Anni fa John Lennon chiedeva di dare una possibilità alla pace. Chiedo perdono se uso le stesse parole del suo leggendario appello (ahimè inascoltato) per introdurre una ben più piccola questione di politica paesana. Ma mi sembra che la frase che ho usato per il titolo - 'Date una possibilità alla piazza' - centri al cuore la più dibattuta questione dell'ultimo periodo a Casola, cioè l'utilizzo di Piazza Sasdelli dopo il lifting (evito troppo facili battute su altri lifting politici di questi giorni) a cui è stata sottoposta.
In parole povere: parcheggio sì o parcheggio no?
Partiamo da un dato di fatto: la sistemazione della piazza era necessaria, ha subito vicissitudini e ritardi che tutti abbiamo potuto constatare in questi mesi ma alla fine è arrivata in porto. Può piacere o non piacere - di certo non è un 'gioiello architettonico' come qualcuno l'ha definita durante il convegno seguito all'inaugurazione domenica 25 gennaio - ma il miglioramento rispetto alla spianata di asfalto precedente è innegabile. In ogni caso mi sembra che gli interventi di ristrutturazione debbano servire soprattutto a innescare una riflessione sul ruolo della piazza, non solo a Casola ma all'interno della tradizione sociale, politica e urbanistica.
In parole povere: parcheggio sì o parcheggio no?
Partiamo da un dato di fatto: la sistemazione della piazza era necessaria, ha subito vicissitudini e ritardi che tutti abbiamo potuto constatare in questi mesi ma alla fine è arrivata in porto. Può piacere o non piacere - di certo non è un 'gioiello architettonico' come qualcuno l'ha definita durante il convegno seguito all'inaugurazione domenica 25 gennaio - ma il miglioramento rispetto alla spianata di asfalto precedente è innegabile. In ogni caso mi sembra che gli interventi di ristrutturazione debbano servire soprattutto a innescare una riflessione sul ruolo della piazza, non solo a Casola ma all'interno della tradizione sociale, politica e urbanistica.
Ma partiamo dai dati concreti. Scomparirebbero alcuni posti per parcheggiare. Ora che a Casola il problema dei parcheggi sia così assillante mi sembra affermazione esagerata, anche se ora non si può più lasciare l'auto nel tratto superiore di via Matteotti (ma avete visto com'è più bella così sgombra?). Diciamo piuttosto che siamo abituati a trovare il parcheggio a 5 metri dal negozio in cui dobbiamo entrare. Anzi, di solito siamo abituati a parcheggiare davanti al negozio (o bar, o banca che dir si voglia) anche se è vietato. Pensate forse che fare 20 metri a piedi sia un sacrificio così insopportabile? O che scendere da via Neri senza macchina possa fare male ai vostri calli? Certo, le borse della spesa, gli anziani che fanno fatica (sono poi così tanti gli anziani che non riescono a camminare e però guidano allegramente la macchina?) e tante altre scuse. La verità è che la pigrizia spesso ci paralizza le gambe. Poi, non si potrebbe spostare il mercato in piazza Sasdelli così da liberare i posti auto in piazza Oriani nei giorni di più intensa affluenza?
Insomma, quella della necessità dei parcheggi è una motivazione che fatica a reggere (piuttosto, bisognerebbe buttare un occhio nella zona del supermercato Cofra, lì forse i posti auto dovrebbero crescere, a patto però che per fare spazio non vengano abbattute le Scuole Medie in quanto economicamente non produttive).
Altra motivazione (davvero forte) dei sostenitori del parcheggio: 'A cosa serve uno spazio vuoto nel centro del paese?'
A cosa serve?!?!? Ma siamo diventati pazzi o abbiamo dimenticato un paio di millenni di storia? C'è sempre stato uno spazio vuoto nel centro delle città, dei paesi, dei villaggi, dei borghi! Forse che i nostri antenati erano tutti fessi che buttavano via il terreno così, per il gusto di fare sentire tanto intelligenti le generazioni future? Una piazza vuota non serve forse a niente che rientri nella logica commerciale con cui spesso gli spazi vengono progettati (il che fra l'altro è tutto da dimostrare). Anzi, rende più difficile per i cittadini raggiungere i negozi. Non a caso è il centro commerciale, questo nuovo totem dei nostri giorni, che sta usurpando il ruolo tradizionale della piazza, sta diventando il luogo in cui i ragazzini si danno appuntamento per l'uscita di gruppo e l'ambiente privilegiato della passeggiata domenicale delle famiglie. Però la piazza serve a incontrarsi e chiacchierare senza doversi preoccupare di farsi pestare i piedi da uno pneumatico. E da questi incontri, da queste chiacchiere nascono contatti, nascono amicizie, nascono idee, nascono progetti. Lo spazio è sempre stato il luogo del cittadino. Nel medioevo la piazza era il luogo più importante della socialità, e anche quando le nobili corti rinascimentali si sono rinchiuse fra le mura dei palazzi, la piazza è rimasta lo spazio del popolo. La piazza è lo spazio in cui si consumano i grandi eventi ma anche i piccoli incontri che muovono la vita di tutti noi. La piazza è lo spazio in cui sono nate e si sono bruciate le rivoluzioni, i cortei 'scendono in piazza', giusti o sbagliati lì, in quell'inutile rettangolo vuoto, si radunano i fermenti più vivi e attivi della società.
E' forse un caso se appena qualche anno fa all'esame di maturità venne dato un tema che spingeva proprio ad alcune riflessioni sull'importanza delle piazze nella storia e nell'attualità? Un caro amico, commentando il tema, mi disse che sarebbe stato interessante inserire riferimenti alle nuove piazze virtuali messe a disposizione da Internet, le liste di discussione che non a caso di chiamano forum. Giustissimo, bella idea che da sola forse valeva un buon voto. Ma questo non deve farci dimenticare che stiamo ancora calpestando un suolo reale, fisico, tangibile. Che il nostro mondo non si è (ancora) dissolto nell'etere, e che quindi il nostro occhio e la nostra mente devono occuparsi anche degli spazi concreti con cui ci troviamo faccia a faccia ogni mattina.
Durante le discussioni con gli amici, a queste riflessioni mi è stato ribattuto: 'Sì, è vero, ma a Casola questo non succede, chi si ferma a chiacchierare in piazza a Casola?' Ma chiaramente nessuno visto che negli ultimi anni è sempre stata occupata dalle auto. Ed è per questo che dico di dare una possibilità di vita, vita vera, alla piazza. Se le auto non ci fossero? Forse i casolani, in quelle belle mattinate di mercato primaverili, non si fermerebbero a chiacchierare in mezzo a via Marconi come se fosse una cavedagna, costringendo gli automobilisti a gimkane fra birilli umani. Forse si fermerebbero in piazza Sasdelli a schiamazzare sotto le finestre della mia camera, ma via, sopporto le orchestre romagnole nei venerdì sera estivi, sopporterò anche le chiacchiere a 120 decibel degli aficionados del mercato.
Non ci sono dubbi che il lavoro di risanamento del centro storico non può fermarsi qui. Non solo deve essere portato a termine il secondo stralcio che è già in programma, ma devono anche essere compiuti i progetti di ristrutturazione delle facciate degli edifici della zona, progetti che mi dicono essere già pronti in gran numero e per molti dei quali sarà possibile trovare finanziamenti. Poi bisognerà cercare di attirare la gente in piazza, anche con quegli stessi negozi che ora stanno nelle vie laterali. Ma tutto questo non avrà nessun senso finché le auto occuperanno il suolo e oscureranno la visuale.
Qual è invece la soluzione al problema adottata finora e che probabilmente diventerà definitiva? Metà piazza parcheggiabile, l'altra metà no. Un compromesso degno della più dissacrante commedia all'italiana. Il tutto, mi sembra di avere capito, per accontentare Rifondazione Comunista, sostenitrice ad oltranza del parcheggio totale. Rifondazione Comunista?!!?!? Scusate ma mi scappa da ridere. La sinistra, che ha sempre teorizzato una politica urbanistica che non pensasse solo agli aspetti commerciali ma creasse un ambiente vivibile, a misura d'uomo, con centri di aggregazione, vuole un parcheggio nell'unico vasto spazio libero del paese perché se no come fanno gli anziani ad andare a fare la spesa (e di conseguenza i commercianti rischiano di perdere clienti)? Il mondo alla rovescia, ho pensato subito. Poi mi sono detto che siamo a Casola, il paese in cui negli anni '80 una giunta di sinistra permise a un'astronave aliena zampillante acqua sporca (un'astronave brutta fra l'altro, di quelle da film fantascientifico di serie B anni '50, nemmeno uno di quei caccia spaziali fichissimi di Guerre stellari!) di atterrare e mettere radici nella piazza storica antistante il palazzo del Comune!
Pian piano stiamo perdendo i luoghi in cui si è svolta la storia del paese.
E non sono l'unico a dirlo, anzi, è la stessa 'intellighenzia' casolana ad affermarlo a gran voce!
Come già detto domenica 25 gennaio la piazza è stata inaugurata: una breve cerimonia con discorso del sindaco e posa di due lapidi dedicate ad Andrea Costa e Luigi Sasdelli e un convegno nella sala polivalente 'Giovanni Spadolini'.
Una parola sulla cerimonia tenutasi in piazza. Lo stratosferico successo dell'assessore Palmiro Cangini a Zelig ha catapultato nell'occhio del ciclone gli amministratori della cosa pubblica romagnoli e le manifestazioni di questo tipo. Nell'assistervi infatti - sarà l'accento, sarà la suggestione impostaci dalla TV - sembra sempre che il politico di turno debba prima o poi lanciare il mitico slogan: 'Fatti, non...' Però qualcosa per non cadere nella macchietta, nella caricatura si può fare. Per esempio, quella domenica mattina, si poteva lavare piazza Sasdelli con maggiore cura, eliminando almeno le macchie di olio che la solcavano da parte a parte. Oppure si poteva togliere dal mezzo il palo che una volta sosteneva il cartello con l'indicazione del nome della piazza e che ora è lì, inutile come un frigorifero al Polo Nord. Inutile perché il cartello col nome della piazza è stato attaccato al muro. Peccato che un paio di tasselli abbiano deciso di fare le bizze, così che il cartello è tutto ballonzolante mezzo staccato dalla parete. Col sindaco che di fianco al palo inutile e alla targa pericolante celebrava il lavoro fatto ma, evidentemente, non completamente portato a termine. Qualcuno ha detto che il buon Dio sta nei particolari, non dimentichiamolo mai. Ma la cosa davvero divertente di quella mattina è stata che si è dovuto fare intervenire il carro attrezzi per spostare un'auto che stazionava allegramente nel bel mezzo della piazza, insensibile ai cartelli di divieto di sosta esposti sin dai giorni precedenti. Che sia stato uno spiritello maligno, un automobilista distratto, o un dissidente politico, fatto sta che il paradossale episodio non ha potuto non riproporre la questione del parcheggio sì, parcheggio no. E riguardo a questo problema cosa è stato detto durante il successivo convegno?
Accenni più o meno larvati, proposte caute, non era quella la sede per discuterne, certamente. Quello che però gli interventi di Massimo Isola e Beppe Sangiorgi hanno voluto mettere in luce era l'importanza storica della piazza, il suo valore di coesione, la sua importanza nella creazione di una società libera e democratica. Insomma tutto ciò che abbiamo sottolineato nelle righe precedenti, condito da dovizia di date, fatti, particolari storici. Non solo, ma la stessa ristrutturazione urbanistica, si è detto, tendeva a recuperare l'aspetto antico del centro storico: anche fisicamente quindi l'intervento si ispirava a una tradizione che non era certo quella del grigio parcheggio. L'Amministrazione Comunale ha promosso questo convegno, durante il quale sono state dette queste cose. Se gli antichi dicevano 'verba volant', Carlo Levi diceva 'le parole sono pietre'. Con le parole e con le pietre si costruiscono i paesi e le città. L'Amministrazione Comunale dovrebbe disattendere le parole da lei stessa promosse? Un po' di coraggio e un po' di coerenza. Non soffochiamo la piazza prima ancora di averle dato la possibilità di (ri)nascere.
Michele Righini
Piazza Luigi Sasdelli, 6
48010 Casola Valsenio (RA)
Insomma, quella della necessità dei parcheggi è una motivazione che fatica a reggere (piuttosto, bisognerebbe buttare un occhio nella zona del supermercato Cofra, lì forse i posti auto dovrebbero crescere, a patto però che per fare spazio non vengano abbattute le Scuole Medie in quanto economicamente non produttive).
Altra motivazione (davvero forte) dei sostenitori del parcheggio: 'A cosa serve uno spazio vuoto nel centro del paese?'
A cosa serve?!?!? Ma siamo diventati pazzi o abbiamo dimenticato un paio di millenni di storia? C'è sempre stato uno spazio vuoto nel centro delle città, dei paesi, dei villaggi, dei borghi! Forse che i nostri antenati erano tutti fessi che buttavano via il terreno così, per il gusto di fare sentire tanto intelligenti le generazioni future? Una piazza vuota non serve forse a niente che rientri nella logica commerciale con cui spesso gli spazi vengono progettati (il che fra l'altro è tutto da dimostrare). Anzi, rende più difficile per i cittadini raggiungere i negozi. Non a caso è il centro commerciale, questo nuovo totem dei nostri giorni, che sta usurpando il ruolo tradizionale della piazza, sta diventando il luogo in cui i ragazzini si danno appuntamento per l'uscita di gruppo e l'ambiente privilegiato della passeggiata domenicale delle famiglie. Però la piazza serve a incontrarsi e chiacchierare senza doversi preoccupare di farsi pestare i piedi da uno pneumatico. E da questi incontri, da queste chiacchiere nascono contatti, nascono amicizie, nascono idee, nascono progetti. Lo spazio è sempre stato il luogo del cittadino. Nel medioevo la piazza era il luogo più importante della socialità, e anche quando le nobili corti rinascimentali si sono rinchiuse fra le mura dei palazzi, la piazza è rimasta lo spazio del popolo. La piazza è lo spazio in cui si consumano i grandi eventi ma anche i piccoli incontri che muovono la vita di tutti noi. La piazza è lo spazio in cui sono nate e si sono bruciate le rivoluzioni, i cortei 'scendono in piazza', giusti o sbagliati lì, in quell'inutile rettangolo vuoto, si radunano i fermenti più vivi e attivi della società.
E' forse un caso se appena qualche anno fa all'esame di maturità venne dato un tema che spingeva proprio ad alcune riflessioni sull'importanza delle piazze nella storia e nell'attualità? Un caro amico, commentando il tema, mi disse che sarebbe stato interessante inserire riferimenti alle nuove piazze virtuali messe a disposizione da Internet, le liste di discussione che non a caso di chiamano forum. Giustissimo, bella idea che da sola forse valeva un buon voto. Ma questo non deve farci dimenticare che stiamo ancora calpestando un suolo reale, fisico, tangibile. Che il nostro mondo non si è (ancora) dissolto nell'etere, e che quindi il nostro occhio e la nostra mente devono occuparsi anche degli spazi concreti con cui ci troviamo faccia a faccia ogni mattina.
Durante le discussioni con gli amici, a queste riflessioni mi è stato ribattuto: 'Sì, è vero, ma a Casola questo non succede, chi si ferma a chiacchierare in piazza a Casola?' Ma chiaramente nessuno visto che negli ultimi anni è sempre stata occupata dalle auto. Ed è per questo che dico di dare una possibilità di vita, vita vera, alla piazza. Se le auto non ci fossero? Forse i casolani, in quelle belle mattinate di mercato primaverili, non si fermerebbero a chiacchierare in mezzo a via Marconi come se fosse una cavedagna, costringendo gli automobilisti a gimkane fra birilli umani. Forse si fermerebbero in piazza Sasdelli a schiamazzare sotto le finestre della mia camera, ma via, sopporto le orchestre romagnole nei venerdì sera estivi, sopporterò anche le chiacchiere a 120 decibel degli aficionados del mercato.
Non ci sono dubbi che il lavoro di risanamento del centro storico non può fermarsi qui. Non solo deve essere portato a termine il secondo stralcio che è già in programma, ma devono anche essere compiuti i progetti di ristrutturazione delle facciate degli edifici della zona, progetti che mi dicono essere già pronti in gran numero e per molti dei quali sarà possibile trovare finanziamenti. Poi bisognerà cercare di attirare la gente in piazza, anche con quegli stessi negozi che ora stanno nelle vie laterali. Ma tutto questo non avrà nessun senso finché le auto occuperanno il suolo e oscureranno la visuale.
Qual è invece la soluzione al problema adottata finora e che probabilmente diventerà definitiva? Metà piazza parcheggiabile, l'altra metà no. Un compromesso degno della più dissacrante commedia all'italiana. Il tutto, mi sembra di avere capito, per accontentare Rifondazione Comunista, sostenitrice ad oltranza del parcheggio totale. Rifondazione Comunista?!!?!? Scusate ma mi scappa da ridere. La sinistra, che ha sempre teorizzato una politica urbanistica che non pensasse solo agli aspetti commerciali ma creasse un ambiente vivibile, a misura d'uomo, con centri di aggregazione, vuole un parcheggio nell'unico vasto spazio libero del paese perché se no come fanno gli anziani ad andare a fare la spesa (e di conseguenza i commercianti rischiano di perdere clienti)? Il mondo alla rovescia, ho pensato subito. Poi mi sono detto che siamo a Casola, il paese in cui negli anni '80 una giunta di sinistra permise a un'astronave aliena zampillante acqua sporca (un'astronave brutta fra l'altro, di quelle da film fantascientifico di serie B anni '50, nemmeno uno di quei caccia spaziali fichissimi di Guerre stellari!) di atterrare e mettere radici nella piazza storica antistante il palazzo del Comune!
Pian piano stiamo perdendo i luoghi in cui si è svolta la storia del paese.
E non sono l'unico a dirlo, anzi, è la stessa 'intellighenzia' casolana ad affermarlo a gran voce!
Come già detto domenica 25 gennaio la piazza è stata inaugurata: una breve cerimonia con discorso del sindaco e posa di due lapidi dedicate ad Andrea Costa e Luigi Sasdelli e un convegno nella sala polivalente 'Giovanni Spadolini'.
Una parola sulla cerimonia tenutasi in piazza. Lo stratosferico successo dell'assessore Palmiro Cangini a Zelig ha catapultato nell'occhio del ciclone gli amministratori della cosa pubblica romagnoli e le manifestazioni di questo tipo. Nell'assistervi infatti - sarà l'accento, sarà la suggestione impostaci dalla TV - sembra sempre che il politico di turno debba prima o poi lanciare il mitico slogan: 'Fatti, non...' Però qualcosa per non cadere nella macchietta, nella caricatura si può fare. Per esempio, quella domenica mattina, si poteva lavare piazza Sasdelli con maggiore cura, eliminando almeno le macchie di olio che la solcavano da parte a parte. Oppure si poteva togliere dal mezzo il palo che una volta sosteneva il cartello con l'indicazione del nome della piazza e che ora è lì, inutile come un frigorifero al Polo Nord. Inutile perché il cartello col nome della piazza è stato attaccato al muro. Peccato che un paio di tasselli abbiano deciso di fare le bizze, così che il cartello è tutto ballonzolante mezzo staccato dalla parete. Col sindaco che di fianco al palo inutile e alla targa pericolante celebrava il lavoro fatto ma, evidentemente, non completamente portato a termine. Qualcuno ha detto che il buon Dio sta nei particolari, non dimentichiamolo mai. Ma la cosa davvero divertente di quella mattina è stata che si è dovuto fare intervenire il carro attrezzi per spostare un'auto che stazionava allegramente nel bel mezzo della piazza, insensibile ai cartelli di divieto di sosta esposti sin dai giorni precedenti. Che sia stato uno spiritello maligno, un automobilista distratto, o un dissidente politico, fatto sta che il paradossale episodio non ha potuto non riproporre la questione del parcheggio sì, parcheggio no. E riguardo a questo problema cosa è stato detto durante il successivo convegno?
Accenni più o meno larvati, proposte caute, non era quella la sede per discuterne, certamente. Quello che però gli interventi di Massimo Isola e Beppe Sangiorgi hanno voluto mettere in luce era l'importanza storica della piazza, il suo valore di coesione, la sua importanza nella creazione di una società libera e democratica. Insomma tutto ciò che abbiamo sottolineato nelle righe precedenti, condito da dovizia di date, fatti, particolari storici. Non solo, ma la stessa ristrutturazione urbanistica, si è detto, tendeva a recuperare l'aspetto antico del centro storico: anche fisicamente quindi l'intervento si ispirava a una tradizione che non era certo quella del grigio parcheggio. L'Amministrazione Comunale ha promosso questo convegno, durante il quale sono state dette queste cose. Se gli antichi dicevano 'verba volant', Carlo Levi diceva 'le parole sono pietre'. Con le parole e con le pietre si costruiscono i paesi e le città. L'Amministrazione Comunale dovrebbe disattendere le parole da lei stessa promosse? Un po' di coraggio e un po' di coerenza. Non soffochiamo la piazza prima ancora di averle dato la possibilità di (ri)nascere.
Michele Righini
Piazza Luigi Sasdelli, 6
48010 Casola Valsenio (RA)