Sabato 17 Settembre 2011 i vecchi Scouts casolani e riolesi, sono partiti alle primissime ore del giorno in pullman per le Dolomiti del sud Tirolo e precisamente per San Vigilio di Marebbe con l’intenzione di rinnovare i fasti e le indimenticabili esperienze delle avventure vissute nella ormai (sigh!!) lontana giovinezza.
Ma se anche la vigoria fisica si è un po’ attenuata con il trascorrere degli anni, la giovinezza dello spirito e del cuore è quella che conta (mettiamola così!) e quella non è davvero carente nell’animo degli intrepidi ed inossidabili seguaci di Baden Powell che hanno trascorso i due giorni della loro escursione sulle alte vette delle Alpi, nonostante il secondo giorno di pioggia più o meno continua, con gioiosa baldanza e spirito allegro.
Le escursioni sono state come sempre differenziate, per tener conto delle diverse “attitudini” e “preferenze” ed i momenti comunitari vissuti con intensità e commozione nel ricordo delle “cacce” passate e degli amici incontrati durante il percorso, alcuni dei quali purtroppo (Moreno, Gigi, Tonino, l’Arci, Angelo) già partiti per raggiungere i bivacchi delle praterie celesti.
Il giovanissimo don Matteo che accompagnava il gruppo, nonostante il divario generazionale, ha mostrato di sapersi ben adattare ed integrare nella compagnia (o almeno lo ha dato da intendere molto bene e con rara maestria).
Tre intrepidi, a nome di tutti e per tenere comunque alta la bandiera del gruppo, anche se a prezzo di dure sofferenze, hanno caparbiamente voluto raggiungere la prestigiosa cima del Col Bechei a quasi quota 3.000 slm. Ce l’hanno fatta! Anche se, osservandoli camminare per il paese nei giorni successivi, si notava qualcosa di strano nella loro andatura.
Alessandro Righini
Le escursioni sono state come sempre differenziate, per tener conto delle diverse “attitudini” e “preferenze” ed i momenti comunitari vissuti con intensità e commozione nel ricordo delle “cacce” passate e degli amici incontrati durante il percorso, alcuni dei quali purtroppo (Moreno, Gigi, Tonino, l’Arci, Angelo) già partiti per raggiungere i bivacchi delle praterie celesti.
Il giovanissimo don Matteo che accompagnava il gruppo, nonostante il divario generazionale, ha mostrato di sapersi ben adattare ed integrare nella compagnia (o almeno lo ha dato da intendere molto bene e con rara maestria).
Tre intrepidi, a nome di tutti e per tenere comunque alta la bandiera del gruppo, anche se a prezzo di dure sofferenze, hanno caparbiamente voluto raggiungere la prestigiosa cima del Col Bechei a quasi quota 3.000 slm. Ce l’hanno fatta! Anche se, osservandoli camminare per il paese nei giorni successivi, si notava qualcosa di strano nella loro andatura.
Alessandro Righini