Non sapevo che anche a Zattaglia facessero la Processione del Venerdi' Santo: mi e' stato detto che meritava, cosi' quest'anno ho deciso di mollare quella casolana per andare a vedere cosa proponevano i nostri cugini d'oltre Filomena.
Grande stupore quando mi sono reso conto della quantita' di macchine parcheggiate un po' ovunque... il piazzale della chiesa prima dell'inizio era gremito.
Grande stupore quando mi sono reso conto della quantita' di macchine parcheggiate un po' ovunque... il piazzale della chiesa prima dell'inizio era gremito.
Una processione diversa, con i quadri in movimento, attori che recitano e attori in costume che accompagnano il flusso dei visitatori lungo il percorso che va dalla chiesa fino a un paio di tornanti oltre il ponticino che divide i comuni di Casola e Brisighella. Un Gesu' romagnolazzo, un Pilato e un Ladrone con le loro esse strascicatissime e un italiano misto dialetto, la serie di problemi tecnici e l'uso rivoluzionario (quasi maldestro) dell'occhio di bue, la legna bagnata di uno dei due fuochi che avrebbero dovuto illuminare la salita che porta al calvario, un organizzatore che ostenta la sua posizione sbracciandosi in continuazione per indicare alle comparse il momento di entrare in scena, fedeli indaffarati a parlare del piu' e del meno e un prete stonato, fanno della processione di Zattaglia un rito veramente alternativo e fuori dal comune. Un goffo e nel contempo simpatico tentativo di riprodurre la sequenza dei fatti accaduti a Gesu' prima della sua morte, che merita di essere visto almeno una volta. Un contorno d'altri tempi e una serie di scene felliniane da far quasi tenerezza.
Una sensazione abbastanza lontana dall'atmosfera creata dalla finezza delle scenografie e della staticita' dei quadri casolani, della poesia dei lumini alle finestre, della delicatezza dei bambini con in mano le candele colorate, della banda che esegue in continuazione quel pezzo angosciante e mai tanto azzeccato... come si chiama?
Francesco Rivola