Gigioli ci ha lasciato da poco ma ci piace ricordarlo attraverso le parole di chi gli è stato vicino negli ultimi quattro anni.
Chiediamo a Cornel (che tutti conosciamo come Cornelio) alcune domande sul suo periodo trascorso insieme.

Quanto tempo sei rimasto con Gigioli?
Quasi cinque anni. Sono arrivato all’inizio del 2008.
Da dove vieni?
Dalla Romania, dalla città di Zalau.
Che lavori facevi nel tuo paese?
L’elettricista in una fabbrica della mia città. Poi c’è stata una ristrutturazione aziendale e mi hanno lasciato a casa insieme a tanti altri. Ho cercato qualche altro lavoro ma alla fine sono emigrato in Italia. Sono rimasto sempre a Casola al servizio di diversi anziani.
In paese Gigi era molto estroverso e si fermava a chiacchierare volentieri con tutti. In casa con te riuscivate a comunicare bene?
Sì molto bene. Era aperto a tutte le novità. Era un autodidatta ma si interessava molto a tutti i campi del sapere: filosofia, storia ma soprattutto la musica. Aveva una buona memoria.
Cantava anche con te?
Sì ho imparato da lui tante canzoni popolari sia della vostra zona, ma soprattutto amava la canzone napoletana. Ascoltavamo insieme anche la musica classica: Verdi, Beethoven, ecc.
Quando sei arrivato dipingeva ancora?
Purtroppo io sono arrivato che Gigioli era stato colpito da un ictus e non riusciva più a dipingere. Scriveva ancora però le sue poesie. La sua ricchezza era la sua semplicità. Era una dote che lo contraddistingueva. La perdita di Gigioli per me è stato un lutto che non immaginavo così profondo.

Intervista a cura di Roberto Rinadi Ceroni
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