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Quarant'anni dal terremoto in Friuli

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Scritto da spekkietto
Categoria: Attualita
Pubblicato: 07 Maggio 2016
Riceviamo da Giampaolo Bidoli, sindaco del comune di Tramonti di Sotto, un invito  a partecipare alle commemorazioni rivolto al gruppo scout di Casola e  a quanti parteciparono alla ricostruzione. Alessandro Righini risponde con questa lettera, che teletrasporta tutti i Casolani in Friuli.
 
 

In rappresentanza del gruppo scout reduce dalle esperienze post terremoto del Friuli.

Alla pregiata attenzione  di Giampaolo Bidoli, Sindaco di Tramonti di Sotto

 

Carissimi Valtramontini, il sindaco Giampaolo Bidoli ci ha fatto pervenire l’ invito alla manifestazione dell’ 8  Maggio, giorno in cui ricorderete il disastroso evento sismico che sconvolse le vostre terre nel 1976.

Il sottoscritto era a quel tempo  il capo del gruppo Scout di Casola Valsenio  - un piccolo paese della collina romagnola, in provincia di Ravenna , al confine con la Toscana -  ed ora vi scrivo a nome degli scout e dei cittadini casolani reduci da una memorabile esperienza vissuta 40 anni fa nella vostra valle.

Ricordo perfettamente la notte in cui si verificò la prima scossa di terremoto perché io stesso, sebbene così lontano, sentii tremare la terra.  Subito mi chiesi se si trattasse di un leggero evento locale o se fosse, come purtroppo si rivelò, l’eco e l’onda lunga di un ben più grave  sconvolgimento della crosta terreste.

Il giorno dopo le notizie di cronaca cominciarono a sciorinare i drammatici particolari della calamità che aveva colpito il Friuli.

In tanti cominciarono a mobilitarsi ed il movimento scout, fedele alle proprie tradizioni ed ai propri principi, non fu da meno.

Nell’estate del 1976 il nostro Clan decise di fare in Friuli il proprio campo estivo e di dare il proprio modesto contributo  al superamento del le emergenze, con il coordinamento della associazione nazionale.

 Dopo una sosta di un paio di giorni in un campo di raccolta ci orientammo su Tramonti di Sotto, il vostro paese,  dove il nostro assistente ecclesiastico, don Angelo Figna, era entrato in contatto con un sacerdote molto attivo, don Pierino Cesco, punto di riferimento ed animatore dei soccorsi per tutta la vostra vallata.

Ci dedicammo soprattutto alla rimozione delle macerie grazie ad un camioncino – il mitico “ Macerio” – che una ditta del luogo ci aveva messo a disposizione. In quel frangente entrammo  in contatto con numerose famiglie e persone, stabilendo cordiali e fraterni rapporti di amicizia, in particolare con la famiglia del sig. Livo Ferroli.

Un nostro ragazzo, Maurizio Montefiori , appassionato ed esperto di fotografia, fu poi “precettato” da un capo scout friulano, Franco Bagnarol, per documentare con centinaia di scatti quanto avveniva e quanto si faceva nelle zone terremotate.

Bagnarol coordinava a livello centrale, in collaborazione con il Commissario Straordinario Zamberletti,  l’azione ed i movimenti dei gruppi scout dell’AGESCI nelle zone terremotate.

L’esperienza fu tanto coinvolgente e positiva  per tutti noi  che decidemmo di ripeterla, più in grande, l’anno successivo, anche perché, purtroppo, in autunno, un’altra scossa sismica buttò all’aria molto di ciò che era rimasto in piedi dopo quella di Maggio.

Questa volta decidemmo di coinvolgere tutto il nostro paese e a questo scopo furono molto utili le foto scattate dall’amico Maurizio, con le quali allestimmo una bella mostra nel piazzale del municipio di Casola Valsenio.

All’invito aderirono in molti, anche non scout, e di nuovo nell’estate del 1977 ci dirigemmo verso Tramonti di Sotto dove ritrovammo le famiglie che già conoscevamo  impegnate nella ricostruzione del dopo terremoto.

Questa volta riuscimmo a dare un aiuto più specializzato per la presenza fra noi di alcuni amici e concittadini con capacità professionali  specifiche: chi elettricista, chi muratore, chi falegname, chi geometra.

Il ricordo dei due campi tramontini è sempre rimasto vivo nel nostro cuore tanto che più di trent’anni dopo - nel  2008 - con un folto gruppo di reduci e grazie al vs. invito - decidemmo di farvi di nuovo visita.

 La vs. accoglienza fu eccezionale, calorosa, fraterna e noi potemmo constatare con quanta efficacia, determinazione e forte volontà di reagire voi Tramontini e tutti i Friulani, siete stati capaci di reagire e superare la terribile emergenza che aveva sconvolto il vostro territorio e la vostra esistenza.

Bravi, bravi davvero!  Al mio plauso si uniscono tutti i casolani, scout e non scout, che condivisero quella memorabile esperienza.

 A chi scrive, oltre al toccante ricordo, è rimasto “affibbiato” , al ritorno dal primo campo, anche  il soprannome che gli derivò dal fatto di essere l’autista del camioncino, sopra  ricordato, che  fu messo a disposizione del nostro gruppo:  “Macerio” appunto.

Saluti e lunga vita dunque da “Macerio” e da tutti i Casolani.  Per la vs. manifestazione dell’ 8 Maggio purtroppo non potremo essere presenti ma non è detto che per Settembre non si riesca a fare un salto.

Vi ricordiamo in ogni caso che una visita a Casola ce l’avevate promessa. Noi vi aspettiamo.

 

Alessandro Righini

 

a integrazione, l'articolo che racconta le commemorazioni del trentennale e la visita dei casolani del 2008

 
 
 

A PROPOSITO DELL’ADOZIONE A DISTANZA….

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Scritto da beatrice manfreda
Categoria: Attualita
Pubblicato: 26 Aprile 2016

Come molti di voi sapranno, lo Spekkietto grazie  anche all’appoggio  di tutti i suoi abbonati, ha da più di dieci anni,  intrapreso il cammino dell’adozione a distanza di un bimbo bisognoso tramite l’Associazione Solidaria, una delle maggiori associazioni Onlus (Organismo Non Lucrativo di Utilità Sociale) presente sul territorio dominicano, apartitica e indipendente il cui obiettivo è il sostegno alla condizione minorile e allo sviluppo comunitario.

Il nostro piccolo amico si chiama Dariel Villanueva, nato il 25 settembre 2006 e residente nella Repubblica Dominicana insieme al papà e un fratellino.

Grazie al nostro  contributo economico, Dariel ha la possibilità di andare a scuola, accedere alle cure sanitarie e ad una corretta alimentazione, rimanendo però inserito nella propria famiglia e nella comunità di appartenenza, continuando a vivere secondo le tradizioni e la cultura locali.

I progressi e le condizioni di vita di tutta la famiglia nonché di Daniel, viene documentata dall’invio di letterine scritte dal nostro piccolo amico, e da varie fotografie.

Come afferma Nelson Mandela “L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo” e seppure quello che facciamo per Daniel non sia molto, speriamo possa aiutarlo a renderlo un bambino più felice oggi e aiutarlo a realizzare  i propri sogni per il futuro.

                                                                                                                            Beatrice Manfreda

La Giulietta rossa

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Scritto da Alessandro Righini
Categoria: Attualita
Pubblicato: 22 Aprile 2016

 Un libro dedicato da Luciana Baruzzi ai bambini di ieri e di oggi, con l’augurio di giorni sereni

La “direttrice” Luciana Baruzzi presenterà la sera del 22 Aprile, nella sala Biagi Nolasco, il suo ultimo libro: “La Giulietta rossa”. L’abbiamo affettuosamente chiamata “direttrice” perché è con questo nome che noi Casolani  solitamente la indichiamo in ricordo della sua lunga attività di dirigente del plesso scolastico di Casola e Riolo.

Luciana Baruzzi, come sappiamo, quasi ogni anno dà alle stampe un suo libro di racconti su personaggi e ricordi della vita passata della nostra vallata e quest’anno, proprio in virtù del ruolo ricoperto in tanti anni di professione, ha voluto dedicare questa sua nuova fatica (o … piacere) , al mondo della scuola di un tempo.

Le prime due sezioni del libro “La mia scuola narrata dai bambini”  e “ La mia scuola narrata dai maestri “ con la collaborazione di bambini e maestri di allora ha fatto emergere un quadro  caratterizzato da un grande desiderio degli alunni di apprendere, dal forte interesse delle famiglie per la scuola e dal modo di sentire da parte dei maestri il proprio lavoro come una missione ancor prima che una professione.

Nella terza sezione “Sguardo sul territorio” si susseguono i racconti della vita di un tempo dove il tema della scuola si affaccia per sfumare poi in altri argomenti  in cui sono protagonisti bambini e la vita e le attività, essenzialmente agricole  ed a volte  quasi primitive della nostra vallata.

Nella quarta sezione “La guerra non si dimentica” viene lasciato spazio ai ricordi di un’epoca cruciale per la nostra vallata: la guerra ed il passaggio del fronte, con tutto quanto di tragico ma anche di coraggio e forza d’animo con cui le nostre famiglie affrontarono quei terribili momenti.

La “Giulietta rossa” - come viene sintetizzato in una nota di copertina - fa rivivere la scuola di un tempo, quando  bambini ed   raggiungono la scuola a piedi, a cavallo, in auto o sulla Norton, la moto dalla livrea nera e dal gran rombo. Quando in un fondo sui Gessi il fieno è trasportato in modo primitivo su un grande ramo di quercia, che fa da slitta.

Il mistero della vita è scoperto dai piccoli per intuizione, mentre il ricordo della guerra resta sempre vivo nei grandi.

Il libro, come quelli precedenti, si presta ad una piacevole lettura. Il formato è quello rettangolare a cui Luciana Baruzzi da tempo ci ha abituati e la copertina è “affrescata” da Laura Rondinini.

Alessandro Righini

INTERVENTI SULL’EX CONVENTO DELLE SUORE DOROTEE

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Scritto da Alessandro Righini
Categoria: Attualita
Pubblicato: 04 Aprile 2016

SISTEMATO IL TETTO DELLA CHIESA DEL “PIO SUFFRAGIO” ( S.TA LUCIA) A fine Dicembre si sono conclusi gli importanti lavori di manutenzione straordinaria del tetto della chiesa del “Pio Suffragio” ( o delle Suore , o di S.ta Lucia che dir si voglia) iniziati in Novembre per iniziativa della Fondazione Card. Giovanni Soglia con la collaborazione della ditta Gentiledile e dello Studio Tecnico Cantagalli-Spada.

Il tetto della chiesa da tempo era sotto osservazione per una serie di segnali di deterioramento del coperto che si manifestavano soprattutto a seguito delle piogge. Ad un certo punto il nuovo Consiglio di Amministrazione, nominato da S.Ecc il Vescovo Mons. Tommaso Ghirelli il 16 Settembre 2015, ha convenuto che non era possibile procrastinare ulteriormente un intervento risanatore ed ha deciso di affrontare il previsto gravoso impegno finanziario e di procedere ai lavori di restauro necessari.

Ottenuti i vari permessi sono iniziati i lavori che, grazie all’efficienza ed alla collaudata esperienza della ditta Gentiledile e della studio Cantagalli-Spada , oltre che alla fortunata e provvidenziale contingenza di una stagione straordinariamente mite ed insolitamente esente da fenomeni atmosferici importanti, sono stati portati a termine con una certa celerita e nel pieno rispetto delle più ottimistiche previsioni.

La chiesa del Pio Suffragio dunque potrà assolvere in piena sicurezza alla sua funzione di cappella privilegiata da molti fedeli che, anche grazie alla sua posizione centrale nel paese, la visitano durante la giornata per vivere un breve momento di pausa e di riflessione spirituale. In occasione della sistemazione del tetto si è anche provveduto a riattivare l’uso delle due piccole campane, una delle quali risale all’anno 1816. Per il lavoro di risistemazione delle campane la ditta Gentiledile e la ditta Lasifaber non hanno richiesto alcun compenso ed ha prestato la sua collaborazione gratuita anche Italo Fiorentini. A tutti costoro va il nostro riconoscente ringraziamento. In questa occasione, in relazione al mantenimento delle condizioni di fruibilità della chiesa , è doveroso ricordare anche il preziosissimo, costante, gratuito e silenzioso contributo fornito delle due signore volontarie: Franca Cantoni e Giuseppina Camurani che da anni, con dedizione encomiabile, si impegnano ogni giorno nella gestione della chiesa, unitamente al servizio di raccolta di panni usati nei locali dell’adiacente convento. A loro va il ringraziamento sincero e riconoscente della Fondazione card. Giovanni Soglia e della intera comunità parrocchiale.

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A proposito di ebraismo

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Scritto da pier ugo acerbi
Categoria: Attualita
Pubblicato: 03 Aprile 2016

La religione ebraica è, tra le religioni monoteiste che esprimono un dio personale, quella più stimolante per l’intelletto. La continua rilettura dei testi sacri, di per sé, non è un pratica nel solo ebraismo, tuttavia è solo nell’ebraismo che, di volta in volta, viene accompagnata dalla rielaborazione interpretativa dal credente. Lo scopo di questo esercizio è trovare la “matematica del creato”. Il devoto è infatti convinto che la chiave per la comprensione del significato profondo del Verbo Divino, quello che oltrepassa la lettura esplicita del testo sacro, si trova nella scienza dei numeri. Pertanto si impegna costantemente ad elaborare, all'interno della parola, della frase, della pagina, dell’intera Torah, un algoritmo in grado di restituire “…il nucleo, la vera essenza dell’universo”.

Contemporaneamente a tutto questo, è cresciuta una particolare tradizione educativa, intrinsecamente legata ad uno specifico stile di vita, che nei secoli parrebbe aver portato ad una selezione elitaria basata sulla capacità del pensiero. La tesi ha un aspetto in qualche modo misurabile prendendo come metro di osservazione l’analisi statistica dei dati riguardanti il Premio Nobel. 

Il popolo ebraico, tra residenti in Israele e le varie comunità sparse in giro per il mondo, è composto da circa 13 milioni di persone; sostanzialmente lo 0,2% dell’intera popolazione mondiale. Ebbene si deve constatare come nelle materie scientifiche come fisica, chimica e medicina, gli scienziati ebrei che hanno ricevuto il premio Nobel sono quasi il 25% del totale. Se poi prendiamo in considerazione il dato riguardante l’economia, la percentuale balza al 40%.

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