezzare la bellezza e l’importanza dei racconti….. che non devono essere assolutamente “dimenticati”.
Paola Giacometti
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- Scritto da Rrc
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Sono quasi le 15 della prima domenica di novembre. E’ il 4 novembre: una ricorrenza particolare perché cent’anni fa finiva la prima guerra mondiale con la sua scia di lutti e tristezze.
Anche i casolani sono tristi oggi pomeriggio, ma per un altro motivo: se ne sono andati gli speleo con la loro scia di mostre, convegni, sapori e colori. Erano 2470 ( registrati in segreteria), hanno invaso il paese e se ne sono andati in poche ore senza lasciare scie di cartacce, plastica o tracce di inciviltà consumistica.
I casolani che si sono aggregati al loro incontro internazionale e che hanno ritirato il loro braccialetto blu sono stati 1170, mica pochi.
A botta calda abbiamo ascoltato le impressioni e i pareri per strada sotto forma di flash.
Ore 15,30, in segreteria cioè il valico, la frontiera d’arrivo del popolo speleo: Stefano Olivucci, presidente del comitato organizzatore e di Speleopolis: siamo contenti dell’esito, un bel risultato. A organizzare un evento del genere quanto tempo ci vuole? Abbiamo cominciato a pensarci tre anni fa. Il progetto doveva avere contenuti e proposte corpose per sensibilizzare enti pubblici e associazioni senza il cui contributo è impensabile la realizzazione. Come mai questo titolo? Il titolo viene da una frase di Giovanni Badino un nostro caro amico speleo scomparso proprio lo scorso anno: per i geografi i fiumi nascono dalle sorgenti, per gli speleologi dalle nuvole. Ci è piaciuto ed è stato un modo per averlo ancora fra di noi. Abbiamo notato un salto qualitativo sul piano dei contributi scientifici e dei convegni. L’adesione della società speleologica Europea e dell’Unione internazionale ci hanno permesso di creare appuntamenti a livello internazionale come il convegno di soccorso speleo che ha registrato la presenza di 16 paesi europei. Immaginiamo la fatica e l’impegno tuoi e di tutti gli altri volontari: Stefano, lo rifareste? Questi sono eventi unici, non ripetibili. Coinvolgono idee, energie, risorse e tante persone da tanti posti diversi. Rifarlo? Certamente sì ma non abbiamo nessun programma né idee sul futuro.
Ore 11, 40, per strada, Max Goldoni, animatore di Speleonotte. Il tuo spazio era ospitato nel tendone di Speleo bar Romagna e abbiamo notato una buona frequenza nonostante la concomitanza con altri concerti serali. Sì, questa formula nata ormai otto anni fa come format di frontiera dove la speleologia diventa narrazione in prima persona con una carovana di interventi spesso a cavallo del cabaret è stata seguita fino a tarda sera.
Ore 14,45 sui tavoli dello Speleo bar Romagna, Bruno Boni, Presidente della Pro Loco: eccellente la collaborazione fra tutto il volontariato casolano che ha creato fruttuose sinergie nel rispetto delle identità.
Ore 14,30 dietro la cucina dello stesso stand, Giorgio Sagrini, presidente del comitato di Gemellaggio: c’è sempre stupore quando eventi di tale partecipazione riempiono il paese. Come comitato siamo riusciti a invitare il sindaco e l’intero consiglio comunale di Bartoloma che hanno partecipato con una delegazione di 25 persone. Il meteo non ci ha permesso di visitare Monte Battaglia ma i nostri ospiti sono rimasti lo stesso stupefatti dal ruolo del nostro volontariato all’interno dell’evento. Come stand abbiamo lavorato unendo le forze con la Pro Loco ed è stata una formula molto apprezzata in termini di rapporto qualità/prezzo e tipicità gastronomica.
Ore 15,45, Mirka Mnducci, responsabile del Distaccamento volontari dei Vigili del Fuoco di Casola, davanti al tunnel di via Soglia con una squadra di pompieri: poche parole: straordinario evento di partecipazione e di belle persone che vogliono e sanno incontrarsi.
Ore 11,03 Massimo Capirossi, staff tecnico dell’organizzazione, davanti al CRAL: per fortuna l’impiantistica ha retto bene, pochi problemi e risolvibili.
Ore 11,13, un casolano, davanti a Ciata: un buon livello nei convegni e nelle comunicazioni scientifiche ma l’inglese i casolani lo masticano a fatica. Però non ce ne siamo persi neanche uno..
Ore 12, Michele Sivelli, responsabile della biblioteca della società nazionale di speleologia, davanti alla chiesa ex Suffragio che ospitava il polo librario dell’incontro: ottima location, un bel locale nel centro storico che ha valorizzato la buona partecipazione del nostro pubblico. Tanti visitatori dal centro europa.
Ore 11, Gruppo di speleo veneti in piazza Oriani: i raduni speleo li frequentiamo tutti e qui a Casola è già terza volta che veniamo. Nello scenario degli incontri non solo italiani di speleologia Casola stacca per qualità di accoglienza. C’è una simbiosi fra il casolano e lo speleo: ormai facciamo fatica anche a noi a distinguere l’ospite dall’ospitato. Poi è notevole il fatto che tanti privati aprono i loro ambienti a ospitare mostre e installazioni.
Ore 11,05, Nicola Iseppi, sindaco di Casola, di fretta davanti al monumento ai caduti al termine della commemorazione per il giorno dell’Unità nazionale e delle forze armate: solo cose positive.
E questo è il commento, breve e lapidario, che tutto il paese penso possa sottoscrivere.
Ho cercato Biagio, vero sindaco di Casola/Speleopolis. Ore 8,05: era sul muletto intento a trasportare pacchi di panche. Ore 9,45: era di corsa. Ore 10,30: era sulla Panda verde e carrello stracarico. Ore 12,12: era ad aiutare il carico di speleo in partenza….
Come Spekkietto torneremo sull’evento, lo merita, e partiremo proprio da Biagio che oggi e non solo, ha avuto solo fatti e poche parole. Lo merita.
Roberto Rinaldi Ceroni
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- Scritto da Riccardo Landi
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Camminavo come un fantasma, che vaga, nei recessi della propria anima...
Là fuori, dove scorre la vita, mi prendesti per mano...
Vivevo in una stanza, che sembrava fatta di soffitto e buio...
Sembrava che qualcuno ti avesse strappata da un sogno...
Quella stanza, come un'onda travolgente, si fece di soffitto e luce...
Toccare il tormento di qualcuno, ti aiuta a capire che non sei solo...
Ti presi la mano...
Come un lampo, mi ricordai dell'enormità dei gesti piccoli...
Quella stanza, era in cima...
Era l'unica, che aveva avuto in sorte la magia misteriosa dell'amore...
E lì, seduti, si condivideva l'anelito al divino.
rl
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- Scritto da Riccardo Albonetti
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Carissimi lettori, partiamo dalla fine, ovvero da quel luogo in cui ogni casolano prima o poi (ovviamente si spera sempre molto tardi) si dovrà recare. Di cosa si tratta? Della Buratta, del camp sant, molto più banalmente del cimitero. Se vi sarà capitato di farci un giretto senza dover necessariamente percorrere la strada che porta alle tombe dei cari defunti, avrete notato che nell’arcata alla destra della chiesetta che si trova in posizione centrale, è possibile notare una lapide marmorea con la parola latina FAMAEDIUM. Ecco, che cos’è un famaedium? La parola rimanda al latino ma non è esattamente una parola latina nel senso che non esisteva al tempo degli antichi Romani e risale al XIX secolo. FAMAEDIUM è una parola composta da FAMAE e da AEDES. FAMAE significa fama (non fame, mi raccomando. Per chi ha qualche reminiscenza della lingua di Cicerone e Catullo possiamo ricordare che si tratta del caso genitivo) , mentre AEDES in latino significa tempio (si tratta del caso nominativo). Unendo la traduzione delle due parole il risultato è TEMPIO DELLA FAMA. E quindi? Quindi è quella parte del cimitero che ha lo scopo di raccogliere i resti degli uomini illustri di quella città. Originariamente il FAMAEDIUM, nella nostra lingua italiana FAMEDIO, si trovava solo nei grandi cimiteri delle grandi città, ricordiamo in particolare quello di Milano dove sono sepolti tra gli altri Alessandro Manzoni, Carlo Cattaneo e Franca Rame, solo per citarne alcuni. Per trovare un famedio basta poi andare anche nella vicinissime Bologna e Faenza.
Mi è parso interessante e significativo il fatto che anche nel nostro cimitero si trovi un famedio, un luogo quindi della cultura della memoria e del riconoscimento dell’importanza di alcune figure della nostra storia casolana. Chi troviamo nella nostra casa della fama? Giuseppe Pittano (Pecio), Romano Ferri, Michele Russo, Giovannina Acquaderni, Giulio Cavina. Chi sono? Non resta che farvi un giro e scoprire nella brevità e a volte pomposità delle iscrizioni il motivo della loro presenza in quel luogo così significativo per Casola.
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- Scritto da FilippoDardi
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1891: Un distinto baffuto signore di Forlimpopoli, tale Pellegrino Artusi, pubblica La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, volume che dietro l'apparenza di sfizioso ricettario cela uno sguardo beffardo e indagatore sui 71 anni d'Italia che l'autore ha vissuto.
2017: Sotto i portici della Turrita, un pasciuto personaggio dal colorito avvinazzato decide di rendere omaggio all'Artusi mettendo al lavoro i propri ragassuoli della Bottega Finzioni. Quell'uomo è Carlo Lucarelli, e il risultato della sua risoluzione è Misteri e manicaretti con Pellegrino Artusi. Sebbene non sia un libro destinato a scalare le classifiche mondiali, merita indubbiamente attenzione: è molto divertente leggere del celebre cuoco e gentiluomo indossare i panni di investigatore e risolvere casi piuttosto intriganti collegati alla santa pappa - da un pasticcio di maccheroni rivelatore ad un coriaceo minestrone, ci sarà da affilare le posate. La principale attrattiva di questa simpatica raccolta, tuttavia, è l'aver conservato intatto lo spirito dell'opera originale: sullo sfondo delle vicende narrate prende forma una nazione giovane, vitale, in piena espansione, descritta dal punto di vista di un arguto galantuomo di vecchio stampo nonché notoria buona forchetta - a tal proposito, merita un applauso ciascuno dei 21 autori coinvolti, capaci nel complesso di restituire un Pellegrino Artusi intrigante e originale.
In ultima analisi, una lettura consigliata a tutte le persone di sano appetito.
Letterario, naturalmente...
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- Scritto da Roberto Rinaldi Ceroni
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La stazione meteorologica dell’istituto agrario Scarabelli è ,per la nostra zona, una fra le più antiche in attività. La prima fu installata nel 1926, ma col passaggio del fronte durante la seconda guerra mondiale, tutti i dati furono persi quando i tedeschi in ritirata fecero brillare gli edifici e con essi tutta la documentazione conservata.
La raccolta dei dati riprese nel 1945 con l’installazione di un nuovo centro meccanico-analogico; poi dal 1994 ha preso avvio la rilevazione con attrezzature digitali che tutt’ora procede ininterrottamente. La meteorologia ha un ruolo centrale nella didattica in particolare l’agrometeorologia cioè quella branca che si occupa più in particolare dell’analisi delle grandezze e delle variabili di ordine agronomico. Anche quest’anno l’istituto ha pubblicato l’annuario del 2017 che comprende, oltre all’analisi dell’andamento climatico, anche diversi contributi per aiutare a capire le conseguenze dell’impatto dei mutamenti climatici su diversi aspetti dell’ambiente e delle attività umane.
Il testo del servizio veterinario dell’ASL di Imola descrive le criticità degli ecosistemi acquatici fortemente condizionati dalle prolungate siccità ma anche dalle piene irruenti che modificano gli habitat fluviali. L’entomologo Aldo Pollini spiega quanto l’aumento delle temperature incida sul mondo degli insetti, animali eterotermi incapaci cioè di regolare la temperatura interna, i cui cicli biologici sono strettamente in relazione con il clima. Il tema si collega anche con l’ingresso di specie a diffusione più mediterranea ma che stanno aumentando il loro areale di diffusione. Nella coltivazione del pomodoro, ad esempio, già da qualche anno sono segnalati due insetti dannosi che dalle regioni meridionali si sono progressivamente diffusi verso quelle settentrionali.
La relazione del gruppo micologico imolese spiega come la mancanza dello shock termico e della copertura nevosa incidano sulla buona nascita delle “ spugnole” ( Morchella spp) ma soprattutto come la maggiore incidenza dell’anticiclone africano ( alte temperature e alta ventosità) sia un evento negativo per tutti i miceti: il dato certo è che siamo in presenza di un generale stato di sofferenza dell’ecosistema bosco, della sua biodiversità e del suo equilibrio.
Nell’annuario sono presenti anche due relazioni dei consorzi di bonifica di pertinenza del nostro territorio: la bonifica renana e il consorzio di bonifica della Romagna occidentale. Entrambi descrivono gli interventi in cantiere o già realizzati per far fronte alle due categorie di eventi estremi che caratterizzano il clima di questi ultimi anni. Da una parte il rischio idraulico legate alle intense precipitazioni concentrate in brevi periodi e dall’altra la siccità estiva. L’attività dei consorzi di bonifica è indirizzata alla costruzione di casse di espansione e alla realizzazione di invasi di grande o media capacità in grado di tesaurizzare l’acqua nei periodi invernali e distribuirla alle aziende agricole durante il periodo estivo.
Infine qualche commento sull’andamento meteorologico locale del 2017.
Si conferma la tendenza al rialzo delle temperature: media annua di 15,4° con un picco massimo di 43,8° il 4 di agosto. Le precipitazioni sono state abbastanza scarse: mm 666 contro una media di mm 785. Abbiamo avuto un lungo periodo siccitoso da marzo fino a ottobre con una piccola interruzione a settembre.
Soprattutto le piogge si concentrano in brevi periodi con intensità anche eccessive. I giorni piovosi non sono numericamente di meno rispetto alla media ma con precipitazioni scarse che non migliorano il bilancio idrico delle piante. Spesso anzi creano più disagio per l’alta umidità che ne consegue.
Il vento: il 2017 è stato un anno abbastanza ventilato con raffiche violente intorno al 15 dicembre che perfino a Imola sono state da record ( 103,7 km/h).
Nell’annuario sono dettagliate le serie storiche dal 1946 ad oggi relativamente alle precipitazioni ( pioggia e neve), alla media delle temperature estive e autunnali, ai picchi delle massime e delle minime e all’analisi di altre grandezze. Per chi fosse interessato l’annuario è scaricabile dal sito dell’istituto.
Roberto Rinaldi Ceroni
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- Scritto da Riccardo Albonetti
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pittura organizzato dall’associazione casolana “Creativi sopra la media”. Lo scorso anno, nel suggestivo contesto del parco del Cardello, la vincitrice è stata la giovane Barbara Bellini, oggi imolese ma che ha vissuto a Casola i primi anni della sua vita. Barbara ha vinto con un bellissimo dipinto che riportiamo in fotografia. Impressionati dal suo lavoro le abbiamo rivolto alcune domande, curiosi di scoprire il suo mondo artistico.
Nella tua esperienza personale che cosa ha fatto scattare la molla di prendere in mano gli strumenti della pittura ed iniziare a dipingere?
Quando è nata questa passione? Quali sono state fino ad oggi le tappe più importanti?
Non saprei esattamente quando è successo, quando è scattata la molla come mi dici tu. Tutti in famiglia disegnano, chi più e chi meno; ho visto spesso mia zia dipingere quadri di Van Gogh, i suoi preziosissimi quadri di Van Gogh appesi per tutta la casa che potremmo o non potremmo avere fatto cadere… E ho visto mia mamma dipingere disegnare e ridipingere nature morte e i suoi amati girasoli che non molla mai. Mi ricordo precisamente però del primo ritratto che ho fatto, ero a casa di mio padre in salotto, avevo probabilmente 14 anni e mi aveva spronato a fare qualcosa di diverso da tigro, Lilo e Stich (avevo visto mia cugina Mayra in Messico disegnarlo su un blocco da disegno ed ero rimasta senza parole, avevo 11 anni e sono tornata a casa con quell’album), Pokemon e quei tatuaggi tribali che andavano di moda, perciò mi ha passato una mia fotografia di quando avevo 4 anni più o meno, che mi ha scattato nella vecchia casa in giardino, nascosta dietro ad un fiore giallo, devo dire che sono rimasta stupita da quanto ci somigliasse a lavoro finito. Poi per molto tempo sono stata lontana dai volti, mi venivano strani, con occhi che non si sapevano mettere d’accordo su dove guardare ed il resto dell’espressione forse un pò distorta, altroché Picasso. Perciò sono passata da paesaggi pochi, a Leoni, molti. Spronata di nuovo dai professori di un corso all’università aperta di Imola di usare fogli più grandi e da me stessa a buttarmi che tanto, di tempo a pensare sopra ce ne passavo comunque, la paura del foglio bianco non è da sottovalutare.
Come descriveresti la tua pittura?
Se dovessi descrivere la mia pittura direi controllata, nonostante finisca per sporcare muro, mobili, persone e facce la mia compresa, a volte per alcuni dettagli mi fondo il cervello, riempiendolo di ma, se e forse, avrei potuto farlo diverso, aggiungere, togliere, spostare..ma lo faccio o non faccio, e se è troppo? Però poi rimane vuoto. Poi, prima o poi mi decido, mi prendo da sola per sfinimento perché magari sto già disegnando dalle 4 di pomeriggio e sono le 2 di notte.
Mi piace e mi viene naturale disegnare, intendo disegnare e basta, non per forza bene, se devo improvvisare qualcosa dal nulla come tante persone ti chiedono di fare quando imparano che sai disegnare, mi rifiuto, perché su due piedi non riesco, mi viene molto difficile, finisco per fare ghirigori a caso e fiorellini stilizzati. Ho bisogno del mio tempo, mi piace ma allo stesso tempo è frustrante, perché sono un po’ "troppo perfezionista" quando disegno, mi hanno detto, che è vero ma non riesco a fare diversamente. Mi piacerebbe poter prendere il carboncino e lasciarlo scorrere sul foglio e creare qualcosa, come ad alcuni succede, ma non succede. Le tappe più importanti direi di averne fatto una cosa mia per me, che poi può piacere e non piacere, ma è principalmente per me e non avere troppa paura di attaccare il foglio che ora è diventato più grande un A4.
Hai vinto la scorsa edizione del concorso "Inquadra". Ci puoi presentare la tua opera (riportata nella foto)?
Per il quadro del Concorso ho preso spunto da un ritratto che ha scattato un fotografo olandese, trovato per caso tramite Instagram, normalmente si occupa di fotomontaggi di suo figlio in ambienti fantastici, popolato da animali e devo dire da idee alle volte pazzesche, questa era una delle poche in bianco e nero, completamente differente dei suoi soliti lavori, l’ho salvato tempo fa, molto prima del concorso, promettendomi come con tante altre foto che l’avrei prima o poi disegnato, in ritardo come sono sempre a fare qualsiasi cosa, a due settimane dal concorso sono andata a spulciare la cartella e l’ho trovata in mezzo a diverse, sempre in attesa e ho deciso di farlo. Una settimana dopo, ovvero il giovedì, due giorni prima del concorso, ho gettato giù le basi, venerdì ho iniziato a colorare un angolino minuscolo, sabato in piena disperazione ho colorato, colorato e colorato, quasi non stop, mi sono fermata a cena dove non sapevo se bere vino perché dovevo rimanere lucida perché dovevo assolutamente finire, o berlo proprio per quello. Ero indietro parecchio e mancavano praticamente ore, ho continuato a disegnare fino alle 4 di notte, la mattina avevo promesso di svegliarmi alle 7, ma alla fine erano quasi le nove, due ore piccolissime per finire di disegnare e ritoccare gli ultimi dettagli. Ne è valsa la pena, fino all’ultimo, però magari quest’anno inizio prima, almeno così mi dico, almeno così non arrivo ad iscrivermi che sembro uscita da un camino. E certo c’è da dire che anche questa è stata una Tappa, non me l’aspettavo e mi è venuto un mini-infarto, se vogliamo dirlo. Mentre mi facevano la foto col quadro tremavo, magari c’è chi non ci ha neanche pensato, mi hanno premiato per qualcosa che ho fatto io, io. Ce l’ho fatta sul serio? Era quello che pensavo tra le orecchie che ronzavano e la mia famiglia che aveva deciso che contenersi dall'esultare è una cosa per altri.
Comunque nel caso in cui, mi mamma ormai lo mostra a qualsiasi persona entri in casa come sia suo figlio, bello cementato al suo muro che dal di lì non se ne va, non come uno dei leoni che avevo disegnato che se n’è andato più di 5 anni fa nella valigia di mia zia verso il Messico. L’ho saputo dopo.
Un sincero grazie a Barbara per la disponibilità
Riccardo Albonetti
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- Scritto da lospekkietto
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Candidati Uninominale Camera 2018 | |||||
voti | % | ||||
PD Partito Democratico | Marco Di Maio | 529 | 33,5 | ||
Civica Popolare | |||||
Insieme | |||||
+ Europa | |||||
MOVIMENTO 5 STELLE | De Bellis Annam. | 365 | 23,1 | ||
Noi con l'Italia UDC | Andrea Cintorino | 553 | 35,0 | ||
Forza Italia | |||||
Lega | |||||
Fratelli d'Italia | |||||
Candidati Uninominale Senato2018 | |||||
voti | % | ||||
PD Partito Democratico | Stefano Collina | 499 | 34,0 | ||
Civica Popolare | |||||
Insieme | |||||
+ Europa | |||||
MOVIMENTO 5 STELLE | Ruffilli Alessandro | 335 | 22,8 | ||
Noi con l'Italia UDC | 520 | 35,4 | |||
Forza Italia | Alberghini | ||||
Lega | Masssimiliano | ||||
Fratelli d'Italia |
Dati esposti nella bacheca del PD | ||||
ELEZIONI POLITICHE 2018 | camera | senato | ||
partiti | voti | % | voti | % |
DESTRE UNITE Forconi | 1 | |||
IL POPOLO DELLA FAMIGLIA | 10 | 0,6 | 11 | |
PARTITO REPUBBLICANO | 3 | 0,2 | 4 | |
POTERE AL POPOLO | 10 | 0,6 | 10 | 0,7 |
CIVICA POPOLARE Lorenzin | 17 | 1,1 | 10 | 0,7 |
INSIEME | 6 | 0,4 | 5 | |
+ EUROPA | 31 | 2,0 | 27 | 1,9 |
PD Partito Democratico | 459 | 30,0 | 445 | 30,9 |
Per una sinistra Rivoluzionaria | 3 | 0,2 | 4 | |
PARTITO COMUNISTA | 20 | 1,3 | 20 | 1,4 |
CASA POUND | 10 | 0,6 | 5 | |
LIBERI E UGUALI | 64 | 4,1 | 52 | 3,6 |
FORZA NUOVA - FIAMMA | 6 | 0,4 | 5 | |
MOVIMENTO 5 STELLE | 347 | 22,6 | 335 | 23,2 |
FORZA ITALIA | 165 | 10,7 | 149 | 10,3 |
LEGA | 335 | 21,8 | 325 | 22,5 |
NOI CON L'ITALIA UDC | 8 | 0,5 | 6 | |
FRATELLI D'ITALIA Meloni | 36 | 2,3 | 33 | 2,3 |
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- Scritto da pier ugo acerbi
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- Scritto da Alessandro Righini
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- Scritto da Roberto Rinaldi Ceroni
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Ho provato a curiosare nella statistica delle precipitazioni di Casola per capire se e quando ci eravamo già trovati in una situazione così siccitosa come quest’anno escludendo il 2003. No, non risulta che mai ci fosse stata una carenza di precipitazioni come per questo 2017. Di mesi di ottobre con una piovosità di appena 3 mm non ne ho contati nessuno almeno nell’arco temporale che ho potuto consultare ovvero dal 1920 ad oggi. E’ iniziato il nuovo mese e almeno ( scrivo che è domenica sera, 5 novembre) oggi è piovuto in modo garbato e copioso: una trentina di millimetri che è già qualcosa.
Niente per le falde che attendono di ricaricarsi ma la folle sete della terra è rimasta un po’ placata almeno per le semine dei cereali come frumento e orzo. Il Senio nei giorni scorsi era ridotto a un rigagnolo e molti rii tributari del nostro fiume erano quasi in secca. Il clima sta cambiando e non ci si mette una pezza. Possiamo soltanto attrezzarci per far fronte a questi cambiamenti con soluzioni tecniche ma, soprattutto, con una cultura diversa da quella che ha governato gli ultimi decenni. Non sarà facile.
Cambiare le abitudini è forse una delle fatiche più impegnative per le nostre quotidianità. La disponibilità di acqua da bere, da cucinare, da lavarci, da innaffiare l’orto e il giardino è una cosa scontata. Basta girare la manopola e l’acqua scende. Eppure a Casola fino alla costruzione del potabilizzatore sul Senio a metà degli anni settanta del secolo scorso, l’acqua non in tutte le stagioni arrivava nei rubinetti.
E ancora oggi al torrente Senio dobbiamo quasi tutto in termini di soddisfazione dei nostri bisogni idrici. Abbiamo posto qualche domanda a Hera per conoscere il punto di vista del gestore su alcune questioni.
1 Quella appena trascorsa è stata una delle stagioni estive più siccitose degli ultimi anni. Eppure il servizio idrico è stato assicurato con continuità alla comunità casolana. Dal punto di vista del gestore ci sono stati problemi nell’assicurare il servizio?
Il periodo che stiamo attraversando, caratterizzato da carenza di piogge, seguito a un inverno durante il quale le precipitazioni nevose sono state modeste, ha causato una riduzione notevole della produzione di acqua dalle sorgenti. Tale situazione nel periodo più caldo ha influenzato in maniera negativa la portata del fiume Senio, principale fonte di approvvigionamento del potabilizzatore di Casola Valsenio, che si è mantenuta a livelli molto modesti. Hera per fare fronte alla riduzione di portata ha dovuto effettuare una attività di manutenzione straordinaria all’opera di presa che in questo modo è risultata in grado di alimentare regolarmente il potabilizzatore.
Nel corso del periodo estivo, inoltre, sono state registrate temperature molto alte, che hanno causato a Casola Valsenio, come nei restanti territori, un fisiologico aumento dei consumi idrici. Il potenziamento dell’impianto effettuato da Hera nel corso del 2015, passato da 17 litri al secondo a 24 litri al secondo (con un aumento della potenzialità del 40%), ha consentito comunque di soddisfare le esigenze idriche della cittadinanza.
A causa della siccità, e conseguente aumento delle perdite, si sono verificate alcune problematiche dal punto di vista organizzativo e logistico relativamente alla gestione delle reti. Nonostante tutto, nel caso specifico di Casola Valsenio l’andamento delle perdite è rimasto simile a quello degli anni precedenti.
2 L’invaso naturale che si è creato a monte della presa dell’acquedotto in seguito alla frana del campo sportivo ha un suo ruolo nel frenare l’impeto delle piene nonché assicurare la sedimentazione dei detriti. Ci pare costituisca anche una specie di volano che regola la portata del fiume. Si può affermare che almeno sotto questi aspetti tale invaso abbia un ruolo positivo per il servizio idrico?
L’invaso creatosi a monte dell’opera di presa si pensa possa favorire il caricamento della falda di subalveo del fiume Senio, dalla quale si approvvigiona l’impianto di potabilizzazione. Questo fenomeno comunque non è facilmente misurabile e comunque non ha prodotto un miglioramento rilevante nella disponibilità dell’acqua fornita dal fiume Senio che, essendo caratterizzato da regime torrentizio, nel periodo estivo riduce molto la portata.
3 Qual è il contributo all’approvvigionamento di acqua potabile comunale degli invasi del Cestina?
L’impianto di potabilizzazione di Casola Valsenio utilizza come fonti di approvvigionamento sia la presa dal Fiume Senio che quella presso i bacini del Cestina.
La presa sul Senio è in grado di fornire al massimo circa il 70 % dell’acqua richiesta dalla cittadinanza. Il restante 30 % deve essere prelevato dai bacini del Cestina.
I bacini del Cestina inoltre costituiscono una riserva idrica in grado di permettere di sostenere quasi totalmente la produzione del potabilizzatore in caso di riduzione dell’acqua che fornisce il fiume Senio, per un periodo di oltre due mesi.
4 E’ possibile stimare la quantità di acqua consumata pro capite dagli abitanti del comune di Casola Valsenio?
Il quantitativo di acqua potabile richiesto dalla rete civile varia dai circa 1.000 mc di acqua potabile al giorno in inverno ai circa 1.500 mc di acqua potabile al giorno nel mese di agosto. In questi volumi sono compresi tutti gli usi per i quali è attinta l’acqua dalla rete di distribuzione potabile.
6 Ci viene segnalato che nel tratto appena a valle del ponte del Cantone vi sia un punto dove il rischio di una frana che possa interrompere le condutture sia abbastanza concreto. Ne siete a conoscenza?
Ne siamo a conoscenza e stiamo monitorando la situazione. Gli eventuali lavori di consolidamento stradale sono a cura degli enti preposti.
Intervista a cura di Roberto Rinaldi Ceroni
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- Scritto da Alessandro Righini
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Probabilmente buona parte dei nostri lettori al nome di Andrea Turrini associa immediatamente tutto quello che riguarda la sua professione di idraulico, quella che svolge da anni nella storica azienda di famiglia. Questa volta però non ci interessano tanto caldaie, tubi, chiavi e altri attrezzi vari, ma quell’attviità che da decenni Andrea coltiva con passione e che ha segnato un tratto della storia del divertimento casolano. Quale è questa attività? La musica, il dj, le feste. Io stesso ricordo il brivido dell’attesa di adolescente per l’annuncio della festa al Cral.
Quando hai iniziato a fare il DJ?
Se per fare il DJ si intende anche mettere su le cassette con l’utilizzo di un solo lettore e facendo il cambio al volo oserei dire alla STANZA (teatrino parrocchiale), verso la metà/fine anni 80.
Come è nata questa passione?
Francamente faccio un po’ di fatica a collocare temporalmente la nascita di questa passione, è stato un mix di cose: l’aver ricevuto in regalo il primo impianto hi-fi e di conseguenza l’acquisto del primo vinile e l’aver iniziato qualche tempo più tardi a collaborare con una delle due realtà radiofoniche (REA radio) che nacquero a Casola. Ovviamente molti di coloro che trasmettevano erano molto improvvisati, a parte alcuni che avevano già avuto altre esperienze del genere, ed un altro paio di persone che si esibivano già come DJ in locali della zona e non solo. Chiaramente l’interesse per ciò che erano in grado di fare queste persone con due giradischi era grande…..
Poi le già citate feste alla stanza hanno fatto sì che mi avvicinassi a tutto ciò che in qualche modo suonava(o ci provava) e di conseguenza a questa passione
Dalle piccole feste sei passato ad organizzare eventi importanti per Casola, party che richiamavano centinaia di persone, casolani, riolesi, faentini e oltre. Come è avvenuto quel salto?
Dopo il periodo nei locali della parrocchia, mi sono trovato nell’organizzazione delle feste al Raggio e Usignola. Un altro gruppo di amici invece, organizzava la classica festa di fine anno al Cinema Senio, poi per qualche tempo (direi 3 anni circa) si fermò un po’ tutto, fino ad arrivare al 1999 quando, con un nutrito gruppo di amici, pensammo di provare ad organizzare un evento contestualmente alla Festa di Primavera.
Identificata la location (il parcheggio del campo sportivo) da questa idea nacque la prima festa di dimensioni decisamente più sostanziose rispetto a quelle fino ad allora organizzate e, che con nostra iniziale sorpresa coinvolse non solo i casolani ma anche persone dai paesi limitrofi.
Nacque così la prima festa “HILL PARTY” (un po’ giù di mano); sull’onda di questa prima incoraggiante esperienza nello stesso anno seguì a settembre Hill Party Atto II° e a capodanno 2000 Alta Tensione.
Come conseguenza naturale è nata anche l’Hill Party Staff che poi nel 2001 è divenuta a tutti gli effetti Associazione Culturale.
Ci puoi raccontare qualche aneddoto divertente?
Sicuramente gli aneddoti sono tanti partendo dalle ragazze che ci aiutavano con la pubblicità che ben pensando di passare tutte le auto nel parcheggio del Leonardo (il loro pensiero era stato poca fatica e grande risultato) mi chiamarono perché fermate dalla vigilanza in quanto trovate a fare pubblicità in area privata………… un altro episodio che ricordo molto bene fu quando nel 2004 stavamo pensando alla festa che sarebbe divenuta “Born to Drink.
Avevamo pensato ad un biglietto che richiamasse l’etichetta di una bottiglia di una nota marca di birra ma occorreva un testimonial. A qualcuno venne l’idea di chiedere di comparire sul biglietto al “Cièn” al secolo Veggi Giovanni. Dopo averlo rincorso per un intera serata lo incontrammo a Borgo Rivola e gli facemmo la proposta per l’appunto di comparire nel biglietto. Ci scrutò un attimo incuriosito e vedendo la bozza chi chiese cosa significasse “Born To Drink” noi ovviamente gli rispondemmo nato per bere .
Lui pensò un attimo, sorrise e disse: “a so propri me qual giost”(non so se si scriva così); poi con un calice di prosecco in mano face notare che il medico gli si era raccomandato che il vino lui non lo doveva assolutamente vedere. Alla nostra domanda seguente ossia ……..ma Giovanni allora come fate che anche adesso avete un bicchiere in mano, la sua risposta fu perentoria e ci liquidò con un “a ser i occe”.
Ad oggi direi che Giovanni è il soggetto che è comparso per più volte nei nostri Flyer(3 volte). Ce ne sarebbero tanti altri di aneddoti ma non dobbiamo scrivere un libro…….
Quale festa è rimasta maggiormente nel tuo cuore?
Domanda alla quale non ti risponderò MAI. Tutte mi hanno lasciato qualcosa soprattutto perché erano l’occasione per trovarsi e passare insieme splendide serate (considera che quando c’era disponibilità della struttura tra allestimenti e preparativi impiegavamo anche tre mesi). Chiaramente la preparazione della festa era una scusa nel senso che lo scopo era trovarsi, poi tra una chiacchera e l’altra procedevano anche i preparativi. Non riesco proprio a farti una classifica. Banalmente potrei risponderti quelle con più affluenza ma sarebbe una mezza verità
Qualche anno fa le feste dell’Hill Party erano un appuntamento fisso per Casola, poi pian piano la frequenza è diminuita drasticamente. Cosa è successo? Io credo che in un paese come Casola avere degli eventi, piccoli o grandi che siano, sia una forza aggregante.
Sono assolutamente d’accordo con te. Come ho affermato nella domanda precedente il momento di aggregazione culminante è la serata della festa ma per chi ha girato attorno all’organizzazione (e siamo veramente in tanti) la festa era un momento di arrivo dopo mesi di preparazione. Purtroppo ad un certo punto ci siamo trovati in difficoltà in seguito ad alcune verifiche fatte nei nostri confronti che di fatto ci bloccavano la possibilità di organizzare eventi. Siamo così stati costretti a fermarci e come ben sai ripartire poi è sempre molto difficoltoso, considerando anche il fatto che nel frattempo molti, o per motivi di famiglia o di lavoro, hanno dovuto allentare i contatti con il gruppo e, come spesso succede, di nuove forze poche tracce.
Ovviamente nel corso degli anni è mutato profondamente il modo didivertirsi, di fare festa, di ballare. Cosa pensi in proposito?
Effettivamente il mondo del divertimento ha subito profondi mutamenti.
Partendo dai locali il concetto di Discoteca pura non esiste praticamente più, troviamo piuttosto locali in cui vai a cena, o aperitivo poi prosegui la serata con il DJ set; se poi vuoi andare solo a fare “quattro salti” ti organizzi per raggiungere le suddette location dove arrivi e probabilmente stanno ancora cenando. Come naturale conseguenza gli orari sono slittati in avanti in maniera impressionante. Anche il modo di fare DJ set è profondamente mutato e qua la tecnologia la fa da padrona. In molti casi ti domandi pure dove inizino le capacità del DJ e dove arrivi l’aiuto della tecnologia…………… Fortunatamente stiamo vivendo un momento di forte ritorno del vinile………e qua emergono le capacità di chi fa la selezione musicale.
Ad oggi molti preferiscono girare per feste della birra che oramai fioriscono in ogni angolo, dove trovano buona birra, musica live e a seguire spesso e volentieri DJ set. Questo fenomeno a mio avviso si è sviluppato in maniera esponenziale negli ultimi anni ma non dimentichiamoci che quando gli amici “Luppoli” ebbero la bella e felice intuizione di “Birravezzanen” questo tipo di eventi si contavano sulle dita di una mano. Credo che anche il modo di divertirsi segua delle mode che ciclicamente si ripetono e che ogni generazione trovi la sua dimensione. La cosa fondamentale è che non si vada a sconfinare nell’eccesso che di per se porta a situazioni anche di grave disagio.
Un’ultima domanda. Se tu avessi non più di venti minuti a disposizione per fare alzare dalle sedie un bel gruppo di persone e vederle scatenate in pista, quali brani sceglieresti.
Albo tu mi vuoi male………….partendo dall’idea che le persone sulle sedie siano coloro che hanno sempre frequentato le nostre feste (e quindi dai ragazzi di 16 anni fino ai 50 anni ed oltre) ad oggi partirei (che gli anni 90 sono particolarmente tornati in voga) con: Enigma (Sadeness); Lisa Stansfield (All Around The World); Ace of Base (All that she wants); …………..passiamo agli anni 2000(piu o meno) Christina Aguilera (Genie in a bottle); TLC (No Scrubs); Destiny’ s child (survivor)……….
Siamo arrivati a 20 minuti circa e qualcuno dovrebbe avere iniziato a muoversi(è importante aumentare il ritmo con calma, la serata è lunga)………..
Permettimi di aggiungere un ringraziamento a tutte quelle persone che negli anni hanno creato HPS, condiviso l’organizzazione delle feste e a coloro che ancora oggi permettono ad Hill Party di esistere……….e chissà che qualcosa prima o poi non ricominci a muoversi.
Grazie
Intervista a cura di Riccardo Albonetti
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- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Attualita
PIAZZA LUIGI SASDELLI , LA PIAZZA STORICA DEL NOSTRO CENTRO ABITATO,
DECLASSATA A SEMPLICE AREA DI PARCHEGGIO.
Una scelta , qualunquistica, poco lungimirante e soprattutto di nessuna effettiva e reale utilità per i cittadini, a parte le ubbie e i grilli di qualcuno che pensa che 8 posti in più di parcheggio possano risollevare l’economia del centro storico (quando di posti liberi nel centro storico, nel giro di cento metri ce ne sono sempre a disposizione) .
Una scelta sciatta, ottusa che e denota scarsa sensibilità urbanistica, poco rispetto dell’ambiente, scarso coraggio civico.
Una scelta di ripiegamento rispetto alle decisioni prese in passato, in occasione del restauro dell’area del centro storico. Decisioni, quelle di allora che, sebbene prese a metà, delineavano per questa area quella che sarebbe stato lo sbocco auspicabile del futuro e cioè la liberazione totale di piazza Sasdelli dalle macchine.
Infine una scelta , permettetemi di dirlo, e lo dico con grande amarezza (perchè avevo stima , e per certi versi ne ho ancora, dei nostri amministratori), di insipienza politica.”
Carissimi cittadini e lettori de Lo Spekkietto, da qualche tempo avevo ricevuto segnali indicativi dell’emergere nelle intenzioni e negli orientamenti di certi nostri amministratori ed esponenti dell’area politica di loro maggior riferimento - il PD - di declassare piazza Sasdelli , la piazza storica del nostro paese, a semplice area di parcheggio, abolendo quel minimo di salvaguardia di decoro e di significanza urbanistica che le era stata assegnata diversi anni fa , dopo il restauro delle vie del centro storico.
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