La traiettoria, la rotta, la suggestione è quella che evoca ballate che in questo periodo potrebbero essere la colonna sonora di quel film generazionale in cui un esercito di cinque amici, viaggia per dare l’addio all’adolescenza.
Nascosti dietro al rumore del battito, al riverbero del tempo. Vantage point, è una corda di sentimento che vibra quando incontra qualcosa che ci emoziona. Un risveglio da milioni di anni, vissuti attraverso milioni di paure. In un regno dove il re, rendeva belli i nostri crimini. In un regno dove le persone, non erano più lo specchio della realtà.


I Deus, non hanno quel carisma capace di attrarre una generazione. Non sono band che smuove le masse e i loro dischi non sono certo pietre miliari della musica. Vantage point è l’ennesimo disco declinato all’imperfetto, capace di colmare un vuoto. Non è un prodotto che suona in maniera cosmetica, è valigia per chissà quale significato.
Non è per riempire il sottofondo silenzioso di una stanza, non accompagna una serata seduta in qualche locale, non è musica da vedere in tv.

Queste canzoni sembrano avvolgere ossessione, paranoia dura. Momenti passati ad odiare, rimuginare, confrontare tra scelte fatte e non fatte. Amore sognato, cercato, atteso, sofferto silenziosamente nella sua forma più difficile, quella dell’impossibilità.

Con la speranza di riuscire ad inserirsi nei respiri delle sue frasi, e scoprire che lei, non aspettava altro.


r.l.

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