Cronaca

Quella di questo numero sarà una cronaca un po’ strana, anzi potremmo dire che sarà soprattutto una mancanza di cronaca, visto il periodo difficile di contenimento e relegazione generale che stiamo vivendo a causa del pestifero virus Corona, maledetto ed invisibile microrganismo che, a partire dalla Cina, forse trasmesso da un pipistrello o da un altro animaletto selvatico, si è diffuso in tutto il mondo

Tutti gli eventi, a partire dai primi giorni di Marzo, sono stati annullati e le uniche notizie che circolano sono sostanzialmente i resoconti allarmati che narrano delle decine di migliaia di persone contagiate e delle migliaia decedute nel mondo e in Italia per effetto del malefico virus.

La gente è invitata a restare in casa. Chiuse le scuole di ogni ordine e grado si cerca di continuare le attività scolastiche e didattiche tramite le reti social. Moltissime attività produttive, commerciali, ricreative e turistiche sono state bloccate o ridotte al minimo indispensabile per la sopravvivenza. Gli ospedali sono colmi di persone ricoverate nei vari reparti, riadibiti soprattutto in ambienti per curare gli affetti da Coronavirus, a scapito delle altre patologie le cui cure e controlli spesso vengono rimandate a data da destinarsi. Molto colpite sono le strutture adibite al ricovero ed all’assistenza degli anziani (la popolazione più soggetta ad essere colpita).

Fanno impressione i cortei di camion militari ricolmi di bare che in alcune regioni del nord Italia ed anche del sud portano nei cimiteri, o nei forni crematori, centinaia di defunti che spesso non hanno potuto ricevere le visite dei famigliari nei giorni del ricovero e nemmeno l’ultimo saluto prima del loro ultimo “viaggio”.

Deceduti “sul campo” anche molti medici, infermieri, personale di assistenza sanitaria, sacerdoti, veri e propri eroi di questa guerra che operano, spesso con iniziativa volontaria, consapevoli dei grandi rischi a cui sono sottoposti.  

Di questa pandemia si parlerà nel futuro per decenni ed il ricordo dei lutti e dei danni provocati e dei cambiamenti globali, politici e sociali che ne deriveranno, rimarranno nella memoria storica del nostro tempo per qualche secolo a venire.

Al momento è difficile prevedere quali saranno i decorsi ed i tempi di risoluzione di questa pandemia e quando potranno essere disponibili dei vaccini efficaci per vincerla.

Per ora coloro che non ne sono ancora stati colpiti si difendono come possono, restando in casa, utilizzando mascherine e guanti quando escono, lavandosi spesso le mani, cambiandosi spesso gli abiti, restando a distanza di un metro o due dagli interlocutori, entrando uno o due alla volta nei negozi o negli uffici.

A Casola Valsenio fino al momento in cui scriviamo , grazie a Dio, siamo stati abbastanza risparmiati, essendo solo due le persone contagiate e che , a quanto si sa, hanno contratto il virus fuori dal nostro comune.

Detto ciò passiamo al sintetico racconto di quanto che si può ancora dire di questi ultimi tre mesi.

 
Dopo una serie di riunioni in teleconferenza e l'impegno attivissimo di abili penne interne ed esterne alla redazione, abbiamo dato alle stampe l'ennesimo numero del nostro giornale. Un numero speciale che parla di una CASOLA in grado di affrontare l'attualità con un approccio sempre vivace e creativo.
 
Lo Spekkietto è la nostra opera di volontariato, che racconta la storia della comunità casolana dal 1967.
Il giornale, l'ultimo dell'abbonamento in essere, ti aspetta da CIATA o in edicola.
 
In questo numero troverete anche articoli non ancora usciti su internet:
Celebrato il casolano STAGNAZZA a San Miniato
Intervista a Gianni Farina
Intervista a MArta Cantagalli
La Gita a Marradi (di Claudio Menni)
Le foto a COLORI di molti degli arcobaleni inviati dai bambini casolani
L'interno a Colori con il fumetto di Tommaso Lodi
e molto altro ancora...
 
 
 
 
Domenica 17.11.2019 L'evento è stato organizzato dalla Pro Loco di Casola Valsenio in collaborazione con il comune, rappresentato dall'assessore Marco Unibosi, Sara Acerbi e me, Dorothee Bulling. Ma i veri eroi di questo pranzo sono stati gli stranieri residenti a Casola, che hanno contribuito con i loro gustosi piatti. Senza di loro non sarebbe stato possibile, perchè ogni nazione ha dei piatti tipici – con le loro spezie ecc. A casa, seguendo una ricetta da internet, non viene buono come quando la mangi da uno della nazione. Tutto è cominciato a luglio con un incontro a Faenza con gli altri comuni dell'Unione Romagna Faentina, quando abbiamo saputo che ancora l'amministrazione precedente ha partecipato insieme all'Unione ad un bando di nome Parole e fatti. Una piccola descrizione del bando: Parole e fatti è la seconda edizione del Festival itinerante del dialogo interculturale e interreligioso promosso e sostenuto dall’Unione della Romagna Faentina e dalla Regione Emilia-Romagna, con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza in attività che favoriscano la coesione sociale e la conoscenza tra concittadini che sempre di più provengono da culture e religioni diverse. L’anno scorso alcuni comuni dell’Unione hanno avviato la prima edizione del Festival, ottenendo risultati incoraggianti in termini di coinvolgimento e costruzione di legami tra comunità e territori; per questo nella sua seconda edizione, il Festival coinvolge tutti i comuni dell’Unione, lavorando in continuità con l’anno scorso ampliando le azioni sul territorio e costruendo la programmazione del festival in modo partecipativo, coinvolgendo associazioni, comunità straniere e tutta la cittadinanza.
 

Nel lontano 1997 la raccolta firme per il segnale cellulare a Casola, poi le numerose richieste per la Banda Larga ADSL tra il 2004 e il 2006, infine l’obiettivo di ridurre il digital divide sulle frazioni del comune degli ultimi anni… questioni che ciclicamente a gran voce la comunità casolana solleva per allinearsi alle crescenti esigenze guidate dai cambiamenti del mondo moderno.

Oggi il canale internet sta inglobando al suo interno tutti i servizi come la telefonia, la TV, la messaggistica e adesso, vista la situazione del momento, in maniera piuttosto marcata anche le piattaforme di videoconferenza che ospitano lo smart working (a molti per fortuna piace ancora chiamarlo telelavoro) e l’educazione a distanza. “Dietro di TE! Spara! No, mi hanno killato!!” le urla dei ragazzi in salotto (nonostante le cuffie) frutto della possibilità di giocare in gruppo su mondi virtuali, ognuno dal proprio divano; il cinema a portata di mano con le piattaforme Netflix, Prime, Rakuten, Chili etc…; la domotica e la videosorveglianza sono tutte applicazioni voraci di connettività stabili e performanti. Pensiamo ad esempio alla rivoluzione concettuale che sta introducendo Stadia di Google, un progetto di gioco in grado di garantire prestazioni al pari di PlayStation o Xbox ma senza l’utilizzo di una consolle, perché il processo è sui mainframe ed è tutto trasportato dalla rete.

La nostra tanto voluta ADSL inizia a stare stretta ancorché l’infrastruttura attuale non ci abbia mai permesso di viaggiare alle velocità promesse dagli operatori, che puntualmente danno la colpa al famoso ultimo miglio, con un decadimento delle prestazioni dovute a centrali e cablaggi piuttosto datati. La classica ADSL 20Mbps non ha mai superato i 7: personalmente ho provato tutti gli operatori, senza che cambiasse il risultato. Poi è arrivata la linea internet senza fili, ottima fino a quando non si sono abbonati abbastanza Casolani da renderla insopportabilmente soggetta al numero di connessioni simultanee, perdendo quindi l’affidabilità e lo splendore dei primi tempi.

La sfida di oggi, dopo anni in cui questo divario tecnologico non era poi più tanto percepito all’interno del centro abitato, sta nel compiere il salto quantico in termini di banda ancora più larga, ovvero nel raggiungere le nuove velocità di connessione alle quali ci può portare l’utilizzo della connessione in fibra ottica. E’ perciò inevitabile che la prossima esigenza cui andremo incontro sarà quella di una banda più performante. Siamo quindi a un nuovo capitolo: la Fibra Ottica a Casola Valsenio.

Il 25 Marzo si è spento PierFranco Santandrea, un Casolano che, anche se da tanti anni abitava a Imola, era sempre rimasto legatissimo al suo paese di origine, in cui ha svolto anche una attiva funzione politica come Consigliere comunale . PierFranco era legatissimo alla associazione Unitalsi e alla Pia Unione della Beata Vergine di Loreto per cui organizzava , con particolare attenzione ai disabili, pellegrinaggi ai vari santuari italiani, europei e della Terra Santa. Il settimanale cattolico della diocesi di Imola, Nuovo Diario Messaggero, nel numero di Giovedì 2 Aprile, ha voluto ricordare la figura di PierFranco dedicandogli due pagine , ospitando, fra gli altri, un breve e commosso contributo scritto di Franco Tronconi - sindaco di Casola negli anni ’90 - che ebbe Santandrea come capogruppo e collaboratore in Consiglio Comunale .

Franco Tronconi , che si trova attualmente (nel momento in cui scriviamo) ospite a casa di sua figlia a New York, interpellato dal Nuovo Diario Messaggero, ha inviato dalla città americana al giornale imolese la sua breve ma intensa memoria di PierFranco . Gli abbiamo chiesto di poter pubblicare anche su Lo Spekkietto il piccolo pezzo - che di seguito riportiamo - e con il quale desideriamo unirci per porgere ai famigliari dell’amico scomparso la nostra vicinanza e le nostre sentite condoglianze.

“Caro Pierfranco, ho saputo …

Da lontano, mi è arrivata la notizia con una telefonata della redazione del Nuovo Diario. Notizia dolorosa, tristissima. Mi è stato chiesto un ricordo su di te. Ne ho veramente tanti, tutti belli. Devo fare una selezione. Ci conoscevamo di vista, venendo da due parti diverse e lontane del territorio casolano, tu dalla parrocchia di Santandrea, io da quella di Valsenio.
Entrambi eravamo andati via da Casola prestissimo. Poi ho avuto la fortuna di trovarti, fianco a fianco, insieme ad altri, nell’ Amministrazione del Comune, giusto trent’anni fa. Cominciò allora una collaborazione preziosa, puntuale, durata cinque anni, molto impegnativi ma bellissimi.
Sei stato maestro nell’affermazione dei principi fondamentali nei quali credevi, nell’interpretazione dell’impegno politico, nel modo di affrontare le problematiche civili e sociali cui trovare soluzioni.
Tutto questo sempre accompagnato da una forte disponibilità al dialogo ed al confronto, alla ricerca di soluzioni condivise.

Claudio, innanzitutto ti ringrazio per aver trovato il tempo di rispondere a queste domande.

 

So che sei ancora impegnato come volontario nell’ospedale di Imola, reparto Covid19, com’ è successo che, pensionato da tre anni, ti sei ritrovato a lavorare lì?

E’ stato difficile decidere di accettare?

No, non è stato difficile, non mi sono tirato indietro quando nel 2017,  già  in pensione da 6 mesi, mi è stato chiesto un aiuto per carenza di organico, ora a maggior ragione, vista l’emergenza sanitaria in atto, e il disperato bisogno di anestesisti rianimatori, che sono le figure strategiche nella cura dei malati Covid, mi sono sentito immediatamente di dover dare la mia disponibilità, ne ho parlato con la mia famiglia che, anche se con un po’ di paura, ha appoggiato questa decisione, conoscendomi, loro sapevano che non sarei potuto stare a guardare in questa situazione.

Come sono stati l’impatto,la preparazione, le istruzioni che hai ricevuto per entrare ad operare in questa situazione di emergenza?

Dopo aver lavorato tanti anni in rianimazione, l’emergenza ti entra nel DNA, di conseguenza non c’è stato un impatto traumatico con questa nuova situazione, ma è cambiato l’approccio, prima correvi sull’emergenza, adesso, prima di correre, devi proteggerti e per farlo devi seguire una procedura meticolosa, quasi maniacale per indossare i presidi di protezione, la stessa procedura, va poi seguita al momento della svestizione, un passaggio sbagliato in entrambe queste fasi può determinare un contagio.

Nell’ospedale dove lavori ci sono tutte le precauzioni e presidi per la sicurezza del personale sanitario?

Nell’Ospedale di Imola non mancano i presidi di protezione, mi rattrista molto quando sento che tanti colleghi, di altre strutture, abbiano dovuto lavorare con scarse misure di protezione, a rischio della loro stessa vita.

Dal tuo osservatorio del reparto di terapia intensiva come qualificheresti questo virus?

In tanti anni di lavoro mi sono trovato spessissimo ad affrontare situazioni difficili e complesse, ma avevo sempre chiaro in me le cose da fare, adesso ci troviamo ad affrontare un problema che esula da tutti gli schemi fisiopatologici conosciuti. Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo su questa patologia e tutti i giorni “aggiustiamo il tiro“  su come affrontare questa nuova e devastante malattia.

I pazienti?

I pazienti che tratto generalmente  sono quelli più gravi, quindi hanno bisogno di un supporto ventilatorio invasivo, nel senso che sono intubati e connessi ad un respiratore automatico, conseguentemente sono sedati.

In un primo momento, i pazienti più gravi, fanno un percorso (tentativo) di ventilazione non invasiva, che quando fallisce ti impone l’intubazione, questo è il momento peggiore, perchè  vedi una persona angosciata, spaventata e tu la devi rassicurare, spiegandole cosa ti appresti a fare, e quando ti senti dire “ dottore mi aiuti“, provi a far uscire dalla maschera che hai sul viso un sorriso  e gli dici “tranquillo ci sono io adesso che ti faccio respirare meglio“, mentre inietti i farmaci,che lo faranno dormire, sai che da quel momento hai a disposizione secondi e non minuti per procedere all’intubazione rapida, in questi istanti, il monitor che rileva i parametri vitali del paziente suona come impazzito, mentre tu procedi in tutta fretta a questa manovra salvavita, poi smette di suonare, guardi i parametri vitali del paziente, fanno un po’ meno schifo di prima,pensi speranzoso, forse…. ce la può fare.

Che “aria” si respira nel reparto?

Ci rendiamo conto che stiamo vivendo una strana realtà, ma siamo anche consapevoli che quello che stiamo facendo è la cosa migliore da farsi, inoltre non mancano le manifestazioni di riconoscenza da parte della cittadinanza, ogni giorno ci vengono recapitate dalle varie pizzerie, ristoranti, pasticcerie, supermercati…vari generi alimentari, sono piccole cose che ti fanno sentire la vicinanza della gente e ti scaldano il cuore, l’altro giorno poi è stato davvero emozionante il saluto delle forze dell’ordine, diverse pattuglie sono venute sotto le nostre finestre, omaggiandoci stando tutti sull’attenti e con le sirene spiegate.

CRONACA DEGLI EVENTI CASOLANI

Martedì 8 Ottobre 2019 – UN NUOVO ARTISTICO PILASTRINO DI FRONTE AL CIMITERO

I ns. concittadini Ignazio Leone e Masi Paola, proprietari del terreno posto all’inizio del paese, a fianco della provinciale 306, e del rio Buratta, hanno voluto dotare il loro sito con un artistico pilastrino dedicato alla Madonna Immacolata di Lourdes. Il pilastrino, realizzato con ammirevole abilità e senso artistico dal sig. Ignazio, che è un mastro muratore di consumata e lunga esperienza, è stato costruito con pietre naturali rinvenute sul posto , ravvivate in alcuni punti da pietre di colore rosso pietra. La forma ricorda la grotta di Massabielle (dove apparve la Madonna di Lourdes) ed è dotata anche di un faretto alimentato con un piccolo pannello solare. Il tutto è ben visibile dalla statale in alto a destra per chi viene da Riolo Terme subito   dopo l’incrocio con la strada di Prugno. Il pilastrino è stato inaugurato e benedetto da Don Euterio .

 

Mercoledì 23 Ottobre 2019 – SALUS INCONTRI PER STAR BENE

 Sono iniziati al Centro Le Colonne incontri autunnali “Salus” . Il primo, avente come referente il dott. Alessandro Graziani , è stato dedicato ai problemi dell’ asma. Il secondo incontro si svolgerà mercoledì 27 Novembre e verterà sui gonfiori intestinali . In questo secondo incontro il referente sarà il dott. Antonio Salzetta.

 

Giovedì 31 ottobre 2019 -   HALLOWEEN dei BAMBINI

A partire dalle ore 19,00 ha preso il via la serata di Halloween per i bambini con tante iniziative ed eventi “terrificanti” che hanno animato via Matteotti, piazza Sasdelli ed il vicolo delle Rimesse

 

Domenica 3 Novembre 2019 -   FESTA UNITA’ NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE

Per ricordare e onorare i caduti che hanno combattuto per l'Unità e la Libertà dell'Italiasi è svolta una cerimonia presso il Parco "G. Cavina" con discorsi commemorativi, deposizione di una corona di allora alla base di una targa commemorativa collocata sul muro dell’ex convento dei Frati Francescani e brani musicali della Banda “G. Venturi”.

 

Lunedì 4 Novembre 2019 – APERTO IL CANTIERE PER L’IMPEARMEABILIZZAZIONE DEL TETTO DEL COMUNE

Dopo i lavori di consolidamento con i fondi statali assegnati al Comune di Casola Valsenio si realizzerà l’impermeabilizzazione del tetto del Municipio e la manutenzione straordinaria della copertura con la sostituzione delle tegole deteriorate e danneggiate. Il cantiere è partito il 4 novembre.

 

Mercoledì 06 Novembre 2019 – TERMINATI I LAVORI NEL CENTRO CULTURALE GIOVANNI SPADOLINI

Sono terminati i lavori di manutenzione straordinaria del Centro culturale “Giovanni Spadolini” (Vecchi Magazzini). Il locale dedicato alla cultura e all’intrattenimento. I lavori lo hanno reso nuovamente fruibile per attività di pubblico spettacolo in base alla normativa vigente.

 Sono state collocate nuove e comode poltroncine in platea,   revisionati gli impianti aperto un nuovo ingresso, realizzato un nuovo controsoffitto predisposti nuovi servizi igienici senza barriere architettoniche ed installato un proiettore per spettacoli e presentazioni. Il rinnovato Centro culturale “Giovanni Spadolini” continuerà ad essere anche sede dell’Associazione culturale “Teatro Sonoro”, e luogo di produzione e di rappresentazione dei concerti, spettacoli musicali-teatrali realizzati dall’Associazione. (FOTO)

 

 

 

I numeri parlano chiaro: il successo del raduno conferma quanto Casola Valsenio 

sia luogo d’elezione per la speleologia

 

Casola Valsenio, 15 febbraio 2019 – L'edizione più “giovane” di sempre, quella di Nuvole 2018, i cui numeri verranno presentati domani, 16 febbraio, alle ore 10:00, presso la sala comunale di Casola Valsenio (RA)L’ottavo raduno internazionale di speleologia, dello scorso novembre, organizzato dall'Associazione Speleopolis nel comune ravennate ha richiamato come sempre un’ampia rappresentanza della comunità speleologica da tutto il mondo.
Dall'1 al 4 novembre 2018 Casola ha accolto migliaia di speleologi, che si sono riuniti per condividere le loro conoscenze, la loro esperienza e le innovazioni internazionali sul mondo della speleologia.
"È stato un evento estremamente positivo per Casola che al contempo ha riempito le strutture ricettive dei paesi vicini, come Riolo Terme - afferma soddisfatto il Sindaco di Casola Valsenio, Nicola Iseppi - una ricettività diffusa che ha fatto bene a tutto il nostro territorio". Quest'anno, secondo gli ultimi dati raccolti dal Comune ravennate, il paese ha visto un incremento del 61% degli arrivi e del 78% delle presenze.
I numeri dell'edizione parlano di 2479 iscritti (oltre un terzo le donne) di cui 2077 speleologi, suddivisi tra appartenenti a gruppi speleologici del Club Alpino Italiano (1325) e della Società Speleologica Italiana (930), ai quali si aggiungono 318 tecnici del Corpo Nazionale Corpo Alpino Speleologico. A questi si aggiungono anche i 1200 casolani registrati alla manifestazione che danno conferma di quanto il raduno sia uno dei momenti più attesi dalla comunità.
I numeri parlano di un pubblico prevalentemente nostrano, 2328 gli speleologi italiani giunti in Appennino, con Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Toscana come regioni capofila.
A queste si aggiungono 151 persone provenienti da 26 nazioni di tutto il mondo richiamate in Romagna dall'eco dell'evento: c'è persino chi, spinto dalla passione per la speleologia, è arrivato da Israele, da Cuba e dal Costa Rica!
L’età media dei partecipanti è stata di 44 anni, in linea con i precedenti raduni, così come la partecipazione di chi pratica l’attività speleologica da non molto (il 10% circa da meno di due anni), oppure di chi non la pratica in modo attivo (16%), confermando il valore divulgativo dell’evento.

Interessanti dati relativi alle modalità di alloggi, da dove emerge l’alta frequentazione delle strutture ricettive della zona, e della permanenza, di fatto per tutti i 3 giorni principali della manifestazione.
Molto alta anche la partecipazione alle escursioni, sia in grotta che all’esterno, nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, dove sono state 274 le partecipazioni alle 20 gite proposte.
Si conferma infine l'importante valore del passaparola tra gli speleologi: il 71,3% dei partecipanti ha affermato di essere venuto a conoscenza dell'evento da amici e conoscenti. E questo è sicuramente un valore in più anche per il presidente del comitato organizzativo Stefano Olivucci si è detto “estremamente soddisfatto dei risultati di NUOLE Casola2018, a 25 anni dalla prima edizione svolta a Casola Valsenio nel 1993, sia per la partecipazione che per la ricchezza dei contenuti proposti, ma anche per i tantissimi soggetti, istituzioni, associazioni, speleologi, comunità casolana che hanno collaborato alla sua realizzazione e ai quali va un nostro sentito ringraziamento.

Nuvole - Casola2018 è stato organizzato in collaborazione con il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, Comune di Casola Valsenio, Pro Loco Casola Valsenio, con il patrocinio di Unione della Romagna Faentina, Provincia di Ravenna, Regione Emilia-Romagna, Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano, Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, Società Speleologica Italiana, Club Alpino Italiano,
Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Soccorso Alpino Emilia-Romagna, European Speleological Federation, Union Internationale de Spéléologie.


OLTRE 2000 BIMBI SONO VENUTI ALLA LUCE FRA LE SUE BRACCIA
Il 4 Aprile è morta Giordana Evangelisti , storica “levatrice” che per 30 anni ha svolto il suo prezioso ed onorato servizio nella nostra vallata, aiutando ed assistendo le mamme a far nascere oltre 2.000 bambini. Giordana era una ostetrica capace, esperta, generosa che sapeva infondere sicurezza alle proprie pazienti in quei momenti così cruciali, critici, impegnativi e talvolta difficili e complicati che preludono ed accompagnano l’affacciarsi al mondo dei nuovi nati.
Giordana, una volta diplomatasi come ostetrica negli anni ’50, svolse inizialmente la sua professione in provincia di Forlì nel comune di Galeata, zona di sua provenienza.
Nel 1960 vinse un concorso che le offriva l’opportunità di scegliere fra due condotte: una in un paese della pianura ed una a Casola. Scelse di venire a Casola per offrire a sua figlia Stefania, allora piccolissima, la permanenza in una zona di collina, dove l’ambiente risultava più adatto a risolvere qualche piccolo problema di salute.
Il primissimo approccio con il nostro paese presentò tuttavia una piccola criticità e la Giordana amava raccontare ridendo quel momento. Infatti la prima volta in cui Giordana, accompagnata in macchina dal marito, venne ad esplorare il nostro territorio era un giorno nebbioso e scuro e l’imbocco della provinciale a Castelbolognese verso l’ignota destinazione collinare provocò nella nostra futura levatrice un po’ di apprensione specie quando la strada, sorpassato Riolo Terme, cominciò a zigzagare ed a salire verso un nulla ricoperto da una foschia compatta. Poco prima di Rivola la situazione apparve così critica a Giordana
che, rivolgendosi a suo marito, disse :” No, no! Per l’amor di Dio torniamo indietro, dove stiamo andando?”.
Per fortuna il consiglio dell’ “autista” di continuare il viaggio, visto il punto a cui ormai erano giunti, fu ascoltato e la meraviglia fu quando, superata la stretta dei Gessi, il cielo si aprì, come spesso accade e le nuvole e la nebbia lasciarono il posto ad un cielo terso e luminoso e le nostre verdi colline con i loro coltivi, i prati ed i boschi si affacciarono all’orizzonte. L’animo di Giordana si rasserenò , fu amore a prima vista e la nostra valle ebbe la sua ostetrica … anzi la sua “levatrice”.
All’epoca a Casola esistevano due condotte perché, essendo tutta la campagna abitata, l’area di intervento delle levatrici era molto vasta . La prima condotta comprendeva il paese e la parte bassa del comune ed era assegnata da tempo alla signora Angelina Dall’Osso, la seconda copriva la zona a monte del paese : da Baffadi a S.Apollinare e fu questa che fu assegnata alla Giordana . In seguito, con lo spopolamento delle campagne e la conseguente diminuzione della popolazione residente, le due condotte furono riunite e toccò alla Giordana coprire il servizio per tutto il comune sino al 1990.
Giordana aveva la qualità, preziosa per la sua professione, di unire una solida competenza professionale ed una decisa capacità decisionale ad una straordinaria dolcezza dei modi di approccio con le sue assistite partorienti. Una dote, questa, che tante mamme ricordano con particolare riconoscenza ed affetto.
La sua capacità di socializzare si rivelava anche nei rapporti con le famiglie del territorio, con cui amava incontrarsi talvolta a veglia o nelle feste e nelle occasioni di incontro, specie quando, come allora spesso accadeva, si ballava; un passatempo questo per cui Giordana nutriva una speciale predilezione.
Ora Giordana ha concluso la propria preziosa esistenza e tante mamme e tanti figli, quest’ultimi ormai diventati uomini, la ricordano con riconoscenza ed affetto. L’ultimo ad essere nato nelle sue mani è il suo nipote Martino. La pace sia con te Giordana.
Alessandro Righini
Anche quest'anno si é svolta la tradizionale festa di Sant'Antonio di Casola Valsenio, allietata dalla partecipazione della banda e dei Trigliceridi. 
Per visualizzare la lista dei biglietti estratti durante la lotteria fare click a questo link https://goo.gl/PGMvuQ
Agli alpini di Casola non bastavano più i gemellaggi vicentini le trasferte le adunate in tutta Italia, adesso il "valore alpino"viene portato addirittura oltre frontiera.
E' così che in uno splendido weekend di sole, guidati da Spada Arnaldo (non è un alpino ma è un grande amico degli alpini) la rappresentanza casolana varca la frontiera di Chiasso e dopo 80 km arriva in quel di Lodrino.
Siamo nella svizzera italiana, a due passi da Bellinzona, sulla strada del Gottardo, stretti fra alte montagne boschi e cascate;è una valle con rocce a picco che nascondono le alte vette innevate, una valle di lavoro di cave di granito, di industrie e.....di tanti italiani che negli anni 50-60 sono arrivati quassù e con grandi sacrifici e duro lavoro  hanno contribuito alla modernizzazione della Svizzera.
Dopo molti decenni questi italiani si sono fatti una posizione nella comunità fino a prender casa e diventare cittadini elvetici.
Certo ora sono svizzeri, ma il cuore resta italiano. Tanti di loro sono emigrati dopo il servizio militare e tanti sono stati alpini.
Ecco il motivo del nostro passaggio oltre frontiera.
Siamo andati andati così lontano sempre e solo per quel senso di appartenenza che solo gli alpini sentono così forte.
Grande accoglienza a Lodrino, manifestata anche dalle istituzioni locali che sono venute a salutarci; il sindaco ha partecipato alla cena del sabato, il vice sindaco è rimasto con noi fino alla domenica pomeriggio.
Il 9 Dicembre all'interno del programma Casola Natale di Stelle si è svolto il SingOut presso la sala Don Guidani a Casola. La rievocazione della kermesse musicale casolana ha ospitato un pubblico foltissimo, tra vecchie e nuove generazioni, per condividere una serata all'insegna della buona musica proprio come 40 anni fa, epoca a cui risaliva l'ultima edizione.Organizzatore Lo Spekkietto, che ha colto l'importante traguardo dei 50 anni di attività per rispolverare anche il tanto blasonato SingOut. Presentava l'immancabile Biagio sempre frizzante e divertente, accompagnato da Maria e Amuda, bellissime vallette in stile Sanremo con cambio d'abito ad ogni entrata. Al termine della serata il verdetto della giuria popolare, con lo spoglio in diretta che ha registrato tra i più votati Miriam della Crai con 20 preferenze, Roserosse con 30 preferenze e i Black Dogs che si sono aggiudicati il trofeo con 32 voti. La band, composta dai giovanissimi Sofia Benassi, Tommaso Visani, Giacomo Drei e Damiano Rivola si era esibita con due brani originali intitolati Black Dog e Disaster Machine.
 
 
Oggi 16 novembre 2017 un giovane cacciatore casolano, durante un giro di ispezione nei pressi del fondo Ceruno per tracciare la presenza di cinghiali, ( dunque disarmato in quanto il giovedì non è giorno di battuta) si è imbattuto in un gruppo di tre lupi, due grigi e uno nero che gli si sono avvicinati pericolosamente. Il giovane cacciatore ha urlato per farli scappare ma senza risultato perché i lupi hanno continuato ad avanzare. Allora il giovane cacciatore si è arrampicato su di una quercia vicina per mettersi al riparo da eventuali attacchi o aggressioni. Poi il cacciatore è riuscito a comunicare ( non sappiamo se tramite cellulare o radiotrasmittente portatile) con un amico che lo è andato a prelevare con un fuori strada. Tutto è finito bene e noi vogliamo credere e sperare che in fin dei conti i lupi volessero soltanto giocare un po'. Nell'ambito della nostra redazione i lupi sono stati subito chiamati : AKela, Raska e Fratel Biagio. Per il momento invece per rispetto alla privacy chiameremo con pseudonimi i due protagonisti umani sempre attingendo dal repertorio del libro della giungla: Mowgli il cacciatore e Bagheera l'amico soccorritore. Buona caccia! .... anzi no meglio ..... Buona ricognizione! E attenti ai lupi ..... Siamo convinti che non siano cattivi , basta non stuzzicanti troppo e prendere le dovute precauzioni. Chissà potremmo anche diventare amici. 
 
AquilaSolitaria

Casola Valsenio 16 Ottobre 2016

– Un  incendio ha colpito i boschi in località Roncosole a monte di Prugno. I nostri Vigili del Fuoco, accorsi prontamente con i loro mezzi e con l’appoggio di un elicottero, hanno prima circoscritto e poi spento e messo in sicurezza la zona interessata dalle fiamme. L’elicottero, dotato di “bucket” ( contenitore  a sacca per l’acqua), con numerosi voli a spirale si è rifornito ripetutamente di acqua nel laghetto del rio Buratta spargendola poi sulle fiamme. L’incendio, stante la perdurante siccità e la numerosa vegetazione secca presente in questa stagione, senza un tempestivo intervento antincendio, poteva avere conseguenze ben più gravi. Complimenti dunque agli uomini del corpo dei vigili del fuoco, sia effettivi  permanenti che volontari, per la loro azione di tutela della nostra sicurezza. Al momento  in cui scriviamo non sono ancora bene chiare le cause dell’origine dell’incendio  ma, stante alcune considerazioni sul percorso seguito dalle fiamme,   potrebbero essere state provocate anche da un semplice mozzicone di sigaretta gettato imprudentemente a terra in un punto in cui erano presenti foglie ed erbe secca.

Attenzione dunque ai comportamenti scorretti  ed alle disattenzioni che come in questo caso possono essere all’origine di grossi guai e di incidenti di grave entità.

 

A cura di Alessandro Righini

E' in edicola il numero 62 de Lo Spekkietto, il primo del 2017, anno che segna i cinquanta anni di attività del nostro giornale al servizio della comunità casolana. Vi aspettiamo come sempre da Ciata o presso le edicole casolane. Per gli abbonati, che già lo hanno ricevuto a casa, "Il cerchio di San Michele" un inserto illustrato che racconto una storia di Alessandro Righini.