La Festa di Primavera è la manifestazione casolana che più entusiasma lanostra cittadinanza. Ogni anno tre società, che coinvolgono molti casolani didifferenti età, competono nella realizzazione di strutture di gesso uniche nelsuo genere, strutture che noi chiamiamo comunemente “i CARRI” ma che è piùcorretto definire Carri Allegorici di Gesso.Noi casolani ormai di gesso per via Roma ne abbiamo visto sfilare molto, manon sono sicuro che tutti sappiamo cosa si nasconde dietro questi giganti “bianchi”:nasce prima la relazione o il progetto della struttura?

Le strutture che vediamosfilare sono ben definite alla partenza o si realizzano decidendo legno perlegno, chiodo per chiodo, “grisolo” per “grisolo” o gesso per gesso?Quanto ci vuole a costruire un carro? Quali sono i segreti di questa nostratradizione? Ovviamente ogni società può intraprendere strade completamentedifferenti, ma visto che negli ultimi anni la Nuova Società Peschiera hadominato la competizione, per provare a capire come loro intraprendono larealizzazione di un carro, abbiamo pensato di rivolgere un’intervista aClaudio Ricciarelli, pedina fondamentale di questa società da diverse edizionidella festa.

Quando è iniziata la tua esperienza nella costruzione dei carri di gesso?
Dopo alcune apparizioni come figurante nella società Giovani nella miainfanzia. La mia esperienza lavorativa nella costruzione di carri è iniziatacome manovale nel 1986 nella Nuova Società Peschiera. E’ assolutamenteaffascinante vedere persone come, Alberto Ravagli, Sergio e Domenica Sagrini,Nicola e Leo Iseppi, Luisa Alpi e tanti altri che non cito per non dilungarmitroppo, ancora assieme da quel lontano 1986, accomunati dalla grande passionenel costruire carri e dal grande attaccamento per questa società.

Il primo carro che hai progettato?
Dal momento in cui la Nuova Società Peschiera ha deciso nel 1991 diprendersi una pausa, ho iniziato una piacevole e intensa collaborazione con lasocietà Amici Bar Nuovo. Società che nel 1993 mi ha dato la possibilità diseguire il progetto del carro intitolato “Un uomo nuovo”. Dal 1996, con ilritorno della Nuova Società Peschiera, la voglia di lavorare nuovamente conquesto gruppo di persone, mi ha portato ad una collaborazione che continua da 12anni, ricoprendo vari ruoli, e in molte occasioni anche la funzione diresponsabile artistico. Ruolo che i casolani, come me, sono storicamenteabituati definire con il termine di “progettista”.

Nella NSP come nasce il progetto di un carro: chi ci mette l’idea? Dacosa si parte?
Dopo questa serie di vittorie, molto spesso ho sentito parlare di metodi otecniche studiate e messe in atto appositamente dalla Nuova Società Peschieraper ottenere il massimo risultato. La realtà è molto più semplice: ogniprogetto ha una vita sua. Può partire da una idea, da un messaggio che si vuoleportare all’attenzione del pubblico lungo le vie del paese, oppure da unascelta strutturale o da un testo scritto. Tutti assieme ci si confronta e sicerca, ognuno in base alle proprie competenze, di creare un carro nel modomigliore e possibile. Per fare un esempio, il progetto del carro “Le Colonne d’Ercole”in gara nell’edizione di questo anno, nasce da un messaggio che mi ha inviatoCristiano Cavina al cellulare.

Chi coordina la realizzazione affinché struttura, relazione, figure,colori e vestiti assumano la giusta armonia per trasmettere il messaggio da voiproposto?
Tutti esprimiamo considerazioni, critiche o possibili migliorie al progetto,ma l’ultima parola spetta alla persona che anno per anno è designata a questoruolo.La Nuova Società Peschiera, ma come penso anche le altre società, perquestioni economiche e di volontà si auto-produce tutto. Ne consegue che, perla maggior parte delle rappresentazioni allegoriche, prima si debba lavorare sudisegni, idee e progetti.

Vi siete mai trovati in difficoltà?

Certamente. Nel 1997, anno della scomparsa di Omar Sagrini, persona cardine estorico progettista della nostra società, abbiamo fatto una seria riflessionesull’opportunità di continuare o no, nella realizzazione di carri allegorici.Ripensando alla passione che ci ha trasmesso per questa strana forma d’arte,scegliemmo di rimetterci in gioco e di ristrutturarci. Personalmente mi hannodato molto fastidio e mi hanno fatto male anche le polemiche scaturite inseguito alla vittoria del 2001 con il carro “Un ultimo giorno di festa”.Credo possa dirsi lo stesso anche per molti altri membri della società. Vederei giornali locali, le vetrine dei negozi del paese, invasi da manifesti cheinvocano la nostra disonestà, è stato molto deprimente. Mesi prima, nel corsodi una riunione nella sede della pro-loco, avevamo annunciato alle altresocietà l’idea di realizzare una fontana sul carro che ci prestavamo acostruire. L’idea mi era venuta ripensando a quelli che sfilavano durante lamia infanzia. Al momento dell’annuncio, ed anche durante i mesi di costruzionedei carri, nessuno ha avuto nulla da obiettare, fino a qualche giorno primadella sfilata. La mia impressione personale è che quella scelta, fatta dopo chela Nuova Società Peschiera aveva ottenuto due vittorie consecutive, forse siastata usata in modo strumentale, per alimentare le polemiche pre epost-verdetto. Ritengo sarebbe stato più corretto ed utile aver espresso leeventuali rimostranze a tempo debito, quando ancora sarebbe stato possibileoperare scelte diverse. Non a carro quasi ultimato, dove quella scelta aveva unvalore forte e molto simbolico con il tema da noi trattato in quella edizionedella festa.

Qual è l’emozione più grande che si prova nella realizzazione di uncarro?
Non so esattamente quale sia l’emozione più grande che provano i mieicompagni di squadra. Personalmente, io mi emoziono nell’incrociare con losguardo gli occhi lucidi di Sergio durante la sfilata, e nel vedere entrare ilcarro in via Roma subito dopo la partenza. Sento la fatica dei mesi precedentiallontanarsi come per magia e subentrare la fierezza di aver creato, assieme adun bellissimo gruppo, un altro sogno che sfila per le vie del paese.

Quali sono a tuo avviso le carte vincenti che vi hanno consentito divincere 7 volte nelle ultime 9 edizioni della festa?
Purtroppo si tende a ricordare solo il presente o il passato prossimo,dimenticando che dai primi anni 80 la Nuova Società Peschiera, ha prodotto labellezza di 19 carri allegorici ottenendo 9 vittorie. Credo che le cartevincenti della nostra società siano molteplici: la costanza, la dedizione, l’esperienza,in primis, il riuscire, ognuno con le proprie competenze, a dare un valoreaggiunto al carro ed il fatto di rimettersi sempre in gioco, cercando, anno dopoanno, idee e soluzioni nuove.

Alcune considerazioni sull’edizione della Festa di Primavera di questoanno?
Inizio ringraziando Ugo “il bischiotto” per aver costruito per tutte lesocietà un utilissimo ricovero attrezzi. Regalo più bello non poteva farcelo.Con il suo gesto, ha donato, non solo la spicciola comodità pratica, bensì unmaggiore senso di appartenenza, oltre la sensazione di sentirsi come a casa enon in un triste e grigio parcheggio. La pro-loco merita un plauso immensosoprattutto per il coraggio che ha dimostrato nel portare i carri a vivere anchedi notte. Per me, vederli sfilare nel buio è stata una grande e piacevoleemozione. Da oltre 10 anni, la nostra società proponeva questa soluzione, natada una idea di Omar Sagrini, ma sia le pro-loco precedenti che le altresocietà, hanno sempre avuto forti dubbi sull’effettiva suggestione che unasimile sfilata potesse suscitare. Per quanto riguarda il verdetto della giuria,sono rimasto anche io esterrefatto: non ricordo si sia mai verificata inprecedenza la situazione in cui due carri non vengono classificati. Per cui miriesce difficile dire quale sarebbe stata la mia reazione nel trovarmi senza unagraduatoria chiara e precisa da parte della giuria. Il mio parere personale èche il carro presentato dalla società INPUT fosse di difficile comprensione, macomunque migliore rispetto a quello, pur molto interessante, presentato dallasocietà SISMA. Per il resto, nulla di nuovo: i soliti cori risibili nei nostriconfronti e nei confronti della giuria. Cose che ormai fanno solo scenografia.Ma poco importa. Nulla di tutto questo potrà cancellare l’emozione e lacommozione che ho provato vedendo sfilare i carri di notte davanti alla mostradi Omar nel decennale della sua scomparsa. Un grazie di cuore a tutti quelliche, con grande passione, collaborano o lo hanno fatto in anni precedenti nellaNuova Società Peschiera.

Intervista a cura di Nicola Rinaldi Ceroni
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