Intervista al sindaco Nicola Iseppi e al presidente dell’ASP Roberto Rinaldi Ceroni
Alcuni anni fa una legge stabilì che le singole IPAB (in genere costituite da ex Opere Pie) di un certo territorio dovevano raggrupparsi e trasformarsi in ASP. L’ambito territoriale in cui dovevano operare le ASP veniva di norma individuato nel “Distretto” ma veniva lasciata facoltà di procedere anche alla costituzione di più ASP in uno stesso distretto purché fossero rispettati certi parametri patrimoniali e operativi che permettessero ad una ASP di essere autonoma e funzionale.
Alcuni anni fa una legge stabilì che le singole IPAB (in genere costituite da ex Opere Pie) di un certo territorio dovevano raggrupparsi e trasformarsi in ASP. L’ambito territoriale in cui dovevano operare le ASP veniva di norma individuato nel “Distretto” ma veniva lasciata facoltà di procedere anche alla costituzione di più ASP in uno stesso distretto purché fossero rispettati certi parametri patrimoniali e operativi che permettessero ad una ASP di essere autonoma e funzionale.
A gestire questa operazione, oltre alle IPAB, furono soprattutto i Comuni a cui la legge regionale assegnava importanti funzioni di coordinamento e di controllo.
Il nostro Comune, e la nostra IPAB (più comunemente conosciuta con l’antica dizione di Opere Pie) sorretti, stimolati, e sospinti da un forte movimento di base popolare, si fecero capofila di una iniziativa volta a costituire una ASP di territorio, anziché di distretto, al fine di poter assicurare alla nostra comunità un ruolo di rappresentanza ed un potere decisionale significativo, ruolo e potere che, se tutte le IPAB fossero confluite in una unica ASP distrettuale con Faenza in capintesta, sarebbero stati assolutamente insignificante anzi praticamente nulli.
Fu così che i comuni di Casola Valsenio, Castel Bolognese, Brisighella e Riolo Terme decisero di costituire l’ASP di territorio che prese il nome di “Solidarietà Insieme”. E fu così che nel nostro distretto vennero costituite due ASP.
Questo evento mostrò quale fosse il grado di vicinanza, di apprezzamento e di attaccamento di questi comuni alle strutture di assistenza gestite dalle ex Opere Pie, poi Ipab ed ora ASP, in massima parte, ma non solo, costituite da Case Protette dedite al servizio ed alla assistenza degli anziani.
Strutture assai legate al territorio anche per una antica e solida tradizione di solidarietà della popolazione residente e costituitesi (a volte, come per Casola, anche in tempi assai remoti) grazie ai lasciti ed al sostegno di cittadini privati sensibili ai bisogni della comunità ed in particolare della popolazione più debole.
Ultimamente però stiamo registrando a livello di distretto, in genere da parte di rappresentanti politici od istituzionali della zona del Faentino, e del Solarolese, ripetuti tentativi di rimettere in discussione le scelte fatte a suo tempo e spinte volte a sopprimere la nostra ASP a favore della costituzione di una ASP unica di distretto.
Le motivazioni addotte da questi guastatori sono basate genericamente sui ipotetici, teorici e presupposti vantaggi che deriverebbero da un maggior coordinamento ed una maggior razionalizzazione dei servizi. Noi casolani però, che ormai di queste ristrutturazioni e razionalizzazioni abbiamo già dovuto sopportare il peso in diverse occasioni, sappiamo quanto spesso esse significhino allontanamento di servizi dal nostro territorio per una loro concentrazione nei centri maggiori e lontani della pianura (Faenza, Lugo e Ravenna) con i conseguenti aumenti di costi e di disagi a carico del cittadino delle zone periferiche e collinari che ne voglia usufruire.
C’è inoltre un problema contingente che interessa la futura organizzazione assistenziale della nostra Casa Protetta e che si pone in seguito alle nuove direttive emanate dalla Regione riguardante l’Accreditamento dei servizi socio sanitari. Bisognerà cioè scegliere se i servizi di assistenza saranno gestiti direttamente dall’ASP (cosiddetta Internalizzazione) oppure se essi dovranno essere affidati interamente a terzi, ad esempio cooperative (cosiddetta Esternalizzazione). La questione presenta risvolti che potrebbero anche incidere pesantemente sulla natura stessa delle ASP e sulle loro funzioni. Anche questo è un argomento di fondamentale importanza.
Per fare un po’ di chiarezza sulle voci che circolano abbiamo pertanto pensato che fosse utile rivolgere qualche domanda al nostro sindaco Nicola Iseppi ed al presidente dell’ASP Solidarietà Insieme Roberto Rinaldi Ceroni che hanno gentilmente accettato di rispondere.
(Nota: alcune domande agli intervistati sono identiche ed alcune leggermente differenziate in funzione dei diversi ruoli che ciascuno ricopre. Per ragioni di spazio le domande identiche non saranno ripetute ma saranno riportate in maniera distinta solo le risposte con le opportune indicazioni)
Intervista
1) Quale fondamento e quale consistenza hanno le voci che si rincorrono e che registrano il verificarsi di forti pressioni esercitate da alcuni esponenti politici, rappresentanti, dirigenti e funzionari amministrativi del distretto Faentino (esplicitate anche in alcune bozze di verbali di intesa di riunioni a livello di Comitato di distretto) tendenti a prefigurare ed a determinare la soppressione della nostra ASP “Solidarietà Insieme” ed a costituire una unica ASP di Distretto?
Nicola Iseppi: Non si tratta né di forti pressioni né di funzionari-burattinai, e non è in discussione né all’ordine del giorno la soppressione della nostra ASP. È in atto invece un’intensa discussione sul welfare e sul sistema dei servizi alla persona del nostro distretto.
Siamo consapevoli (i sei sindaci) che la Legge regionale impone dei cambiamenti e siamo altresì consapevoli che la sfida dei prossimi anni non sarà quella di lasciare il mondo così com’è, ma di governare i forti mutamenti della società e della finanza locale ed evitare di esserne travolti.
Roberto Rinaldi Ceroni: Noi stiamo lavorando serenamente sul mandato ricevuto dai sindaci per un’ASP che sia al servizio e in sintonia con le comunità locali che l’hanno fortemente auspicata. Il sindaco di Castelbolognese, presidente dell’assemblea dei soci, ci ha garantito che questa ASP continuerà a vivere in coerenza con quanto scritto nei programmi elettorali. Non ho ragione di dubitare che l’abbia detto anche a nome degli altri sindaci. Occorre anche ricordare che per statuto l’eventuale fusione e soppressione dell’ASP deve essere votata da tutti i comuni soci. Basta anche il parere contrario di un solo comune perché la soppressione non abbia luogo.
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2a) Quale è la posizione che il nostro comune assume o intende assumere in ordine a questi tentativi?
Nicola Iseppi: Non vi sono tentativi più o meno occulti. Confermo che la soppressione della nostra ASP non è oggetto di discussione. In questo momento non intendiamo assolutamente privarci della ASP “Solidarietà Insieme” e, soprattutto, delle nostre strutture e servizi fondamentali come la Casa Protetta.
2b) Quale è la posizione dell’Amministrazione dell’ASP in ordine a questi tentativi? E in quale modo intende eventualmente reagire?
Roberto Rinaldi Ceroni: Ricordo che l’attuale cda dell’ASP è formato dai presidenti delle precedenti opere pie. Conosciamo bene la storia di queste istituzioni. Finora abbiamo operato in uno spirito di collegialità per trarre dalla fusione e dalle relative sinergie il massimo dei benefici, ma rispettando le radici di ciascuna Casa Protetta che fanno del cardine con il volontariato la propria principale identità.
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3) Dopo i cambiamenti avvenuti, a seguito delle elezioni amministrative, nella costituzione delle Giunte e dei Consigli comunali del distretto, in particolare nei comuni facenti capo alla nostra ASP, registrate un sufficiente livello di consapevolezza e di informazione sui temi della gestione e dei problemi connessi al mantenimento ed alla fruizione dei servizi socio sanitari nei territori periferici, quali ad esempio il nostro?
Nicola Iseppi: Abbiamo la fortuna di avere nel nostro distretto un Ufficio di piano competente che ci supporta bene nelle consulenze “tecniche” e le ASP sono aziende pubbliche governate da Consigli di amministrazione nominati dai Sindaci: siamo quindi informati con regolarità e precisione sull’andamento dalla loro gestione. Aggiungo che in un territorio periferico come il nostro, le difficoltà di gestione sono purtroppo le stesse (o simili) per quasi tutti i servizi alla persona. Sappiamo di dover mantenere principi cardine quali: la territorialità, il numero di servizi e l’omogeneità del comprensorio.
Roberto Rinaldi Ceroni: L’ASP Solidarietà Insieme può gestire fra tutti i servizi sociali soltanto quelli per anziani e il centro Fiordaliso per disabili adulti. E’ una scelta politica fatta al suo atto di nascita dalle precedenti amministrazioni. I servizi per anziani sono un settore complesso e di non facile lettura e comprensione. I nostri “giovani” amministratori sanno che questi servizi sono vitali per le nostre comunità dove gli anziani sono sempre di più e con maggiori problemi. Sanno che non possiamo permetterci di cederne pezzi.
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4) Qual è in termini percentuali il “peso” della rappresentanza del nostro comune nell’ambito dell’ASP Solidarietà Insieme? E quale sarebbe in una eventuale ASP unica di distretto?
Nicola Iseppi: Il Comune di Casola Valsenio “pesa” proporzionalmente al patrimonio conferito all’ASP dalla nostra ex-Opera Pia. Abbiamo un consigliere su cinque in CdA, Roberto Rinaldi Ceroni, che in questo momento ricopre il ruolo di Presidente.
I rapporti e i pesi di un’unica ASP furono simulati molto tempo fa, al momento della costituzione delle stesse Aziende. Oggi non ci sono nuove simulazioni riguardo al nostro peso in un’Azienda che al momento non è in progetto.
Roberto Rinaldi Ceroni: Nell’ASP Solidarietà Insieme Casola ha una quota del 16% determinante nelle maggioranze qualificate per le decisioni in merito al patrimonio, ecc. Nell’eventuale ASP zonale con l’applicazione della legge tuttora in vigore potrebbe raggiungere il 2-3%. Una rappresentanza di nessun peso.
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5a) Quale valutazione esprime l’Amministrazione Comunale in ordine alla qualità dei servizi erogati dall’ASP “Solidarietà Insieme” e come valuta la gestione economica e patrimoniale di questo ente?
Nicola Iseppi: La gestione economica e patrimoniale è molto buona, è un Azienda che non ha particolari problemi di bilancio, riesce a fare economie, a destinare rendite patrimoniali a fronte del servizio, a fare investimenti importanti come la nuova sala mensa della nostra Casa Protetta.
La qualità dei servizi mi risulta sia ottima, sia dai rapporti dell’ASP sia da esperienza personale in quanto, anche per motivi familiari, frequento la struttura e vedo la cura e l’attenzione del personale.
5b) Secondo le vostre risultanze come si configura il livello dei servizi erogati dall’ASP Solidarietà Insieme rispetto ai servizi erogati dalle altre ASP che operano nel nostro distretto o nei distretti vicini? Inoltre sotto il profilo economico come valutate la vostra gestione del bilancio e dell’assetto patrimoniale?
Roberto Rinaldi Ceroni: L’impegno di tutto il personale che lavora con i nostri anziani è qualificato e costante. Credo che la qualità del servizio ne sia la risultante. Anche le risultanze di bilancio sono positive e frutto delle sinergie messe in campo nonché dell’oculatezza nella gestione delle risorse. L’ASP ha un patrimonio consistente frutto delle donazione succedute nel tempo e della generosità dei cittadini dei tre paesi. Donazioni che tuttora si manifestano e non solo in via simbolica.
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6) Ritenete che accentramenti ed accorpamenti di funzioni comportino di per se stessi miglioramenti di gestione ed economie generalizzate? Ed in ogni caso come valutare un ipotetico e puro risparmio monetario che non consideri tutti gli altri parametri della validità
di un assetto dei servizi, quali ad esempio la loro distribuzione sul territorio ed una equa rappresentatività dei vari ambiti territoriali nella loro gestione?
Nicola Iseppi: Gestioni associate e Unioni sono argomenti all’ordine del giorno per mantenere in vita un Comune, oltre ad essere precisi vincoli di legge per i comuni piccoli come il nostro. Ho imparato che occorre valutare più aspetti della stessa cosa: l’aspetto della convenienza, quello tecnico e quello strategico. È giusto “pesare” la convenienza di una scelta, ma io credo che i Sindaci abbiano il dovere e la responsabilità di fare scelte per il futuro che sappiano guardare oltre i propri confini.
Le gestioni associate, spesso, non hanno risparmi o vantaggi immediati, ma sono strategiche per il mantenimento di un servizio: questa è l’esperienza che viene dalla nostra Unione.
Roberto Rinaldi Ceroni: Nei servizi alla persona i processi di aziendalizzazione e di accorpamento non sempre garantiscono una loro reale crescita di qualità e opportunità. Non garantiscono di per sé nemmeno un reale risparmio. Nelle scelte di programmazione dei servizi mi pare di leggere a volte una deriva aziendalistica che mutua da fenomeni macroeconomici un’ispirazione che prescinde da alcuni fattori chiave che appartengono invece alla sfera dell’etica e della gestione equilibrata dei territori specie di quelli più svantaggiati .
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7) Passando al problema della “Internalizzazione” o “Esternalizzazione” dei servizi, nei termini espressi succintamente nella premessa di questa intervista, ci risulta che il Comitato di distretto abbia indicato una via di compromesso che sarebbe racchiusa nella formula un po’ misteriosa di “Sub Committenza”. Ci risulta che la nostra ASP avesse invece indicato la propria preferenza la formula della “Società Mista”. Potete molto succintamente chiarire cosa significhino i due termini e quali siano i loro vantaggi e svantaggi?
Nicola Iseppi: Meriterebbe senz’altro più spazio poiché l’argomento è complesso. In effetti, questa è la vera e unica discussione di questi giorni e dei prossimi anni, non certamente quella di una o due ASP.
Con la sub-committenza si delega alle ASP la sottoscrizione del contratto di servizio con il soggetto gestore dei servizi accreditati, sulla base di appositi indirizzi formulati dal Comitato di Distretto al quale compete il governo e la regia del sistema dei servizi in ambito distrettuale (la cosiddetta committenza).
Il ruolo che la normativa consente di esercitare al Comune di Casola insieme agli altri Enti Locali del territorio rappresenta la garanzia del mantenimento di servizi in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini e governati in modo da assicurarne l’efficienza e la sostenibilità nel tempo, con una logica di omogeneità all’interno del nostro territorio.
Tale indirizzo è espressione della volontà di valorizzazione delle ASP, perché saranno chiamate a gestire per conto dei Comuni i contratti di servizio a nome e per conto dei comuni committenti, assicurandone anche il monitoraggio e la valutazione.
L’intenzione dei Sindaci (del nostro distretto, ma anche di tutta la Provincia) è stata proprio quella di mettere al centro del sistema le ASP e dare loro più importanza e responsabilità rispetto ad altri soggetti privati. Alcuni servizi potranno essere internalizzati, altri dati in gestione, ma con questa scelta potremo governare meglio i servizi alla persona. Scelta che invece ci sembra più problematica se svolta all’interno di un’indefinita società mista.
Roberto Rinaldi Ceroni: L’ASP nasce come soggetto produttore ed erogatore di servizi alla persona, così almeno nello spirito del legislatore regionale. In questi anni tuttavia si è lavorato in stretta collaborazione con la cooperazione coinvolgendola nella fornitura di gran parte del personale. Ad un certo punto non si è più potuto procedere perché tale rapporto è viziato dal punto di vista giuridico. Pertanto così non si può continuare e occorre ricondurre la gestione dei servizi ad un unica figura. In realtà la normativa apre la porta anche a una terza via e cioè la società mista dove l’ASP potrebbe fungere da socio di maggioranza tenendo il timone nelle scelte qualificanti. Ci sono quindi tre ipotesi in campo.
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8) Di quale autonomia gode l’ASP rispetto al Distretto? Ed inoltre: non credete che una esternalizzazione generalizzata possa di fatto svuotare e emarginare il ruolo dell’ASP?
Nicola Iseppi: L’ASP è un’azienda per i servizi alla persona e gestisce in piena autonomia le proprie strutture. Certamente non decide le rette o le politiche socio-sanitarie che competono al Distretto e quindi ai Sindaci. Non si è scelta un’esternalizzazione generalizzata: ora le ASP e le Cooperative sociali richiederanno un accreditamento congiunto e concorderanno insieme un piano di adeguamento che potrà lasciare spazi anche alla gestione diretta di alcuni servizi/strutture da parte delle ASP, tenuto conto di criteri di sostenibilità economica e di fattibilità. I Sindaci valuteranno, supportati dall’Ufficio di Piano, l’andamento del percorso per l’accreditamento e assicureranno un monitoraggio costante sulla realizzazione dei Piani di Adeguamento in base anche alle informazioni e alle valutazioni che le ASP forniranno.
Roberto Rinaldi Ceroni: La normativa dispone ruoli e competenze precise. In merito alla scelta per l’accreditamento, ad esempio, è il comitato di distretto che decide e sono i sindaci che,servizio per servizio, devono indicare al Presidente dell’ASP verso che tipo di gestione indirizzarsi. E’ indubbio che la sostenibilità economica dell’ASP si basa sull’attuale volume di attività.
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9) Alessandro Righini in una sua lettera aperta ai Casolani ha suggerito la costituzione di un osservatorio sui servizi sociali da realizzarsi con la partecipazione delle associazioni e dei cittadini sensibili a questi temi, cosa ne pensate?
Nicola Iseppi: Un Comitato cittadino della nostra ASP e quindi dei servizi sociali connessi esiste già, ma mi sembra comunque una cosa buona. Appoggio sempre chi vuole fare politica.
Roberto Rinaldi Ceroni: All’atto della sua costituzione i nostri sindaci vollero inserire nello statuto dell’ASP degli organismi di partecipazione che si chiamano comitati comunali. Sono convocati quando si tratta di far partecipe la comunità sull’andamento dei servizi e su tutte le scelte dell’Azienda che hanno comunque una ricaduta sulla comunità locale e su cui il comitato esprime il suo parere.
Un osservatorio allargato a tutti i servizi che sia luogo di confronto e di scambio costruttivo penso sia uno strumento utile per la nostra piccola comunità.