Ieri il tempo atmosferico ci ha davvero sorriso, con un sole che non si vedeva da anni così splendente sulla nostra Festa di Primavera (oppure si dice sempre così ogni volta che non piove?).
Quello che invece non ha avuto vita facile è stato il tempo, inteso in senso cronologico. Si è iniziato alla mattina, durante il consueto (per i casolani) giro di ispezione dei carri: commenti arguti o scontati, sfottò fra le società, consigli urlati a gran voce da chi, stando con i piedi ben piantati in terra, ha deciso di contribuire al lavoro di costruzione nelle ultime 3 ore, facendo notare ogni minimo difetto a chi da due mesi svolazza allegro e sempre in bilico fra pali alti 7 metri…
Insomma il solito clima di introduzione alla sfilata, che però quest’anno ha registrato una forte mancanza: le relazioni. A mezzogiorno ancora non era stato possibile leggerne una, finchè Cristiano non si è stancato e ha deciso di tirarne fuori uno scatolone per sedare l’astinenza dei carrofili. E qui sta il primo errore di tempistica. Capisco il desiderio di segretezza fino all’ultimo secondo sulla tematica del carro e il modo in cui è stata trattata, ma credo sia controproducente concedere la lettura al pubblico solo un paio d’ore prima della partenza. Se invece si riesce a leggere la relazione la mattina, ci si può pensare con più calma ma soprattutto se ne può discutere, con la famiglia, con gli amici, con chiunque si incontri perché intanto lo sappiamo benissimo che quel giorno lì non si parla d’altro.
Andiamo avanti. La sfilata era in programma, sul depliant della Festa, per le 15. Nessuno pretende il rispetto al secondo dell’orario, ma più o meno un’ora di ritardo mi sembra davvero troppa, pur tenendo conto di tutte le difficoltà di allestire un carro. Anche perché il pubblico ha dovuto aspettare almeno un’altra ora per vedere partire il secondo carro. Forse è difficile cogliere l’importanza di questi dati quando si è coinvolti nella preparazione del carro o di altri aspetti della Festa, si ha altro a cui pensare. Ma vi assicuro che a viverla da semplice spettatore (pur casolano eaffettivamente molto coinvolto dall’esito della sfilata) diventa una specie di maratona dell’attesache è davvero difficile da riempire con un giro alle bancarelle (col costante timore di perdersi lapartenza neanche fosse una gara di F1) o con due canzoni della banda del momento (anche lemajorettes aiutano poco). Se poi si pensa agli spettatori che vedono per la prima volta la Festa, oche comunque non sperimentano la bruciante passione dei carri, potrebbero sentirsi davveromartirizzati dal nulla che intercorre fra una sfilata e quella successiva (più di uno abbandona primadella fine, esperienza provata). E’ possibile migliorare la situazione, ridurre tutto a tempi piùserrati? E’ sostenibile l’idea di una punizione per le società che ritardano troppo? Non è comunquecosa da poco, vi assicuro, anche perché uno sveltimento della sfilata porterebbe a una premiazioneanticipata che raccoglierebbe molto più pubblico “forestiero”.
Infine, se poi anche il processo alla Segavecchia e conseguente rogo slitta di tre quarti d’ora rispettoal programma, nasce il sospetto che in questo giorno fatidico il tempo a Casola si fermi, perdaimportanza, scompaia.
Ma lasciamo le questioni temporali per fare un’ultima riflessione.
Il lavoro della giuria. Ho avuto la sensazione, fra l’altro diffusa fra il pubblico a quel che ho potutosentire, che per un anno i giudizi della giuria siano stati molto onesti e accurati. Si può discutere sulsingolo giudizio (e mi risulta infatti che le critiche ci siano state e anche espresse in maniera palese)ma per una volta si è ben capito che cosa è piaciuto e che cosa invece non ha convinto di ognisingolo carro. Nessuna frase raffazzonata e ambigua per non fare troppo dispiacere a chi ha lavoratotanto, ma una valutazione seria e chiarificata in maniera lodevole, considerando naturalmente le 5righe in cui il giudizio viene espresso, che non possono certo diventare un tema per non appesantire(ancora i tempi!!!!) il momento della premiazione.
Adesso è tutto finito e se ne riparla fra un anno? Me ne stupirei e me ne rammaricherei. In fondo lechiacchiere del dopo Festa rimangono un piacere. Invitiamo dunque tutte le Società a farciconoscere il proprio parere, le sensazioni vissute prima, durante e dopo, si tratti di gioia, delusione,sconforto, furibonda incazzatura. L’invito naturalmente si estende a ogni singolo spettatore, anzisarebbe bello sentire le voci di chi ha conosciuto la Festa solo quest’anno. Il nostro sito è a vostra totale disposizione, come sempre basta inviare un articolo o spedire una mail e potrete condividerele vostre opinioni. Unica richiesta: una bella firmetta chiara e non pseudonimata in calce, visto chequest’anno di lettere anonime ne abbiamo avute abbastanza!

Michele Righini
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