Grande ritorno della festa dei frutti dimenticati dopo che l’edizione dello scorso anno era stata funestata nella prima domenica da una pioggia insistente e il secondo fine settimana era stato addirittura soppresso causa Covid.
Il meteo favorevole, la voglia di uscire di casa e di tornare a godersi il passeggio sulle vie, un formato che, nonostante l’età, resta una proposta attraente per un vasto pubblico, hanno reso questa edizione un successo notevole di pubblico e di incassi.
Riporto qui di seguito impressioni e pareri che ho raccolto per strada.
Chi ha detto: l’offerta in termini di varietà negli spettacoli, di menu, dallo street food al ristorante della Pro Loco, di allestimenti è riuscita a cogliere le attese delle famiglie con bimbi al seguito come degli appassionati e degli affezionati di tutte le età.
Chi ha detto: rispetto all’iniziale coerenza delle esposizioni nelle bancarelle dei soli agricoltori casolani inerenti i frutti dimenticati quest’anno c’era un po’ troppa varietà di prodotti che spesso c’entravano poco con il vero tema della festa.
Chi ha detto: pochi giovani nel volontariato Pro Loco. Al ristorante, punto di forza e di eccellenza, un pugno di volontari della vecchia guardia.
Ancora: la distribuzione delle bancarelle è stata poco razionale. Nel secondo fine settimana In via Marconi erano su entrambi i lati della strada mentre mancavano del tutto nel primo tratto di via matteotti dove la bella prospettiva delle case del centro storico è stata penalizzata dal desolante vuoto di bancarelle.
Chiedo un parere a Bruno Boni, Presidente della Pro Loco: siamo molto contenti per aver degnamente onorato il trentennale. Ma in trent’anni la società è cambiata ed è giusto implementare il programma della festa con eventi e novità senza tuttavia snaturarne l’essenza che fa di Casola la capitale di questo genere di biodiversità. Un ringraziamento a tutti quelli che a vario titolo hanno partecipato in modo costruttivo alla riuscita dell’evento.
A cura di Roberto Rinaldi Ceroni