Delusione al concerto: abbiamo speso 35 euro per non sentire niente. Siamo un gruppo di liga fans club bolognesi. Abbiamo acquistato in gruppo il biglietto e siamo andati entusiasti al concerto. Grande la delusione, insieme a quella di tanti altri, quando per un’ora non siamo riusciti a sentire niente nonostante i 35 euro spesi a testa! Urla, fischi e proteste. Niente da fare! Incredibile. Si riempiono per mesi pagine di giornali, poi non si è capaci di organizzare un concerto per la gente accorsa da tutta Italia! Approssimazione e assoluto disinteresse per il pubblico ritenuto solo una vacca da mungere.

Un po’ come fa chi ci governa, grande attenzione ad apparire sui media, poi… Abbiamo letto che l’addetto stampa ha detto che a loro non gliene frega niente delle proteste del pubblico. Bene. Intanto da oggi ci daremo da fare per chiedere il rimborso del 50% del biglietto. Poi come gruppo, nonostante ci pianga il cuore, boicotteremo l’acquisto del cd e del dvd che usciranno dopo mega-truffatura ai danni di tanti fan del liga, che è circondato probabilmente da persone cui non frega interessa un bel rapporto tra artista e pubblico come era stato finora.'

Questa è una lettera spedita il 16 settembre 2005 da un gruppo di Liga fans club di Bologna al Resto del Carlino. Giuste o sbagliate che siano, sono senzazioni che abbiamo vissuto anche noi, casolani presenti al Campovolo di Reggio Emilia sabato 10 settembre. La cronaca: ore 10. Barza, Pepi, Pier ed io ci troviamo davanti alla Pizzeria per la partenza, la macchina la prende Pier e non ne ho mai avuto il minimo dubbio: sono 3 mesi che aspettiamo questo concerto, ma lui più di tutti (mai visto in vita mia un fan così sfegatato…). E in auto cosa si ascolta? Il Lucianone nazionale per l’appunto, si và da “In arena: live in Verona” a “Buon compleanno Elvis”, al mitico debutto omonimo, giungendo infine a “Sopravissuti e sopravviventi”. Ad un paio di km dal casello di Reggio Emilia troviamo la prima coda, niente di inaffrontabile anzi, in 45 minuti paghiamo già pedaggio! Come da previsione ci rendiamo conto subito della grande organizzazione: al casello ci vengono consegnate le mappe della zona concerto, con la posizione esatta dei parcheggi e dei vari palchi e stand. Entusiasti di cotanto “Benvenuti”, decidiamo di parcheggiare il più vicino possibile al casello, in modo da poter imboccare l’autostrada il più in fretta possibile al termine dello show. Tre km di passeggiata ci attendevano, ma più ci avvicinavamo, più cresceva l’entusiasmo. Giunti nella zona aeroportuale, cerchiamo subito lo stand del “Corriere della Sera” per ritirare il nostro meritato premio: maglietta, borsetta e cd singolo autografato in edizione limitata ai primi 15.000 che si collegavano al sito del quotidiano, possedenti un biglietto per l’evento. Anche l’entrata alla zona concerto non ci fa aspettare: sono veramente molti i passaggi per lo strappo dei tickets. La giornata non poteva cominciare nel migliore dei modi.
Il Liga fan club aveva messo a disposizione dei suoi iscritti il braccialetto per stare davanti al palco principale in un’area delimitata dove potevano entrarci un massimo di 5.000 persone, Pier, tesserato, non se la sentiva di stare da solo (dato che noi non disponevamo di tale chiccheria…), quindi ho chiesto se me lo potesse lasciare, scopro con grande delusione che si doveva ritirare all’esterno del campo e che una volta entrati non si poteva più uscire. Una gentilissima ragazza dello staff, vista la mia “recitata” tristezza, mi accompagna personalmente al ritiro quindi… braccialetto per me! Decidiamo di comune accordo di appostarci di fronte al palco dove si esibirà con la sua vecchia band, i Clandestino, quindi dalla parte opposta al palco principale. Da lì a poco la combriccola casolana si allarga sempre più, visto l’arrivo di Roby, Albo, Mala, Naldi, Marco, Barbara, Padovani... Gucci e Filippo hanno deciso deciso di stare vicino ad un altro palco e Deca, nonostante avesse già il biglietto, è misteriosamente rimasto a casa. Vista la non eccelsa qualità degli artisti chiamati a supporto (Piccoli omicidi, Il nucleo, L’aura, i Rio, i Folkabbestia, Bennato, a parte una bravissima Elisa…), escogitiamo il piano del “tempo che deve passare e… passerà”: una birra, un giro agli stand, una maraffa, un’altra birra, una fila per 'cambiare l’acqua al pesce” e un’altra birra ancora.
Mezz’ora prima del “rocker di Correggio” sfrutto il braccialetto per i primi pezzi visti e sentiti in posizione privilegiata. Raggiunta la meta con molta fatica (si narra che sono presenti circa 180.000 paganti), verso le 21.15 “Mario” ci annuncia l’inizio dello show: si spengono i fari e l’immagine proiettata dai maxi schermi ci mostra un mappamondo che ruota ad una discreta velocità, lentamente si ferma e si ingrandisce: l’ Europa, l’Italia, l’Emilia Romagna, Reggio Emilia, si nota una freccia, il Campovolo ed infine tutti gli spettatori con una scritta: VOI SIETE QUI!. Geniale, veramente una grande trovata. Il palco non è ancora illuminato, ma le ombre de “La banda” si scorgono, il primo che vedo è Robbie Pellati con Mel Previte, ultimo un “capitan” Fede Poggipollini ultracarico che salta ancora prima di iniziare a suonare. Un boato da stadio accompagna l’entrata del Liga che, come previsto da Pepi, attacca con “Il giorno dei giorni”, l’appena sfornato nuovo singolo che anticipa l’uscita di “Nome e cognome” (17 settembre). Suoni perfetti ed un coinvolgimento collettivo mi fanno brillare gli occhi: splendido! Passano “I ragazzi sono in giro” e “Hai un momento Dio” quando decido di raggiungere gli altri durante l’esecuzione di “Almeno credo”. Dato che era stato organizzato il tutto in questo modo: 45 minuti sul palco principale, 20 minuti sul palco “solo”, 35 minuti sul “nostro” palco, 25 minuti sul palco “teatro” e “l’arrivederci” ancora sul palco principale (altri 45 minuti). Trovo presto gli altri e mi accorgo subito che si sente malissimo, le casse di questo palco, durante le esibizioni sugli altri, non funzionano. Non esagero quando ammetto di aver ascoltato meglio l’esibizione di Elisa. Con il passare dei minuti lo stupore diventa arrabbiatura, riusciamo tranquillamente a parlare tra noi senza alzare la voce. Luciano cambia palco e in acustico giunge poco più di un sibilo, scandaloso! “Libera, libera, li li li li li libera..” un coro preannuncia finalmente la calata sul “nostro” palco. Ligabue è accolto da una miriade di fischi, ma la scaletta scelta è fantastica: “Bar Mario”, “Non è tempo per noi”, “Ho messo via”, “Marlon Brando” e così via fino all’apoteosi raggiunta con la mitica “Salviamoci la pelle” arricchita da suoni finalmente degni. Per gustarci appieno il resto dello show decidiamo di appostarci nelle vicinanze dei diffusori, qui almeno sentiamo bene, ma non vediamo nulla: meglio che prima. L’ ultimo brano in scaletta è “Urlando contro il cielo”, suonato sia dalla “Banda” che dai Clandestino, terminato lo spettacolo aspettiamo che la folla si attenui per non rischiare la pressatura finale.
I tre km a piedi di cui sopra sembrano diventati dieci. Ci adagiamo in macchina, inseriamo il dischetto e: “...e siamo dentro il giorno dei giorni... senza più limiti”, non ne avevamo avuta ancora abbastanza! Dopo un’ora sempre fermi nello stesso punto, finalmente riusciamo a spostarci di qualche metro. Ma i vigili dove sono? Una moltitudine di automobili in ogni angolo senza una fila precisa. Persino le rotonde venivano imboccate in entrambi i sensi… ai visto! Risultato: i poveri Reggiani che attendevano di rincasare avranno aspettato ore ed ore in balia di qualche scellerato patentato. In autostrada comunque si viaggia che è un piacere… Modena nord e sud, Bologna, Castel San Pietro ed infine Imola. Distrutti dalla stanchezza i quattro casolani giungono finalmente ai loro letti. Nel bene e nel male una giornata da ricordare.

Manuel Andreotti

Ultime parole direttamente da Pier.
Innanzitutto due commenti su Campovolo: a prescindere ovviamente, com’è già stato detto e ridetto e posso testimoniarlo, l’ascolto per i primi 40-45 minuti è stato pessimo, secondo me si deve fare di necessità virtù, quindi abbiamo cambiato zona di ascolto ed è andata meglio. COMUNQUE E’ STATO UNO SPETTACOLO UNICO.
Due parole sul nuovo album: l’ascolto iniziale, a parte il singolo di lancio ed un altro brano, è stato alquanto complesso. Ricordo quattro canzoni:
1. IL GIORNO DEI GIORNI: il singolo, ottimi suoni, grande carica.
2. L’AMORE CONTA: ballata molto orecchiabile, di grande presa.
3. LE DONNE LO SANNO: la mia preferita già al primo ascolto. Mi ha preso da cantare a squarciagola.
4. SONO QUI PER L’AMORE: ultima canzone. Poesia in musica. Belle atmosfere.
Per concludere, il confronto col passato non è paragonabile ma, rispetto agli ultimi due album “Fuori come va” e prima “Miss mondo ‘91 7” avrà più durata sul mercato.
Alla prossima e tenete botta

Pier
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