I morti comunque devono suscitare un sentimento di umana pietà. E questo prima di ogni altra cosa.
Per i vivi, a onor del vero, ricordo che l’organizzazione turca IHH, la più rappresentativa nel gruppo di ONG protagoniste della vicenda al largo della costa di Gaza, è considerata una associazione filo-terrorista. Affermano questo le Intelligence di diversi paesi occidentali tra cui Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Lo stesso servizio segreto turco considera l’IHH una organizzazione filo-terrorista. È infatti noto che i reparti speciali dell’antiterrorismo turco tengono costantemente sotto controllo le sedi dell’ IHH.

Ciò fin da quando, nel 1997, un commando dei servizi segreti fece irruzione nella sede principale dell’IHH, a Istanbul, trovandovi armi, esplosivi e prove di collegamenti con la guerriglia afghana e cecena. È indubbio quindi che in questo momento Erdogan, primo ministro della repubblica turca, appoggiando le pretese dell’IHH, sta tentando un difficile “salto mortale”. Di alta acrobazia. Salto mortale doppio, se si considera il recente accordo con Ahmadinejad per il nucleare iraniano. Un cambiamento della politica internazionale del governo turco, di sicuro indotto dai ritardi e dalle crescenti difficoltà interposte all’integrazione della nazione medio-orientale nell’Unione Europea.
Sulla stampa internazionale araba, ho poi avuto modo di leggere alcune delle dichiarazioni rilasciate dai “naviganti” al momento dell’imbarco ad Istambul. Con enfasi, più di una volta, venivano riportati asserti del tipo “Otterremo sicuramente uno di due straordinari scopi del nostro viaggio: Gaza o il martirio” … …ambiguità che non possono, in alcun modo, far parte di una missione di soccorso umanitario.
In buona sostanza, non basta dichiararsi pacifisti per essere tali…

Pier Ugo Acerbi
Condividi questo articolo
FaceBook  Twitter