CASOLA VALSENIO DICE NO ALLA FUSIONE DI TUTTE LE OPERE PIE DEL COMPRENSORIO IN UNA UNICA ASP E DA' VITA AD UN COMITATO PER SOSTENERE L’OPZIONE DI UNA ASP SUBZONALE.

Lunedì 15 Maggio, a Casola Valsenio, nel corso di una affollata assemblea di cittadini tenutasi nella sala polivalente G. Spadolini, si è costituito un comitato per la salvaguardia delle peculiarità, dell’autonomia, dell’operatività e della memoria dell’”Opera Pia S. Antonio Abate e SS. Filippo e Giacomo”, ente (IPAB) le cui lontane origini risalgono al 1200 ed a cui i Casolani sono molto legati da forti vincoli di solidarietà e di affetto.

L’Opera Pia (la chiameremo semplicemente così) gestisce attualmente la Casa Protetta per anziani di Casola Valsenio, che serve anche il territorio di Riolo Terme, e da tempo ha avviato l’assistenza diurna ai portatori di handicap e la collaborazione con il Comune per il servizio di fornitura pasti alle scuole.
Si tratta dunque di un ente che svolge con efficienza, flessibilità e costi di gestione assai ridotti, una funzione strategica per servizi sociali a Casola Valsenio e che vede purtroppo compromessa la propria esistenza dalle disposizioni della recente legge regionale n.2/2003 per il riordino delle IPAB (come abbiamo già sottolineato sopra è così che ora vengono chiamate le Opere Pie).
Tale legge infatti impone la trasformazione delle IPAB in ASP (Aziende per il Servizio alla Persona) ed il loro raggruppamento, o meglio la loro fusione, in una unica Azienda per ogni distretto socio sanitario.
Ciò significa che, per il caso che ci riguarda, in tutto il territorio del comprensorio faentino tutte le IPAB con i loro capitali dovrebbero confluire in un unico ente in cui, stanti i parametri dettati dalla Regione, basati essenzialmente sul rapporto dei valori patrimoniali e monetari conferiti, le piccole opere pie verrebbero a perdere ogni reale e concreto diritto di rappresentanza ed ogni visibilità, annullate dalla preponderanza dei numeri che le Opere Pie di Faenza, ad esempio, sono in grado di mettere in campo.
La vera e più preziosa valenza dei piccoli enti, quali quello casolano, consiste infatti essenzialmente in quello straordinario valore aggiunto costituito dall’impegno appassionato e disinteressato dei propri amministratori (che a Casola Valsenio non percepiscono neppure un minimo di gettone di presenza), dagli apporti e dal sostegno dei volontari, dalla generosa e costante vicinanza della popolazione che, grazie a donazioni, offerte ed elargizioni sostiene molte attività e nell’arco dei secoli e dei decenni ha costituito quel patrimonio di immobili e strutture che ora le Opere Pie mettono a disposizione di tutta la propria comunità e, più in generale, della più vasta comunità del comprensorio e della provincia.
Purtroppo di tutto questo prezioso capitale di umanità di dedizione, di impegno civile e di sussidiarietà, le valutazioni della legge regionale, non tengono alcun conto, essendo parametri difficilmente quantificabili in termini meramente monetari e burocratici..
La legge tuttavia offre una alternativa che, pur non essendo del tutto indolore, permetterebbe una maggior salvaguardia dell’identità delle piccole IPAB come l’Opera Pia casolana. E’ consentito infatti in via straordinaria dare vita a più ASP in un unico comprensorio purchè vengano raggiunti certi valori patrimoniali.
In forza di questa deroga al principio generale, le Opere Pie (IPAB) di Casola Valsenio, Castelbolognese, Brisighella e Fognano da tempo hanno avviato il processo di costituzione di un’ ASP cosiddetta subzonale che pur, collaborando e realizzando le necessarie sinergie e convergenze utili a tutto il comprensorio e nell’ambito dei programmi comunemente concordati, avrebbe una sua autonomia e permetterebbe, stante il maggior equilibrio dei valori numerici attribuibili alle Opere Pie in essa confluite, il mantenimento di una maggior visibilità e rappresentatività di tutti gli enti originari e dei loro territori di riferimento.
Questo processo però incontra le resistenze e la contrarietà, per non dire l’ostilità, di alcuni influenti settori del comprensorio, e ciò crea difficoltà e rende più difficili e sofferte le decisioni che i sindaci (spetta a loro l’ultima e decisiva parola) devono assumere.
Il comitato “Amici delle Opere Pie” di Casola, per i motivi sopra elencati, si pone l’obiettivo, in questo difficile contesto, di sostenere l’opzione della costituzione di due ASP nel comprensorio, in opposizione alla ventilata costituzione di una unica azienda.
La convocazione dell’ assemblea di Lunedì 15 Maggio, cui ha partecipato una folta rappresentanza di cittadini di tutte le età e di ogni parte politica e sociale, e che, a diverso titolo, ha registrato la presenza del presidente dell’ Opera Pia, Roberto Rinaldi Ceroni (relatore ufficiale), del sindaco Giorgio Sagrini ed del vicesindaco Giacomo Giacometti, che hanno esposto la loro posizione favorevole alla costituzione delle due ASP pur evidenziando questi ultimi (gli amministratori comunali) la difficoltà di procedere con la necessaria speditezza e di rispettare i tempi previsti dalla Regione, costituisce un primo passo dell’azione di sensibilizzazione promossa dal comitato.
Una seconda iniziativa, immediatamente messa in campo e che sta già registrando una massiccia adesione è la raccolta di firme in calce ad un documento che invita gli amministratori a procedere senza indugi nella direzione della costituzione delle due ASP ed a rispettare i tempi dettati dalla Regione, onde evitare il pericolo che, in mancanza di tempestive decisioni degli organi deputati (il Comitato dei sindaci del distretto), sia essa stessa ad imporre la soluzione dell’unica ASP.
Per il comitato “Amici delle Opere Pie”

Alessandra Landi
Condividi questo articolo
FaceBook  Twitter