Gent.ma redazione de Lo Spekkietto di Casola Valsenio
Vi ringrazio per la bella ed utile serata che avete organizzato il 22 novembre e per la possibilità di una brevissima replica alle affermazioni del sig. Sagrini inerenti il mio intervento in quella occasione.
Giorgio Sagrini, non sentendosi evidentemente ben rappresentato dall’esponente del comitato del Sì che in quella circostanza avrebbe potuto liberamente replicare alle mie affermazioni o chiedere chiarimenti, che avrebbe lì immediatamente ottenuto, sostiene che io avrei in quella occasione difeso l’utilizzo abusivo ed invasivo della decretazione d’urgenza da parte dei governi degli ultimi decenni.
Mi sono evidentemente espresso male o il mio autorevole ascoltatore ha male inteso le mie parole, poiché ciò che dice nella lettera non corrisponde al mio pensiero. Quella sera io feci notare come il problema della lentezza dell’azione legislativa, statistiche degli uffici legislativi del Senato alla mano, non esiste in quanto, fra l’altro, quando i governi si sentono in difficoltà per i tempi o per la fragilità delle maggioranze che li sostengono ricorrono sempre più spesso ai decreti legge al di fuori dei casi di effettiva “necessità e urgenza” e all’utilizzo della fiducia per far decadere tutti gli emendamenti e umiliare così di fatto il parlamento.
Questa riforma Boschi-Renzi, lungi dal ridare centralità al Parlamento lo rende al semplice servizio del Governo, aggiungendo a questi strumenti, abusati, anche i cosiddetti “disegni di legge a data certa” di iniziativa governativa senza nessun limite di numero e di materia. In tal modo l’agenda parlamentare sarà completamente, ancor più di oggi, nelle mani del Governo. Per non parlare del fatto che l’unica camera politica superstite, la Camera dei Deputati, grazie alla legge elettorale, l’italicum, sarà controllata in toto dal capo del Governo grazie all’abnorme premio “di minoranza” (impropriamente detto di maggioranza). L’utilizzo dei decreti legge e dei decreti legislativi non diminuirà inoltre, minimamente (come ho documentato durante la conferenza) perché le nuove norme costituzionali non fanno altro che trascrivere in Costituzione limiti già stabiliti con sentenze della Corte Costituzionale o nella legge 400 del 1988: nessuna riduzione dei poteri del governo in questo campo ne deriverà.
Per tutti gli altri argomenti non mi sembra necessario tediare ulteriormente i lettori di questo sito, che, a questo punto della campagna referendaria, avranno certamente avuto modo di trovare sui giornali e nel materiale di propaganda le ragioni del no sui vari aspetti della modifica costituzionale alla quale come Comitati per il No ci opponiamo. Credo che farei torto alla vostra ospitalità se utilizzassi questo spazio a fini propagandistici.
Vi ringrazio per l’ospitalità e per il diritto di replica accordatomi,
Un cordiale saluto,
Alessandro Messina