Incontro con il dottor Mirri, appena rientrato dal Togo
 
Il giorno 27 marzo alle ore 20:30 nella biblioteca comunale, finalmente, abbiamo incontrato il dottor Mirri. Era da tempo che alcune persone di Casola Valsenio desideravano organizzare un incontro con il dottore di Imola perché sapevamo delle sue missioni in uno dei paesi più poveri dell’Africa, il Togo. “ Quando senti parlare di Togo non ti domandi neppure cos’è perché la prima cosa che ti viene in mente è un  biscotto con una forma caratteristica: lungo lungo stretto stretto ricoperto di cioccolato nero nero, ecco il Togo è proprio così!” scrive nel suo libro. Si affaccia sul golfo di Guinea, è vasto come il Lazio, la lingua ufficiale è il francese, i circa 7 milioni di abitanti vivono per lo più in villaggi rurali. Ci sono dei legami tra il dottor Mirri e Casola Valsenio. Uno in particolare, il “camminare”, ci ha dato l’occasione di incontrarci più volte, camminare insieme  verso una meta, camminare per incontrare, camminare per conoscere, camminare e pregare. Per varie ragioni l’incontro è avvenuto solo quest’anno e proprio dopo pochi giorni dal rientro dall’ultima missione del dottore in Togo, il paese dell’Africa occidentale, dove è già stato varie volte, dal lontano 2004. Ci racconterà come, quando, perché è nata in lui questa voglia di andare, di camminare più lontano, anche nelle strade dell’ Africa, anche verso le persone dell’Africa. La sua esperienza è individuale, non può essere generalizzata perché riflette e racconta una piccola parte di spazio e tempo  di questo grande complesso continente. Però può servirci ad illuminare la nostra conoscenza. Il titolo dato alla serata è ”L’Africa è grande, ma da qualche parte bisogna cominciare”.
Siamo tutti orecchi per ascoltare il dottor Mirri , forse faremo anche domande per avere risposte più sincere e meno ideologiche, da chi lavora sul campo.
 Il dottore racconta come nel lontano 2004 gli capita di poter andare in Africa perché un amico deve portare due ecografi e nella missione c’è un posto libero. Perché no?  E stato amore a prima vista, soprattutto perché là c’è bisogno di rispondere a bisogni essenziali: una cura urgente per gli occhi, un parto difficile, un pozzo da scavare, un tetto da rifare, qualche banco da aggiustare e qualche quaderno da portare ai bambini. Così, nel corso tempo, questo viaggio è diventato un appuntamento fisso, due volte all’anno parte, con un gruppo di medici e infermieri e qualche altro volontario. 
Capiamo subito che questo è un incontro con una persona che si è innamorata dell’Africa, che ha una sensibilità religiosa, ma soprattutto umanistica e democratica, crede nell’amicizia tra le persone e tra i popoli, dal libro dei Proverbi una massima è  stata fatta sua: “ Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno se è in tuo potere farlo”.
Dopo il primo viaggio pensa ( e scrive nel suo libro): 
“Però mi riprometto che l’avventura continui. Deve continuare. Il mal d’Africa è qualcosa che ti entra dentro, ti prende e ti costringe a non dimenticare chi ha mille volte meno di te, ti spinge a raccontarlo, a voler coinvolgere chi incontri e che non può rendersi conto di ciò che non ha mai visto. TU DIVENTI I LORO OCCHI, TU VUOI ESSERE I LORO PENSIERI, TU SEI LA MANO CHE ASPETTA APERTA PER ESSERE COLMATA PER CHI E’ LAGGIU’ CHE ASPETTA …E NON DIMENTICA.”
Intanto si è  anche fondata l’ organizzazione laica AVIAT, con finalità di aiuto alle persone senza distinzioni confessionali, aperta a tutti e formata da volontari con diversi indirizzi religiosi, culturali e politici che raccoglie fondi ed organizza  interventi per il Togo, a cui si può devolvere il 5 x 1000. E’ stata fondata anche per dare visibilità e maggiore concretezza a un’attività di aiuto al Togo, riunendo volontari italiani amici di questo paese.
Un’ esperienza come la sua è un’ esperienza di volontariato  e qui a Casola il volontariato ha radici profonde, quindi durante la serata si avverte  una vivace attenzione verso le situazioni di emarginazione e povertà raccontate dal nostro ospite. Il dottore ci fa vedere molte immagini di quella lontana realtà, lontana non solo per lo spazio fisico che c’è tra noi, ma anche per le condizioni di vita così legate alla pura sopravvivenza,  
 La sensibilità e l’attenzione dei presenti sarà grande , gli avevamo detto, ed è così. 
C’è sempre qualcosa di particolare che colpisce ciascun ascoltatore in una serata come questa,  immagini diverse rimangono nella mente:  
Sandra ricorda la serenità e la semplicità con cui il dottore  ha raccontato la sua esperienza. La gioia delle persone che rivelavano la sicurezza e la felicità per aver trovato qualcuno che dà una risposta ai loro bisogni.
Pierino ricorda le immagini dei bambini  operati di cataratta. E poi la fondazione di una  associazione che organizza razionalmente e su più vasta scala gli interventi …
Luisella ricorda i bambini che cercano nella spazzatura, la scuola vecchia e la scuola nuova
Dana le macchine da cucire con cui producono camicie allegrissime, che ahimè vengono vendute in numero limitato…
Teresa le corte zappe che faticosamente servono a lavorare la terra, assolutamente insostituibili per loro che lasciano appoggiate al muro dei capanni le nostre zappe occidentali più lunghe, più efficienti, più comode….
Silvana ricorda gli uomini intenti a scavare i solchi per la fibra, là manca tutto, ma i cellulari ci sono! Ognuno di noi  porta a casa un’ immagine, una sensazione, un’intenzione di aiutare. Maurizia, la moglie del dottore per esempio, da tempo, si è specializzata in oggetti di ceramica che vende con successo a Imola nei vari periodi dell’anno, soprattutto a Natale, l’ultimo incasso è servito a operare di cataratta molti bambini. 
Quella “goccia” di aiuti portati nel mare dei bisogni di quelle persone  assume tanta importanza e significato, abbiamo visto nelle immagini il sollievo e la speranza. 
Poi siamo andati a casa e non ho potuto fare a meno di pormi tante domande…noi, così ricchi rispetto a loro, che abbiamo la scuola con i banchi e i quaderni, abbiamo l’assistenza, le strade, gli ospedali, potranno anche loro un giorno aspirare al benessere, alle opportunità diffuse, a governi meno corrotti che amministrino con giustizia le ricchezze della loro terra?! 
Mi butto a leggere libri sull’Africa, che diano uno sguardo più ampio, “ La speranza africana” di Federico Rampini, sorprendente! Scrive: “Contro gli stereotipi s’impone una nuova narrazione dell’Africa. Ce la chiedono autorevoli personalità africane del mondo politico, artistico, imprenditoriale, che si riprendono il diritto di raccontare l’Africa così com’è davvero, senza piangersi addosso, ribellandosi ai luoghi comuni occidentali”. Leggetelo è ricco di notizie sconosciute, mai ascoltate nei notiziari nostrani.
Rivedo “Io capitano”, commovente! Tutti hanno diritto di sognare il loro futuro! 
Rileggo alcuni romanzi del Nobel 2021 Abdulrazak Gurnah, affascinante, antica Africa.
 Intanto sento al telegiornale che Russia e  Cina  aumentano sempre più la loro influenza nel continente…!!! Intanto sento di nuovi naufragi! 
Grazie dottor Mirri di portare una “goccia” di benessere a quella popolazione del Togo, noi collaboreremo con te in qualche modo!!! 
 
Paola Giacometti
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