Il pellet scalderà la casa protetta
- Dettagli
- Scritto da Roberto Rinaldi Ceroni
- Categoria: Attualita
E’ una buona notizia. E’ stato approvato il progetto presentato dall’ASP della Romagna Faentina per la concessione di un contributo per la realizzazione dell’impianto di riscaldamento a pellet della nostra casa protetta. Il progetto fruisce dei contributi stanziati dal Piano di sviluppo rurale della nostra regione.
In particolare si tratta di un’ operazione tesa a sviluppare le bioenergie a basse emissioni inquinanti. L’obiettivo è quello di stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali promuovendo l’ utilizzo delle biomasse legnose per una corretta gestione delle aree boscate e incentivare così la produzione di energia da fonti alternative attraverso la nascita di filiere locali e la creazione di servizi innovativi a vantaggio delle popolazioni rurali. Gli interventi finanziati si concentrano prevalentemente sulla costruzione di impianti pubblici destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili che utilizzano risorse naturali presenti nelle zone rurali. In particolare, sono sostenuti interventi che valorizzino la biomassa legnosa, vista la concentrazione significativa di aree boscate.
L’importo è di quasi 178.000 € e l’opera dovrà concludersi entro il 27 marzo del 2019. In pratica la nuova caldaia sarà operativa a partire dall’inverno 2018. Già da qualche anno si attendeva la realizzazione di un nuovo impianto di riscaldamento causa la vetustà della vecchia caldaia e gli oneri relativi erano stati previsti nel piano triennale degli investimenti. Per i dettagli attendiamo l’approvazione del progetto esecutivo che dovrebbe già essere in dirittura d’arrivo. Nell’occasione abbiamo voluto interpellare la Senio Agroenergie che, stando al principio ispiratore del contributo, si candida come ditta fornitrice del pellet. Ci ha risposto il presidente Devis Caroli, giovane imprenditore casolano, che insieme ai suoi soci sta realizzando un’impresa dinamica con una forte connotazione ecologica.
Ci provi a descrivere l’attività della Senio Agroenergie e quali sono i vostri assortimenti di pellet?
Il ciclo produttivo consiste nella lavorazione del legname ottenuto in prevalenza dal terreno boschivo, condotto dalla società, nel raggio di max 70 km: quindi trattasi di una vera e propria attività connessa alla normale attività agricola di selvicoltura.
Toronto, anno 2017
- Dettagli
- Scritto da Riccardo Landi
- Categoria: Parole allo specchio
Con stanza all'angolo, dietro la luna. Lontano da quella sfera, su cui viviamo sotto falso nome.
Partirono in 20, sotto le ali protettive della Dea Transit, quella dell'Air. Attraversarono l'Atlantico evitando burrasche, tempeste, creature mostruose... Superarono l'ostacolo della mancanza delle cuffiette, e dello schermo tv... Cioè, dello schermo tv... ibernandosi per grossa parte del viaggio. Sbarcarono dopo ore, su territorio Canadese, alcuni con molta fatica. Lo stato di ibernazione raggiunto durante il volo, per alcuni aveva raggiunto livelli quasi irreversibili. A terra, una gran foglia di acero, rossa, ospitale, egualitaria, empatica.
Base a Mississauga. Una città sobborgo. Strade dritte, lunghissime. Che attraversano un gruppo di grattacieli altissimi, con tantissime finestre. Parcheggi enormi, un mega centro commerciale con tanti centri commerciali. Un orizzonte aperto, senza colline attorno. Un cielo che sembra più grande, del nostro. Una gran spianata dove sei piccolo piccolo. Due grattacieli simbolo, uno vicino all'altro, fatti a specchio, che riflettono la luce fuori. Sono chiamati le gambe di Marylin... pensando alla Monroe, con molta fantasia. Un giardino giapponese che pare buttato lì. Con scoiattoli liberi, pesci bianchi e arancioni, e tartarughe marine. Un gong, qualche simbolo giapponese. Chissà, forse un maldestro tentativo di salvare la fantasia, distruggendo certezze fatte di cemento armato.
E Toronto, che pare una città in grado di far scomparire quello che ci definisce. La visuale più bella, è quella che si vede dal lago. Da quella barchetta che s'allontana dalla riva, pare proprio disegnata; grigio acceso, il suo colore. Un insieme di grattacieli e palazzi moderni, freddi, distaccati. Pazzesca, l'arte di alcuni piccoli luoghi, capaci di creare un'intimità impensabile. Una birretta, un hamburger, uno sgabello, uno sguardo che s'incrocia... e quel qualcosa di misterioso che ci permette di conoscere, nei posti più impensabili, anche un po' di noi stessi.
Attenti al lupo?
- Dettagli
- Scritto da Aquila Solitaria
- Categoria: Cronaca
Casola e Montegallo, aggiorniamoci
- Dettagli
- Scritto da Riccardo Landi
- Categoria: Attualita
Incontriamo il nostro amico Pier, che sappiamo aver trascorso qualche giorno in una località del centro Italia, colpita dal terremoto. La località, è Montegallo.
-Ciao Pier, come stai?
Bene grazie.
-Tra i vari e numerosi comuni colpiti da questo terribile evento, come mai sei finito a Montegallo?
Perché l'ANCI Emilia Romagna, ha avuto la Regione Marche di competenza.
-Fino ad oggi, in quali periodi sei andato?
Dal 01 ottobre 2016 all'08 ottobre 2016 ed è stata la prima volta. In quella settimana ho cercato insieme ai miei colleghi di dare un contributo alla grave situazione dopo il terremoto. Successivamente, ci siamo tornati dal 06 agosto 2017 al 08 agosto 2017, in “ferie”, per andare a trovare le persone che abbiamo conosciuto e per vedere com'era Montegallo dopo circa 10 mesi.
-Com'era Montegallo? E com'è, ora?
A Montegallo, purtroppo, la situazione è più o meno immutata. Siamo in contatto con il Sindaco che ci tiene costantemente aggiornati. Ci comunica che, presumibilmente, entro poco tempo le prime casette, con il contributo della Regione Marche, dovrebbero essere consegnate (ci invia anche delle foto tramite WhatsApp per tenerci informati).
-A seguito del terremoto, come sei riuscito ad andare là?
Tramite l'Unione della Romagna Faentina e l'ANCI Emilia Romagna, che a suo tempo fecero richiesta di personale, sia amministrativo che tecnico.
-Cos'è che ti ha spinto ad accettare l'incarico?
Il terremoto è uno di quegli eventi che non si “controllano” e tutte le volte che purtroppo succedono mi colpiscono molto. Appena è stata chiesta la disponibilità ho aderito immediatamente.
-Le tue prime impressioni, al primo impatto?
UN ECCIDIO DIMENTICATO
- Dettagli
- Scritto da Giovanni Rinaldi Ceroni
- Categoria: Attualita
Al termine del ponte del Cantone, a sinistra sulla vecchia strada che portava alla chiesa di Pagnano, c’è un pilastrino in condizioni ormai precarie, eretto da Pio Monti a ricordo di tre casolani (uno era suo figlio), che qui furono fucilati dai tedeschi alla fine dell’ultima guerra.
I fatti avvennero nei primi giorni di novembre del 1944 e mentre un gruppo di militari tedeschi si era insediato al Cantone tre di loro furono mandati al Cantoncello.
Bruna Monti che all’epoca aveva 17 anni, fatta oggetto di attenzioni da parte dei tre soldati, fu mandata al Molinaccio dove già si erano rifugiati oltre al fratello Augusto anche altri contadini del Cantone.
Purtroppo verso sera furono avvertiti dell’arrivo di alcuni tedeschi che risalivano il Senio.
Spaventati, perché Augusto e Alfredo del Cantone avrebbero dovuto trovarsi al fronte, fu deciso di nasconderli in cantina cercando di coprire la porta con una coperta.
Quando arrivarono i tedeschi sembrava non avessero cattive intenzioni ma si accorsero della porta coperta. Entrando scoprirono Alfredo e Augusto che scambiati per partigiani, vennero subito arrestati.
Nel percorso lungo il fiume incrociarono casualmente anche Gabrì della Breta che non riuscendo ad essere convincente sul motivo della sua presenza lì, venne a sua volta arrestato.
Portati tutti tre sulla vecchia strada di Pagnano furono fucilati sul bordo della riva e spinti nel burrone sottostante.
Pagina 28 di 64