Non si può tacere per sempre. Ecco finalmente, vero? Apettavate la voce della Sisma? Eccovi servito il piatto da consumare, per bocche fameliche e pronte ad azzannare. Per sfamarvi (non sono tante però le lupe in giro, non sentitevi tutti chiamati in causa, per favore, altrimenti siamo alle solite!!) però ci saranno solo una parolaccia e qualche frase dal tono ironico.

Di solito però quando ci si esprime con parole semplici c’è sempre qualcuno che vuole trovare significati strani e difficili, c’è chi ormai ha assunto uno schema mentale da carro allegorico o forse è continuamente supportato dalla convinzione filosofica che la realtà non sia la realtà ma sia altro. L’anno scorso ho sofferto come non mai per questi carri, ho subito ingiurie e maledizioni, amici mi hanno maltrattato come non si maltratta neanche l’essere più spregevole della terra, persone a me lontane mille miglia mi hanno tacciato di fascismo, qualunquismo, disfattismo e ismi vari (gli ismi non hanno mai fatto tanto bene al nostro mondo), tutti si sentivano, più che in diritto, in dovere di puntare il dito, di attaccare al muro, di sputare in faccia. Eppure è bastato avere intorno le persone che mi vogliono sempre bene, è stata sufficiente una buona dose di amici veri che pur in disaccordo con me non mi hanno trattato come un criminale, sono bastati gli altri della Sisma e un bel Va******o dentro di me per liberarmi del male che ho sentito sulle mie spalle.
Così dopo l’anno scorso il nemico è stato individuato. Vero? ovviamente la Sisma, e la nostra relazione era stata indegnamente inserita nell’Index Librorum Proibitorum, dico indegnamente visto che è in compagnia del Decameron di Boccaccio, del Principe di Machiavelli e di tanti altri grandi capolavori della letteratura mondiale. Ma la censura non guarda in faccia a nessuno e non fa distinzione, quando c’è qualcosa di pericoloso lo vuole tenere nascosto, perchè altrimenti la gente potrebbe anche pernsarla in quel modo e allora chissà che finimondo succede.
Dopotutto ho pensato che la rissa mentale dell’anno passato possa anche essere stato un bene, possiamo vantarci di avere fatto un carro di cui la gente si ricorderà ma questo sarebbe presunzione e come scrisse Dante
“non è il mondan romore altro ch’un fiato
di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi,
e muta nome perchè muta lato.”
L’anno scorso però è già passato e sarà ricordato come l’anno della discordia universale.
E l’edizione appena vissuta? Sicuramente l’edizione della concordia. Tutti in piedi ad applaudire l’Input, tutti contenti per loro, loro stessi che il giorno della premiazione avevano lunghi musi appiccicati alla faccia (del resto anche noi non scherzavamo in proposito) poi il sonno porta consiglio ed allora? ci si sveglia felici per come è andata. È la prima volta che i secondi si sentono più soddisfatti dei primi. Input di qua e Input di là, questo sito invaso dalla parola Input. (se qualcuno avesse fatto una ricerca sulla parola più cliccata in rete ci sarebbero stati Dio, sesso e poi Input). Adesso mi riesco anche a dare una risposta alla scarsa esultanza della Peschiera dopo la vittoria: erano dispiaciuti perchè non aveva vinto l’Input!!! Strano ma vero.
Vogliamo sperare tutti che prima o poi l’Input riesca a vincere questa benedetta bandiera bianca,? È in loro il futuro dei carri? loro apriranno un grande ciclo? Loro sono i nuovi salvatori della Festa? Non saprei, ma come lo potrei essere, sono della Sisma È nata dalle ceneri dei passati dissapori una grande fratellanza che ha unito le società Input e Peschiera ed il collante è stato l’avversione nei nostri confronti. Hanno alzato una barriera contro il vomito dell’anno scorso, hanno addirittura trattato lo stesso tema (ovviamente con risultati diversi). Per fortuna che abbiamo fatto quel carro altrimenti di che cosa parlavate? (adesso sto scherzando)
Una cosa è sicura, di fronte al vomito non si può rimanere indifferenti. E questo è già tanto, il disgusto va di pari passo con l’apprezzamento. E adesso noi della Sisma cosa ci facciamo in questo clima????
La Sisma, chi è costei? A noi non rimane che fare il guastafeste, mettere il bastone in mezzo alle ruote, mettere il carro davanti ai buoi, dire gatto quando non l’abbiamo nel sacco, dire A quando è B e dire C quando è B, rompere le uova nel paniere, tirare la coda all’asino così si incazza, rovinare la festa, fare battute oscene in mezzo alla seriosità degli altri, metterci le dita nel naso e attaccare i caccarini nei carri degli altri, forare le gomme dei trattori di Peschiera e Input e magari fare un carro con una donna nuda gigantesca (giusto il gusto di farlo).

Riccardo Albonetti
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