RICORDIAMO L’AMICO GIACOMO GIACOMETTI
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- Scritto da Alessandro Righini
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Il giorno 11 Giugno 2016 è morto Giacomo Giacometti, già vicesindaco di Casola, cattolico, sindacalista di lungo corso nella CISL, dove ha operato a livello provinciale e regionale, politico appassionato ed impegnato all’interno della nostra comunità dove con costanza, pazienza e grande cuore ha sempre cercato soluzioni positive ai problemi del nostro paese, prima nella D.C., poi seguendo le evoluzioni del tempo, nel Partito Popolare, nella Margherita ed infine nel P.D.
Giacomo è anche stato un attivo collaboratore del nostro giornale sulle cui pagine spesso ha preso parola sui temi che più gli erano cari, per esprimere con forza le proprie idee e per controbattere a quelle che invece gli erano più distanti, per costruire insieme un senso profondo di dialogo, forte, ma sempre rispettoso dell’interlocutore.
La Redazione de “Lo Spekkietto” si unisce al dolore della famiglia Giacometti per la scomparsa del caro Giacomo. È nostro dovere ringraziare Giacomo per tutta la passione che ha messo nell’impegno civile e politico rivolto verso la comunità casolana, per la ricerca del bene comune, per il suo essere stato esempio di onestà nei vari ruoli ricoperti, per l’umanità e la sensibilità dimostrate sul campo.
Grazie Giacomo, non ti dimenticheremo.
Lo Spekkietto
Intervista ASP DELLA ROMAGNA FAENTINA
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- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Politica
INTERVISTA AL dott GIUSEPPE NERI DIRETTORE DELL’ASP DELLA ROMAGNA FAENTINA
Agli inizi del 2015 è entrata in funzione l’ ASP della Romagna Faentina che ha accorpato, le due ASP precedenti che esistevano nel distretto di Faenza: l’ ASP Solidarietà Insieme (per i comuni di Casola Valsenio, Castelbolognese e Brisighella) e l’ ASP Prendersi Cura (per i comuni di Faenza e Solarolo).
Le vicende e le problematiche che hanno preceduto la fusione sono note ai lettori de Lo Specchio/Spekkietto ed ai Casolani in genere grazie all’ opera di informazione svolta dal nostro giornalino.
Ad un anno e mezzo di distanza dall’unificazione, sollecitati anche da interrogativi e domande provenienti dall’opinione pubblica e dai nostri lettori, abbiamo ritenuto opportuno interpellare il direttore dell’ASP unificata, dott. Giuseppe Neri, e rivolgergli alcune domande atte a chiarire la situazione attuale e ad aggiornarci, come si suol dire sullo “stato dell’arte”.
Il dott. Neri, molto gentilmente e con tempestiva sollecitudine ha accettato di rispondere alla nostra intervista che qui di seguito pubblichiamo e della quale per il momento prendiamo atto, riservandoci eventualmente in futuro di ritornare sugli aspetti che riterremo meritevoli di approfondimento. Per il momento ringraziamo sentitamente e cordialmente il dott. Neri per la disponibilità dimostrata.
INTERVISTA
1 – Dott Neri, Le voci raccolte in paese non sono tutte concordi sullo stato e la funzionalità dei servizi rivolti agli anziani della nostra casa protetta. Dal suo punto di osservazione e dall’esame dei dati raccolti a sua disposizione le risulta che siano sostanzialmente in linea con quelli della gestione dell’ASP precedente?
Risp.) Non mi risulta possibile alcuna valutazione comparativa tra la precedente gestione Asp dei servizi residenziali/semiresidenziali rivolti agli anziani a Casola Valsenio e l'attuale gestione degli stessi da parte del soggetto gestore accreditato definitivamente. Infatti, dall'entrata a regime del nuovo sistema di accreditamento definitivo Asp ha "passato la mano" sulla gestione dei servizi, mantenendo col nuovo gestore un semplice rapporto di servizio, connesso e conseguente alla concessione della struttura di Casola, coi relativi impianti, attrezzature ed arredi, nell'ambito della quale Asp provvede alla manutenzione straordinaria e ordinaria della struttura stessa, degli impianti, degli arredi e delle attrezzature. Viceversa, ad Asp non compete alcun potere di vigilanza e di controllo sulla gestione dei servizi che spetta invece alla committenza (Servizi Sociali - Ufficio di Piano ed Ausl).
Più che dall'Asp, che, come ripeto, non ha titolo, un ruolo interessato e qualificato di "osservatore" sull'andamento dei servizi può essere svolto dall'Amministrazione Comunale e dal locale Comitato Comunale.
Intervista al regista Fabio Donatini
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Dopo tanto tempo abbiamo il piacere di reintervistare Fabio Donatini che avevamo lasciato qualche anno fa con il docu-film “Tuber”, ambientato principalmente a Casola, che raccontava di un mondo, quello del tartufo, fatto di luci e ombre, di passione ma anche di denaro, di amicizia ma anche di rivalità. Fabio ce lo aveva presentato con la sua solita ironia, con voglia di prendersi un po’ in giro, con l’immancabile dose di surrealismo.
Come era andato Tuber?
Direi bene. La Regione lo ha trasmesso in varie città, anche se la parte “surreale” ha suscitato qualche lamentela da parte dei committenti. Ma ci può stare, non si può piacere a tutti. Anzi, distinguersi e ricevere critiche è spesso sentore di una buona ricezione del messaggio; nel senso che il film viene seguito e capito, poi, può piacere e non piacere. Spesso alcuni prodotti non vengono proprio recepiti, e quindi neanche criticati. Mi è capitato, e non è una bella sensazione.
Che cosa è successo dopo Tuber?
Tante cose. Ho girato un medio metraggio, finanziato dal Ministero dei beni culturali. Ma non è andato bene. Non è stato distribuito. Questo mi ha fatto penare parecchio, credo di non aver ancora superato il trauma. Un film di 70 minuti che ti rimane nel cassetto e che viene proiettato solo una decina di volte è, nel mio settore, una cosa piuttosto dolorosa. Tipo sbagliare un rigore ai mondiali. Ma anche questo ci può stare, c’est la vie. Ti lascia molta insicurezza nelle ossa, ma poi devi rimetterti a scrivere e pensare al progetto successivo. Poi mi sono legato professionalmente a Bottega Finzioni, un scuola di scrittura e agenzia di contenuti. Per la Bottega ho fatto diverse regie: un video aziendale per la Banca di Bologna, una web-serie per Unipol Banca, l’assistente di regia per un lungometraggio, la scrittura di diverse puntate de “Le muse ignoranti” (un format in onda su Sky Arte giunto alla terza stagione), alcuni spot virali, alcuni videoclip a basso budget per cantautori emergenti, tre cortometraggi. Insomma, mi sono dato da fare attraversando vari linguaggi. Ora sto lavorando per Bologna Welcome, l’ente turistico del Comune di Bologna. Ci stiamo dedicando alla costruzione di brevi virali dedicati a persone famose vissute a Bologna. In questi giorni stiamo montando Umberto Eco. Uscirà in rete a fine novembre.
Sappiamo che hai sceneggiato una puntata della serie televisiva in onda su Rai2, “L’Ispettore Coliandro”. Come è scrivere la sceneggiatura di una serie che passa in prima serata sulla RAI?
Molto difficile. Davvero. Rispettare e capire le regole della serialità non è per niente immediato. Carlo Lucarelli, creatore della serie, mi ha aiutato molto a capire le caratteristiche di Coliandro, caratteriste che devono essere reiterate in tutte le puntate della serie. Bisogna quindi conoscere bene come si comporta e come parla il personaggio, come reagisce a date situazione e cosa può o non può fare; nel senso che devi immedesimarti molto con lui, perché quello che faresti tu, ovviamente, non è quello che farebbe l’ispettore Coliandro. Per capirlo ci vuole tempo. E ovviamente ti devi guardare tutte le puntate passate. E dopo un poco di tempo può diventare leggermente monotono. Solo leggermente però. Inoltre bisogna rapportarsi continuamente con attori, registi e produttori, che spesso ti chiedono di cambiare scene, battute, azioni. E questo si verifica più e più volte, anche durante i giorni di ripresa. Stressante direi. Ma passare in prima serata è ovviamente una soddisfazione.
CENA DI SOLDARIETA’
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CENA DI SOLDARIETA’
Anche questa volta, di fronte ad un’altra tragedia che ha colpito il nostro Paese, pochi giorni dopo il terremoto del centro Italia, Casola è stata capace di mostrare il suo lato migliore, quello della solidarietà, della vicinanza alle popolazioni affrante da una forza distruttrice che ha portato via case, affetti, ma soprattuto vite umane. Al di là di tutte le polemiche possibili, di tutte le frasi fatte e di tutto quello che di più viene detto in queste circostanze, resta fondamentale che è bello e incoraggiante vedere come una comunità, la nostra, si muova per aiutare chi ha bisogno, senza se e senza ma. A questo proposito pensiamo sia doveroso, anche a qualche mese di distanza, fare qualche domanda a una di quelle che persone che hanno reso possibile la cena di solidarietà del 3 settembre. Ringraziamo quindi Cinzia Caruso, membro della Pro-Loco di Casola, per la disponibilità.
Raccontaci anzitutto come è nata l’idea.
Lo sgomento difronte alla notizia ci ha stretto in un unico intento che era quello di aiutare. Come a noi l’esigenza è nata anche al volontariato casolano e a semplici cittadini che sentivano fortemente la necessità di donare. Quindi quando è arrivata dall’UNPLI, l’associazione nazionale delle Pro Loco, l’indicazione di organizzare un evento per la raccolta fondi pro terremotati, ci siamo subito mobilitati.
Quali associazioni hanno partecipato all’organizzazione e alla realizzazione della cena di solidarietà?
Nella concitazione del momento confesso che non siamo riusciti a contattare tutte le associazione casolane . Nel corso dei preparativi molte hanno aderire spontaneamente.
Le associazioni che hanno condiviso questo bellissimo momento sono: AIDO, ALPINI, ANPI, AUSER Le Colonne, Avis Casola Valsenio, Cfc Casola, CREATIVI SOPRA LA MEDIA, FEDERCACCIA SEZ. di Casola Valsenio, GEMELLAGGIO, MISERICORDIA, Pro Loco Casola Valsenio.
Quanti volontari hanno collaborato?
Non so dire di preciso, ma di sicuro lo sforzo non è pesato solo sulla Pro Loco; una mano L’hanno data tutti.
Proviamo a dare un po’ di numeri.
Pasti serviti?
Tra i 450 e i 500
Persone coinvolte?
20/30
Quante persone avete stimato che fossero presenti?
Le persone presenti sicuramente erano maggiori di quelle servite a tavola perché molti pur non partecipando alla cena hanno lasciato un’offerta al banco posizionato all’entrata della piazza.
Ricavato?
6329,13€
Quanto è stato devoluto in beneficenza?
Tutto l’incasso, le associazioni partecipanti si sono divise le spese.
A chi è stato devoluto?
Alla Protezione civile Emilia Romagna.
Andiamo sul personale. A parte il successo della serata, che cosa ti sei portata a casa da questa esperienza. Un pensiero, un’emozione, una riflessione.
L’orgoglio di appartenere ad una comunità molto generosa e solidale, che al bisogno supera qualsiasi barriera per donare speranza a chi l’ha perduta.
Grazie
Riccardo Albonetti
Un saluto a Giacomo Giacometti
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- Scritto da lospekkietto
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La Redazione de “Lo Spekkietto” si unisce al dolore della famiglia Giacometti per la scomparsa del caro Giacomo. È nostro dovere ringraziare Giacomo per tutta la passione che ha messo nell’impegno civile e politico rivolto verso la comunità casolana, per la ricerca del bene comune, per il suo essere stato esempio di onestà nei vari ruoli ricoperti, per l’umanità e la sensibilità dimostrate sul campo.
Dalle pagine del nostro giornale Giacomo spesso ha preso parola sui temi che più gli erano cari, per esprimere con forza le proprie idee, per controbattere a quelle che invece gli erano più distanti, per costruire insieme un senso profondo del dialogo, forte ma rispettoso sempre dell’interlocutore.
Grazie
Lo Spekkietto
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