CIAO PEDO
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- Scritto da LoSpekkietto
- Categoria: Cronaca
8 Marzo 2021
Questa mattina il paese si è svegliato attonito: Pedo se l’è portato via il Covid. Il giornale è già in stampa ma un ritaglio di pagina per ricordarlo dobbiamo trovarlo. Valerio è stata una persona importante per la nostra comunità dove ha vissuto dedicando tempo e passione a tante cose dalla sua famiglia, ai suoi cani da tartufo, alla Pro Loco, agli amici…..e l’elenco sarebbe troppo lungo. Non era solo un uomo di relazioni e di affetti ma anche un personaggio. Aveva una conoscenza precisa di ogni angolo della nostra valle. Conosceva i nomi di tutte le case della nostra campagna e spesso ad ogni luogo gli associava un aneddoto per far sorridere chi gli stava vicino. A noi che abbiamo avuto la fortuna di camminargli accanto ci incantava con quei racconti dove traspariva l’amore per la sua terra, l’ironia intelligente e spesso anche le riflessioni di chi ha vissuto a cavallo dei mutamenti che hanno radicalmente mutato la fisionomia delle nostre campagne e ne conserva la memoria. Il Pedo era un autodidatta ma aveva maturato una cultura materiale molto ricca che non teneva per sé ma che gli piaceva condividere. Conosceva tutte le proprietà, gli usi attuali e di un tempo del legno di ogni albero e di ogni arbusto, era un allevatore e addestratore di cani da tartufo stimato e conosciuto anche fuori del paese, era un abile fungaiolo e sapeva cucinare con passione e competenza. Tutti ricordano alle feste della Pro Loco la sua polenta che curava personalmente in ogni passaggio. Alle ultime feste dei frutti dimenticati era comparsa anche una favolosa ribollita che cucinava insieme a Romana.
Ciao Pedo!
La redazione de Lo Spekkietto e il gruppo Scarpantibus che ha condiviso le ultime camminate,
si stringe in un forte abbraccio alla tua famiglia.
Terminati i lavori di ristrutturazione della Biblioteca Comunale
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- Scritto da Benedetta Landi
- Categoria: Attualita
Volgono ormai al termine i lavori di ristrutturazione della Biblioteca Comunale “G. Pittano”, che negli ultimi mesi hanno consentito la messa in sicurezza dello stabile. All’interno, sono stati realizzati il consolidamento del piano calpestabile della sala Biagi Nolasco, un accesso OpenSpace alla Biblioteca, sono stati apportati interventi all’impianto elettrico ed è stata sostituita la precedente centrale termica a gasolio con una a metano. All’esterno sono state eseguite opere di miglioramento sismico, è stata completata la tinteggiatura delle facciate e sono stati realizzati un marciapiede di collegamento tra via Fondazza e Via Soglia (che permetterà un più diretto accesso al servizio dei bagni pubblici) e una pavimentazione in pietra del piazzale antistante la facciata della Biblioteca.
I lavori, rallentati dalle chiusure conseguenti all’emergenza Covid, sono ora giunti al termine, e la Biblioteca Comunale si prepara a riaprire al pubblico nella sua nuova veste.
Nonostante le difficoltà degli ultimi mesi, dovute alla ristrutturazione (la quale ha notevolmente ridotto gli spazi, consentendo l’ingresso al pubblico solo in una delle due salette laterali) e al Covid (che ha comportato chiusure prolungate e ha limitato gli orari di apertura), il cuore pulsante della Biblioteca sono rimasti, in questo periodo, i suoi utenti, i quali non hanno mai abbandonato la lettura e i servizi di prestito, usufruendo delle consegne a domicilio e continuando a incontrarsi per i consueti incontri di lettura… ovviamente ONLINE!
Il 1° dicembre 2020 la piattaforma Lifesize ha infatti accolto “Gli amici della biblioteca”, i quali, sebbene con una modalità nuova e particolare, hanno raccontato dei libri che hanno tenuto loro compagnia in questo periodo di chiusura e incertezza. Certo, gli incontri mediati da uno schermo non possono sostituire quelli faccia a faccia. Inoltre la tecnologia talvolta gioca qualche brutto scherzo e ci si ritrova improvvisamente senza connessione, con la batteria scarica o con l’audio mal funzionante… ma è stato bello ritrovarsi anche così, e potersi scambiare consigli di lettura.
I libri aprono possibilità, ti fanno entrate in mondi fantastici e nuovi, ti fanno viaggiare con la fantasia e ti fanno conoscere personaggi con i quali instaurare una vicinanza emotiva... in questo periodo di isolamento e scarse relazioni sociali, la lettura è un modo per continuare a viaggiare e a incontrare persone, sia tra le pagine del romanzo, sia davanti ad uno schermo, nel momento in cui si condividono le proprie letture con altri amanti dei libri.
Benedetta Landi
IL RACCONTO DI SABRINA
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- Scritto da Paola Giacometti
- Categoria: Attualita
Ho chiesto a Sabrina, ex mia cara collega nella scuola primaria, di raccontarmi il trapianto di rene che ha coinvolto lei (come donatrice) e suo marito Paolo (come ricevente) nel mese di agosto. Questo fatto ha molto colpito tutti i Casolani, anche perché la notizia è trapelata pochi giorni prima dell’intervento, è rimasta riservata fino all’ultimo, ne erano a conoscenza solo i familiari ed alcuni amici intimi.
Questo trapianto ha avuto risonanza anche sulla stampa regionale con articoli sul Resto del Carlino e La Repubblica per il fatto che la donazione è stata fatta da un vivente, in questo caso la moglie.
Avevo pensato di riportare l’intervista, ma poi, per come si è svolta, preferisco un racconto.
Ora, 23 settembre, Sabrina sta progettando il rientro a scuola, ne ha tanta voglia , ha ripreso le forze e si sente pronta a “riabbracciare” i suoi alunni, con le dovute protezioni naturalmente! Non dimentichiamo infatti che hanno vissuto il momento delicato del trapianto nel momento molto delicato per tutti del Covid 19!!
Paolo è invece a fare gli esami di routine a Bologna, la sua convalescenza sarà un po’ più lunga perché il ricevente dell’organo ha il problema del rigetto da tenere sotto controllo.
Comunque la funzionalità dell’organo sembra andare bene. Quando Sabrina ha lasciato l’ospedale per tornare a casa è passata a salutare suo marito ben protetta e coperta come un’ astronauta, l’aveva visto l’ultima volta prima dell’intervento quando a lei stavano per togliere il rene e Paolo aspettava in una saletta attigua di poterlo ricevere, come un bel salvagente lanciato per salvare la vita.
A dire il vero Paolo non ha mai corso il pericolo di perdere la vita per quell’unico rene che aveva smesso di filtrare a dovere il suo sangue. Da quasi tre anni, con una macchina da dialisi sistemata a casa, riusciva a mantenersi in salute, ma quella macchina, chiamata amichevolmente prima Tilde poi Claire, era invadente, ingombrante ed esigente nella loro vita: pretendeva di passare con loro 8 ore ogni notte! Doveva seguirli in ferie: mare o montagna che fosse, pretendeva che gli appuntamenti venissero rigorosamente rispettati!
Un supplizio ormai, erano riconoscenti sì verso questa ancora di salvezza, ma bloccati da una necessaria artificiale pulizia quotidiana del sangue: la stanchezza era sempre più palpabile in Paolo, ma anche in Sabrina, la vita era abbastanza costretta dalle esigenze della macchina. Sabrina mi racconta con qualche sospirone come sono giunti circa due anni fa a cercare qualche altra possibile soluzione.
La soluzione più definitiva e la più “ liberatrice” era il trapianto, ormai
Un’ operazione di routine per il sant’Orsola Malpighi di Bologna.
Lista d’attesa….tempo che scorrre…….macchina sempre più invadente…..ma ci sarà un’altra possibilità per accellerare i tempi?
-Donazione da un vivente, da un familiare, dopo avere verificato la compatibilità!-
Paolo rifiuta subito l’ipotesi suggerita dai medici, nessuno dei suoi familiari, cioè il figlio e la moglie, devono esporsi ad un dono cosi impegnativo. Lui non ci pensa neanche!
Allora….fermi tutti i progetti….ferma la situazione….ferma la speranza di ritornare ad una vita più normale ….ma Sabrina non ci sta!
Lei, escludendo, d’accordo con Paolo, la donazione da parte di Edo, il figlio, vuole provare a vedere se c’è mai compatibilità con lei.
Iniziano a muoversi, Sabrina decisa, Paolo reticente.
Quale futuro per il nostro cinema?
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- Scritto da Enrica Dalla Vecchia
- Categoria: Attualita
Il cinema Senio di Casola, gestito fino all’anno scorso da un’Associazione presieduta da Luigi Barzaglia, si trova ora in una situazione di “vuoto”, in quanto la convenzione con il Comune del paese è scaduta e si sta cercando di capire se potrà continuare ad essere attivo.
“Abbiamo registrato una nuova Associazione che prende il nome di “Nuovo Cinema Senio” – spiega Alberto Fiorentini, Presidente dell’organizzazione – per fare in modo che il cinema di Casola continui con le sue attività e non sia costretto a chiudere. L’Associazione è composta da diversi ragazzi del paese, ma, a causa del Coronavirus, il cinema si trova in una fase di stallo.”
“Il nostro augurio per l’anno prossimo, pensando che il Covid non ci sia più e che la situazione sia risolta, - continua Alberto – è che il cinema sia attivo a partire dalla fine del 2021.”
Gestire una sala cinematografica in una realtà piccola come quella di Casola non è affatto semplice, tuttavia provare ad attuare strategie che soddisfino gli interessi dei cittadini è importante e necessario per cercare di mantenerla in vita.
“I film che vanno per la maggiore sono quelli per famiglie e per bambini/ragazzi, come ad esempio i film di supereroi . Questo tipo di programmazione di solito ha un riscontro molto positivo. – afferma Alberto - Quello che però serve è una maggiore partecipazione: inizialmente l’Associazione era composta da una quindicina di persone, ma adesso siamo rimasti in tre. L’intento, quindi, è quello di coniugare la programmazione cinematografica all’utilizzo del cinema per fini artistici. Come associazione c’è la volontà per fare in modo che il cinema continui a dare un servizio di intrattenimento per famiglie e giovani.”
Ciò che l’Associazione “Nuovo Cinema Senio” vorrebbe fare è istituire un calendario che coinvolga e soddisfi anche le altre associazioni presenti a Casola, per far sì che la sala cinematografica non venga utilizzata solo per proiettare film, ma che possa essere utile anche per le iniziative delle altre associazioni casolane.
Enrica Dalla Vecchia
Caos MARADONA
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- Scritto da Fabio Donatini
- Categoria: Attualita
Io Maradona non lo ricordo bene. No, non bene. Adesso è facile. Prima ricordare bene non era così ovvio.
Ma ricordo che sembrava bizzarro, l'estate dei Mondiali in Italia, che l'Argentina avesse perso con il Camerun la prima partita della manifestazione.
Molto entusiasmo, nelle campagne di collina come nella piazza del paese, per la sconfitta del talento contro l'impegno. Del prevedibile, contro l'imprevedibile. Ricordo. Molto bene.
Dunque, nella mente di bambini e degli esseri maturi, un tributo inconscio alla sostanza e al caos. Sostanza e caos. Strano, conflittuale forse; ma tutto sommato credibile.
"Hai visto, Maradona ha perso?"
"Hai saputo dell'Argentina?"
"E alla fine non è riuscito a segnare…"
Io pure, che guardavo mio padre caricare pesche susine, che era l'ultimo giorno di scuola credo, che mi confondevo per l'estate in arrivo, io, pure, ne rimasi lieto. Lieto, spensierato e lieto.
Ero lieto perchè uno che non poteva perdere, aveva d'improvviso perso. E perchè i deboli, succede quindi, possono battere i forti.
Bhe, se questa necessità di gioire dell' imprevisto, di sorridere all'incapace che batte il capace, ha un senso, lo ha perchè probabilmente, Maradona, era archetipo di qualcosa di indecifrabile, ma che aveva a che fare con il "non sono belle le cose troppo scontate". Oppure: "A noi uomini piace ciò che non ci aspettiamo". E ancora: "A noi, esseri umani, piace quando un poco mette in difficoltà un tanto". Dunque, se il fato ha creato una sorte dove il poco e il tanto sono in eterno conflitto, questa sorte sarà ammirata, o, almeno, sarà studiata.
Poi sarà amata. Odiata. Amata. Odiata. E amata ancora. In tempi e in spazi diversi, con caos e passione. Sarà il nostro eroe, nemico, condottiero, avversario.
E infatti in quell'estate Maradona non era il buono. Quel pomeriggio del '90 contro il Camerun, Maradona era il cattivo. Era il cattivo, in quella partita con l'Inghilterra, per quegli inglesi che ancora oggi, nei pub, fanno cambiare canale. Era il cattivo, quando pranzava con l'allibratore di Bagnoli, per chi combatteva gli stilemi mafiosi. Era il cattivo.
Ma poi, poi non vuol dire. Poi le cose sono, e basta, e se regali matematicamente più sorrisi che lacrime, l'umano e l'animale, il vegetale non so, tende ad affezionarsi. E cattivo e buono diventano due termini di poco valore, utili solo se guardi Il Trono di Spade o se credi ancora alle finzioni della politica.
Sostanza o talento quindi? Caos o prevedibilità? No, in questo caso, il caso "Maradona", tutto. Tutto insieme. Come, ora che ci penso attento, in quasi tutti quelli che conosco e ho conosciuto.
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