16/08/2021 un messaggio su whatsapp: "Ciao Marghe, so che sei in ferie ma il Coordinamento Regionale Emilia Romagna delle Unità di strada* ha chiesto disponibilità per il Free Party " Space Travel" di Valentano"
Prima reazione: che razza di legna (tradotto in gergo casolano: entusiasmo potente, disponibilità massima).
Seconda reazione: siamo in mezzo ad una pandemia mondiale, ha senso?
Considerazione finale: dato che il Rave c'è è giusto esserci.
Esserci, presenti e attenti. Esserci nel rapporto con le persone, la relazione come significato e valore di quello che facciamo. Esserci perché mi interessa quello che ti sta succedendo. Esserci perché voglio fare la mia parte, poter aiutare le persone a preservare la salute, pur tenendo conto del consumo di sostanze.
Senza preconcetti, senza giudizi morali ma con informazioni utili che possano metterti nella condizione di non incorrere in rischi o pericoli. Cercare di ridurre i danni nei contesti del divertimento.
A Casola sono conosciuta come Mimì, formalmente sono Margherita Pozzi e dal 2016 lavoro al Servizio Dipendenze Patologiche di Forlì come educatore professionale.
Nell'ambito degli interventi finalizzati al contrasto e alla prevenzione delle dipendenze le unità di strada svolgono funzioni di prossimità sul territorio intervenendo tramite informazione, sensibilizzazione e riduzione dei rischi nei contesti del divertimento e attua interventi di riduzione del danno rivolti a persone con dipendenza patologica nel contesto di strada. La nostra Unità di strada si chiama "Info.Pusher" tradotto: spacciatori di informazioni. Dietro ad un banchetto "di sostanza" diamo la possibilità di fare l'etilometro gratuitamente e diamo informazioni "stupefacenti" rispetto ai consumi e ai rischi connessi. Ci presentiamo come Servizio e cerchiamo di monitorare le situazioni urgenti dove è necessario intervenire.
Ma torniamo al Rave: si arriva al Rave alle 8 e 30 a Valentano. Per prima cosa vediamo posti di blocco delle forze dell'ordine alle entrate/uscite del Free Party. Controllano i nostri documenti, diamo i riferimenti dei Responsabili del coordinamento e gli raccontiamo brevemente che cosa andremo a fare. Ci salutiamo facendoci l'in bocca al lupo a vicenda.
Arriviamo alla postazione operativa, la chill out: lo spazio di decompressione, poco più dislocato rispetto alla "festa", provvista di materiale sanitario e generi di conforto.
Incontriamo colleghi da tutta Italia ed il responsabile di turno, ci informa della situazione precedente e attuale; spiega il materiale presente e gli interventi che si andranno a fare durante la giornata.
Da operatori Ser.D. (Servizio Dipendenze Patologiche) era il nostro primo rave, un gigante rave!
Si presentava come un campo enorme con parcheggiati numerosi camper, camion, incredibili mezzi di trasporto modificati, anzi trasformati, tante persone che si spostavano nelle varie postazioni sound. Differenti spazi decorati, con davanti muri di casse, musica elettronica di svariati generi suonata da diversi dj. Le persone ballavano con vestiti originali e trasgressivi, in allestimenti magici, quasi fantasy.
I così detti "fuori dal sistema".
Un vero e proprio viaggio in un altro spazio. Uno spazio pieno di fascino, di originalità e curioso.


Si parlava di 10.000 persone. Grandi numeri.
Ad un certo punto ci siamo unite ai gruppi ronda con alcuni operatori esperti per monitorare la situazione all'intero del campo ed intervenire in caso di bisogno.
Una particolare attenzione doveva essere rivolta alle persone sole: nostro compito era accompagnarle in chill out nel caso in cui non trovassimo i suoi compagni. Sempre e comunque davamo la disponibilità di un aiuto e le persone rispondevano positivamente, esprimendo gratitudine per il lavoro che offrivamo.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla cura e dal rispetto che dimostravano per l'ambiente e dai modi gentili con cui rispondevano, ci accoglievano, si fidavano e affidavano. E l'organizzazione? Un evento di così grande portata in cui si era creato un micro sistema che si gestiva in totale autonomia, wow.
Questi mondi esistono ed è importante vederli, conoscerli e mettersi in un'ottica di comprensione. In seguito alla morte di un ragazzo i giornali hanno dato tutta una serie di false informazioni (cani morti,un parto, stupri, un secondo morto) e questo non è giusto. E rischia di fermare la conoscenza di un fenomeno, di un evento che ci riguarda e di persone che lo vivono. Spesso siamo influenzati e maggiormente predisposti a trovare le criticità, quello che non va di un fatto, senza avere informazioni corrette o dettagliate. Forse è giusto prendere coscienza di che cosa pensiamo di tutto questo, che cosa ci troviamo o che cosa vogliamo vedere…i pregiudizi o il mix di informazioni forse ci danno quell'apparenza del sapere ma non consentono un'accoglienza e un approccio al tema.
Il mondo delle sostanze è davvero qualcosa di stupefacente, di interessante, di accattivante e sappiamo bene che le droghe fanno parte della nostra storia, da sempre. Allora dobbiamo essere educativi ma con il pregiudizio diventa difficile una crescita.

C'è bisogno di parlare di questo, di creare un dialogo competente e di essere costruttivi per limitare i danni e per favorire la conoscenza del rischio.
E magari possiamo fare in modo che sia un piacere.
Siate ribelli, siate aperti.

 

Mimi Pozzi

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