Sabato 20 gennaio, alle ore 15.30, presso la sala di 'Rintocchi e sapori' in via Matteotti 59, si terrà un convegno sulla riqualificazione del centro storico di Casola, con uno sguardo a quanto realizzato in questi ultimi anni e a quanto ancora deve essere fatto. Invitando i cittadini a partecipare, pubblichiamo una lettera sul tema che abbiamo ricevuto da Alessandro Righini, che ha voluto esprimere le proprie idee pubblicamente anche se oggi pomeriggio non potrà prendere parte all'incontro. La lettera è stata spedita anche ad altre persone e istituzioni interessate, a partire dal sindaco Sagrini.


Casola Valsenio, 19/01/2007

Sono molto dispiaciuto di non poter partecipare a questo incontro sul “Centro storico ritrovato” in quanto sabato prossimo sarò assente da Casola.Avrei ascoltato con estremo interesse i relatori ed avrei testimoniato il mio apprezzamento per la importante azione di recupero e restauro promossa e sostenuta dall’Amministrazione Comunale.Grazie agli interventi effettuati in via Matteotti, piazza Sasdelli, via Sorgente, vicolo Delle Rimesse e grazie agli interventi di recupero edilizio operati anche dai privati sugli edifici che si affacciano su queste vie, il nostro vecchio centro storico sta lentamente e faticosamente riacquistando e recuperando una sua dignità. Sul versante dei centri storici a dire il vero a Casola non abbiamo molto da spendere per far fronte alla concorrenza dei paesi vicini, ma questi interventi dimostrano che anche noi possiamo fare molte cose buone, sfruttare al massimo e bene le non moltissime chances che l’eredità dei nostri antichi padri ci ha lasciato e recuperare così il gap derivato dalla mancanza di edifici di particolare rilevanza architettonica (ovviamente mi riferisco al nucleo del centro abitato).
Casola dunque, su questo versante, più che per qualche edificio o palazzo importante, si caratterizza per un suo particolare e diffuso (relativamente) tessuto urbano adiacente alle vie storiche.
E’ una eredità che, per la mancanza di grosse evidenze, è particolarmente delicata, ma che, proprio per questo, può rivelarsi molto apprezzabile ai palati ed agli occhi dei visitatori più raffinati ed attenti.
Se sul piano delle strade già molto si è fatto, moltissimo si deve ancora fare sul recupero degli edifici. Basti pensare al palazzo Testi, uno degli edifici più significativi ed importanti del nostro centro storico, a molti palazzi che si affacciano su via Matteotti, ai vicoli ed ai portichetti che da questa via si collegano a via Fondazza, ed ancora in piazza Sasdelli per il recupero dell’originale disegno a volta di alcuni portoni o per marcare maggiormente il segno di quelli che la volta l’hanno conservata. In questo senso basterebbe ad esempio allineare al filo interno del muro i portoni in vetro che chiudono il magazzino della Pro Loco e del magazzino di Vespignani (ora sono allineati al filo esterno) per marcare meglio i segni delle volte e rianimare così il disegno della principale facciata di Piazza Sasdelli.
Tutto bene dunque, ma se avessi potuto essere presente ed intervenire avrei soprattutto cercato di porre l’accento su di un particolare aspetto di tutta questa vicenda.
Un aspetto problematico, poco simpatico e a volte un po’ avvilente che, parafrasando un antico e famoso pronunciamento di un padre fondatore della nostra patria, potrebbe risuonare così:“Ora che abbiamo recuperato il centro storico di Casola, cerchiamo di recuperare la sensibilità ed il senso civico dei casolani.”
Come abitante del centro storico e come osservatore di costumi di comportamento, devo purtroppo mandar giù diversi magoni nell’assistere spesso a comportamenti inutilmente incivili e irrispettosi soprattutto nell’uso dell’automobile in centro.
Dico inutilmente incivili perché basterebbe poco, pochissimo per essere corretti.
Abito nel centro storico, sono un assiduo utilizzatore dell’auto e ho sempre, dico sempre, trovato il modo di parcheggiare correttamente l’auto nel giro massimo di 200 metri da casa mia, spessissimo o quasi sempre nel giro di 50 o 100 metri.
Non si capisce dunque perché nel centro storico si debbano riscontrare così numerosi i comportamenti di indisciplina e di trasandatezza nell’utilizzo dei parcheggi e delle macchine.
Non capisco perché si debba ritenere di avere un sacrosanto diritto ad arrivare dappertutto, sia davanti al negozio, sia davanti alla propria casa con la macchina sotto il culo ed a lasciarvela anche per tempi lunghi, incuranti dei disagi e dei danni provocati al traffico ed al decoro del paese.Non parlo di qualche sforamento del disco orario, parlo di auto parcheggiate in doppia fila o sui lati vietati lasciate davanti alle porte dei negozi, di auto messe di traverso o a ridosso degli incroci.
Cavoli!!! (per non dire altro) Abbiamo ancora la fortuna di avere due gambe o no??? Usiamole allora!!!
La povera piazza Sasdelli rinnovata e ristrutturata purtroppo sta diventando l’esempio più emblematico di questi comportamenti.
C’è stato un duro dibattito civile ed anche politico dopo la ristrutturazione di questo spazio, per restituire a questa piazza la sua antica funzione e dignità, quella di una piazza per l’appunto. Che è un spazio aperto, libero, adattabile di volta in volta ad attività particolari ed alla fruizione dei cittadini che si vogliono soffermare in un luogo per dialogare, per mercanteggiare, per incontrarsi, ai bambini per giocare, o anche solo per guardarsi attorno senza doversi guardare le spalle dalle auto o dal traffico. Una piazza non un deposito di macchine.
Purtroppo, a causa anche di spinte politiche che io giudico di corto respiro e demagogiche e a una certa mancanza di coraggio, si è riusciti ad ottenere solo un mezzo risultato, un risultato ibrido, preservando solo metà della piazza dal declassamento a deposito di auto.
Peccato, però meglio che niente! Se non altro si è riusciti ad affermare un principio, in attesa che vi sia una completa maturazione di consapevolezza civile e di coscienza urbanistica.Ma sempre più spesso anche quel po’ che si è riusciti ad ottenere rischia di essere vanificato e messo in discussione da comportamenti indisciplinati ed irrispettosi della norma e delle disposizioni comunali.
Sempre più spesso vi è chi, impunito, parcheggia tranquillamente anche nella metà vietata della piazza, e questo anche quando in via Marconi ci sono diversi posti liberi.
Come è possibile che ragazzoni sani e forti, che magari percorrono kilometri e kilometri a piedi in montagna per seguire una battuta di caccia al cinghiale, poi, per andare al bar o in un negozio o semplicemente a casa propria, debbano lasciare i loro potenti SUV o le loro auto in mezzo alla strada o per forza in piazza, sia pure dove ciò è vietato?Il problema è che questo comportamento in piazza Sasdelli, da sporadico ed episodico che era all’inizio dell’istituzione del divieto di parcheggio, sta diventando abitudine pressoché impunita.
Lasciare correre e chiudere un occhio, o tutti e due, sui comportamenti incivili, magari per opportunismo politico, è una pessima metodologia propedeutica.
Su piazza Sasdelli si è fatta una scelta, anche se a metà, rispettiamola dunque e facciamola rispettare e se non si può sempre assicurare un controllo efficace e duraturo con una guardia, visto le continue riduzioni di organico, allora si pongano dei dissuasori fisici più efficaci dei fittoni mobili che ci sono, che fra l’altro ognuno è in grado di spostare avanti ed indietro a piacimento.
Per tornare al Centro storico ritrovato, dobbiamo avere la consapevolezza che c’è ancora tanto da fare e soprattutto dobbiamo cominciare ad apprezzarlo questo ritrovamento e difenderlo.So che c’è allo studio un piano per il riordino del traffico, sono favorevole a porre delle regole e ad esigere il loro rispetto.
Fortunatamente abitiamo in un piccolo centro, gli spazi e le distanze sono assolutamente a misura di uomo e tutti percorribili facilmente anche a piedi, l’utilizzo delle auto può essere facilmente regolato senza drammi o sconvolgimenti per nessuno. Facciamo sì che il nostro paese sia un paese piacevole, ordinato, civile e, perché no, più bello!Abbiamo il vicino esempio della Toscana e dell’Umbria, dove un ambiente prezioso, che per lungo tempo era andato degradandosi ed impoverendosi, in pochi anni, negli ultimi decenni, grazie ad azioni e politiche lungimiranti ed intelligenti, è stato recuperato e valorizzato ed è diventato una formidabile opportunità di promozione e sviluppo economico e culturale.Copiamo da chi ha fatto bene, guardiamo lontano e difendiamo le scelte fatte finora.
Grazie per l’attenzione.

Alessandro Righini


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