Casola Valsenio - Lo Spekkietto
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INTERVISTA A GIANNI FARINA

Dettagli
Scritto da Riccardo Albonetti
Categoria: Cultura
Pubblicato: 19 Maggio 2020

Gianni Farina e Consuelo Battiston 2005 Casola Valsenio (RA)

Facciamo finta (ma forse neanche troppo) che i nostri lettori non conoscano per nulla Gianni Farina se non per il fatto di essere il figlio di, l’amico di, quello che viveva ecc ecc.. Facciamo finta di doverlo presentare ai nostri lettori. Quindi la prima domanda che dovrei porre è:

Che mestiere fai?

Se mi è rischiesta una riposta precisa dico che sono regista, drammaturgo, light and sound designer. Se  posso essere sintetico rispondo che faccio teatro. Ho fondato il gruppo Menoventi nel 2005 insieme agli attori Consuelo Battiston (di Fiume Veneto - un paesino friulano che aluni casolani conoscono bene: nel ‘96 ospitò un raduno degli speleologi) e Alessandro Miele (di Pompei, che ora ha lasciato la compagnia per fondare un suo gruppo a Lecce), ma a volte lavoro per progetti non direttamente connessi a Menoventi. 

Lasciamo perdere le domande del tipo “ma è un mestiere?”,  “ma ci campi?”, e vari altri ma che nascono da questo tipo di risposta. Un aspetto che reputo sempre interessante per un’intervista è conoscere come sono nate le passioni dei miei interlocutori A volte si tratta di un suggerimento dato da un amico, a volte da uno spunto a scuola o da una situazione che si presenta inaspettata. Nel più classico degli schemi una passione nata in famiglia. Nel tuo caso?

È frutto della somma di tanti piccoli passi, non riuscirei a individuare un momento X. Riesco però a ritrovare alcuni momento salienti. Il teatro mi ha sedotto subito dopo le medie,  grazie a una coraggiosa e intensa esperienza che alcuni gruppi romagnoli - allora quasi sconosciuti e ora ai vertici del panorama europeo -  realizzarono tra Casola e Tredozio. Tra questi c’era il Teatrino Clandestino, la formazione della nostra compaesana Fiorenza Menni, che mi fece anche scoprire il Festival di Santarcangelo, una rivelazione mozzafiato per un quindicenne. In seguito, alle superiori, frequentai diversi  laboratori e feci le prime esperienze sul palco, ma le contingenze economiche mi suggerirono di incamminarmi su strade meno incerte: ho fatto il cameriere, metalmeccanico, elettricista… è stato un percorso decisamente atipico per  mio attuale settore, popolato per lo più da persone di un’altra estrazione sociale. Nel 2001 anni ho saputo di un ottimo corso di formazione per attori, proprio a Santarcagnelo, e ho deciso di tentare: mi sono licenziato (era necessaria l’iscrizione all’ufficio di collocamento) senza sapere se avrei superato la selezione e mi è andata bene. Finito quel percorso ho ripreso la vita del cameriere, ma parallelamente non ho più mollato il teatro, fino a quando nel 2005 ho debuttato come regista con il gruppo menoventi. Lo spettacolo è andato molto bene e nel giro di tre anni ho smesso di fare altri lavori per mantenermi. Ovviamente tiro ancora molto la cinghia, il tetro non è la televisione.

Poi sappiamo che il sacro fuoco dell’arte non è sufficiente e diventano necessarie la volontà, la tenacia, la voglia di imparare e di migliorarsi, il bisogno di un maestro. Sbaglio?

Sul maestro posso aggiungere che ho incontrato almeno 4/5 persone che mi hanno cambiato la vita; mi hanno trasmesso curiosità, dedizione, uno sguardo più lucido sulla temibile struttura sociale che il genere umano ha generato. Grinta e argomenti, quindi, ma anche la necessità di avviare una ricerca formale onesta.

E la Fortuna?

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Voci dal Reparto

Dettagli
Scritto da Lucia
Categoria: Scout
Pubblicato: 18 Maggio 2020

“Guardo fuori dalla finestra
Il cielo è di un azzurro quasi cristallino,
il sole alto nel cielo illumina e scalda tutto attorno a sé
la natura si risveglia
forse complice anche la primavera.
Appoggio la tazzina di caffè sul comodino
Apro l’armadio
Tiro fuori la camicia
pulita e stirata
forse anche troppo
quasi non la riconosco
la indosso, arrotolando le maniche fino al gomito
poi metto il fazzolettone
fedele compagno di molte avventure
ha ancora i segni dell’ultimo campo invernale
prima di chiudere l’armadio
l’occhio mi cade sui pantaloni di velluto
non sono necessari
penso
poi ci ripenso
metto anche quelli
perché l’uniforme è l’uniforme
e le cose bisogna farle per bene
oggi devo girare un video da mandare al Reparto”

ESTOTE PARATI! Ovvero siate pronti, siate preparati. Questo è il motto del Reparto.
Noi non eravamo preparati a tutto questo, però non ci siamo scoraggiati e abbiamo cercato soluzioni alternative per riuscire a portare avanti le nostre attività con i ragazzi.
Via telematica 😊

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E' uscito Lo Specchio n.256 - Lo Spekkietto n.72

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Scritto da LoSpekkietto
Categoria: Cronaca
Pubblicato: 13 Maggio 2020
 
Dopo una serie di riunioni in teleconferenza e l'impegno attivissimo di abili penne interne ed esterne alla redazione, abbiamo dato alle stampe l'ennesimo numero del nostro giornale. Un numero speciale che parla di una CASOLA in grado di affrontare l'attualità con un approccio sempre vivace e creativo.
 
Lo Spekkietto è la nostra opera di volontariato, che racconta la storia della comunità casolana dal 1967.
Il giornale, l'ultimo dell'abbonamento in essere, ti aspetta da CIATA o in edicola.
 
In questo numero troverete anche articoli non ancora usciti su internet:
Celebrato il casolano STAGNAZZA a San Miniato
Intervista a Gianni Farina
Intervista a MArta Cantagalli
La Gita a Marradi (di Claudio Menni)
Le foto a COLORI di molti degli arcobaleni inviati dai bambini casolani
L'interno a Colori con il fumetto di Tommaso Lodi
e molto altro ancora...
 
 
 
 

Anche a CASOLA, un caldo inverno

Dettagli
Scritto da Roberto Rinaldi Ceroni
Categoria: Attualita
Pubblicato: 13 Maggio 2020

 

Siamo appena usciti da uno degli inverni più caldi e asciutti che si ricordino a memoria d’uomo.

Se non fosse stato per la pandemia le prime pagine della stampa si sarebbero già riempite di titoli sulla siccità.

Con gli studenti chiusi in casa e le piazze completamente vuote anche il movimento Fridays for future ha avuto scarsa visibilità nonostante il tentativo di realizzare uno sciopero digitale il 24 aprile.

Il Covid ha messo la sordina al tema dei mutamenti climatici ma si accavallano i segnali continui di anomalie del tempo meteorologico e farsene qualche appunto merita perché saremo chiamati ad affrontare situazioni già ora facilmente intuibili : non potremo farci trovare impreparati.

Due sono i dati che emergono dalla lettura dell’andamento climatico dall’autunno alla primavera cioè dall’ottobre scorso ad oggi ( 29 di aprile).

Da un lato la scarsità delle precipitazioni. E’ piovuto poco con valori mensili tutti sotto la media tranne per novembre quando sono caduti 233 mm di pioggia a fronte della media storica di Casola che è sui 110 mm.

Ottobre 22 mm , dicembre 109 mm, gennaio 21 mm, febbraio addirittura 7,6 ( media storica 70 mm), marzo 54. E’ piovuto poco e male. Il dato di marzo ad esempio pure se scarso di per sé, lo diventa ancor di più se si tiene presente che trenta di quei millimetri sono caduti in una settimana: praticamente ha sgocciolato un po’ tutti i giorni senza che l’acqua penetrasse in profondità.

Per adesso aprile (ogni giorno un barile?) è scarso tranne per un paio di giorni in cui sono piovuti 40 mm in totale.

Di neve praticamente nulla. Qualche centimetro appena: di nessun valore come utilità sul bilancio idrico.

E la domanda è proprio questa: come faremo a passare l’estate praticamente senza riserve idriche significative? Qualcuno mi smentirà ricordando il maggio dello scorso anno quando piovvero più di 400 mm di pioggia che, dopo un inverno simile a questo, appena leggermente migliore, reintegrarono di parecchio le falde acquifere. Ma a che prezzo? Vi ricordate: smottamenti, freddo, danni alle colture, praticamente chiusi in casa anche senza Covid.

L’altro dato da rimarcare per questo inverno sono state le temperature sempre molto al di sopra dello zero con un paio di rapidi ingressi di aria fredda quasi sempre da subito compensata dal ritorno dell’alta pressione di origine africana. L’ultima sciabolata di freddo è stata nella notte fra il 24 e il 25 marzo quando la temperatura è scesa nel fondovalle anche a -5° con gravi danni ai fruttiferi, albicocchi soprattutto. Una gelata per avvezione che ha messo in ginocchio mezza Romagna (stima dei danni 400 ml di euro, fonte Regione ER).

Conseguenze? Tante sull’ecosistema ma quella che a noi risulta più fastidiosa è che le popolazioni svernanti degli insetti dannosi, zanzare in testa, aumentano perché l’assenza del vero freddo non le decima.

Aggiungiamo la cimice asiatica, il moscerino della frutta e altre allegre creature che aiutano a devastare molte delle colture della campagna casolana ( non mi dimentico delle difficoltà degli apicoltori: nel prossimo numero li sentiremo di persona).

Per gli agricoltori si fa dura: la cimice asiatica nel 2019 ha procurato danni nel Nord Italia per quasi 600 milioni di euro con una perdita di redditività a ettaro di 8700 € nelle nettarine e di 8600 € a ettaro per le pere ( fonte CSO, centro servizi ortofrutticoli). La speranza è la lotta biologica, dopo che a gennaio l’UE ha messo al bando il clorpirifos l’unico insetticida efficace poiché imputato di procurare danni neurologici e sullo sviluppo sull’uomo, un po’ come si fece per la battaglia ( vinta) contro la vespa cinese del castagno.

Ma qui è molto più dura per le caratteristiche della specie nemica.

Chi vive in paese, oltre alla sistematicità dei trattamenti contro le zanzare, dovrà ricordarsi di non sprecare l’acqua. Casola come tanti paesi dell’appennino deve fare i conti con una situazione geologica e idrologica che non le consentono di utilizzare acqua senza dare delle priorità ai suoi utilizzi.

Mi spiego meglio: lavare l’automobile e irrigare i prati dei giardini sono utilizzi impropri e non più compatibili con i mutamenti climatici in corso.

 

Bisogna imparare ad abitare il limite e ricordarsi che la terra non la si può continuare a spremere impunemente.

 

Roberto Rinaldi Ceroni

Dieci nazioni in un tavolo – Pranzo interculturale

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Scritto da Dorothee Bulling
Categoria: Cronaca
Pubblicato: 03 Maggio 2020
Domenica 17.11.2019 L'evento è stato organizzato dalla Pro Loco di Casola Valsenio in collaborazione con il comune, rappresentato dall'assessore Marco Unibosi, Sara Acerbi e me, Dorothee Bulling. Ma i veri eroi di questo pranzo sono stati gli stranieri residenti a Casola, che hanno contribuito con i loro gustosi piatti. Senza di loro non sarebbe stato possibile, perchè ogni nazione ha dei piatti tipici – con le loro spezie ecc. A casa, seguendo una ricetta da internet, non viene buono come quando la mangi da uno della nazione. Tutto è cominciato a luglio con un incontro a Faenza con gli altri comuni dell'Unione Romagna Faentina, quando abbiamo saputo che ancora l'amministrazione precedente ha partecipato insieme all'Unione ad un bando di nome Parole e fatti. Una piccola descrizione del bando: Parole e fatti è la seconda edizione del Festival itinerante del dialogo interculturale e interreligioso promosso e sostenuto dall’Unione della Romagna Faentina e dalla Regione Emilia-Romagna, con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza in attività che favoriscano la coesione sociale e la conoscenza tra concittadini che sempre di più provengono da culture e religioni diverse. L’anno scorso alcuni comuni dell’Unione hanno avviato la prima edizione del Festival, ottenendo risultati incoraggianti in termini di coinvolgimento e costruzione di legami tra comunità e territori; per questo nella sua seconda edizione, il Festival coinvolge tutti i comuni dell’Unione, lavorando in continuità con l’anno scorso ampliando le azioni sul territorio e costruendo la programmazione del festival in modo partecipativo, coinvolgendo associazioni, comunità straniere e tutta la cittadinanza.
 

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