Era il ritornello di una canzone degli anni sessanta ora più che mai in voga almeno a giudicare da questi ultimi quattro mesi. Ci eravamo messi alla stesura di un articolo sul tema della siccità a metà maggio quando pareva che la stagione virasse sul secco. Poi a fine maggio una serie di intense perturbazioni prolungatesi in giugno aveva riportato lo stato idrico dei fiumi e delle sorgenti ad un livello davvero inatteso alle soglie dell’estate. Sembrava un buon viatico…

Poi a luglio poche gocce sparse ( 3,3 mm) , in agosto zero, in settembre 17,2 mm … di nuovo “ la pioggia che va…e ritorna il sereno”.
Qualche nube, vento insomma siccità.
Ci siamo allora posti qualche domanda e le risposte che abbiamo abbozzato le vogliamo condividere con i lettori dello spekkietto.
Siamo partiti con la raccolta dei dati. Per il nostro comune è disponibile la serie storica della piovosità dal 1921 al 2008. Da metà degli anni settanta la rilevazione è svolta dal Giardino delle Erbe mentre prima era fatta dal Consorzio di bonifica.
Ci sono alcuni “ buchi”. Risultano incompleti, quindi solo parzialmente utilizzabili per le nostre considerazioni, gli anni 1944/45 a causa del passaggio del fronte, il 1956, il 1962 e il 1963 cui mancano le rilevazioni di alcuni mesi. Dal punto di vista statistico è comunque una bella fetta di tempo e i dati mancanti non incidono sulla loro significatività.
La prima domanda: com’è cambiata la piovosità dal 1921 ad oggi?
Per quanto riguarda la quantità annua riportiamo il grafico dove è inserita anche la linea di tendenza del periodo.

Vedere grafico nel pdf allegato

Siamo passati da una media annua di circa 1000 mm dell’anteguerra agli 895 calcolati partendo dal 1960.
Piove di meno ma piove, almeno nell’ultimo decennio, in modo diverso. Sono acquazzoni più intensi che il terreno non riesce a tesaurizzare come riserva e l’acqua ruscella a valle aumentando l’erosione.
La seconda domanda: davvero i periodi di siccità sono più frequenti?
Con i nostri dati possiamo dire che siccitoso fu il triennio 1952/53/54 con una piovosità intorno ai 650 mm ciascuno. Succedeva però che qualche perturbazione estiva riusciva a scaricare quei temporali che “rompevano” l’estate portando un po’ di sollievo alle colture. L’anomalia di questo 2008 risulta eccezionale in quanto mai c’era stato un periodo così lungo senza piogge significative.
Se prendiamo come estate i mesi di luglio, agosto e settembre fu siccitosa anche quella del 1956 con 4, 12 e 10 di contro ai 3, 0 e 17 di quest’anno. Purtroppo non disponiamo dei dati di giugno ’56 per valutare a pieno l’anomalia ma l’anno precedente e il seguente furono invece nella media.
Certamente questo quattro mesi del 2008 (ottobre fino alla terza settimana) sono molto al di sotto delle loro medie in questi 87 anni. Per luglio lo scarto negativo è di 38 mm, per agosto di 60 mm, per settembre di 72,5 e ottobre è ben 100 mm al di sotto. Nel 2008 soltanto maggio è stato sopra alla sua media di ben 60 mm.

Vedere grafico nel pdf allegato

Il maggio del 2008 con i suoi 142 mm si colloca al quarto posto come quantità di pioggia dopo il 1939, il 1991 e il 1948. Fra questi ricordiamo in particolare il ’39 perché fu l’anno delle frane. La più famosa si staccò da monte della Vecchia il 6 maggio e la sua cicatrice è ancora ben visibile nella nuda parete di marnoso arenacea rivolta verso il paese che da allora connota il paesaggio.
Purtroppo i dati a disposizione nulla ci dicono per la neve che è il modo più importante con cui le falde acquifere si ricaricano. Possiamo però prendere a prestito i dati rilevati nella stazione dell’Istituto Tecnico Agrario di Imola dal 1945 al 2007.

Vedere grafico nel pdf allegato

La linea di tendenza è molto più netta che non quella del calo della pioggia.
Qualche conclusione? I dati a disposizione per quanto riguarda il nostro comune sono parziali. Manca ad esempio l’andamento delle temperature che è un fattore decisivo per il clima. Eppure ci viene da dire che la risorsa acqua , chiave di volta del nostro modo di vivere e di produrre, se si confermano le tendenze che nette emergono dalla nostra indagine sarà sempre più un bene raro e importante da tutelare.

Giuliano Visani e Roberto Rinaldi Ceroni

p.s. Nel 1944 al Salto vennero raccolti 69 quintali di marroni commerciabili e 11 di castagne, nel 1945 soltanto 10 quintali in tutto.
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