Casola entra nella storia del Sangiovese
- Dettagli
- Scritto da Francesco Rivola
- Categoria: Cultura
Alcuni quotidiani e riviste specializzate, riportando interventi di Beppe Sangiorgi, hanno dato la notizia che Casola è interessata da un’importante scoperta nel campo della viticoltura. Abbiamo intervistato lo Storico Casolano per un approfondimento.
«Lo studioso Lucio Donati di Solarolo – spiega Beppe Sangiorgi - facendo ricerche sulla famiglia Santandrea del Casone ha portato alla luce un atto notarile del 1672 conservato all’Archivio di Stato di Faenza che cita “tre filari di Sangiovese” nel podere Fontanella di Pagnano; un podere oggi in comune di Casola Valsenio, ma allora in comune di Brisighella. Normalmente in tale periodo nei documenti si citavano vigne e terre vitate, mai il nome del vitigno, ma in questo caso la proprietaria, Maria Alpi, vedova di Francesco Santandrea, concedendo in affitto la vigna al parroco di Pagnano si riservava “tre filari di Sangiovese” posti verso la casa e pertanto li doveva specificare indicando il vitigno. Donati, conoscendo il mio interesse per la storia locale, mi ha fatto avere una copia di tale atto perchè riferito a Casola, ma mi è bastato poco tempo per accorgermi che si trattava di una scoperta di notevole importanza per la storia della viticoltura romagnola, nazionale e mondiale, essendo il sangiovese il vitigno più diffuso in Italia e uno dei più diffusi nel mondo, ma le cui origini sono ancora misteriose».
GUGLIELMO ROSSI: CICLISMO E OLIVE
- Dettagli
- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Attualita
Ciclismo, vivai, olivi, una originale emigrazione al sud, poi il ritorno alle nostre terre, il frantoio e in tutto ciò, tanta passione. La storia emblematica ed avvincente di un casolano che ce l’ha messa tutta e ce l’ha fatta.
Guglielmo Rossi è un ex casolano che ho incontrato, quasi per caso, peregrinando al seguito di alcuni amici casolani e bolognesi con piccolo carico di olive, coltivate amatorialmente nella nostra vallata.
E’ così che sono capitato nel “Frantoio Imolese”, ovvero l’unico frantoio per olive “emiliano” della nostra regione.
Attenzione…, ho specificato “emiliano” perché di mulini da olio o frantoi “romagnoli”, a partire da Brisighella e seguendo le colline ad est verso il mare, ve ne sono altri, ma in Emilia no! L’unico esistente è quello di cui parleremo, posto in territorio imolese, in zona Torranello, più precisamente in via di Nola, sul crinale di confine fra il comune di Imola e di Riolo Terme.
Mi si dirà: ma Imola non è ancora Romagna ? ….. ahi, ahi, ahi ! Ci stiamo addentrando in un terreno pericoloso …. allora diciamo: certamente Imola è romagnola sotto il profilo storico, culturale, lessicale, ma sul piano amministrativo è in provincia di Bologna, quindi in una provincia emiliana, quindi il “Frantoio Imolese” è in Emilia ed altri non esistono in tutte le altre provincie emiliane.
Amministrative 2014, dopo la vittoria le deleghe
- Dettagli
- Scritto da Francesco Rivola
- Categoria: Politica
Dopo il netto risultato delle elezioni Amministrative 2014, con le quali i casolani hanno affidato nuovamente l'Amministrazione Comunale alla lista Uniti Per Casola con l’83% dei voti, il sindaco Nicola Iseppi assegna le deleghe ai due assessori che lo accompagneranno in questo mandato. Iseppi seguirà nello specifico le deleghe all'Unione dei comuni, Protezione civile, personale, bilancio, tributi e attività produttive. Maurizio Nati, che è vice sindaco, avrà le deleghe ai lavori pubblici, urbanistica, ambiente, patrimonio, verde e decoro urbano, turismo e cultura. A Matteo Mogardi sono state assegnate le deleghe ai servizi sociali e sanitari, casa e alloggi Erp, scuola e biblioteca, sport, gemellaggi e comunicazione.
Il Teatro Sonoro porta Boccaccio ai "Vecchi Magazzini"
- Dettagli
- Scritto da Michele
- Categoria: Cultura
"Il Teatro Sonoro con lo spettacolo “Ferondo e fra' Cipolla in tragicomica novella” ha proposto una rielaborazione personale del "Decamerone" di Giovanni Boccaccio, valorizzando il contesto in cui le singole novelle si collocano.
Nello spettacolo si sono trattati i racconti in maniera sceneggiata alternando lettura dei testi, musica, dialoghi e azioni teatrali."
Lo spettacolo è risultato divertente per il pubblico?
"Al di là del divertimento, gli spettatori hanno l'attualizzazione teatrale, in quei dialoghi che sembrano scritti per essere parlati.
La narrativa ospita dialoghi vivaci e veri, tratti dalla realtà parlata della gente comune."
Avete dovuto ridurre l'opera?
"Delle cento novelle scritte da Boccaccio in questa riduzione ne sono state contemplate tre, ognuna guidata da una logica perfida, tutta giocata sullo scherzo ordito dall'allegra brigata ai danni di un povero disgraziato di turno: il rozzo Ferondo, lo sciocco Calandrino e lo scaltro Fra' Cipolla."
Il ritorno di Tiberio
- Dettagli
- Scritto da Andrea Benassi
- Categoria: Cultura
Tra pochi giorni, sabato 10 maggio, saranno inaugurati i lunghi lavori di sistemazione ed allestimento della Grotta del Re Tiberio a Borgo Rivola. Un luogo che dopo molti anni tornerà quindi ad essere uno spazio accessibile, parte importante del patrimonio e della storia della valle del Senio. L'importanza della grotta del Re Tiberio, nella sua vita plurisecolare si è affermata principalmente in relazione alle ricerche che vi sono stati svolti agli albori delle scienze geologiche e dell'archeologia stratigrafica, facendo del luogo un caso di studio nazionale. Ben diversa è stata al contrario la sorte della narrazione che identifica la grotta stessa. Quella storia resistente e mutevole che da sempra ha identificato il luogo come la residenza del Re Tiberio, fuggito da Roma alla ricerca di un luogo sicuro dove poter scappare ai fulmini. Testimoniata per iscritto già negli anni a cavallo tra il '700 e '800, la storia ha da sempre incuriosito gli eruditi e gli aspiranti ricercatori, intenti a decostruirla a cercarne giustificazioni che potessero giustificare l'apparente assurdità di un Re che abita in una grotta. In questo clima d'incredulità, alla ricerca di qualcosa che spiegasse la presenza di quel toponimo, di quel nome Tiberio legato ad una grotta, sono state formulate molteplici ipotesi, tutte capaci d'allontanare la vecchia leggenda dall'antico imperatore Romano, fino all'idea che anche la stessa parola 'Re' altro non sia che la corruzione del termine dialettale per indicare 'Rio'. Inseguendo queste interpretazioni, negli anni il fantastico regno di Tiberio è diventato quindi il luogo di un equivoco, dove la narrazione era solo una favola assurda, una piccola storia narrata in un piccolo paese.
Eppure forse le cose non sono proprio cosi lineari e forse l'antica favola di Tiberio e della sua fuga dai fulmini, non è propriamente una piccola storia. La grotta di Borgo Rivola non è infatti l'unico luogo in Italia dedicato a Tiberio. Proprio partendo dai nostri gessi è facile trovare già a Tossignano un altra piccola grotta dedicata all'imperatore, e continuando nella valle del Santerno anche a Firenzuola lo scrittore Tito Casini registra all'inizio del secolo scorso un omonimo luogo anch'esso provvisto di una leggenda simile. Ma se per questi due casi si potrebbe pensare ad una facile e recende diffusione della storia, le cose si complicano quando troviamo gole e orridi dedicati a Tiberio tanto in Sicilia quanto in Lombardia.
Pagina 48 di 59