Mi sembra ancora di sentire gli odori, il frastuono, Il freddo, la pioggia di quelle giornate lontane…
Romana mi faceva fare i compiti, si’ ma in fretta, e l’inchiostro Usciva fuori dalla punta spuntata del pennino a forma di“torre eiffel”.
Un po’ di cenere e di corsa giu’ per le scale di casa mia… era il giorno della “ festa “, il paese ci aspettava.
Io ero piccola, 7 anni, romana invece era grande, boh! Forse 13 anni, 15… non ricordo, l’euforia pero’ era uguale per tutte e due.
Nel piazzale antistante il municipio c’era la giostra degli aeroplani, mamma com’era bella, grande un gigante.
I soldi, pochi, bastavano si’ e no per un giro, il biglietto era di cartone………perche’ non provare a farne uno uguale.
Di corsa a casa sua, era a due passi vicino alla parrocchia,
Tre piani di scale a perdifiato: forbici, cartone no, troppo chiaro, quello troppo scuro poi e’ piu’ sottile, niente da fare.
Decisamente ci dovevamo accontentare di guardare quelli che sugli areoplani ci volavano… pazienza…
I giostrai erano di casa in paese perche’ ormai da anni sostavano a casola per 3-4 mesi di seguito. La fondazza era piena di carrozzoni e panni stesi, cosi’ come pure lo spiazzo dietro il municipio.
C’erano le signore piu’ anziane che conoscevano tutti, andavano da ciata a fare quattro chiacchiere e tutti gli anni era una festa rivedersi.
Succedevano anche delle storie con i bei ragazzi dell’autopista,
Poi loro se ne andavano e le ragazze cambiavano storia.
Mi ricordo che i giostrai erano sempre neri di morcia e parlavano dialetti strani, le loro donne molto belle, alte con lunghi capelli neri.
Ed ecco i carri, giganti che si stagliavano lungo via roma, mi appare davanti un carro a forma di mondo, sopra tanti uomini. Allora erano la maggior parte delle volte verniciati d’oro o d’argento e in cima c’erano sempre le ragazze piu’ belle, con i loro vestiti colorati e svolazzanti un sogno… poi pioveva e faceva freddo, non importava la festa c’era e prendeva tutti…
I tempi sono cambiati, purtroppo, anche lo spirito dei casolani. Al giorno d’oggi non si possono avere emozioni personali, devi essere allineato alla massa.
Abbiamo cambiato il nome alla festa: “festa di primavera”, ma in questo momento mancano idee nuove o anche vecchie, c’e’ un grande vuoto.
Le societa’ che costruiscono i veri protagonisti della “festa di primavera”: i carri di gesso” non sono tenuti nella giusta considerazione, anche la data 25 aprile andrebbe rivista.
Questa giornata e’ gia’ piena di significato, ha le sue manifestazioni i suoi ricordi, cose importanti che si devono mantenere e trasmettere ai giovani e a quelli che se ne sono dimenticati.
La banda, un jolly che suona un po’ di pezzi in fretta, poi l’amato “inno di mameli”, alcuni secondi di raccoglimento per ricordare i nostri ragazzi caduti per darci la “liberta’”… e via… neppure il tempo di ascoltare i ragazzi della scuola media che leggono brani scritti da loro, poesie…
E’ tutto un grosso casino.
Si salta la sfilata bella e allegra che si faceva la mattina con la “sega vecchia”.
Si riempie il paese di mille bancherelle, perche’ invece non metterci i nostri artigiani?
Un’iniziativa molto bella era la sfilata dei carri di creta dei ragazzi.
Riportiamo i giovani in questa festa, chiediamo idee nuove a loro.
Facciamoli partecipare, e’ dovere dei grandi non peccare di protagonismo.
I carri di quest’anno erano tutti e tre belli, temi giusti realizzati anche bene, andrebbero valorizzati meglio.
Trovare il modo per dare alle societa’ un finanziamento piu’ cospicuo e fare due giorni di sfilata: la domenica prima del 25 e il pomeriggio del 25 ad esempio…
E’ difficile trovare idee, ma se c’e’ lo spirito giusto e la voglia di fare qualcosa per il paese diventa tutto piu’ facile
Salviamo la festa di primavera perche’ e’ triste vederla ridotta cosi’……………
Pelle
Un casolano veramente deluso
Leonia Poggiali