Quella che voglio raccontare è la favola spezzata di Oscar Pistorius.
Sud africano, 21 anni, gli vengono amputate le gambe alla prematura età di 11 mesi.
Ma Oscar, fin da piccolo, non si rassegna.
Lotta con tutte le sue forze per tornare tra i 'normali', perchè è così che si sente.
Fatto sta che con l'aiuto di medici specialisti, si fa costruire 2 protesi in carbonio per poter tornare, o meglio per iniziare, a correre.
Non voglio immaginare tutte le 'panacche', per dirla alla romagnola, che avrà dato prima di diventare un campione plurimedagliato.
Infatti Pistorius non ha rivali in tutte le gare dedicate ai portatori di handicap.
Di qui l'idea della grande sfida, confrontarsi con i 'normali'. Viene invitato a molti meeting di atletica e non sfigura, giocandosela alla pari con molti atleti.
Qual'è il sogno di ogni atleta?
Le Olimpiadi.
Oscar ha il coraggio di provarci, vuole a tutti i costi ottenere il tempo di 45”95 sui 400 metri, limite minimo per potersi qualificare, nonstante il suo record personale sia 46”56, poco più di mezzo secondo di margine.
Fin qui sono rose e fiori, si parla sempre di integrazione dei portatori di handicap, si cambiano le definizioni, oggi sono i 'diversamente abili' per non offenderli.
Io penso che alle parole dovrebbero susseguirsi i fatti.
La notizia è di oggi, anche se era nell'aria, la Iaaf, l'organizzazione internazionale dell'atletica, dopo svariati studi, ha annunciato che Pistorius con le sue protesi è avantaggiato.
Avete capito bene AVANTAGGIATO!
La motivazione è che con le sue protesi avrebbe il 30% di spinta in più, meno peso e quindi una soglia anaerobica più elevata rispetto agli atleti di pari potenza.
Non sono esperto, tecnicamente potrebbe essere così, ma secondo me la questione è etica.
Forse hanno paura che un giorno gli atleti si taglieranno le gambe apposta per mettersi delle vantaggiosissime protesi.
Noi che siamo i 'normali' abbiamo il diritto di scegliere chi è come noi?
Le protesi sono forse un tranello per avantaggiarsi, un doping di carbonio?
Nei test hanno tenuto conto delle diverse difficoltà nel farsi una doccia, nel fare le scale, nel vivere nell'urbanistica dei normali, nell' alzarsi dal letto e magari qualche volta perfino nel farsi prendere per il culo?
Quando vediamo un 'diversamente abile' ricordiamogli che non potrà mai essere un 'normale', non avrà mai il pedigree della scienza.

Io dico che dare l'opportunità a Pistorius di tornare a gareggiare con i 'normali', sarebbe un bel segnale di integrazione, lo sport serve a questo, io tiferei per lui, ha il diritto di provare l'emozione olimpica.
L'olimpiade è ancora il culmine della cultura sportiva o è un qualcosa per sponsorizzare la coca-cola?

Questa storia è un miracolo di volontà e coraggio, non possiamo opporci al sogno di Oscar.

Mandaro
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