Il misterioso masso delle coppelle
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- Scritto da Andrea Benassi
- Categoria: Attualita
Girando per le nostre colline, tra gessi e calanchi, è facile imbattersi anche in luoghi apparentemente, sperduti e non frequentati, in tracce della presenza umana. Tracce a volte difficili da cogliere a prima vista, segni leggeri, spesso antichi, a volte misteriosi, come nel caso del grande masso di arenaria nell’ex Parco Carnè presso Brisighella.
Su una delle collinette attorno a Cà Carnè, nel bel mezzo di quella che appare una area omogenea di gesso, il contatto con un affioramento di calcari detti a lucina, fa comparire anche un buffo masso di arenaria, posto praticamente sulla sommità. Ma l’interesse del luogo non è tanto nei capricci della geologia, quanto nella presenza sul masso di almeno una dozzina di coppelle. La coppella si può dire che sia il più semplice ed il più diffuso dei petroglifi, ovvero delle incisioni realizzate volontariamente dall’uomo sulla pietra. Si tratta di un incavo tondeggiante, emisferico, come una piccola ciotola, generalmente del diametro di pochi centimetri, ricavato dall'uomo sulla superficie di basi rocciose, affioramenti o massi isolati, chiamati per l'appunto massi cupellari o pietre a scodella. Luoghi posti spesso in posizione dominante e panoramica, proprio come il nostro masso. A differenza di gesso e calcare, l’arenaria sebbene si modelli, non si scioglie con l’acqua, ed eventuali segni artificiali realizzati sulla sua superficie tendono a conservarsi. I petroglifi sono una brutta bestia da datare, interpretare e generalmente capire.
La benedizione di Ranu Kao
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- Scritto da Riccardo Landi
- Categoria: Attualita
Sbandieratori, musici e... in Cile
La notte scorsa ho sognato, ero un bambino. Il mio nome era Beniamino, e per qualche giorno, ho sconfitto l'abitudine al buio e alla densità del silenzio. Intravisti come la faccia luminosa della luna, i miei eroi, erano Alfieri del Niballo.
La Serena, interno giorno:
Quella notte, cominciò con lo sbarco in terra Cilena del gruppo Faentino.
Un totale di 19 persone. Un insieme di musici, sbandieratori veri e diversamente veri, e pregevoli accompagnatori.
Un viaggio partito in pullman da Faenza e arrivato a Venezia. Successivamente decollato con voli in serie: Venezia/Madrid – Madrid/Santiago - Santiago/La Serena. Atterrato finalmente nella IV regione di Coquimbo.
Testa bassa e PEDALARE
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- Scritto da Filippo Cantagalli
- Categoria: Sport
Ma quando nei weekend vedi il parcheggio del cimitero e il parcheggio del campo sportivo zeppi di auto dotate di porta bici il messaggio è chiaro. Sono tutti appassionati di mountain bike residenti in quelle zone pianeggianti, e si trasferiscono qui da noi per pedalare nel verde, nei boschi, nei sentieri, lontano dallo smog e dal traffico, cose che il viziato mondo cittadino non può offrire.
Casola è una piccola realtà, certo, fa quello che può, con i tempi che corrono è sempre più difficile trovare risorse economiche per promuovere certe attività, ragion per cui servono passione e spirito di iniziativa, sono questi i sani principi per i ragazzi del team di mtb Alfredo Oriani asd.
LO SPARVIERO DELLE STELLE
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- Scritto da Steve
- Categoria: Parole allo specchio
LoSpekkietto ha da sempre dato spazio agli artisti locali che si cimentano nelle forme d’arte a loro più congeniali. Per questo numero abbiamo deciso di presentarvi la penna e la matita di Stefano Poggi di Borgo Rivola, conosciuto come una delle menti della società dei carri Extra. Ho parlato di penna e matita per dire che Stafano non solo è l’autore del racconto ma ne è anche l’illustratore. Alla mia domanda quale racconto illustrato gli sarebbe piaciuto pubblicare, ha risposto senza esitazione, Lo sparviero delle Stelle.
LO SPARVIERO DELLE STELLE
L’SM 79 “Sparviero” del babbo di Tonino era partito con il suo carico di siluri verso l’Africa, per dar fastidio a quegli inglesi che, senza saperne il motivo, andavano mandati via da lì. Non era bastato dirglielo, serviva proprio che ci andasse suo babbo; d’altronde anche quando a lui chiedevano di fare qualcosa non la faceva mai, ma nessuno lo aveva mai minacciato con gli aerei. Il fatto è che se anche era così lontano, probabilmente aveva saputo che aveva marinato la scuola, perchè era da un pò che non gli rispondeva alle lettere. Che fosse arrabbiato sul serio? E dire che aveva tante cose da dirgli! Sentiva sempre solo parlare della Guerra, ma lui voleva raccontagli di Agnese, di com’era bella e di come quasi l’aveva salutata l’altro giorno. Quasi non era mica poco, visto che lei era bella bella, con i genitori con il macchinone e i soldi, almeno così dicevano tutti. Suo babbo salutava tutti in modo strano e impettito, non capiva il perchè ma tutti avevano paura di quella famiglia li. Non capiva come visto che a lui, Agnese, non faceva paura per niente. Anzi. Lo faceva sentire perso, ma non aveva paura. Ecco si, quando guardava le sue lentiggini si sentiva sperduto come un omino nello Spazio.
UNDERGROUND Cos’è accaduto?
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- Scritto da speleopolis.org
- Categoria: Cronaca
Si è chiuso domenica 3 novembre, l'incontro internazionale di speleologia "Casola 2013 Underground “C'è qualcosa che dovresti sapere” dopo cinque incredibili giornate.
Vent’anni fa nasceva Nebbia ’93 a Casola Valsenio, il primo raduno “moderno” speleologico.
Eccoci qua dopo due decenni.
Mi capita spesso di raccontare l’evento ad amici della bassa e mi trovo a dover rispondere alla domanda “Uno speleo che?!”. La risposta è sempre molto concisa “un esploratore di grotte”. E’ difficile spiegare al mondo oltre Casola quello che il raduno porta nella nostra comunità. Non si tratta solo di un grande evento. E’ una condizione nell’aria che cambia. Una frizzante adrenalina che pervade gli abitanti e gli speleologi che arrivano da lontano. Una magia che fa diventare tutti più solidali.
Il paese si risveglia e si ripopola magicamente per qualche giorno. Sembra che tutto avvenga in un lampo: alcuni giorni prima si intravedono loschi figuri girovagare per il paese. In quei momenti chiunque passi da Casola, anche un finanziere, viene scambiato per uno speleologo. A poco a poco nascono capannoni come funghi, in poche ore, vengono allestite sale, locali, segnaletica ovunque, scenografie bizzarre, mostre. Poi veniamo invasi da pacifici stranieri.
Mia nonna mi diceva: “Arriva La Nebbia?”. E come la nebbia che arriva all’improvviso con un vento da nord arrivano loro a portare uno sprizzo di vita nuova alle nostre giornate.
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