VACCINAZIONE ANTICOVID - UN PICCOLO MIRACOLO CASOLANO
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- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Cronaca
VACCINAZIONE ANTICOVID – UN PICCOLO MIRACOLO DELLA SOLIDARIETA’ CIVILE
E DELL’ IMPETO GENEROSO DEL VOLONTARIATO CASOLANO
Domenica 14 Marzo a Casola si è concretizzato ed ha preso corpo un piccolo miracolo generato dallo spirito e dalla sensibilità civica della nostra comunità e portato a compimento dalla intraprendenza delle nostre istituzioni sia civili che religiose, dalla generosità delle nostre associazioni di volontariato e dai professionisti della sanità presenti nel nostro paese.
Stiamo parlando del punto vaccinale “Valerio Pedoni” allestito nella sala parrocchiale “ Don Elviro Guidani” appositamente per distribuire il vaccino anticovid alla popolazione più anziana del paese ed evitare i disagi di trasferimento ai centri della pianura per questa fascia di nostri compaesani.
L’iniziativa è partita concordemente dal sindaco Giorgio Sagrini e dalla dott.sa Elena La Porta che hanno contattato la dott.sa Raffaella Angelini , responsabile dell Igiene Pubblica AUSL Ravenna per verificare se era possibile la realizzazione di un punto vaccinale a Casola.
Ottenuto l’assenso, sono state attivate e coinvolte istituzioni, professionisti della Sanità, associazioni di volontariato per verificarne la disponibilità e di conseguenza l’attuabilità del progetto.
La risposta è stata tempestiva e generosa. La Parrocchia ha messo a disposizione la sala Don Elviro Guidani ; i medici di base dott.se Elena La Porta e Anna Morelli, hanno assicurato la loro collaborazione professionale; le associazioni dei Vigili del Fuoco, della Misericordia, degli Alpini e del Centro Le Colonne, di Cittadinanza attiva , Am infermieri ed infermiere , farmacisti e farmaciste e personale medico residenti a Casola, anche se professionalmente impegnati altrove, si sono messi tutti gratuitamente a disposizione per assicurare L’assistenza e la realizzazione degli allestimenti necessari ed indispensabili per il punto vaccinale, sotto la supervisione e direzione dell’Amministrazione Comunale e dell’AUSL.
Insomma c’è stata una risposta corale (e ci scusiamo per quanti eventualmente non avessimo citato espressamente in questo articoletto redatto di corsa) alla proposta dell’Amministrazione Comunale e ne è sortito quello che abbiamo propriamente definito “un piccolo miracolo casolano”.
Domenica 14 Marzo abbiamo potuto visitare e sperimentare direttamente il punto vaccinale “Valerio Pedoni” nella sala parrocchiale Don Elviro Guidani . Il locale perfettamente allestito e sanificato, suddiviso nei vari settori: accoglienza, accettazione, coloquio con i medidi (le dottoresse) , punti di somministrazione del vaccino, riposo ed attesa post vaccinale. Tutto il personale : dottoresse, infermieri ed infermiere, farmacisti e farmaciste, volontari dei Viglili del Fuoco, della Misericordia e delle altre associazioni in azione, tutti “carchi a balestra” , tutti motivati, accoglienti, gentili, premurosi, attenti e professionali. Ripetiamo: un vero piccolo miracolo.
Entro primo pomeriggio è stato completata la somministrazione della prima dose vaccinale a quasi duecento persone , e dunque all’intero lotto di utenti iscritti e prenotati a questo primo steep.
Il punto vaccinale Valerio Pedoni sarà attivato anche per la somministrazione della seconda dose vaccinale agli utenti che hanno ricevuto la prima dose ma, visto il successo ed il risultato ottenuto, il sindaco e l’Amministrazione Comunale, con l’appoggio delle varie associazioni, hanno già inoltrato la richiesta all’AUSL per utilizzare il punto vaccinale anche per vaccinare tutto il resto della popolazione e non solo gli ultraottantenni .
Non sappiamo ancora se la richiesta sarà accettata ma lo speriamo vivamente.
Desideriamo anche citare la ditta Vetriceramici per aver sponsorizzato i costi di sanificazione e disinfezione della sala Don Elviro Guidani e la signora Norma Pozzi e famiglia per aver fornito gratuitamente i pasti per tutti gli operatori impegnati domenica nel centro vaccinale.
Alessandro Righini
(n.b. l’articolo è stato redatto di corsa per esigenze redazionali pertanto ci scusiamo fin d’ora per eventuali piccole imprecisioni nelle citazioni dei collaboratori).
D.A.D. a umpa
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- Scritto da Paola Pozzi
- Categoria: Attualita
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Vedervi.
Ore 8:15, preparo il link. C’è un po’ di trepidazione per la paura di sbagliarsi a cliccare qualche tasto strano…
Alle 8:20 pubblico il link, entro in classroom e vedo la mia faccia come dentro a uno specchio. “Dentro questa riunione non c’è nessuno” leggo sullo schermo. Oddio. Ecco che ho sbagliato davvero. E poi, magicamente compare il primo volto sorridente. “Buongiorno Dario”, e poi un’altra “Buongiorno Lucia”. Sul monitor compaiono molte bolle colorate che pulsano quando parlate e dentro le bolle riesco quasi sempre a veder fiorire i vostri occhi.
Qualcuno si stiracchia, ci sono palpebre pesanti di un sonno e facce da guardare senza mascherina, almeno quello.
E poi ci sono bocche che chiedono, dicono, raccontano … quanto parlano!”Sai Paola che mia nonna….” “Sai che ieri…” “Sai maestra cosa ho fatto…”
Un coro di parole cariche di storie, emozioni, domande e soprattutto desiderio di trovare ascolto, non risposte.
Ma si fa presto a trovarsi dentro ad un flusso di voci che esplodono nella testa e allora è necessario incanalare tutto il vortice rumoroso per dare spazio a tutti, uno alla volta.
“Spegnete i microfoni, per favore e adesso do la parola a …”
Nella classe virtuale valgono le stesse regole della scuola reale. Se vogliamo capirci, allora bisogna saper aspettare.
Già… saper aspettare, non è questo la chiave di tutto? Per noi umani dell’era digitale aspettare è una cosa difficilissima. Vogliamo tutto subito.
Ma saper attendere è uno dei cardini del saper vivere, assaporando il tempo senza scavalcarlo, senza bruciarlo e senza perderlo. La natura ce lo insegna. Io cerco di impararlo dal mio gatto che nella sua infinita sapienza di felino evoluto, conosce questa arte .Lui se ne sta fermo, lì sul davanzale, per ore e aspetta che gli apra. Intanto guarda, osserva e impara ogni fruscio, ogni fremito di ali. Poi entra e aspetta il suo cibo e mi attende per uscire o per oltrepassare le soglie sbarrate da porte chiuse. Imperturbabile, lui aspetta. Senza spazientirsi perchè sa che prima o poi accade tutto quello che deve accadere e allora non ha senso disperdere energie in inutili ansie. In tutto questo suo saper aspettare c’è la stessa magnifica certezza del seme sotto la neve o del fiore che genera il frutto.
Intanto nulla si disperde e ogni cosa viene captata, percepita, ascoltata e carpita dai suoi sensori super specializzati . La sua vita è questa. E la nostra? Noi abbiamo altri bisogni, dobbiamo illuderci, progettare, lavorare, sognare, anche.
_Paola! Mi senti? –
_Sì che ti sento, scusa mi ero distratta un attimo. Stavo dicendo che dovete provare ad aspettare il vostro turno per poterci capire.
Giorgia prende la parola e, guarda caso, vuole parlarmi di Nina, la sua gatta, che cammina sulla tastiera perché anche lei vuole fare la DAD.
All’improvviso gli schermi diventano finestre ed io mi arrampico e vi raggiungo, scavalco i davanzali e vi trovo davanti a me, entro nelle vostre stanze piene di giocattoli, tocco i vostri pupazzi preferiti coi quali andate a dormire.
E la lezione diventa viva, con voi, me, i pupazzi, i gatti e qualche cane che arriva festoso e le mamme che vigilano attente, mentre sbrigano le loro faccende.
Lezioni senza banchi. Senza grembiuli, soprattutto senza mascherine. Un lusso, di questi tempi.
Siete al sicuro. E siamo qui insieme mentre ridiamo di qualche errore buffo che ci servirà per imparare meglio l’ortografia. Perche sbagliando s’impara.
Ora possiamo leggere, a turno. Comprendere quello che abbiamo letto e parlare fra di noi. Riflettere su quello che ci ha fatto pensare quel racconto, quella storia.
C’è sempre così tanto da raccontarsi. Per fortuna.
Siamo così soli,in questo periodo. Dentro alle nostre vite chiuse, con la paura che bussa alla porta. Siamo così fragili senza la forza di un abbraccio o di una stretta di mano. Col cuore rotto per un amico che non ce l’ha fatta.
Mentre vi guardo penso che è tutto così fuggevole. Siamo ali nel vento. E il vento può cessare, a un tratto. E lasciare tutto fermo, immobile, senza respiro.
Raccontiamoci la vita, bambini, mostratemi il vostro arsenale di risate e schiamazzi. Io, qui con voi, penso che la vita vinca.
E sarà così.
Paola Pozzi
CIAO PEDO
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- Scritto da LoSpekkietto
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8 Marzo 2021
Questa mattina il paese si è svegliato attonito: Pedo se l’è portato via il Covid. Il giornale è già in stampa ma un ritaglio di pagina per ricordarlo dobbiamo trovarlo. Valerio è stata una persona importante per la nostra comunità dove ha vissuto dedicando tempo e passione a tante cose dalla sua famiglia, ai suoi cani da tartufo, alla Pro Loco, agli amici…..e l’elenco sarebbe troppo lungo. Non era solo un uomo di relazioni e di affetti ma anche un personaggio. Aveva una conoscenza precisa di ogni angolo della nostra valle. Conosceva i nomi di tutte le case della nostra campagna e spesso ad ogni luogo gli associava un aneddoto per far sorridere chi gli stava vicino. A noi che abbiamo avuto la fortuna di camminargli accanto ci incantava con quei racconti dove traspariva l’amore per la sua terra, l’ironia intelligente e spesso anche le riflessioni di chi ha vissuto a cavallo dei mutamenti che hanno radicalmente mutato la fisionomia delle nostre campagne e ne conserva la memoria. Il Pedo era un autodidatta ma aveva maturato una cultura materiale molto ricca che non teneva per sé ma che gli piaceva condividere. Conosceva tutte le proprietà, gli usi attuali e di un tempo del legno di ogni albero e di ogni arbusto, era un allevatore e addestratore di cani da tartufo stimato e conosciuto anche fuori del paese, era un abile fungaiolo e sapeva cucinare con passione e competenza. Tutti ricordano alle feste della Pro Loco la sua polenta che curava personalmente in ogni passaggio. Alle ultime feste dei frutti dimenticati era comparsa anche una favolosa ribollita che cucinava insieme a Romana.
Ciao Pedo!
La redazione de Lo Spekkietto e il gruppo Scarpantibus che ha condiviso le ultime camminate,
si stringe in un forte abbraccio alla tua famiglia.
Terminati i lavori di ristrutturazione della Biblioteca Comunale
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- Scritto da Benedetta Landi
- Categoria: Attualita
Volgono ormai al termine i lavori di ristrutturazione della Biblioteca Comunale “G. Pittano”, che negli ultimi mesi hanno consentito la messa in sicurezza dello stabile. All’interno, sono stati realizzati il consolidamento del piano calpestabile della sala Biagi Nolasco, un accesso OpenSpace alla Biblioteca, sono stati apportati interventi all’impianto elettrico ed è stata sostituita la precedente centrale termica a gasolio con una a metano. All’esterno sono state eseguite opere di miglioramento sismico, è stata completata la tinteggiatura delle facciate e sono stati realizzati un marciapiede di collegamento tra via Fondazza e Via Soglia (che permetterà un più diretto accesso al servizio dei bagni pubblici) e una pavimentazione in pietra del piazzale antistante la facciata della Biblioteca.
I lavori, rallentati dalle chiusure conseguenti all’emergenza Covid, sono ora giunti al termine, e la Biblioteca Comunale si prepara a riaprire al pubblico nella sua nuova veste.
Nonostante le difficoltà degli ultimi mesi, dovute alla ristrutturazione (la quale ha notevolmente ridotto gli spazi, consentendo l’ingresso al pubblico solo in una delle due salette laterali) e al Covid (che ha comportato chiusure prolungate e ha limitato gli orari di apertura), il cuore pulsante della Biblioteca sono rimasti, in questo periodo, i suoi utenti, i quali non hanno mai abbandonato la lettura e i servizi di prestito, usufruendo delle consegne a domicilio e continuando a incontrarsi per i consueti incontri di lettura… ovviamente ONLINE!
Il 1° dicembre 2020 la piattaforma Lifesize ha infatti accolto “Gli amici della biblioteca”, i quali, sebbene con una modalità nuova e particolare, hanno raccontato dei libri che hanno tenuto loro compagnia in questo periodo di chiusura e incertezza. Certo, gli incontri mediati da uno schermo non possono sostituire quelli faccia a faccia. Inoltre la tecnologia talvolta gioca qualche brutto scherzo e ci si ritrova improvvisamente senza connessione, con la batteria scarica o con l’audio mal funzionante… ma è stato bello ritrovarsi anche così, e potersi scambiare consigli di lettura.
I libri aprono possibilità, ti fanno entrate in mondi fantastici e nuovi, ti fanno viaggiare con la fantasia e ti fanno conoscere personaggi con i quali instaurare una vicinanza emotiva... in questo periodo di isolamento e scarse relazioni sociali, la lettura è un modo per continuare a viaggiare e a incontrare persone, sia tra le pagine del romanzo, sia davanti ad uno schermo, nel momento in cui si condividono le proprie letture con altri amanti dei libri.
Benedetta Landi
IL RACCONTO DI SABRINA
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- Scritto da Paola Giacometti
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Ho chiesto a Sabrina, ex mia cara collega nella scuola primaria, di raccontarmi il trapianto di rene che ha coinvolto lei (come donatrice) e suo marito Paolo (come ricevente) nel mese di agosto. Questo fatto ha molto colpito tutti i Casolani, anche perché la notizia è trapelata pochi giorni prima dell’intervento, è rimasta riservata fino all’ultimo, ne erano a conoscenza solo i familiari ed alcuni amici intimi.
Questo trapianto ha avuto risonanza anche sulla stampa regionale con articoli sul Resto del Carlino e La Repubblica per il fatto che la donazione è stata fatta da un vivente, in questo caso la moglie.
Avevo pensato di riportare l’intervista, ma poi, per come si è svolta, preferisco un racconto.
Ora, 23 settembre, Sabrina sta progettando il rientro a scuola, ne ha tanta voglia , ha ripreso le forze e si sente pronta a “riabbracciare” i suoi alunni, con le dovute protezioni naturalmente! Non dimentichiamo infatti che hanno vissuto il momento delicato del trapianto nel momento molto delicato per tutti del Covid 19!!
Paolo è invece a fare gli esami di routine a Bologna, la sua convalescenza sarà un po’ più lunga perché il ricevente dell’organo ha il problema del rigetto da tenere sotto controllo.
Comunque la funzionalità dell’organo sembra andare bene. Quando Sabrina ha lasciato l’ospedale per tornare a casa è passata a salutare suo marito ben protetta e coperta come un’ astronauta, l’aveva visto l’ultima volta prima dell’intervento quando a lei stavano per togliere il rene e Paolo aspettava in una saletta attigua di poterlo ricevere, come un bel salvagente lanciato per salvare la vita.
A dire il vero Paolo non ha mai corso il pericolo di perdere la vita per quell’unico rene che aveva smesso di filtrare a dovere il suo sangue. Da quasi tre anni, con una macchina da dialisi sistemata a casa, riusciva a mantenersi in salute, ma quella macchina, chiamata amichevolmente prima Tilde poi Claire, era invadente, ingombrante ed esigente nella loro vita: pretendeva di passare con loro 8 ore ogni notte! Doveva seguirli in ferie: mare o montagna che fosse, pretendeva che gli appuntamenti venissero rigorosamente rispettati!
Un supplizio ormai, erano riconoscenti sì verso questa ancora di salvezza, ma bloccati da una necessaria artificiale pulizia quotidiana del sangue: la stanchezza era sempre più palpabile in Paolo, ma anche in Sabrina, la vita era abbastanza costretta dalle esigenze della macchina. Sabrina mi racconta con qualche sospirone come sono giunti circa due anni fa a cercare qualche altra possibile soluzione.
La soluzione più definitiva e la più “ liberatrice” era il trapianto, ormai
Un’ operazione di routine per il sant’Orsola Malpighi di Bologna.
Lista d’attesa….tempo che scorrre…….macchina sempre più invadente…..ma ci sarà un’altra possibilità per accellerare i tempi?
-Donazione da un vivente, da un familiare, dopo avere verificato la compatibilità!-
Paolo rifiuta subito l’ipotesi suggerita dai medici, nessuno dei suoi familiari, cioè il figlio e la moglie, devono esporsi ad un dono cosi impegnativo. Lui non ci pensa neanche!
Allora….fermi tutti i progetti….ferma la situazione….ferma la speranza di ritornare ad una vita più normale ….ma Sabrina non ci sta!
Lei, escludendo, d’accordo con Paolo, la donazione da parte di Edo, il figlio, vuole provare a vedere se c’è mai compatibilità con lei.
Iniziano a muoversi, Sabrina decisa, Paolo reticente.
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