Dopo un percorso legislativo durato qualche anno l’azienda di servizi alla persona (ASP) “Solidarietà Insieme”, che riunisce le Opere Pie di Casola Valsenio, Brisighella e Castelbolognese, con la partecipazione del comune di Riolo Terme, ha iniziato la propria attività dall’inizio di marzo.
Incontriamo il presidente Roberto Rinaldi Ceroni cui poniamo qualche domanda.

Ci puoi fare una breve scheda di come funziona questa nuova Azienda?
Dell’ASP “Solidarietà insieme” che ha sede a Castelbolognese sono soci i Comuni di Casola, Brisighella, Castelbolognese, Riolo e, con quote simboliche di rappresentanza, anche i comuni di Faenza e Solarolo. L’assemblea dei soci è composta dai sindaci dei Comuni e ha il compito di definire gli indirizzi generali, di nominare i componenti del consiglio di amministrazione (CdA) , di approvare le vendite e le trasformazioni del patrimonio immobiliare, infine di approvare i bilanci dell’ASP. Il CdA è composto da cinque membri: uno per Casola, Castelbolognese e Riolo, due per Brisighella (in questo comune funzionano due strutture per anziani). Al CdA spetta la nomina del direttore che è il vero responsabile della gestione e che si avvale di responsabili per i diversi uffici e servizi dell’azienda. Infine c’è il revisore dei conti che controlla e vigila sulla regolarità contabile ed economico finanziaria dell’azienda.

Oltre a te che ne sei il presidente, chi sono gli altri consiglieri dell’ASP?
La scelta che i sindaci hanno fatto è stata quella di nominare gli ex-presidenti delle quattro Opere Pie in modo da traghettare la nuova struttura sulle spalle di chi ha gestito la fase di transizione. Ne fanno parte Giuseppe Musardo di Castelbolognese, vice presidente, Pier Domenico Ponti e Montevecchi rispettivamente di Brisighella e Fognano, Fabio Mirandola di Riolo. L’attuale consiglio è stato nominato fino alle elezioni amministrative del 2009.

Passando da piccole strutture fortemente radicate con il territorio ad una più grande sovracomunale, non c’è il rischio che la comunità venga esclusa dalla partecipazione?
L’art. 11 dello statuto prevede la costituzione di organismi di partecipazione e di rappresentanza. Per ogni paese questi organismi sono nominati dal sindaco e l’assemblea dei soci deve richiedere il loro parere qualora si tratti di alienazioni del patrimonio o di modifiche che riguardano la capacità ricettiva delle strutture. In questo modo si è cercato di salvaguardare lo stretto rapporto con le comunità locali. A Casola la prima riunione del comitato è stata già svolta a metà del mese di maggio scorso e il dibattito è stato importante per far conoscere gli impegni e gli orientamenti della nuova ASP.

Le offerte che i cittadini facevano alla casa protetta continueranno a esserle indirizzate o finiranno nel bilancio globale dell’ASP?
La volontà dei cittadini che a vario titolo indirizzano offerte alla Casa Protetta di Casola sarà rispettata, quindi le offerte verranno contabilizzate in modo da destinarle sempre alla struttura.

Nel breve periodo cambierà qualcosa per la Casa Protetta del nostro paese?
Non penso. Certo tutti si saranno accorti che nell’ufficio di Antonia è stato traslocato il Fiordaliso perché ora la sua sede di servizio è a Castelbolognese. Anche la presenza di Luciana ora è a part-time perché ha assunto anche il coordinamento della struttura sede dell’ASP. E’ stato il cambiamento più evidente anche se c’è da dire che per entrambe si è trattato di assumere funzioni più qualificate. Io penso però che la nostra Casa Protetta sarà più garantita in termini di solidità economica per i risparmi che sicuramente si potranno attuare.

Intervista a cura di Michele Righini
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