NOTTI MAGICHE…
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- Scritto da Michele Righini
- Categoria: Attualita
Avete presente quella scena di “Chi ha incastrato Roger Rabbit” in cui il coniglio animato si nasconde nel retrobottega di un bar e il giudice cattivone, per farlo uscire allo scoperto, tocchetta col suo bastone sul bancone e canticchia “Am-maz-za la vec-chia…”, ben sapendo che nessun cartone riesce a resistere a concludere l’insensata canzoncina? Infatti, all’ennesimo “Am-maz-za la vec-chia…”,” Roger prorompe in uno spettacolare “…coooool fliiiiiiiiiit!!!!!!!” che lo conduce sull’orlo di un’orribile dissoluzione in un barattolo di salamoia. Ecco, qualunque italiano sopra i 35 anni appena sente le fatidiche parole “Notti magiche…” diventa come il coniglio cinematografico e non può trattenersi dall’aggiungere “…inseguendo un gooool!”. E nel 90% dei casi imita anche lo schitarramento di Edoardo Bennato e la voce roca di Gianna Nannini. Perché, lo dico per quelli che, per loro fortuna, 35 anni ancora non li hanno (e che quindi dovranno anche recuperare su YouTube la scena di Roger Rabbit), quello era l’inno dei Mondiali di calcio svoltisi in Italia del 1990, evento epocale per il nostro paese per vari motivi. Non tutti positivi, dal momento che qualche furbetto si è fatto le budella d’oro con la pioggia di denaro che sempre si riversa su un paese che organizza una manifestazione del genere, ma fermiamoci al bello, alla passione. Anzi a due delle passioni più viscerali, più dirompenti che si possano provare, soprattutto in gioventù: calcio e musica. Io allora avevo 15 anni e, guarda caso, conoscevo a memoria due cose: la scaletta di tutti gli album ufficiali dei Beatles (e anche quella di alcuni loro “Best of…” comprati in audiocassetta – in audiocassetta! – da Sangiorgi a Faenza) e tutti i marcatori di tutte le partite di quel Mondiale. Ma proprio tutti, anche i nomi impossibili degli Emirati Arabi Uniti (c’erano, c’erano gli Emirati, ma ho dovuto controllare in rete tanto è labile il ricordo). Quintali di neuroni impiegati in questi sforzi di memoria e poi bruciati, volatilizzati, sfumati nelle nebbie degli anni (e Dio solo sa quanto quei neuroni farebbero comodo alle soglie dei 40…). Ma ormai è inutile piangere sul latte versato e mi accontento di ricordare che allora ricordavo queste cose, che confusamente tornano a galla in questi giorni di rinnovato Mondiale (per la cronaca: visti i tempi di pubblicazione dello Spekkietto quando leggerete questo articolo magari Brasile 2014 sarà un ricordo già un po’ annebbiato – a patto che non lo abbiamo vinto – ma oggi è il 18 giugno, siamo freschi di trionfo sulla perfida Albione nella prima partita e ci avviciniamo alla sfida coi “simpatici” costaricani gonfi di quella fiducia e quell’euforia che di solito preludono a catastrofi calcistiche memorabili. A proposito di catastrofi: la Spagna è stata appena eliminata, che gusto…). Dicevamo: calcio e musica, due passioni intrecciate, ricordi (quasi) indelebili. Vogliamo continuare il giochino anche per i giovanotti compresi fra i 15 e i 35?
Casola entra nella storia del Sangiovese
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- Scritto da Francesco Rivola
- Categoria: Cultura
Alcuni quotidiani e riviste specializzate, riportando interventi di Beppe Sangiorgi, hanno dato la notizia che Casola è interessata da un’importante scoperta nel campo della viticoltura. Abbiamo intervistato lo Storico Casolano per un approfondimento.
«Lo studioso Lucio Donati di Solarolo – spiega Beppe Sangiorgi - facendo ricerche sulla famiglia Santandrea del Casone ha portato alla luce un atto notarile del 1672 conservato all’Archivio di Stato di Faenza che cita “tre filari di Sangiovese” nel podere Fontanella di Pagnano; un podere oggi in comune di Casola Valsenio, ma allora in comune di Brisighella. Normalmente in tale periodo nei documenti si citavano vigne e terre vitate, mai il nome del vitigno, ma in questo caso la proprietaria, Maria Alpi, vedova di Francesco Santandrea, concedendo in affitto la vigna al parroco di Pagnano si riservava “tre filari di Sangiovese” posti verso la casa e pertanto li doveva specificare indicando il vitigno. Donati, conoscendo il mio interesse per la storia locale, mi ha fatto avere una copia di tale atto perchè riferito a Casola, ma mi è bastato poco tempo per accorgermi che si trattava di una scoperta di notevole importanza per la storia della viticoltura romagnola, nazionale e mondiale, essendo il sangiovese il vitigno più diffuso in Italia e uno dei più diffusi nel mondo, ma le cui origini sono ancora misteriose».
GUGLIELMO ROSSI: CICLISMO E OLIVE
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- Scritto da Alessandro Righini
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Ciclismo, vivai, olivi, una originale emigrazione al sud, poi il ritorno alle nostre terre, il frantoio e in tutto ciò, tanta passione. La storia emblematica ed avvincente di un casolano che ce l’ha messa tutta e ce l’ha fatta.
Guglielmo Rossi è un ex casolano che ho incontrato, quasi per caso, peregrinando al seguito di alcuni amici casolani e bolognesi con piccolo carico di olive, coltivate amatorialmente nella nostra vallata.
E’ così che sono capitato nel “Frantoio Imolese”, ovvero l’unico frantoio per olive “emiliano” della nostra regione.
Attenzione…, ho specificato “emiliano” perché di mulini da olio o frantoi “romagnoli”, a partire da Brisighella e seguendo le colline ad est verso il mare, ve ne sono altri, ma in Emilia no! L’unico esistente è quello di cui parleremo, posto in territorio imolese, in zona Torranello, più precisamente in via di Nola, sul crinale di confine fra il comune di Imola e di Riolo Terme.
Mi si dirà: ma Imola non è ancora Romagna ? ….. ahi, ahi, ahi ! Ci stiamo addentrando in un terreno pericoloso …. allora diciamo: certamente Imola è romagnola sotto il profilo storico, culturale, lessicale, ma sul piano amministrativo è in provincia di Bologna, quindi in una provincia emiliana, quindi il “Frantoio Imolese” è in Emilia ed altri non esistono in tutte le altre provincie emiliane.
Amministrative 2014, dopo la vittoria le deleghe
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- Scritto da Francesco Rivola
- Categoria: Politica
Dopo il netto risultato delle elezioni Amministrative 2014, con le quali i casolani hanno affidato nuovamente l'Amministrazione Comunale alla lista Uniti Per Casola con l’83% dei voti, il sindaco Nicola Iseppi assegna le deleghe ai due assessori che lo accompagneranno in questo mandato. Iseppi seguirà nello specifico le deleghe all'Unione dei comuni, Protezione civile, personale, bilancio, tributi e attività produttive. Maurizio Nati, che è vice sindaco, avrà le deleghe ai lavori pubblici, urbanistica, ambiente, patrimonio, verde e decoro urbano, turismo e cultura. A Matteo Mogardi sono state assegnate le deleghe ai servizi sociali e sanitari, casa e alloggi Erp, scuola e biblioteca, sport, gemellaggi e comunicazione.
Il Teatro Sonoro porta Boccaccio ai "Vecchi Magazzini"
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- Scritto da Michele
- Categoria: Cultura
"Il Teatro Sonoro con lo spettacolo “Ferondo e fra' Cipolla in tragicomica novella” ha proposto una rielaborazione personale del "Decamerone" di Giovanni Boccaccio, valorizzando il contesto in cui le singole novelle si collocano.
Nello spettacolo si sono trattati i racconti in maniera sceneggiata alternando lettura dei testi, musica, dialoghi e azioni teatrali."
Lo spettacolo è risultato divertente per il pubblico?
"Al di là del divertimento, gli spettatori hanno l'attualizzazione teatrale, in quei dialoghi che sembrano scritti per essere parlati.
La narrativa ospita dialoghi vivaci e veri, tratti dalla realtà parlata della gente comune."
Avete dovuto ridurre l'opera?
"Delle cento novelle scritte da Boccaccio in questa riduzione ne sono state contemplate tre, ognuna guidata da una logica perfida, tutta giocata sullo scherzo ordito dall'allegra brigata ai danni di un povero disgraziato di turno: il rozzo Ferondo, lo sciocco Calandrino e lo scaltro Fra' Cipolla."
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