Quanto piacere mi fa vedere e leggere, tante proposte, tanti articoli, botte e risposte, sulla festa di primavera.
Quest’anno sono cullato dalla vittoria, dai sorrisi degli amici e di tutti coloro che hanno partecipato alla costruzione del carro.
Non voglio esprimere pareri e giudizi sui lavori svolti, perché rispetto il lavoro, le tecniche, i gusti, l’espressioni e l’idee di tutti coloro che s’impegnano.


Soprattutto di quelli che i carri li hanno dentro, con la festa di primavera, che spero con tutto il cuore che cambi nome, e sia una festa piu’ indirizzata al SILENZIO DELL’ARTE DI GESSO.
Quest’anno la mia decisione era stata quella di non partecipare attivamente alla costruzione, per vari problemi di salute.
Ma la mattina in cui vidi Ugo con la Niva, baule aperto, che si dilettava a schiodare asse dalle barelle, ho pensato: Come si fa a non condividere l’entusiasmo di tutti i ragazzi e i non, che da sempre lega i costruttori di carri.
E la mia avventura è stata quella di costruire le cose in ferro come da quattro anni a questa parte.
C’è stata molta soddisfazione nel lavoro svolto, ma vorrei parlare dei personaggi che i carri li hanno dentro, e che hanno bisogno di aiuto e non solo a parole o a suon d’articoli, ma di sostanza passione e BRACCIA……
Parto dalla lacrima di Elisa, che scendeva da sotto gli occhiali scuri, mentre si coronava un sogno, ormai sei una che dei carri fai parte, con le idee, gli stili, le coreografie, e la passione, non la scorderò mai quella scena. Omar che per la prima volta si è espresso con una struttura, FANTASTICA, era cosi eccitato che quando ci siamo abbracciati ormai prendevo fuoco, la sua emozione era così intensa, neanche fosse la prima volta che faceva un carro, fatto stà che si è andato a letto con la bandiera bianca “sogno di una notte di mezza quaresima”.
Ugo, con i capelli blu e gli occhi lucidi, il e il numero 56 sulle spalle e si commuove ancora nel vedere noi ragazzi che esultavamo per la vittoria.
La luce negl’occhi di Fulvio, che di trascorsi ne ha avuti tanti, giusti o sbagliati che siano. Ma quella luce che i suoi occhi donavano, dicevano tutto, era come un fuoco che dal profondo del suo io si accendeva, riscaldava la mente e l’anima e noi che gli stavamo attorno.
La penna di Cristiano, che come sempre tutte le nostre s’inchinano a bravura talento e spontaneità, a coinvolgimento e narrazione, a superbia della parola, sua arma indiscussa nelle relazioni.
Penso a Claudio, che distribuisce dei 5 a tutti, e posso affermare di condividere pienamente quello che pensa, quest’anno non ha partecipato attivamente ma basta la sua presenza a fare diventare importante la festa.
Ermes, che parte con la sua pistola, che meraviglia!!! ai nostri occhi, i colori pieni di vitalità e spettacolarità.
Penso a Peppino che era la prima volta con tante responsabilità, anche lui ha i carri nel cuore e come tutti i sogni ci sono i peggiori e ci saranno anche migliori.
E il mio pensiero và a Biagio, un simbolo della storia dei carri, amante dell’imprese piu’ ardue, capace di spronare ragazzi quasi privi d’esperienza, la sua forza è la sua simpatia, bisogna ammirarla sempre e prenderla d’esempio.
E il piu’ bello dei miei pensieri, và a tutti quelli che non conosco, o non ho notato la loro attività, e il loro amore nel fare il carro.
Queste persone hanno bisogno di tutte gli aiuti possibili, ammiro e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito in qualsiasi modo alla realizzazione dei carri, di tutte le società.
Ultima cosa vorrei rispondere al fotografo di Ferrara.
Lo ringrazio per gli apprezzamenti alla festa e alle nostre donne, per il tifo alla società Sisma e ammiro la forza d’incoraggiamento che da ai ragazzi a continuare.
Ma si ricordi in questi carri non ci sono racchiusi gli ultimi tre anni, ma gli ultimi 30 e forse anche qualche cosa in piu’ di storia e di storie.
E mi spiace che lei abbia cominciato a girare il mondo solo tre anni fà…. Comunque l’aspettiamo il prossimo anno e mi raccomando ci faccia pubblicità.

Jari Sbarzaglia
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