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Colline Fragili - Riflessioni sulle Frane a Casola Valsenio
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Lo Specchio APS è lieta di di invitarvi a partecipare al prossimo evento in cui sarà presentato il nuovo libro "Colline Fragili", opera offre un approfondimento sulle frane che hanno colpito il territorio di Casola Valsenio nel maggio del 2023, attraverso un escursus storico degli eventi franosi che hanno caratterizzato le nostre colline nei secoli passati.
Dopo l'emergenza immediata delle frane di maggio, la redazione de «Lo Spekkietto» ha dedicato uno speciale a questo evento drammatico. A oltre sei mesi di distanza, il libro "Colline Fragili" offre una riflessione approfondita, andando oltre la mera cronaca, per indagare su quanto accaduto nel passato.
Il testo sottolinea la necessità di comprendere la frequenza e la gravità degli episodi franosi che hanno interessato Casola Valsenio nel corso dei secoli. Nonostante il focus sia sulle recenti catastrofi, il libro non cerca l'esaurimento nell'elenco cronologico di tutte le frane, ma mira a sensibilizzare sulla fragilità del territorio e a promuovere una maggiore consapevolezza.
"Colline Fragili" non vuole essere un atto di accusa verso la terra, ma un segnale di affetto e attenzione, un richiamo alla responsabilità di prendersi cura del proprio ambiente. Il libro evidenzia come gli eventi di maggio, sebbene eccezionali, siano radicati nella fragilità del territorio, spesso aggravata da incuria e indifferenza.
La ricerca storica presentata nel libro, coordinata da Roberto Rinaldi Ceroni, non si arrende all'inevitabile, ma aspira a trarre insegnamenti dal passato. Sottolinea l'importanza della prevenzione per limitare i danni futuri e della consapevolezza nella gestione delle emergenze.
Il libro include anche articoli provenienti dagli archivi de «Lo Specchio», trasformando la cronaca in storia e evidenziando l'importanza di avere una voce che racconti gli eventi del paese.
Vi invitiamo calorosamente a partecipare a questo evento che si propone di approfondire la comprensione della storia locale, stimolare la riflessione sulla fragilità del territorio e promuovere azioni concrete per la prevenzione e la gestione delle emergenze future.
Colline Fragili - Riflessioni sulle Frane a Casola Valsenio
20 Dicembre 2023
ore 20.30
Sala Biagi Nolasco - Casa della Cultura - Casola Valsenio (RA)
Con le proiezioni delle foto aeree di Piero Fabbri.
Interventi di Pietro Fabbri, Maurizio Nati, Roberto Rinaldi Ceroni
Vi aspettiamo numerosi per condividere questo momento di conoscenza e riflessione sulla storia e il futuro della nostra comunità, al termine del quale faremo un brindisi e un piccolo buffet
“Basta poco”, o Piccolo Idillio sulla modestia.
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- Scritto da Lorenzo Sabbatani
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È l’1 settembre, venerdì. Palazzuolo sul Senio. L’anno, quello corrente: 2023.
Il vicolo è uno di quelli più antichi del borgo.
In piazzetta sotto casa stanno allestendo una serata con dj set improvvisato, quattro candele, tre tavoli, una cassa che batte sopra una finestra, una stanza dove servono da bere, fine. Di solito è il luogo dove si danno appuntamento i gatti nelle ore notturne: un rettangolo di dieci metri per cinque; attorno, alcune delle case storiche del quartiere con i loro giardini rialzati.
Decidiamo di uscire sulle 21:00, ma la musica rimbomba già da qualche ora. Scendiamo le scale e voltiamo l’angolo. Di fronte, venti persone, forse trenta, che riempivano quel misero vuoto. Nessuno ballava, si dialogava perlopiù, tutto sommato c’era buonumore. Certo, non che fosse una festa tipica della Contea di Hobbiville, in fin dei conti era sempre un modo per salutare un’altra estate che stava passando.
Prendo una birra, così fingo di essere a mio agio. La mia ragazza non beve; mio figlio, beh neppure, ha dieci mesi dopotutto. Scambiamo due chiacchiere con un tipo alticcio, poi ci appartiamo per non rimanere stretti nella bolgia (si fa per dire). A guardar bene, la gente se la passa: si sono già formate le isole delle confidenze, dove ciclicamente qualcuno cede il posto a qualcun altro per scambiarsi parola con quelli più in là, come accade per gli elettroni con gli atomi.
L’ideatore della festa – oggi il concept director – è un mio vicino di casa, un tipo folle. Per usare il linguaggio dei pischelli del pomeriggio al bar, mio fratello. Un idolo insomma. Mentre la gente sotto si scambia energia elettrochimica, lui se ne sta alla finestra del primo piano, con la musica a manetta, e muove la testa al ritmo dei bassi che sussultano l’aria. Felicissimo.
Anch’io mi rendo conto di sentirmi ok, adesso. Eravamo in compagnia di gente che voleva solo stare insieme, tutto qui. Basta anche solo un po’ si musica per dire che c’è vita, no?
E pensare che stasera devo finire Leopardi, dopo aver ripetuto tutto il giorno, cheppalle. Così mi dico. L’esame di letteratura è fissato a martedì. Chissà se Leopardi se l’è mai presa una pausa; chissà se s’è accontentato, anche di poco.
Bello accontentarsi, penso. Se ho deciso di vivere quassù, evidentemente è perché mi piace la piccola vita, l’umiltà delle cose, le facce di paese. Detta così, per poco non sembro io Leopardi. Diciamo che sì, sto bene con poco, mi accontento.
Poi però mi scende un’ombra di presa di coscienza dalla testa allo stomaco: ma accontentarsi non è mica tanto bello. Vuol dire che mi faccio andar bene tutto, anche quando tutto non va bene. Significa: non volgermi mai al meglio. No, così non va. Il primo furbo che passa mi abbindolerebbe come uno scemo (ed io non mi reputo uno scemo).
Il mio pensiero corre a stamattina, mentre guardavo mio figlio gattonare come un pazzo tra la camera e il salotto. Come fa ad essere così curioso di tutto, mi dicevo. Mio figlio è un magnete, come tutti i bimbi piccoli: si attacca a qualsiasi cosa; lesto anche di fronte al pericolo, non teme nulla – ecco spiegato il motivo per cui dovevo stargli addosso. Avessi anche solo la metà della sua grinta, avrei già affrontato la maggior parte dei miei problemi (specialmente quelli che mi creo nella testa). In breve, mi stavo domandando ciò che scrisse quel predicatore turco sugli uccelli, di cui non saprei pronunciare il nome*. Perché scelgo di rimanere in un posto quando posso volarmene altrove? In poche parole: perché accontentarsi? Io mi accontento troppo. Torno con la mente alla festa; devo andarmene e rimettermi a studiare, sennò non passo quell’esame, mi dico.
Poi però ci ripenso, immaginando che forse
ALLUVIONE A CASOLA: INTERVISTA A MAURIZIO NATI
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- Scritto da LoSpekkietto
- Categoria: Cronaca

Il giorno 24/05/2023 abbiamo intervistato il vice sindaco Maurizio Nati, assessore ai lavori pubblici, bilancio, edilizia, patrimonio e urbanistica.
QUANTO SONO INGENTI I DANNI CAUSATI DALLE FRANE CHE SI SONO VERIFICATE NEL NOSTRO TERRITORIO? SIETE GIÀ RIUSCITI A FARE UNA VALUTAZIONE IN TERMINI ECONOMICI?
I danni subiti sono gravissimi, l’impatto economico è sicuramente pesantissimo. Ad oggi non è ancora possibile fare una valutazione economica.
Ho fatto un sorvolo in elicottero sopra la zona del Rio Cestina e San Ruffillo e vi garantisco che ho visto uno scenario terribile che senza vederlo dall’alto non ci si riesce a rendere conto del disastro. Ma non solo in termini di strade franate... ci sono interi versanti e interi campi completamente distrutti.
Ci sono inoltre allevamenti che hanno subito gravi danni e altri completamente isolati e uno dei problemi più urgenti da risolvere è come effettuare in queste condizioni il trasporto dei capi di bestiame che hanno raggiunto il giusto grado di maturazione.
QUALI SONO LE AREE PIÙ COMPROMESSE?
Praticamente l’intero territorio Casolano, dalla riva del gesso fino al confine di regione.
E’ GIÀ POSSIBILE DEFINIRE A GRANDI LINEE LE TEMPISTICHE PER IL RIPRISTINO?
No purtroppo,i danni sono ancora incalcolabili e le tempistiche saranno lunghe.
Faremo il possibile per far proseguire la propria attività alle aziende agricole, agli allevamenti e alle imprese. Prioritario è sicuramente il ripristino della viabilità dei mezzi pesanti sulla SP 306 che permetterà la ripartenza di tutta l’area industriale.
Sulla SP si avranno più punti dove la viabilità sarà a senso unico alternato e questo comporterà una dilatazione dei tempi di percorrenza.
La riapertura ai mezzi pesanti sulla provinciale darà modo anche al comune di Palazzuolo di proseguire con le proprie attività industriali; ho avuto un confronto con il Sindaco di Palazzuolo, Moschetti, che ha condiviso legittime preoccupazioni in quanto, nonostante i palazzuolesi abbiano una via di fuga verso Firenzuola e Borgo San Lorenzo, per quanto riguarda i servizi sanitari e i servizi scolastici gravitano sulla Romagna, perciò è importante anche per loro il ripristino della viabilità sulla SP 306.
I PRIMI GIORNI DI MAGGIO SI ERA VERIFICATO UN EVENTO ANALOGO, SEPPUR PIÙ LIEVE MA COMUNQUE GRAVE. ERANO STATE ADOTTATE MISURE PREVENTIVE PER LIMITARE L’IMPATTO DI QUESTO SECONDO EVENTO DEL 16 MAGGIO?
CIAO EDICOLA
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- Scritto da Paoletta
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Ciao EDICOLA, oggi 23 gennaio chiudi i battenti.
Quando, circa 20 giorni fa, lessi il cartello “cessasi attività” appeso al bancone in fondo, al confine tra la zona della vendita dei giornali e dei libri e l’angolo cartoleria, non ci credevo…forse si trattava di un passaggio di consegne, una provvisoria interruzione, un cambio di locale. Invece, dopo aver chiesto spiegazioni, mi hanno chiarito che quel cartello era proprio l’annuncio della definitiva “chiusura” dell’edicola di Casola Valsenio il 23 GENNAIO 2022.
Non ho impiegato molto tempo a capire cosa ciò avrebbe significato per me e per tanti casolani ….una mancanza, un vuoto nella quotidianità, un ritmo interrotto. L’edicola chiude, chiude sull’odore di inchiostro dei giornali, sull’odore dei libri di carta, un odore che a qualcuno fa ancora piacere! L’edicola chiude sui colori squillanti delle copertine dei settimanali, sui disegni nuovi ed originali dei fumetti, sulle bustine delle figurine e degli album dei calciatori, chiude su uno sportello di notizie scritte su carta, verba volant scripta manent, qualcosa di più duraturo del passaggio di parola e dei messaggi sui social così veloci e caduchi nel buco nero del web, così veloci nel nascere e nello sparire.
Che a rileggere i giornali vecchi , invece, e chi non ne ha in casa, si sorride per la inadeguatezza, la preveggenza o la completa lontananza da ciò che poi è successo.
Chiude sulle due chiacchiere da fare quotidianamente con l’ edicolante che tutti i giorni dell’anno era lì in posizione, come una postazione – istituzione, di quelle che ci sono sempre, affidabili e costanti.
Chiude sulle fotografie dei personaggi da copertina: AlBano, Romina, Mara, che sembrano eterni, entravi lì e te li ritrovavi pronti a raccontarti un’altra parte di storia, uno sviluppo, una nuova puntata.
Chiude sulla voglia di conoscere e di parlare.
Chiude su un’abitudine quotidiana, settimanale, mensile forse un po’ antiquata, ma importante, il quotidiano, la settimana enigmistica, la rivista di giardinaggio, i fumetti. E’ vero, penso, che tutte queste cose le puoi trovare su Internet, ma vuoi mettere poter toccare la carta, vedere delle foto bellissime, tagliare un articolo da conservare e poi lo spazio concreto che occupa un giornale che si tocca, si apre, si piega, si posa, si riprende.
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