Nei giorni scorsi, subito dopo l’approvazione della legge regionale che ha istituito il Parco della Vena del Gesso Romagnola, sono state numerose le prese di posizione delle organizzazioni agricole che hanno contestato il metodo e il merito del provvedimento legislativo. Si è parlato di colpo di mano, di decisione che contraddice le indicazioni della legge quadro sulle aree protette, approvata pochi giorni prima, che riconosce ruolo e partecipazione del mondo agricolo.

Guido Tampieri, Assessore regionale all’agricoltura, ambiente e sviluppo sostenibile, con la lettera inviata alla Coldiretti e alla Confederazione Agricoltori regionale e provinciale, risponde a questi rilievi e contestazioni.
Si tratta di un contributo importante e franco alla discussione, su un tema delicato e importante – quale quello del Parco e delle politiche di tutela e valorizzazione ambientale da promuovere nel nostro territorio – che credo possa rappresentare un utile contributo al confronto e al dialogo.

Giorgio Sagrini

Bologna, 24 febbraio 2005

Si può senz’altro essere contro la nascita di un Parco. Quando la maggioranza degli agricoltori residenti non si sente tutelata dalla sua istituzione, un organismo di rappresentanza non può non rendersi interprete di questi sentimenti. Ho dunque condiviso la richiesta di garanzie che il mondo agricolo ha avanzato. Ed ho cambiato la legge regionale sulle aree protette, assieme alle organizzazioni agricole regionali, per costruirle.
Oggi, per unanime riconoscimento, queste garanzie ci sono. Nondimeno, è legittimo continuare a non volere il Parco della Vena del Gesso Romagnola.
Ciò che non si può fare è dire che nulla è cambiato, che le straordinarie novità introdotte con la legge quadro regionale non sarebbero applicabili nel Parco della Vena del Gesso Romagnola, che gli agricoltori non avranno voce in capitolo, che cresceranno i vincoli e via allarmando. Non si può fare perché non è vero.
Si può rappresentare un dissenso anche dicendo come stanno realmente le cose.
Mi chiedo a chi o a cosa giovi la caricatura della verità, cosa venga di buono agli agricoltori, in questi difficili momenti nei quali c’è bisogno di sostegno solidale, dalle inverosimili accuse alle istituzioni di voler impedire lo sviluppo delle imprese. Quando si sa che è vero il contrario.
Non è dai Comuni del comprensorio che vengono le insidie per il futuro dell’agricoltura. Né da un Parco che essi hanno voluto per valorizzare e non per impedire. Non c’è stato nessun blitz. Queste cose lasciamole dire ai politicanti in cerca di speculazioni.
Il Consiglio regionale ha adottato il provvedimento istitutivo dopo due anni dalla presentazione della proposta di legge da parte dei Comuni, dopo un’udienza conoscitiva nella quale ognuno, conformemente allo Statuto, ha potuto testimoniare le proprie ragioni, dopo un esame in Commissione Consiliare al quale le minoranze che ora gridano non hanno nemmeno partecipato.
La legge che istituisce il Parco della Vena del Gesso Romagnola è stata esaminata separatamente e dopo la legge quadro delle aree protette perché così ci è stato chiesto dalle organizzazioni agricole regionali, sostenitrici delle novità introdotte sul piano generale ma anche consapevoli dei problemi che avevano accompagnato il cammino del nuovo parco. I nuovi istituti previsti dalla Legge quadro a tutela delle imprese agricole saranno applicabili, naturalmente, anche nel Parco della Vena del Gesso Romagnola.
Sostenere il contrario è privo di fondamento.
E’ tecnicamente ineccepibile che la legge sul Parco della Vena del Gesso Romagnola, approvata a ridosso della nuova legge quadro, non ne abbia applicato, all’atto istitutivo, procedure non ancora in vigore. Ma dal momento che la nuova legge sulle aree protette sarà operativa, varranno tutti i suoi contenuti, visto che la vecchia legge non esisterà più. Il ruolo delle rappresentanze agricole sarà così decisivo per la vita delle imprese agricole.
Non ci saranno nuovi vincoli a meno che Voi non li sottoscriviate.
Di tutto ciò si avrà la riprova con la convocazione del tavolo di concertazione che definirà gli accordi agroambientali come primo atto del neonato parco. Confido che allora, come San Tommaso, Vi convincerete e Vi predisporrete ad esercitare i rilevanti poteri che Vi sono stati attribuiti nell’interesse degli agricoltori. Confermo che la legge regionale prevede per le imprese operanti nel parco la priorità nell’accesso agli aiuti pubblici.
Preciso infine, che nulla impedisce alle istituzioni locali di indicare nominativi di agricoltori negli organi di gestione di un parco in considerazione dell’importanza che il settore primario, di volta in volta, riveste.
Voi, del resto, mi avete sempre chiesto correttamente garanzie, non posti.
Cordiali saluti.

Guido Tampieri
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