Sono diversi i momenti di dibattito che si sono svolti sul tema della variante di Borgo Rivola. In quello di martedì 21 maggio 2024 è stato presentato a un nutrito pubblico lo studio di fattibilità della variante sulla provinciale 306 da Federica Malavolti, sindaca di Riolo Terme e dall’ing. Paolo Nobile, dirigente del settore lavori pubblici della provincia di Ravenna.

L’opera è già stata finanziata nell’ordinanza n. 13 dal commissario di Governo per la ricostruzione. Il tratto che congiunge gli abitati di Rivola di sotto con Rivola di sopra è franato nel corso degli eventi alluvionali del maggio scorso e tuttora la circolazione è regolata da un semaforo che rallenta di molto il percorso giornaliero dei pendolari come dei turisti nel fine settimana.

Dai sondaggi geologici è risultato che tutto il versante in questione poggia su detriti alluvionali, quindi su antiche frane e pertanto non offre garanzie di stabilità.

La variante partirà dall’incrocio con via Raggio per arrivare all’attuale disimpegno degli autocarri che portano il gesso a Valsenio. La sede stradale, larga 9,5 metri, sarà tutta su viadotto per una lunghezza di 650 metri e un dislivello di 28 metri e una pendenza massima del 7,7%.

I vantaggi sono chiari per tutti. Spariranno le curve a tornante ma soprattutto quella a gomito del ponte che costringeva autocarri e corriere a difficili manovre. Le criticità sono due.

La prima riguarda l’innesto di via rio Raggio sulla provinciale di cui si sta ancora discutendo nel dettaglio. La seconda è per la regolazione del traffico sul viadotto.

L’intenzione è quella di vietarlo alle biciclette che per motivi di sicurezza saranno deviate sul vecchio tracciato.

Le amministrazioni interessate stanno cercando di coniugare le esigenze dei residenti con la necessità di cogliere l’opportunità di un finanziamento che copre tutti i costi compresi quelli del progetto esecutivo.

Dell’idea di questa variante se ne sente parlare da decenni tanto che sembrava archiviata fra le tante leggende della valle del Senio. Invece stavolta si fa sul serio: i lavori inizieranno nel 2025 e la chiusura del cantiere deve essere in linea con gli obblighi del PNRR da cui provengono le risorse e cioè a metà del 2026.

A cura di Roberto Rinaldi Ceroni

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