Sulle tracce di Hermann Hesse e di Corto Maltese nel Canton Ticino- Cronaca di un’improbabile pomeriggio di mezz’autunno


Personaggi:
Marco Zapparoli, autore dei testi di un libretto: “L’autunno d’oro di Klingsor”. Solo casualmente l’essere editore del primo libro di successo di Cristiano Cavina l’ha avvicinato maggiormente a Casola.
Alessandro Righini, ben conosciuto nel casolano, iniziatore dello scoutismo locale e grande estimatore di Ugo Pratt.
Maurizio Montefiori, ha curato in passato la parte fotografica de’ “Lo Specchio” e anche quella del suddetto libretto.



I personaggi siedono ad un tavolo del Grotto Postmonte, vicino a Lugano, in un tranquillo pomeriggio di mezzo autunno. Qui Hermann Hesse cercava spesso conforto nel vino e nelle bocce. Attorno c’è il bosco, parte di un itinerario che Hesse descrive: “… un sentierino porta dal villaggio verso il lago, lo percorro spesso, in estate centinaia di volte, qualche volta anche d’inverno: non è facile trovarlo”.

Sul tavolo, oltre ai bicchieri, anche due libri, uno è il libretto “L’autunno d’oro di Klingsor”, l’altro un fumetto di Ugo Pratt: “le elvetiche, rosa alchemica”. Sono la ragione che ha spinto i nostri personaggi a fare un salto in Ticino. Per capire, per lasciarsi avvolgere dal fascino dei luoghi dove Hesse ha vissuto buona parte della sua vita, per discuterne assieme.

Marco: Strano, 25 anni fa eravamo seduti allo stesso tavolo, ancora a parlare di Hesse, solo che invece di Alessandro c’era Miguel Serrano. E’ stata una vera fortuna incontrarlo, ci ha confidato chiavi di lettura e informazioni preziose. Lui diceva che questo incontro era voluto dal fato.

Alessandro: Io al fato ci credo fino ad un certo punto. Credo molto di più alle relazioni tra gli uomini, al saper cogliere le occasioni che si presentano. A creare le condizioni perché le cose avvengano, guidati da un progetto e un ideale.
Oggi abbiamo ripercorso molte delle tappe che poi sono state fissate nei testi e nelle foto del libro. Raccontatemi come è nato questo libro, certo che in pochi giorni ne avete messe assieme di cose!

Maurizio: Forse occorre raccontare anche come ci siamo conosciuti. Ho incontrato Marco quando ero obiettore di coscienza, ad un raduno di studio sui temi dell’obiezione e della cultura. Marco ci parlava di poesia, io gli ho fatto qualche ritratto in luce ambiente. Gli sono piaciuti. La poesia si è incontrata con la fotografia. Nell’80 mi ha proposto di fare questo libro. Io avevo letto molto di Hesse e ho accettato subito. In 2 mesi le foto erano pronte.

Marco: Abbiamo deciso di esplorare più da vicino il mondo dello scrittore, di percorrere le tracce che ha lasciato nell’angolo di mondo ticinese dove ha vissuto per oltre quarant’anni. Per curiosità, ma anche per verificare se e quanto tracce e paesaggi siano entrati nella vita scritta dei suoi testi.

Maurizio: Sembri un libro stampato. Scherzi a parte questo era l’obiettivo: capire quali fossero i rapporti tra i luoghi in cui un autore vive e le sue opere. Per questo quasi tutte le foto riportano, oltre al luogo in cui sono state scattate, anche una citazione da un libro di Hesse. Forse la relazione è vera, forse ci piace pensarla, ma c’è un esempio che va oltre al caso: Casa Wenger (o del Pappagallo). Da Hesse: “Ma la casa pareva senza porta, soltanto un muro giallo e roseo con due balconi, e sopra, sull’intonaco del timpano, un vecchio affresco: fiori azzurri e rossi e un pappagallo”.

Alessandro (prendendo in mano il libro di Pratt. Lo apre a pagina 7 e 8): A proposito di caso, stiamo girando attorno al dubbio che ci ha spinti fino qui: anche Pratt ambienta un’avventura di Corto Maltese proprio qui, a Montagnola, in Casa Camuzzi. E alcuni dei quadri in cui l’avventura è ambientata hanno somiglianze con le foto del vostro libro.

Marco: Sì, le somiglianze ci sono, ma niente lega in modo univoco le due cose. E’ una coincidenza, come direbbe Serrano.

Alessandro (Apre anche il libretto, lo sfoglia e indicando alcune foto): Non mi sembra che sia una coincidenza, guarda questa foto dell’arco nel muro, e le parole del fumetto: “si è scelto un bel posto per scrivere”. Sembra una parafrasi di quello che mi avete detto finora. Aggiungiamo anche che il vostro libro è precedente al fumetto di Pratt. E tu Maurizio che ne dici?

Maurizio: Sono d’accordo con Marco, non perché lo direbbe anche Serrano, ma perché la vanità è una brutta bestia che va tenuta battuta.

La porta si apre lentamente ed entra una persona alta, magra, una lunga giacca bordata di bottoni, un nastro scuro sopra il collo della camicia, a mo’ di cravatta, un cappello da marinaio con la corta visiera.
Alessandro (alzandosi incredulo): Corto Maltese? Fuori fa freddo, vuole bere un te con noi?

Corto: Mai prima delle cinque del pomeriggio Alessandro, mai prima delle cinque.

Si siede al tavolo, mentre tutti pensano: “sembra di essere a Porta a Porta”. Ma nessuno fiata: Corto non potrebbe capire.

Corto: Sembra di essere sull’isola perduta, con la ‘gioiosa confraternita’. Invece delle carte avete due libri come indizi.

Corto chiede con un cenno di poter sfogliare il libretto. Lo sfoglia, guarda le immagini, torna alle prime pagine.

Corto: Capisco i vostri dubbi. E’ vero, sono stato a Casa Camuzzi con Strainer, e mi sono seduto al tavolo rotondo in pietra. Abbiamo parlato di Klingsor e incontrato Hermann Hesse. Ho frequentato il monastero di Torello dove arti e scienze d’ogni genere, pie e mondane, chiare e scure erano coltivate e passavano in retaggio di generazione in generazione.
Ma questa non è una risposta ai vostri dubbi.

Maurizio: Non si potrebbe chiedere a Pratt?

Corto: Tra noi c’è un rapporto di fraterno distacco che non permette queste confidenze. Ed è ormai tardi.
Ma c’è una soluzione semplice: perché non lasciate il giudizio ai vostri lettori pubblicando foto e fumetti?

Nel frattempo erano passate le cinque e ha accettato di bere un te’ bollente assieme a noi. Non si è detto più niente, ognuno rincorrendo nei suoi pensieri Pratt, casa Camuzzi, Klingsor, i libri, le coincidenze.

E così abbiamo deciso di fare.
A voi il giudizio, ma non ci aspettiamo un responso, qualunque sia: la vanità è una brutta bestia e va tenuta battuta.

Maurizio Montefiori

P.S.1 Sebbene non manchino le citazioni, i dialoghi sono inventati … anche se verosimili.
P.S.2 Il libretto, in formato elettronico, si può trovare su internet all’indirizzo:www.montefiori.brianzaest.it

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