La zanzara tigre è un piccolo insetto originario dell’Asia, giunto recentemente in Italia attraverso l'importazione di pneumatici usati sui quali la femmina aveva deposto le uova. È più piccola delle altre zanzare. Grazie alla sua colorazione è facilmente riconoscibile: è di colore scuro, con fasce bianche sulle zampe e una linea bianca sul dorso.
La zanzara tigre, per riprodursi, predilige le piccole raccolte di acqua stagnante: sottovasi, tombini, copertoni usati in cui si deposita l'acqua piovana e in qualsiasi altro piccolo contenitore o fessura stagna in cui l'acqua piovana o dell'annaffiatura venga lasciata a ristagnare. Le uova sono deposte all'asciutto, poco sopra il livello dell'acqua. Quando in seguito a pioggia o annaffiatura l'acqua le sommerge, queste si schiudono, escono le larve che in 7 giorni diventano adulte e si alzano in volo. Questo tipo di zanzara effettua un volo basso, a pochi centimetri da terra e punge sopratutto le caviglie e le gambe. Nei mesi più caldi, quando le temperature medie sono intorno ai 25°C, la zanzara può completare un ciclo di sviluppo in meno di 10 giorni, con un picco di massima densità al culmine dell’estate, tra agosto e settembre.La sola puntura della zanzara tigre rappresenta un problema. Si tratta infatti di un insetto molto aggressivo, che punge soprattutto nelle ore più fresche della giornata, al mattino presto e al tramonto, e riposa di notte sulla vegetazione. Le sue punture procurano gonfiori e irritazioni persistenti, pruriginosi o emorragici, e spesso anche dolorosi. Nelle persone particolarmente sensibili, un elevato numero di punture può dare luogo a risposte allergiche che richiedono un’attenzione medica. Questo insetto è vettore di diverse malattie virali, in particolare quelle causate da arbovirus, tra cui la dengue, la febbre gialla e alcune encefaliti nelle zone tropicali e in numerose zone dell’Asia. Nelle nostre zone questi agenti patogeni sono assenti e quindi questo rischio è solo teorico. Non è possibile comunque escludere la possibilità che, in seguito alle modificazioni climatiche o a eventi accidentali, aumenti anche la probabilità di diffusione di queste malattie nel nostro paese.
A causa della pericolosità della zanzara tigre, in moltissimi Comuni Italiani si sta effettuando una campagna di informazione, con lo scopo di attuare una disinfestazione dall’insetto, per tutelare i cittadini, visto che la diffusione della zanzara è tipicamente urbana, e non si ritrova nelle aree rurali, proprio per la sua propensione a deporre le uova in piccole raccolta d’acqua. I cittadini tramite piccoli accorgimenti possono efficacemente contribuire alla lotta, cercando di:
1. evitare l’abbandono di materiali in cumuli all’aperto che possano raccogliere l’acqua piovana
2. eliminare l’acqua dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dai bidoni, dai copertoni
3. innaffiare direttamente con le pompe gli orti e i giardini, senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto
4. eventualmente, se necessario l’uso di recipienti per la raccolta dell’acqua, cercare di tenerli coperti e provvisti di zanzariera, ben fissata e tesa
5. pulire e trattare bene i vasi prima di ritirarli all’interno durante i periodi freddi. L’abitudine di portare le piante al riparo dai freddi invernali, infatti, è probabilmente una delle cause che generano, all’arrivo della primavera quando le temperature salgono e le piante vengono nuovamente esposte e innaffiate, la schiusa delle uova invernali facilitando notevolmente la diffusione della zanzara stessa nell’ambiente
6. introdurre pesci rossi, grandi predatori delle larve di zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei giardini
7. trattare i tombini, e tutti i recipienti posti all’esterno dove si raccoglie acqua piovana, ogni 7-10 giorni con prodotti larvicidi specifici che si acquistano in farmacia. In particolare, il prodotto più diffuso e consigliato è il Bacillus thuringiensis israelensis. Questo prodotto, derivato da un batterio capace di produrre una tossina ad azione molto specifica contro la zanzara tigre, ha numerosi vantaggi: è naturale e non di sintesi chimica ed è già presente nell’ambiente, uccide solo le larve di Aedes albopictus e di pochissime altre specie non causando quindi grande impatto, si degrada molto velocemente e quindi non persiste. Questo è indubbiamente un grosso vantaggio sotto il profilo della salvaguardia ambientale anche se obbliga a ripetere il trattamento con una certa frequenza.
Purtroppo, i repellenti naturali non sono efficaci contro la zanzara tigre. Le persone particolarmente sensibili alle punture, anziani e bambini ad esempio, dovrebbero quindi proteggersi con un prodotto repellente di sintesi, che però va utilizzato con cautela e solo nel caso sia realmente necessaria l’esposizione in aree a rischio.
Roberta Faziani
A causa della pericolosità della zanzara tigre, in moltissimi Comuni Italiani si sta effettuando una campagna di informazione, con lo scopo di attuare una disinfestazione dall’insetto, per tutelare i cittadini, visto che la diffusione della zanzara è tipicamente urbana, e non si ritrova nelle aree rurali, proprio per la sua propensione a deporre le uova in piccole raccolta d’acqua. I cittadini tramite piccoli accorgimenti possono efficacemente contribuire alla lotta, cercando di:
1. evitare l’abbandono di materiali in cumuli all’aperto che possano raccogliere l’acqua piovana
2. eliminare l’acqua dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dai bidoni, dai copertoni
3. innaffiare direttamente con le pompe gli orti e i giardini, senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto
4. eventualmente, se necessario l’uso di recipienti per la raccolta dell’acqua, cercare di tenerli coperti e provvisti di zanzariera, ben fissata e tesa
5. pulire e trattare bene i vasi prima di ritirarli all’interno durante i periodi freddi. L’abitudine di portare le piante al riparo dai freddi invernali, infatti, è probabilmente una delle cause che generano, all’arrivo della primavera quando le temperature salgono e le piante vengono nuovamente esposte e innaffiate, la schiusa delle uova invernali facilitando notevolmente la diffusione della zanzara stessa nell’ambiente
6. introdurre pesci rossi, grandi predatori delle larve di zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei giardini
7. trattare i tombini, e tutti i recipienti posti all’esterno dove si raccoglie acqua piovana, ogni 7-10 giorni con prodotti larvicidi specifici che si acquistano in farmacia. In particolare, il prodotto più diffuso e consigliato è il Bacillus thuringiensis israelensis. Questo prodotto, derivato da un batterio capace di produrre una tossina ad azione molto specifica contro la zanzara tigre, ha numerosi vantaggi: è naturale e non di sintesi chimica ed è già presente nell’ambiente, uccide solo le larve di Aedes albopictus e di pochissime altre specie non causando quindi grande impatto, si degrada molto velocemente e quindi non persiste. Questo è indubbiamente un grosso vantaggio sotto il profilo della salvaguardia ambientale anche se obbliga a ripetere il trattamento con una certa frequenza.
Purtroppo, i repellenti naturali non sono efficaci contro la zanzara tigre. Le persone particolarmente sensibili alle punture, anziani e bambini ad esempio, dovrebbero quindi proteggersi con un prodotto repellente di sintesi, che però va utilizzato con cautela e solo nel caso sia realmente necessaria l’esposizione in aree a rischio.
Roberta Faziani