Dal nostro inviato mandaro a Zurigo:
'Te da dove vieni?'
'Un paesino vicino Imola e voi?'
'Da Salerno, siamo partiti a mezzanotte, rientriamo subito dopo la partita'
'Anche noi, speriamo ne valga la pena'
'Te da dove vieni?'
'Un paesino vicino Imola e voi?'
'Da Salerno, siamo partiti a mezzanotte, rientriamo subito dopo la partita'
'Anche noi, speriamo ne valga la pena'
Questo era il tipico dialogo del pre-partita, quello che dicevamo noi in fila 19 posti 4-5-6 erano le stesse cose di tutte le file, dove Salerno e Imola erano sostituiti da Ascoli e Messina, Firenze e Trento, Bari e Napoli e via dicendo.
L'espressione era tra il rassegnato e la speranza del miracolo, perchè già è dura battere la Francia e un napoletano ci ricorda gli spettri del biscottone indicando il maxischermo:
'Mett' a partita dell'Olanda che vedim si fann u' macchinette', partenopeo riferimento al gioco ingannevole dei 3 bicchierini.
La curva sembra uno di quei tanti laghi svizzeri ammirati durante le 7 ore di viaggio, intensa di azzurro con l'aggiunta di tricolori sventolanti.
Compaiono i primi striscioni: c'è chi minaccia 'Vi smontiamo la torre Eiffel', chi propone un pasto alternativo: 'A cena niente biscotti, galletti arrosto!' e chi propone 'Buffon Santo subito'.
Attendo l'inizio ammirando lo stadio e la minuziosa organizzazione Svizzera: ogni persona ha il suo posto, anche in curva, gli stewart sono cordiali e ti accompagnano al tuo posto, i bambini sorridono e sono numerosi, la visuale è perfetta.
Mi rendo conto che l'Italia, da questo punto di vista, è molto più lontana di quei 200 km che separano Zurigo dal confine.
Inizia il po-po-po-po, live motive dei mondiali 2006, poi il dj che intrattiene il pubblico attacca un 'urlando contro il cielo', la gente apprezza, toglie una consonante e intona l'o-o-o-o-o.
Una serie di belle coreografie sul campo rendono meno pesa l’attesa.
L’inizio del riscaldamento provoca un boato roboante e i giocatori spesso guardano verso di noi, quasi sorpresi dall’entusiasmo dopo due partite decisamente povere di emozioni per il tifo italiano debitore.
Chissà cosa pensa un giocatore prima di una partita del genere, avrà gli occhi del mondo addosso, sa che ogni volta che toccherà il pallone provocherà sicuramente un urlo, sperando che sia di stupore (ohhhh!) e non di risentimento (ahhhh!).
E’ il momento degli inni nazionali, tutti cantano a squarciagola il “Fratelli d’Italia” come fosse l’ Albachiara di chiusura al concerto di Vasco, con una piccola differenza: la gente conosce a perfezione il testo di Albachiara mentre per l’inno nazionale ho sentito di tutto: “dell’elmo di Cipro” la più stravagante.
La partita inizia e penso che tutti sappiano com’è andata, da segnalare la situazione particolare dopo il goal di Pirlo. L’Olanda segnava ogni 2 secondi, praticamente tutte le volte che un gruppetto a caso si prendeva gioco della curva che costantemente beccava.
Come nel film di Fantozzi, dove i ragionieri sono costretti a guardare la “Corazzata Potemkin” proprio durante la partita della nazionale, si narrava che l’Olanda stesse vincendo per 11-0 e avessero segnato tutti compreso il portiere di rovesciata.
Improvissamente l’1-0 reale olandese compare sul maxischermo e provoca il delirio, al 2-0 un genio intona il coro “Adieu Les Bleus” sulle notte dell’ “Allez les bleus” cantato allo sfinimento dai francesi dal 1984 ad oggi.
La partita finisce con l’apoteosi azzurra, Cassano che rimane in mutande e i caroselli per le vie di Zurigo, siamo pronti per rientrare, ma questa volta il viaggio per tornare al “paesino vicino Imola” è molto più dolce.
Ne è valsa la pena.
Mandaro
Sul canale youtube dello spekkietto potete vedere i video fatti allo stadio
L'espressione era tra il rassegnato e la speranza del miracolo, perchè già è dura battere la Francia e un napoletano ci ricorda gli spettri del biscottone indicando il maxischermo:
'Mett' a partita dell'Olanda che vedim si fann u' macchinette', partenopeo riferimento al gioco ingannevole dei 3 bicchierini.
La curva sembra uno di quei tanti laghi svizzeri ammirati durante le 7 ore di viaggio, intensa di azzurro con l'aggiunta di tricolori sventolanti.
Compaiono i primi striscioni: c'è chi minaccia 'Vi smontiamo la torre Eiffel', chi propone un pasto alternativo: 'A cena niente biscotti, galletti arrosto!' e chi propone 'Buffon Santo subito'.
Attendo l'inizio ammirando lo stadio e la minuziosa organizzazione Svizzera: ogni persona ha il suo posto, anche in curva, gli stewart sono cordiali e ti accompagnano al tuo posto, i bambini sorridono e sono numerosi, la visuale è perfetta.
Mi rendo conto che l'Italia, da questo punto di vista, è molto più lontana di quei 200 km che separano Zurigo dal confine.
Inizia il po-po-po-po, live motive dei mondiali 2006, poi il dj che intrattiene il pubblico attacca un 'urlando contro il cielo', la gente apprezza, toglie una consonante e intona l'o-o-o-o-o.
Una serie di belle coreografie sul campo rendono meno pesa l’attesa.
L’inizio del riscaldamento provoca un boato roboante e i giocatori spesso guardano verso di noi, quasi sorpresi dall’entusiasmo dopo due partite decisamente povere di emozioni per il tifo italiano debitore.
Chissà cosa pensa un giocatore prima di una partita del genere, avrà gli occhi del mondo addosso, sa che ogni volta che toccherà il pallone provocherà sicuramente un urlo, sperando che sia di stupore (ohhhh!) e non di risentimento (ahhhh!).
E’ il momento degli inni nazionali, tutti cantano a squarciagola il “Fratelli d’Italia” come fosse l’ Albachiara di chiusura al concerto di Vasco, con una piccola differenza: la gente conosce a perfezione il testo di Albachiara mentre per l’inno nazionale ho sentito di tutto: “dell’elmo di Cipro” la più stravagante.
La partita inizia e penso che tutti sappiano com’è andata, da segnalare la situazione particolare dopo il goal di Pirlo. L’Olanda segnava ogni 2 secondi, praticamente tutte le volte che un gruppetto a caso si prendeva gioco della curva che costantemente beccava.
Come nel film di Fantozzi, dove i ragionieri sono costretti a guardare la “Corazzata Potemkin” proprio durante la partita della nazionale, si narrava che l’Olanda stesse vincendo per 11-0 e avessero segnato tutti compreso il portiere di rovesciata.
Improvissamente l’1-0 reale olandese compare sul maxischermo e provoca il delirio, al 2-0 un genio intona il coro “Adieu Les Bleus” sulle notte dell’ “Allez les bleus” cantato allo sfinimento dai francesi dal 1984 ad oggi.
La partita finisce con l’apoteosi azzurra, Cassano che rimane in mutande e i caroselli per le vie di Zurigo, siamo pronti per rientrare, ma questa volta il viaggio per tornare al “paesino vicino Imola” è molto più dolce.
Ne è valsa la pena.
Mandaro
Sul canale youtube dello spekkietto potete vedere i video fatti allo stadio