IL CENTRO RITROVATO:
CONSIDERAZIONI DOPO IL CONVEGNO DEL 20 GENNAIO

I risultati fin qui conseguiti con il programma di riqualificazione del centro storico di Casola Valsenio sono stati presentati durante un convegno, tenutosi lo scorso sabato 20 gennaio, presso la sala di “Rintocchi e Sapori”. Scopo dell’incontro è stato quello di presentare alla popolazione un’esperienza che, come ha sottolineato il responsabile dell’ufficio tecnico del comune Fausto Salvatori, ha le sue radici nel primo PRG del 1986 e che da allora, con le successive modifiche, è stata perseguita con grande determinazione dalle varie amministrazioni comunali, in particolare, dobbiamo dargliene atto, da quella attuale.

Non c’è dubbio che il risultato complessivo sia molto buono: oggi il nostro paese possiede un centro storico che, pur privo di edifici di particolare interesse architettonico, ha ritrovato uno stile e un’armonia persi da quasi un secolo. Lo testimoniano le immagini presentate da Beppe Sangiorgi, che in venti minuti è riuscito a condensare ottocento anni di storia del borgo di Casola con una relazione accattivante e ricca di aneddoti. Per un casolano nato e cresciuto dalle parti di piazza Sasdelli non è difficile fare il confronto tra quello che era il centro storico negli anni ottanta e quello che è oggi. Allora, tanto per fare un esempio, il Vicolo delle Rimesse era la “strada” più buia e disastrata dell’abitato, percorrerla di notte era una prova di coraggio. Oggi quel vicolo è diventato caldo e accogliente, grazie anche ad una intelligente opera di illuminazione. L’invito dunque è quello di fare una passeggiata in via Matteotti anche di sera, quando la luce calda artificiale esalta l’armonia dell’insieme. Se molto si è fatto in superficie, come ha sottolineato la progettista del P.R.U. Massia Casadio nella propria relazione, non meno importante è stato l’intervento di ristrutturazione “sotterranea”. In effetti siamo stati un po’ tutti testimoni, nella scorsa primavera, dell’”operazione a cuore aperto” che ha interessato quell’incredibile ragnatela di scarichi, fognature e tubazioni varie che ci sta sotto i piedi e che ci permette di usufruire di tante comodità che ora diamo per scontate (l’acqua corrente, il bagno in casa, gas per cucina e riscaldamento,…). Il convegno si è concluso con gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni, il sindaco Sagrini, il presidente dell’ACER Ravenna Sergio Frattini ed il vice presidente della Provincia Bruno Baldini che hanno messo in evidenza come il risultato raggiunto sia frutto dell’ottima sinergia tra i soggetti istituzionali e dalla capacità di reperire i fondi necessari, senza dimenticare la partecipazione dei privati cittadini che in molti casi si sono attivati autonomamente per migliorare le facciate delle loro proprietà o hanno contribuito con partecipazioni finanziarie.
Uno dei pregi dell’incontro (che, stante l’interesse dell’argomento trattato e la competenza dei relatori intervenuti, meritava una maggior partecipazione di cittadini), è stato quello di rivolgere uno sguardo al futuro, a ciò che va ancora fatto per migliorare ulteriormente l’aspetto e la vivibilità del centro storico. Innanzi tutto urge trovare una soluzione chiara al problema dei parcheggi, che in futuro potrebbero venir ricavati in via Fondazza, dunque a ridosso del centro, effettuando alcune demolizioni. Ci si propone inoltre di valorizzare gli archi di piazza Sasdelli i quali rappresentano un corredo notevole al luogo, in particolare per l’impatto visivo che si otterrebbe provenendo da via Marconi. Infine, nota dolente, il palazzo Testi. L’edificio più rappresentativo del centro, il più nobile, uno dei più ricchi di storia, continua a sovrastare la piazza, maestoso, ma decadente, con la sua facciata semidiroccata. E’ ora di fare qualcosa, di agevolare un intervento che elimini quello che oramai appare come uno sfregio su un bel volto. Purtroppo per il momento i fondi, sia per gli interventi pubblici sia per gli interventi di manutenzione dei privati cittadini, non sono molti. Lo ha rimarcato L’Arch. Luciano Vecchi del Servizio di Riqualificazione Urbana e Promozione della Qualità architettonica della Regione Emilia Romagna, il quale, in una dettagliata relazione, ha presentato l’attuale situazione dei contributi collegati alla legge regionale n.16 e gli eventuali, poco incoraggianti, sviluppi futuri. Per il momento comunque, va segnalata l’entrata in vigore della nuova viabilità che, attraverso alcuni sensi unici ( via Marconi, Vicolo del Rosso) e divieti, porterà ad una maggior regolamentazione del traffico.
In conclusione vorremmo sottolineare una scelta che non costa nulla e che può dare senz’altro maggior valore agli investimenti pubblici e privati effettuati in questa parte dell’abitato. Spostarvi il fulcro delle principali manifestazioni di Casola, fare in modo che i residenti, gli ospiti e i turisti della Festa di Primavera e della Festa dei Frutti Dimenticati, si ritrovino a passeggiare in Piazza Sasdelli, in via Matteotti, sotto la torre dell’orologio e nelle viuzze come vicolo delle Rimesse, ricalcando il modello del Mercatino delle Erbe. Il fatto che il centro storico sia stato ristrutturato a livello architettonico non significa automaticamente che esso sia già rivalorizzato anche da un punto di vista culturale e sociale. Crediamo che, nell’immediato, i prossimi passi debbano essere mossi in tal senso, per due buone ragioni: la prima, ripetiamo, è che economicamente non costano nulla, la seconda, è che il nostro paese è ricco di persone con idee, capaci di sfruttare al meglio le potenzialità questo centro storico, finalmente ritrovato.


IL CAMPO SPORTIVO VECCHIO

Due parole sul campo sportivo vecchio. Fugati i dubbi sulla portata degli spazi per i tendoni per le feste grazie all’intervista all’assessore Claudio Ricciardelli (pubblicata nel numero di gennaio 2007 de Lo Spekki(ett)o), rimaniamo pur sempre scettici su alcune delle scelte effettuate nell’ambito della riqualificazione dell’area “Campo Sportivo Vecchio”. Non abbiamo fatto mai mistero, anche su queste pagine, dei nostri dubbi sull’opportunità di occupare parte degli edifici costruiti, con l’archivio e il magazzino comunale. Non ci è chiara la logica di tale decisione, neppure in termini di logistica, per cui rimaniamo aperti ad eventuali, ben accetti, chiarimenti da parte delle persone competenti. Allo stesso modo restiamo critici sull’ubicazione del distaccamento dei pompieri e della Protezione Civile (quale?) in un sito così angusto e in cui gli spazi di manovra per i mezzi di grossa taglia (che in certi casi potrebbero avere mooolta fretta) sono obbiettivamente ristretti. Sulla stazione dei Vigili del fuoco c’è forse stato qualche errore di valutazione che, per esempio, ha portato a non prevedere un adeguato allacciamento idrico per il rifornimento di acqua e ad installare portoni a serranda aperta nei vani di accesso/uscita. Se pensiamo a cosa può fare il gelo notturno (di un altro inverno, non di questo) a un’autocisterna parcheggiata e carica d’acqua, qualche riserva su quest’ultima scelta l’abbiamo. A meno che non esistano specifiche normative in materia. In ogni caso questi sono intoppi a cui si troverà certamente una facile soluzione. Li segnaliamo, ma non è nostra intenzione farne un caso nazionale.
Altro discorso invece merita l’ idea, giusta, di avere un’area di facile accesso da utilizzare in caso di necessità, come zona di ammassamento della Protezione Civile e l’intenzione, che condividiamo, di installare giochi di legno per i bambini.
Infine vorremmo segnalare, non per spirito di contraddizione, ma come cittadini che esprimono libere idee, l’assurdità di piazzare la zona di sosta camper in quest’area, contrariamente a ciò che fanno tutte le città, più o meno turistiche. Un’area camper normalmente non è uno spettacolo eccezionale e Casola rischia di trovarsi nella condizione di ospitare, nella stessa zona, gli stands di una manifestazione importante, i camper degli ospiti e i bambini che piangono perché non trovano posto sui giochi di legno.
A tutto c’è rimedio, meditate gente.

Lorenzo Righini
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