Eddie Vedder - Firenze 2017
- Dettagli
- Scritto da Riccardo Landi
- Categoria: Attualita
Facciamo, se capisci cosa intendo, facciamo in modo che chi un giorno saprà quello che è successo abbia difficoltà a trattenere la meraviglia.
Perchè quello che è successo è qualcosa di bello, raro e irripetibile. Lunga vita a San Giovanni!!!
Siamo arrivati a Firenze, metà mattino, in treno, a Santa Maria Novella. Ci siamo sparsi per i vari hotel, stanze, camere. Per tutto l'arco della giornata, abbiamo accantonato l'esigenza emotiva del concerto. E ci siamo lasciati prendere per mano da Firenze. Una città che, tra le altre caratteristiche, ha quella dote di raccontare il particolare rendendolo universale. Un angolo, un palazzo, una chiesa, un ponte, una via, una piazza, una parete, un bicchiere di vino, un sandalo.
Poi arrivano gli altri, qualche quadretto di pizza, due chiacchiere. Il caldo dell'asfalto, scivola sotto ai nostri piedi. Stiamo raggiungendo la zona del concerto. Firenze Rocks, località ippodromo del Visarno. Un ambiente aperto, circondato da un bel parco. C'è la pista dei cavalli. Attraversata quella, sbarchiamo in un prato di polvere ed erba secca. Un tappeto arido e senza alberi. Dalla parte di una curva, un palco, come tanti. L'attesa, è uno riscoprire la specificità del linguaggio del festival. Che non è fatta solo di musica, stand panini e birra, postazioni radio, merchandising. Lì, c'è tutta una serie di persone, di rumori, di silenzi, di colori, unite da un qualcosa che sconfina al di fuori di ogni logica terrestre. Nel mio caso, un impaccio totale nei rapporti sociali e una frana nelle chiacchiere inutili. Che non c'entra niente, ma accomuna. Ora che è diventato complicato andare anche ad un concerto, ci siamo permessi il lusso di essere davanti. Settore appena sotto il palco. Quello in cui ti danno un braccialetto che ti permette di entrare ed uscire, ogni volta che si vuole. Sì, non è male. Noi, eravamo di fronte, tra palco e zona mixer. Svaniti tutti gli altri, nella giostra della scaletta, rimane da aspettare la fine delle celebrazioni del Santo patrono della città. Le luci, si fanno più soffuse. Ora il palco è più intimo, si comincia a percepire nel cuore, l'essenziale. Pare di essere in una chiesa di Firenze, dentro la quale entra il cielo. Il più delle volte, si sceglie volontariamente di non incontrarsi. Questa sera siamo qua, insieme. E' il primo concerto in Italia, da solista, di Eddie Vedder. Una voce che diffusamente sprigiona energia, capace di eclissare ogni altra necessità. Un musicista, un membro dei Pearl Jam. Gruppo che ha segnato molti, di quelli che oggi girano attorno ai 40. Un uomo, che trascina sulle spalle sentimenti grandi e che cerca di avere opinioni oneste. Ogni tanto c'incrociamo, questa canzone è della colonna sonora di Into the Wild. Questa è dei Pearl Jam. Questa è di Neil Young. Quest'altra è di Cat Stevens. Questa, è quella che faceva da colonna sonora del film Once. Questa, è Imagine di J. Lennon. Spero che tu stia bene. Canzone dopo canzone, ti ritrovi a tirar via uno strato in più di te stesso, arrivando sempre più nel profondo. Scoprendoti fragile, disperato, solo. E nello stesso tempo sicuro, ancorato in quell'abbraccio, sotto ad una stella cadente. Come se quella scia, ti prendesse per mano e ti accompagnasse fuori dall'oscurità. Alla salute!
Qualcuno è ancora lì. Sul palco, c'è un grande tappeto. Sopra, amplificatori e casse. Quattro chitarre, due classiche, delicate e due elettriche, più aggressive. C'è l'asta con il microfono. C'è uno sgabello con un paio di bottigliette di acqua. C'è una sedia, vuota. Dicono che la musica può farti accedere a spazi sacri, forse questo, è uno di quelli.
rl
Vaccini e Fate
- Dettagli
- Scritto da pier ugo acerbi
- Categoria: Attualita
Come si può leggere in bibliografia (Advances in Experimental Social Psychology 2011, Vol. 44, Cap. 5 Pag. 247) l’effetto Dunning-Kruger descrive una alterazione cognitiva che causa la sopravalutazione del proprio giudizio quando non si è oggettivamente esperti dell’argomento trattato. Per altro, professionalità e competenza sono spesso causa della distorsione inversa: conoscere bene e saper valutare la complessità dell’argomento può indurre l’individuo ad una eccessiva prudenza, il ché, tra le altre cose, diminuisce le sua capacità di convincimento presso gli altri. Questa teoria è stata esposta in maniera scientifica (avvalorata da sperimentazione) solo nel 1999, ma in realtà la saggezza antica dei nostri padri l’aveva anticipata molto prima. Per tutti basti citare un bastione della letteratura mondiale, il grande drammaturgo inglese Wiliam Shakespeare. Il Bardo di Stratford, nella commedia pastorale “A Piacer Vostro”, scrive queste parole “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio.”
Un tipico esempio applicativo di questo effetto riguarda la diatriba “Vaccini si-Vaccini no”, nella quale alcuni genitori molto confusi attribuiscono la verità non alla conoscenza scientifica, ma all’alta qualità tecnologica con cui vengono espressi, nella rete web, certi giudizi ad essa contrapposti, confondendo così l’eccellenza del mezzo con l’uso mediocre e menzognero che se ne può fare.
Challenge!
- Dettagli
- Scritto da Nicola Pozzi
- Categoria: Scout
Noi ragazzi del noviziato insieme ai nostri capi Nico e Giuly, siamo partiti per Colle di Tramazzo, località tra S. Benedetto in Alpe e Tredozio, dove abbiamo partecipato al Challenge con i noviziati di Imola, Lugo e Massa Lombarda.
Si tratta di una competizione a pattuglie che viene disputata ogni anno. La nostra presenza è forse stata la prima nella storia dello scoutismo casolano, ma non ci vogliamo sbilanciare con queste affermazioni.
Si partecipa tramite pattuglie maschili e femminili per dimostrare e confermare le abilità apprese durante gli anni di reparto, con una preparazione apposita prima della data della sfida.
Le prove sono state: topografia, animazione, ingegno, hebertismo, segnalazione e abilità di costruire correttamente un rifugio con materiali forniti della natura circostante o presi direttamente del nostro zaino più qualche prova a sorpresa.
Partiti nel pomeriggio con la prova di topografia abbiamo tracciato, tramite angoli e distanze (azimut) sulla cartina, una destinazione comune per poi raggiungerla tramite i diversi sentieri che portano al lago di Tramazzo.
Arrivati a destinazione, dopo aver recuperato i dispersi, ci hanno incaricati di costruirci il rifugio per la notte.
Nella serata abbiamo affrontato la prova d’espressione attorno al fuoco serale ed in seguito cenato attorno ad esso.
La notte è trascorsa tra rifugi, bestie e schiamazzi.
Nella mattinata seguente le prove sono state interessanti: arrampicata, canoa, labirinti, primo soccorso, segnalazione ed ingegno. Ci sono costate un sacco di energie ma ne è valsa la pena!
L'esperienza è stata apprezzata pienamente da ogni membro del nostro gruppo e gli stessi capi si sono complimentati con noi per la carica e la serietà che ci abbiamo messo.
Non dimenticheremo il bellissimo luogo dove abbiamo trascorso la nostra avventura, i nostri compagni e ciò che ci hanno offerto e insegnato. Un ricordo particolare va all'omelia della messa nel bosco.
Ringraziamo i nostri capi che ci hanno dato la possibilità di partecipare a questa competizione che ci ha lasciato un bellissimo ricordo in questo anno speciale di noviziato.
I ragazzi del Noviziato Mercurio
Il basilisco del Senio
- Dettagli
- Scritto da Andrea Benassi
- Categoria: Cultura
I fenomeni geologici collegati alle fuoriuscite di gas naturale hanno da sempre catturato la fantasia, suscitando in passato non poche paure. Acque che gorgogliano senza apparente motivo o fiamme che si sprigionano dalla roccia non potevano che far pensare a mostri nascosti nel sottosuolo. Gli antichi greci, proprio per spiegare questo fenomeno avevano immaginato un mostro mitologico: la Chimera. Un essere che vomitava fuoco nella Licia, lungo le coste dell'attuale Turchia: «…Era il mostro di origine divina, leone la testa, il petto capra, e drago la coda; e dalla bocca orrende vampe vomitava di foco..." Cosi Omero nell'Iliade descrive l'aspetto del mostro che verrà vinto dell'eroe Bellerofonte. Una vittoria che non impedisce però alle fiamme prodotte dalle fuoriuscite di metano di continuare a bruciare ancora oggi, migliaia di anni dopo la nascita del mito. Anche il nostro appennino è stata terra di fenomeni misteriosi: i viaggiatori che scendevano verso Firenze dal settentrione citavano continuamente i fuochi di Pietramala. Consistenti emissioni di metano incendiato, che illuminavano le colline verso il passo della Raticosa spaventando fino all'età dell'illuminismo passanti e locali tanto da battezzare la zona 'bocca dell'inferno'. Bisognerà aspettare fino al 1780, quando Alessandro Volta riconobbe un parallelo con l'aria delle paludi' perché il fenomeno potesse essere in parte spiegato. Oggi sappiamo che in una ampia fascia pedecollinare tra il parmense ed il forlivese sono presenti fenomeni di questo genere. Fuochi, vulcanelli, salse e bollitori, dovuti a manifestazioni superficiali di idrocarburi, principalmente gassosi, che tendono a risalire all'interno delle rocce che li contengono e li sovrastano. Quando le bolle di gas fuoriescono attraverso terreni di tipo argilloso si hanno delle eruzioni fangose chiamata salse o bollitori che sono composte da emulsioni fredde di acqua, gas metano e argilla. Il più famoso dei quali è sicuramente il buldur di Bergullo, presso Imola, descritto dal finire del '700 e studiato dallo Scarabelli.
Ma anche il meno noto Dragone di Sassuno nella valle del Sillaro o il vulcano di Monte Busca, la cui fiamma perenne illumina le colline vicino a Tredozio. Nella vallata del Senio, ufficialmente non si era a conoscenza fino ad ora della presenza di fenomeni simili. Localmente si sapeva della presenza di piccole emissioni di gas lungo il fiume presso la confluenza con la Cestina, dove nelle vicinanze era nota anche l'esistenza in passato della fiammella. Probabilmente una piccola emissione costante di metano che bruciava nel mezzo di un campo. Fenomeni che con il passare del tempo sembrano essersi esauriti. Del tutto nuovo o almeno sconosciuto, sembra essere al contrario il fenomeno delle numerose risalite di gas nel tratto di fiume proprio a monte del paese di Casola, in corrispondenza del ponte del Cantone. Ovvero in quella zona di fiume che due anni fa fu interessata dalla grande frana del campo sportivo, e dove la stessa frana ha creato un ampio lago perenne il cui limite arriva proprio presso il ponte. Il gas, probabilmente una miscela di metano, anidride carbonica e idrogeno solforato, risale gorgogliando da decine di piccole bocche che si aprono sul fondo e se acceso brucia e scoppietta in vampe rossastre. Non è chiaro se sia stata la presenza delle acque calme e costanti del lago ad aver reso maggiormente visibili oggi queste emissioni, oppure se le stesse siano aumentate. Non è escluso che le stesse possano essere messe in relazione proprio con la presenza del nuovo bacino o con i fenomeni sismici che precedettero di alcuni mesi la frana stessa. L'origine di questi fenomeni in generale non è ancora del tutto chiara. Spesso si hanno risalite di gas e fluidi lungo allineamenti strutturali come le faglie. L'attività delle salse e dei bollitori non è sempre regolare ma alterna fasi di maggiore o minore crescita senza una cadenza precisa. Nel caso delle salse di Bergullo per esempio pare che l'attività sia collegata con le oscillazioni della falda freatica, diminuendo con la siccità. Gli studi attuali indicano che l'origine di tali fenomeni sarebbe da collegare con quelle situazioni geodinamiche che causano l'instaurarsi nel sottosuolo di pressioni interstiziali di fluidi. Pressioni generate potenzialmente sia da movimenti di faglia che da mutate condizioni idrogeologiche. Quale che sia la spiegazione e l'origine, navigare in canoa attorno a questi piccoli gorgogli che increspano l'acqua, ha un fascino tutto particolare. Trasportati in un clima di mistero non è difficile immaginare che anche nelle profondità sotto il Senio possa dormire un qualche mostro mitologico, magari se non un Dragone o una Chimera almeno un piccolo Basilisco.
Andrea Benassi
Presentazione del Libro "C'era il Cinema Muto" di Luciana Baruzzi
- Dettagli
- Scritto da Alessandro Righini
- Categoria: Eventi
Maggio dei Libri: venerdì 19 maggio "C'era il Cinema Muto..."
Venerdì 19 maggio 2017 ore 20.45
per la rassegna MAGGIO DEI LIBRI
con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Casola Valsenio
in collaborazione con l'associazione artistico culturale Creativi sopra la Media
Simonetta Santandrea presidente dell'Associazione presenterà il libro
C'ERA IL CINEMA MUTO...
di Luciana Baruzzi
Letture di Paride Ridolfi
Sala Nolasco Biagi (Casa della Cultura via Soglia 13)
La cittadinanza è invitata.
Seguirà il rinfresco.
Pagina 29 di 64