E' online Vitreo.it

Vi narrerò di un disturbo della vista noto con il nome scientifico di 'miodesopsie' ma comunemente riconosciuto con appellativi quali 'corpi mobili', 'opacità vitreali' o addirittura con la entomologa definizione di 'mosche volanti'.
Tale disfunzione è localizzata nel corpo vitreo, una zona gelatinosa dell'occhio situata tra la retina ed il cristallino. Nel suo stato di grazia il vitreo si presenta come una struttura trasparente.

Nelle persone affette da miodesopsie, esso tende a perdere la sua consistenza con un improvvisa comparsa di detriti proteici sovente dall'aspetto filamentoso, che offuscano il campo visivo. Quando ciò accade, la visione risulta come filtrata attraverso una superficie vetrata sporca, e la speranza che tutto questo possa soggiacere ad una sorta di defilè regressivo, risulta quanto mai vana, giacché l'apparizione di tale macchie daranno il via ad una triste rinascita in negativo, che ci accompagnerà per tutta la vita. Certamente di miodesopsie non si muore, e non sono il passaporto per la cecità, tuttavia la qualità della vita ne risulta pesantemente compromessa. C'è qualcosa di rabbioso nella triste condizione dell'ammalato di miodesopsie, che gli deriva dal percorrere una strada fatta di solitudine e di incomprensione,visto che a tutt’oggi la medicina ufficiale nega lui lo status di sofferente, ma gli concede, più prosaicamente, di essere solo un altro semplice 'caso' colpito da un fastidio a cui non bisogna dar troppo peso. Volendo introdurre una punta di polemica, in fin dei conti, neanche alcune rare malattie sono state collocate dalla medicina ufficiale in simile dimenticatoio. Le miodesopsie non sono una malattia rara, ma solo in questi ultimi tempi è possibile trovare in Internet qualche risposta in più alle mille domande di una comunità di ammalati certamente non del tutto appagata dai trafiletti striminziti che le enciclopedie mediche hanno saputo finora dargli. In questo scenario così nebuloso vede la luce www.vitreo.it, con il suo carico di informazioni dettagliate, e con un forum che,senza settarismi, vuole essere un porto franco per tutti quegli ammalati desiderosi di sentirsi meno soli. Comunicare agli altri il proprio disagio,scambiarsi informazioni utili rappresenta al meglio una semplice locuzione quale: 'la mia sofferenza è reale', ed in ultima analisi il profondo desiderio che lo sguardo della ricerca medica possa, speriamo presto, volgersi un giorno,con meno indifferenza,verso questa malattia invalidante del corpo vitreo.

Maurizio Pocci
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