Negli ultimi giorni parlando del disagio giovanile è suscitato in molti di noi il ricordo del professore delle scuole medie Daniele Saviotti.
Proprio oggi 3 marzo 2005 (ci scusiamo per il leggero ritardo con cui l'articolo è comparso in rete, ma si tratta di tempi tecnici, n.d.r.) è il terzo anniversario della morte del Professore, a tutti noi ragazzi non resta che il ricordo di un grande professore ma soprattutto di un grande uomo.
Era molto alto visto dal mio piccolo banco tutto scarabocchiato, ma proporzionato, forse era il grosso naso a patata che bilanciava il tutto.
Quando arrivava l'ombra spuntava molto prima dalla porta, poco dopo l'occhio si focalizzava immediatamente sui capelli, un po' lunghi da rock star, insoliti per un prof, per anni ho sostenuto che assomigliasse a Ligabue.
Il suo pallino erano gli schemi, neanche Sacchi quando spiegava la zona nello spogliatoio del Milan avrebbe riempito la lavagna di così tante frecce, però a differenza di tanti centrocampisti in campo, quelle frecce mi rimanevano impresse nella mente, tanto che le ritirai fuori dalla faretra per l'esame delle superiori.
La sua frase tipo era un po' scontata 'quando si scherza si scherza, quando si spiega si spiega',
ma come la diceva lui aveva un altro valore, la lezione era suddivisa proprio così e nessuno aveva il coraggio o la voglia che fosse diversamente.
Lui ci capiva, sapeva che alla nostra età più che Napoleone o le capitali bagnate dal Danubio ci interessava altro e soprattutto sapeva che la primavera ci dava fastidio.
Spesso ci ha prendeva in giro invitando noi maschietti a non trascorrere tutti i pomeriggi 'in bagno' e alle femminuccie di archiviare i 'Cioè', ma anche noi non siamo stati da meno con lui, quel professore che sembrava perfetto aveva un punto debole. A quel tempo si diceva 'single', non so se fosse vero, gurdandolo mi sembrava più uno 'sciupafemmene',o forse si perchè quando lo diceva gli brillava la pupilla, come se stesse per piangere, mole volte ho pensato che la ragazza lo avesse lasciato, non solo, ho pensato anche che quella ragazza fosse stata stronza a lasciare uno così, erano anche questi i miei pensieri sul banco.
Fu forse quella sua malinconia nel dirsi single che spinse Giorgi e Rensi a regalargli, l'ultimo giorno di terza media, la loro collezione di giornali porno e 'tele tutto'.
Badoglio glieli passava sotto banco perchè sembravano più grandi della loro età, infatti a me non li dava.
Il prof li accolse molto volentieri, sapeva che non erano semplici giornali hard, in quel regalo c'era la nostra fiducia, la nostra riconoscienza in formato ragazzo di 14 anni.
Era questa la sua forza, capire i nostri segni.
Ora lui non c'è più e mi dispiace che altri ragazzi non l'hanno potuto conoscere, un tumore l'ha spento 3 anni fa e nonostante la malattia e la chemioterapia chiese di poter insegnare fino all'ultimo istante.
Fu così ma grazie alle sue parole mi sta insegnando anche ora.

Ciao Prof Ligabue

Matteo
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