IMMAGINI DAL MONDO 2017 Circolo Fotografico Casolano
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Biglietti della Lotteria di Sant'Antonio 2017
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- Scritto da Francesco Rivola
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PASSIONE FOTOGRAFIA. Quattro chiacchere con FILIPPO CANTONI
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- Scritto da Riccardo Albonetti
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Come facciamo, tra miliardi di video e di foto che circolano, a distinguere un odioso latrato di un cane da un bravo cantante, uno scarabocchio di un bambio che per la prima volta prende in mano una matita da un quadro che mantenga la sua ragion d’essere, uno scatto orribile da un’immagine ben fatta e costruita?
Con tanta fatica, con allenamento, con interesse, certamente potrebbero essere la risposta. E così con immane sforzo del cervello e con un surplus di stanchezza per i nostri occhi arriviamo ad individuare qualcosa e qualcuno a cui riconosciamo un diritto di cittadinanza nel mondo dell’espressione. In questo mare magnum di immagini quindi capita di imbattersi in qualcosa che vale la pena di raccontare agli altri e di fare conoscere. È quello che è capitato quando ho visto le foto di Filippo Cantoni e così mi è sembrato normale fargli qualche domanda
Ciao Filippo, anzitutto raccontaci come è nata la tua passione per la fotografia?
Ciao Riccardo, la mia passione è nata circa 5 anni fa. Comprai la mia prima compatta e iniziai a scattare foto a tutto quello che mi trovavo davanti, attratto dalla possibilità di potere catturare un momento in un fotogramma.
Che cosa ti piace fotografare?
La domanda giusta sarebbe cosa non mi piace fotografare! Penso che ci si possa divertire realizzando qualsiasi tipo di fotografia. Il genere che preferisco però è sicuramente il food. Trovo davvero interessante e difficile riuscire a trasmettere attraverso uno scatto i colori i sapori e gli odori di una pietanza, per questo ogni volta è sempre una nuova sfida da superare.
Hai frequentato scuole, corsi o tutto è frutto della tua passione?
Penso che la passione sia fondamentale per questo tipo di lavoro, ma basi tecniche e occhio siano molto più importanti. Scuole non ne ho frequentate, ma ho letto e studiato online attraverso corsi su you tube, blog fotografici ecc. Poi sono stato l’assistente di un fotografo professionista per un breve periodo. Chiaramente devo ancora imparare tantissimo prima di potermi definire un fotografo.
Sungai Aouk: esplorando il fiume degli Dei
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- Scritto da Andrea Benassi
- Categoria: Cultura
“Entrano sottoterra, et di nuovo escono fuori il fiume Lico in Asia, Erasino in Argolica, il Tigri in Mesopotania. Et in Athene quelle cose che son messe nel fonte d'Esculapio riescono nel Falerico. Et in territorio d'Atina un fiume entra sottoterra e scorre venti miglia e di poi sbocca. Il medesimo fa il Timavo in quel d'Aquileia.” Plinio_Historia Naturale_libro II° cap. CIII
Cosi scriveva circa duemila anni fa Plinio nella sua grandiosa Historia Naturale. I fiumi sotterranei hanno da sempre attratto la fantasia e l'immaginazione degli uomini di ogni tempo e luogo. Dai fiumi infernali narrati da Dante a quelli incontrati da Simbad nei mari d'oriente fino a quello capace d'essere via per l'Eldorado nel racconto di Voltaire, l'idea che un fiume possa scorrere sotto un cielo di pietra attrraverso luoghi misteriosi, ha esercitato un fascino potente, capace di fondere in ugual misura attrazione e paura. Proprio il mistero del fiume Timavo che s'inabissa sotto il carso triestino è stato uno dei principali motori che hanno portato alla nascita della Speleologia all'inizio del 19° secolo. Dopo quasi due secoli di esplorazioni speleologiche, le grotte conosciute ed esplorate in Italia e nel mondo sono oggi decine di migliaia; in alcuni casi profonde oltre due chilometri o lunghe molte centinaia. Eppure, se oggi ci domandassimo quale sia e dove si trovi il fiume sotterraneo più grande del pianeta, quello capace di tuonare nel sottosuolo con la maggiore portata d'acqua, a questa semplice domanda ancora oggi non sapremmo rispondere. Anche nell'epoca dei gps e delle foto satellitari accessibili a tutti, la speleologia resta infatti uno spazio d'esplorazione reale dove andare in cerca di luoghi e fenomeni totalmente sconosciuti. Così mentre sappiamo bene dove si trovino le più alte montagne della Terra, poco o nulla sappiamo di dove siano e come siano fatti i più grandi fiumi sotterranei. Partendo da questa semplice constatazione la Società Speleologica Saknussem di Casola Valsenio, ed il Gruppo Speleologico Sacile hanno avviato da alcuni anni un progetto di ricerca denominato Onderaardsche Loop Project (Corso sotterraneo dalla sigla O.L. usata sulle antiche cartografie delle Indie olandesi per segnare quando un fiume scompariva misteriosamente nel sottosuolo). Il progetto, patrocinato dalla Società Speleologica Italiana e dal Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola è oggi alla sua terza spedizione ed è specificamente finalizzato ad individuare ed esplorare i maggiori fiumi sotterranei del pianeta, muovendosi di volta in volta su diverse zone carsiche. In questi primi tre anni le nostre ricerche si sono concentrate su alcune aree nell'estremità orientale dell'enorme arcipelago indonesiano.
La replica di Messina a Giorgio Sagrini
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- Scritto da Alessandro Messina
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Gent.ma redazione de Lo Spekkietto di Casola Valsenio
Vi ringrazio per la bella ed utile serata che avete organizzato il 22 novembre e per la possibilità di una brevissima replica alle affermazioni del sig. Sagrini inerenti il mio intervento in quella occasione.
Giorgio Sagrini, non sentendosi evidentemente ben rappresentato dall’esponente del comitato del Sì che in quella circostanza avrebbe potuto liberamente replicare alle mie affermazioni o chiedere chiarimenti, che avrebbe lì immediatamente ottenuto, sostiene che io avrei in quella occasione difeso l’utilizzo abusivo ed invasivo della decretazione d’urgenza da parte dei governi degli ultimi decenni.
Mi sono evidentemente espresso male o il mio autorevole ascoltatore ha male inteso le mie parole, poiché ciò che dice nella lettera non corrisponde al mio pensiero. Quella sera io feci notare come il problema della lentezza dell’azione legislativa, statistiche degli uffici legislativi del Senato alla mano, non esiste in quanto, fra l’altro, quando i governi si sentono in difficoltà per i tempi o per la fragilità delle maggioranze che li sostengono ricorrono sempre più spesso ai decreti legge al di fuori dei casi di effettiva “necessità e urgenza” e all’utilizzo della fiducia per far decadere tutti gli emendamenti e umiliare così di fatto il parlamento.
Questa riforma Boschi-Renzi, lungi dal ridare centralità al Parlamento lo rende al semplice servizio del Governo, aggiungendo a questi strumenti, abusati, anche i cosiddetti “disegni di legge a data certa” di iniziativa governativa senza nessun limite di numero e di materia. In tal modo l’agenda parlamentare sarà completamente, ancor più di oggi, nelle mani del Governo. Per non parlare del fatto che l’unica camera politica superstite, la Camera dei Deputati, grazie alla legge elettorale, l’italicum, sarà controllata in toto dal capo del Governo grazie all’abnorme premio “di minoranza” (impropriamente detto di maggioranza). L’utilizzo dei decreti legge e dei decreti legislativi non diminuirà inoltre, minimamente (come ho documentato durante la conferenza) perché le nuove norme costituzionali non fanno altro che trascrivere in Costituzione limiti già stabiliti con sentenze della Corte Costituzionale o nella legge 400 del 1988: nessuna riduzione dei poteri del governo in questo campo ne deriverà.
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