In questo ultimo mese, in seguito al clamore suscitato dalle proteste degli agricoltori, ha tenuto banco la vicenda del Parco dei Gessi con il problema delle nomine degli organi amministrativi ed esecutivi e con la spartizione delle varie poltrone.
Dopo la sofferta genesi della costituzione del Parco, vicenda che si è trascinata per anni fra alti e bassi, si era giunti al rush finale e si doveva decidere chi doveva amministrare e gestire questo nuovo ente, ma è proprio su questo nodo che l’iter si è di nuovo inceppato.


Per capirci qualcosa vediamo però nel dettaglio come si articola la struttura amministrativa dell’Ente.
Vi è prima di tutto il Consiglio del Parco con un suo Presidente e altri 9 membri.
Questi sono rappresentanti degli enti territorialmente interessati dall’area parco: 6 Comuni, 2 Province, 2 Comunità Montane (future Unioni dei Comuni). Questo organo non avrebbe compiti gestionali ma solo di indirizzo. Dovrebbe in sostanza indicare le linee d’azione e gli obiettivi da raggiungere.
Tutti i membri di questo Consiglio, presidente compreso, per legge (attenzione perchè è proprio qui che sono sorti i problemi che hanno suscitato le reazione degli agricoltori) devono essere soggetti “istituzionali” cioè già inseriti nelle istituzioni.
Il dibattito in corso è sorto attorno alla definizione “soggetti istituzionali” perchè, secondo una certa interpretazione della legge, un sindaco può delegare qualcuno a rappresentarlo nel Consiglio, ma questo qualcuno deve essere ad esempio un assessore o un consigliere comunale.
E’ per questo motivo, ad esempio, e qui apriamo una parentesi, che a Casola, recentemente, ci siamo ritrovati come assessore Guido Tampieri, ovvero proprio la persona designata a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio del Parco.
Un personaggio come questo, che ha ricoperto in Provincia, in Regione ed anche a livello nazionale ruoli di rilievo e particolarmente esperto dei problemi relativi all’agricoltura, presumiamo ( ma questa è una nostra illazione) non avrebbe mai fatto l’assessore a Casola se non fosse stato che, tramite questo escamotage, si rendeva possibile la sua nomina alla Presidenza di cui sopra e, tramite questa (si mormora), con un ulteriore balzo, l’approdo definitivo al consiglio dell’Ente Nazionale Parchi.
Ma torniamo a noi.
Subito dopo viene Il Comitato Esecutivo che sarebbe il vero organo di governo del parco ed è composto da 5 persone: un presidente, un vice presidente e altri 3 consiglieri.
Vi è poi una Consulta Tecnica costituita da 9 esperti di varie discipline attinenti alla conduzione del parco, una Consulta del Parco costituita da gruppi di tre rappresentanti per le categorie professionali interessate, agricoltori, commercianti, artigiani ecc. ecc. ed infine una Consulta Agro-Ambientale che dovrebbe vigilare e consigliare sulle interconnessioni fra ambiente e agricoltura.
Infine vi è un Direttore del Parco.
Insomma un bel po’ di gente coinvolta, almeno sulla carta, qualcuno dice anche troppa.
Fra tutti questi soggetti quali saranno quelli che poi gestiranno e decideranno veramente? Questo è l’interrogativo ed è su questo punto che gli agricoltori non hanno visto chiaro, anzi, a dire veramente come stanno le cose, si sono sentiti “fregati” e sono insorti promuovendo a Riolo Terme, lo scorso 29 gennaio, una manifestazione di protesta con tanto di trattori in strada, striscioni, bandiere e tanta rabbia nello stomaco.
Sembra infatti che nei protocolli di intesa sottoscritti in precedenza fra le amministrazioni coinvolte e le associazioni di categoria interessate fosse contemplata la presenza di un rappresentante degli agricoltori anche nel Consiglio del Parco. In seguito, invece, sulla base di una contestata interpretazione della voce “soggetti istituzionali”, sono stati tagliati fuori da questo organismo ed ammessi solo nel Comitato Esecutivo e nelle varie Consulte.
Ora, conoscendo un po’ come girano le cose, dobbiamo riconoscere che le reazioni degli agricoltori non sono ingiustificate: sappiamo bene infatti quale sia il “peso” reale delle consulte nei processi decisionali delle varie amministrazioni, spesso pressoché nullo se contraddicente le convinzioni degli organi decisionali, pletorico se concordi.
Inoltre ci chiediamo perchè siano state fatte promesse all’atto delle firme dei protocolli di intesa se poi si sapeva che contraddicevano la legge.
Quanto sopra vale per le consulte. Diverso è il caso del Comitato Esecutivo nel quale invece non vi sono ostacoli legislativi alla nomina di rappresentanti degli agricoltori. Questo comitato, almeno a detta dei politici, è il vero organismo gestionale del parco, ovvero quello che decide e che indirizza le risorse e controlla le spese, quindi, se chiamati a farvi parte, gli agricoltori dovrebbero essere soddisfatti.
Evidentemente gli agricoltori non si fidano troppo dei politici, infatti non si sono accontentati di queste assicurazioni ed hanno preteso di vederci più chiaro. Così, dopo un incontro con il presidente del Consiglio del Parco Guido Tampieri, hanno chiesto un approfondimento giuridico delle questioni dibattute.
La richiesta è stata accolta ed è stato affidato a due giuristi di rispettiva fiducia il compito di dar vita ad una specie di lodo arbitrale che dovrà dirimere la questione.
Non sappiamo se al momento in cui uscirà Lo Spekkietto gli esperti si saranno già pronunciati. Nel frattempo però c’era la necessità impellente di costituire un Comitato Esecutivo provvisorio per portare a termine le pratiche finalizzate all’acquisizione di importanti finanziamenti. Sono stati così
nominati i 5 componenti: Eugenio Fusignani, assessore provinciale - Renato Sartiani, assessore del comune di Borgo Tossignano - Viscardo Baldi, assesssore del Comune di Brisighella - Sante Cavina, assessore del comune di Riolo Terme – Cesare Ronchi, assessore del comune di Casalfiumanese.
Per la cronaca, come direttore del parco è stato nominato Massimiliano Costa, un funzionario dei parchi provinciali di provata capacità ed esperienza che ci è noto anche per la grande passione con cui svolge il proprio compito nell’ambito dell’Amministrazione Provinciale.
La sede dell’amministrazione del parco dovrebbe essere collocata a Riolo nei locali della Società d’Area, così da realizzare sinergie e risparmi di costi.


Alessandro Righini
Condividi questo articolo
FaceBook  Twitter