Ci sono gesti, canzoni, che hanno l’effetto magico di aprire delle porte chiuse.
Un uomo che si rade, una donna che si trucca. L’incontro ogni mattina con la propria identità. Guardarsi negli occhi cercando di leggere ciò che si ha dentro. Fare i conti con sé stessi. Piccole storie di vita quotidiana. Niente di nuovo, le solite promesse, l’ennesimo fallimento. Giornate passate a raccogliere le proprie esistenze andate in frantumi. E cercare nuovamente di ricostruire sé stessi.

Non rimane che scuotere la polvere dai calzari, e continuare alla ricerca di quella sofisticata mappatura. Il problema è quando non sentiremo più questa forza. Quando ci accorgeremo di non sentire più niente. Quando vedremo il vuoto che spalancherà le fauci.
La luna accesa, una nuvola bianca che sostiene coloro che credono nel proprio amore. La musica, le tue mani nelle mie.

Ti amo – le ultime due parole, appartengono a te.

r.l.
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